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Nucleare…avevamo ragione !

NUCLEARE
CIRILLI: “AVEVAMO RAGIONE”

“Tutte le problematiche da me sollevate da tempo hanno trovato conferma e non soluzione da quanto emerso dal Tavolo della Trasparenza di ieri; incontro che ha confermato ancora di più la necessità di un immediato intervento istituzionale su quello che sta accadendo nei siti in dismissione”.

Purtroppo rimangono confermati e non risolti una serie di punti critici sulla gestione della messa in sicurezza e decommissioning del sito di Borgo Sabotino e degli altri siti presenti nella Regione Lazio.

E’ stata confermata la forte difficoltà dell’APAT, Divisione Nucleare, ad assicurare una piena vigilanza in tutte le fase dell’attività della Sogin. L’APAT non ha le risorse, in termini di personale, che possano permettere il pieno rispetto dei tempi stabiliti dai cronoprogrammi e dei controlli nelle varie fasi dei lavori da parte della SOGIN. Da una struttura APAT Nucleare di 300 persone nel 1986, siamo oggi ad una presenza di sole 20 persone che devono seguire le fasi di smantellamento dei diversi siti.

E’ stata confermata la diversa valutazione dell’APAT rispetto alcune attività del Commissario Delegato, Gen. Carlo Jean. L’APAT ha confermato che attività quali lo smontaggio dei boilers nel sito di B.go Sabotino non possono intendersi rientranti nella fase emergenziale e quindi i lavori che li riguardano devono seguire la normale procedura di legge senza alcun uso dei poteri commissariali come invece avvenuto.

L’APAT, a livello più generale, ha inoltre sottolineato la necessità di svolgere un attento approfondimento sul complesso della gestione ordinaria della Sogin nei vari siti in dismissione.

E’ stata confermata l’azzardata gestione dell’Amministrazione Comunale che sul presupposto di realizzare gli “scambi d’affari” indicati nel famoso protocollo Comune – SOGIN, ha rinviato l’emissione dei permessi a costruire i depositi temporanei, ritenuti necessari dalla stessa APAT, dando luogo all’emissione dell’ordinanza commissariale. Una cattiva gestione che ora, anche alla luce delle proteste dei cittadini, cerca di nascondersi dietro ricorsi al TAR e Consiglio di Stato fondati sulla mancanza di autorizzazione APAT ai progetti di realizzazione dei depositi. Posizione che la stessa APAT nel corso dell’incontro ha messo in crisi non ricevendo risposta dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Latina alla domanda: “ma se l’APAT domani dà l’autorizzazione, il Comune rilascia i permessi a costruire i depositi ?”.
E’ stato fatto poi notare che nel famoso protocollo di “scambio” Comune – SOGIN, l’autorizzazione APAT non viene mai citata e tanto meno indicata come presupposto per il rilascio dei permessi da parte del Comune.

E’ stata denunciata l’assoluta non conoscenza da parte dell’APAT di quanto si sta realizzando con il progetto SAPEI nella fascia di protezione del sito di B.go Sabotino. Un intervento, quello del SAPEI, rientrante nel piano delle grandi opere nazionali, ma di cui nessuno si è preoccupato di verificare la compatibilità, oltre che con le altre servitù già presenti, con l’esistenza di un sito nucleare in dismissione. Una situazione questa che ha portato i dirigenti APAT presenti a dichiarare che attueranno d’ufficio una serie di verifiche e l’Assessore Regionale all’Ambiente a confermare l’immediata emissione di una nota regionale indirizzata all’APAT con la quale vengono chiesti urgenti verifiche di compatibilità.

E’ stato confermato che ancora non è stata data una reale applicazione alla normativa regionale che prevede specifici controlli e monitoraggi da parte dell’APAT, ARPA ed Osservatorio Epidemiologico Regionale.

Tutto questo in una situazione in cui i pericoli non sono solo potenziali, ma reali. Basti guardare ai due incidenti accaduti nell’arco di due mesi nel sito della Casaccia, una contaminazione da plutonio ed una esplosione, su cui ancora sono in corso accertamenti ispettivi da parte dell’APAT.

In una situazione come questa, in carenza di una chiara e condivisa visione complessiva delle attività, di una piena garanzia della tutela dei cittadini e del territorio e di una fase emergenziale e commissariale che, come comunicato dallo stesso Commissario, non verrà più prorogata dal Governo Nazionale, ritengo fondamentale che vi sia un fermo, anche attraverso l’emissione di specifici atti amministrativi, di tutte le attività in corso da parte della società SOGIN e della società TERNA e l’immediata convocazione di una Tavolo Istituzionale coordinato dalla Regione Lazio con la finalità di fornire garanzie di sicurezza e certezza sulle attività in corso.

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