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La beffa dei numeri civici

Regioni, Città Metropolitane, Provincie e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
Per questo voglio raccontare la mia esperienza personale, peraltro comune alla stragrande maggioranza dei cittadini residenti in Q4-Q5. Io vivo in questi quartieri da 17 anni, abito in una casa bifamiliare con ingressi indipendenti e per circa 10 anni il mio indirizzo è stato privo di numero civico. Stanchi dei disagi derivanti da questa mancanza, ci siamo rivolti all’ufficio competente per sapere quale numero ci sarebbe stato assegnato (peraltro facilmente intuibile perché il nostro ingresso insiste all’inizio della strada, sul lato sinistro) e, avuta l’informazione, abbiamo apposto sulla colonna del nostro cancello una piastrella di ceramica indicante il numero 1. Dopo circa due anni, sono arrivati dei signori armati di normografo e spray di vernice nera , ed hanno “sparato” sulla colonna, sotto la piastrella esistente, un altro numero 1: non ne abbiamo capito la necessità, se non quella di imbrattare , visto che il numero non cambiava. L’attribuzione dei numeri fu comunque completata con questo sistema in entrambi i quartieri, ovviamente per gli edifici già esistenti (che comunque erano la stragrande maggioranza..): ex novo per quelli sprovvisti, con l’adeguamento dei pochi numeri che non corrispondevano e con l’inutile ripetizione per quanti avevano provveduto correttamente. A distanza di circa altri 2 anni , la rivoluzione: ci siamo ritrovata appiccicata sulla colonna del cancello, sempre sotto la piastrella di ceramica che recava il nostro civico 1, un’altra piastrella, questa di materiale plastico, a sancire che la nostra casa aveva il n.1 !! Siamo rimasti allibiti! E senza parlare dello scempio estetico!! Lo stesso ovviamente è avvenuto per il cancello carrabile, che ricade in una strada rigorosamente privata, ed al quale già avevano attribuito il numero in vernice. Questo trattamento è stato riservato, ovviamente, a tutti i cittadini (la maggioranza dei residenti..) che, come noi, avevano provveduto, correttamente ed a loro spese, a dotarsi del numero civico; addirittura si è voluto strafare attribuendo perfino i numeri di interno nei condomìni, con evidente abuso, in quanto all’interno della proprietà privata, per essere individuato, ciascuno può decidere sul come!… Al più è tenuto a rispettare le regole che il condominio si è dato! Lo stesso discorso per la toponomastica dei quartieri: nella stessa occasione furono sostituite TUTTE le tabelle coi nomi delle strade, che erano state apposte a spesa e cura dei Consorzi di urbanizzazione (…dai cittadini quindi ),e non soltanto quelle mancanti, danneggiate o errate, con tabelle identiche, incorrendo anche in errori marchiani (si veda ad esempio largo Montemezzi che è diventato Monte Mezzi…da musicista a montagna!!!). A questo punto ci siamo domandati per quale motivo l’Amministrazione, ignorando ed anzi disdegnado le iniziative private (…altro che attenzione alla sussidiarietà!), peraltro corrette nella sostanza oltre che nella forma, sprecasse con tanta superficialità parte delle sue già magre risorse (così almeno le definiscono sempre i nostri amministratori…)! Soprattutto ci è sembrata una beffa difronte alle più importanti carenze che ancora esistono nei nostri quartieri, nonostante quanto realizzato direttamente da noi cittadini, in virtù delle famigerate convenzioni, e nonostante anni di versamenti di tasse comunali senza i dovuti ritorni. E’ di questi giorni la storia delle richieste di pagamento per quella discutibile operazione, gestita peraltro in maniera altrettanto sciatta e strafottente, con intimazioni a rispettare i termini, pena la riscossione coatta, senza la certezza della decorrenza, attribuendo ad alcuni, oltre i propri, i costi per l’apposizione di numeri di altri e così via……Ora, a fronte delle tante proteste manifestate, il Comune annuncia il ripensamento, comunicando che le spese sostenute, non proprio esigue, se le accollerà un privato, probabilmente un istituto di credito:… per beneficenza… per pubblicità o cos’altro?
Comunque finirà… questa dei numeri civici “a pagamento” resta una dimostrazione dell’utilizzazione impròvvida, diretta o indiretta, dei nostri soldi….

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