Io non mi sento diversa da nessun altro
Io sono Cristina Acquistapace, una ragazza di 25 anni con la Sindrome di Down.
Sono nata e vivo in Italia in un luogo chiamato Valtellina. La mia famiglia è formata da 5 componenti: oltre a me, vi sono mia madre, mio padre, una sorella più giovane di un anno e mio fratello che ha 11 anni.
Io sono nata nel 1972; a quel tempo, non vi erano le Associazioni che esistono ora: con me, c’erano solo mia madre e mio padre e intorno a noi, c’era l’ignoranza umana. Questa, comunque, non ha avuto influenze realmente negative.
Io ho proceduto nella frequenza della scuola; dalla scuola materna a quella elementare, da questa alla Scuola Media Inferiore e da lì alla Scuola superiore. Grazie a mamma e papà che non mi hanno segregato in casa o inviato in un istituto ma, al contrario, mi hanno messo in contatto con la gente, in breve tempo mi sono fatta molti amici e mi sono anche innamorata, imparando molte cose importanti. Grazie a loro, ho potuto andare a trovare e vedere mia zia che è suora Missionaria in Kenya (Africa) dove ho potuto vivere la mia reale “storia infinita”. Di fronte a una così grande povertà, mi sono ritrovata e sentita fortunata e felice. E’ stato così bello!
Un’esperienza che non vorrei cambiare con nessun riconoscimento, ma è impossibile renderla solo attraverso le parole; voi dovete vedere con i vostri occhi, proprio come ho fatto io.
La Sindrome di Down, anche se ha costituito talvolta per me un peso, nel mio modo di pensare non ha mai costituito una maledizione bensì una benedizione (grazia); forse è stata una prova per vedere se, nonostante tutto, io possa vivere una vita piena, una vita come tutti gli altri. Io sono convinta che vi sia stato anche un incentivo per me stessa, nel dimostrare che sono come chiunque altro, una specie di sfida, dopotutto. Una sfida che io ho accettato e che mi stimola a fare del mio meglio e a impegnarmi profondamente per ottenere quanto il mio cuore desidera.
Non ho mai preso in considerazione la mia diversità in quanto non mi sento diversa da nessuno. Mi sono sempre considerata come gli altri in quanto, come tutti, io sogno, spero e desidero, provo dei sentimenti, gioco. In una sola parola, io vivo.
Le persone con Sindrome di Down hanno i medesimi diritti e doveri degli altri: forse non possono fare alcune cose, ma sono in grado di farne altre. Io, per esempio, non mi metto in testa di guidare l’automobile in quanto, per i miei problemi di vista, non sarei in grado di farlo ma persevero nel sostenere di essere idonea a prestare aiuto agli altri in quanto so che sono in grado di farlo.
Le persone danno prova di intelligenza nel momento in cui accettano i loro limiti e investono le loro energie e capacità in quanto sono in grado di fare.
Nel mio futuro, vi sono molte aspirazioni; una di queste, è quella di prendere i voti e dedicarmi interamente alla scelta religiosa. Anzitutto, perché sento di essere stata chiamata e in secondo luogo, perché c’è troppa povertà nel mondo: povertà spirituale, soprattutto, e la Chiesa ha bisogno di me, delle mie preghiere e della mia dedizione incondizionata.
Ho sempre desiderato offrire il mio cuore a Dio e agli altri; non voglio essere felice io sola; devo dare il mio amore a tutti e non solo a mio marito e ai miei figli, per esempio, perché io sono in grado di farlo.
Cristina Acquistapace – Cosio Valtellino (Sondrio)
Dicono di lei:
http://www.oltrelebarriere.net/notizie.phtml/id/447/
http://www.korazym.org/news1.asp?Id=16978
http://associazioni.provincia.so.it/ANFFAS/x_06.htm
http://www.vaol.it/DetRub.jsp?idrub=18128
http://www.agenziasir.it/pls/sir/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=1379