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Sicurezza stradale

Parlare di un problema è sicuramente un fatto positivo che ci aiuta a smuovere le nostre coscienze sopite, che ci aiuta a ribellarci ad una assurda carneficina che ormai accettiamo come un evento inevitabile ma che invece sarebbe evitabilissima. Ogni anno immoliamo migliaia di vite al dio della velocità e della guida spericolata, gli offriamo in dono decine di migliaia di persone condannate alla disabilità e sperperiamo milioni e milioni di euro in spese mediche e assistenziali, mentre milioni di giornate di lavoro vanno perse. Tutto questo non è inevitabile, tutto questo è il frutto della nostra miopia e potrebbe essere evitato… se solo lo volessimo.  

 

Però continuare a rimbeccarsi per decidere se la carneficina delle nostre strade è colpa degli automobilisti imprudenti o è colpa delle Istituzioni latitanti (controlli insufficienti e strutture inadeguate) è un bellissimo modo per non cambiare nulla e continuare invece a piangere i nostri morti e a sprecare le nostre risorse nell’indifferenza generale. A mio parere è evidente che le responsabilità sono molteplici e cercare di assegnarle equivarrebbe a cercare di scoprire il sesso degli angeli. È difficile trovare nel cosiddetto mondo civile automobilisti altrettanto indisciplinati, maleducati e arroganti come se ne vedono nelle strade italiane. È altrettanto vero che è difficile trovare un sistema viario e una segnaletica altrettanto inadeguati. Così come è vero che difficilmente ci si potrà imbattere in controlli delle forze dell’ordine altrettanto insufficienti rispetto alla drammaticità del problema.

A mio avviso bisognerebbe iniziare proprio da questo ultimo punto: i controlli. Nell’era delle autovetture che fanno i 200 all’ora e che hanno accelerazioni da brivido, continuare a fare un controllo statico del traffico (Patente e libretto!) è assolutamente anacronistico, insufficiente ed inutile. Piazzare l’autovelox per fare cassa, è una inutile furbata che serve solo ad esasperare gli animi ma che non educa gli utenti della strada. Noi abbiamo bisogno di un controllo dinamico, come si fa negli altri paesi. Le auto e le moto della polizia devono circolare ed intervenire immediatamente ad ogni infrazione rilevata, ad ogni stop violato, ad ogni rosso ignorato, ad ogni limite di velocità infranto, ad ogni segale non rispettato. Chi commette una qualsiasi infrazione dovrebbe avere una altissima probabilità di vedere sullo specchietto retrovisore  il lampeggiante blu della polizia. La polizia dovrebbe accodarsi all’auto che ha commesso l’infrazione, fermare il trasgressore e, a seconda delle circostanze e della gravità del fatto, dargli una sonora multa, ritirargli la patente, sequestrargli il mezzo e/o arrestarlo.

E per favore, non venitemi a raccontare la solita solfa che non ci sono gli organici! Niente di più falso! In Italia abbiamo 559 agenti ogni 100.000 abitanti, contro i 326 degli Stati Uniti o i  305 dell’Austria. Se poi facciamo un conticino prendendo in considerazione la dimensione del territorio da sorvegliare, ci accorgiamo che in Italia ogni agente deve sorvegliare  0, 9 Km2  mentre negli Stati Uniti ogni agente deve sorvegliare ben 10,3 Km2. Eppure in Italia chiunque può commettere tutte le nefandezze che gli pare e ha la certezza di rimanere impunito, mentre in America chi commette una infrazione quasi sicuramente prende una bella multa o, nei casi gravi, ha ottime probabilità di passare la notte al fresco o di dire addio per sempre alla sua patente.

 

Qui non servono nuove leggi, non serve abbassare i limiti di velocità in autostrada da 130 a 120, non servono nuove “grida” manzoniane; basterebbe applicare le leggi e le regole che già ci sono. Quello che servirebbe è la volontà di far rispettare la legge, la volontà di ripristinare la legalità. Quello che servirebbe è un anno di tolleranza zero, un anno di lotta senza quartiere all’illegalità. Dopo un anno di questo trattamento sono pronto a scommettere che gli italiani diverremmo un esempio vivente di educazione stradale. Così avremmo risolto pure il secondo problema, quello dell’inciviltà degli automobilisti italiani! A questo punto resterebbe da sistemare le strade e la segnaletica, cosa davvero facilmente realizzabile: basterebbe volerlo!!

 

Salvatore  

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