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Elettromagnetismo
Università di Catania:

SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI

RADIOPROTEZIONE

CAMPI ELETTROMAGNETICI




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Campi elettromagnetici e salute

Il progresso tecnologico, nel senso più ampio della parola, è stato associato con vari rischi, sia percepiti sia reali. Le applicazioni industriali, commerciali e domestiche dei campi elettromagnetici (CEM) non costituiscono un’eccezione.

Anche se non ce ne accorgiamo, in ogni momento della giornata, siamo immersi in campi elettromagnetici, detti comunemente EMF (dall´ inglese "Electro Magnetic Fields"); basti pensare a tutti gli elettrodomestici che ci circondano in casa, sul lavoro, a scuola, come ad esempio rasoi elettrici, radiosveglie,frullatori,televisori, ecc.. Questi emettono radiazioni considerate non ionizzanti, in quanto non superano una certa frequenza (ordine delle decine/centinaia di GHz),

Le onde elettromagnetiche possono essere caratterizzate attraverso la loro lunghezza d'onda, la loro frequenza o la loro energia. I tre parametri sono legati tra loro. Ognuno influenza l'effetto che il campo può avere su un sistema biologico.

· La frequenza di un'onda elettromagnetica è semplicemente il numero di oscillazioni che passano per un determinato punto nell'unità di tempo.

· Tanto più corta è la lunghezza d'onda, tanto più alta è la frequenza.

· Un'onda elettromagnetica consiste di piccolissimi pacchetti di energia chiamati fotoni. L'energia di ogni pacchetto, o fotone, è direttamente proporzionale alla frequenza dell'onda: più alta è la frequenza, maggiore è la quantità di energia di ogni fotone.

Il modo in cui le onde elettromagnetiche influenzano i sistemi biologici è determinato in parte dall'intensità del campo ed in parte dalla quantità di energia di ogni fotone

Negli ultimi anni sono andati crescendo in maniera rilevante gli interrogativi sui possibili effetti sulla salute legati all'esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenze (RF) e microonde (MW). I campi elettromagnetici sono generati da dispositivi che emettono, producono o utilizzano energia elettrica. Un'onda elettromagnetica che si propaga nello spazio trasporta energia che viene in parte assorbita ed in parte riflessa dagli oggetti che tale onda incontra sul suo percorso. L'assorbimento avviene con modalità ed in misura diversa a seconda delle caratteristiche del mezzo.

EFFETTI SANITARI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Le sorgenti naturali e artificiali generano energia elettromagnetica sotto forma di onde elettromagnetiche. Queste onde consistono di campi elettrici e magnetici oscillanti che interagiscono in vari modi con i sistemi biologici, come cellule, piante, animali o l'uomo.

Radiazioni non ionizzanti (NIR) è un termine generale per quella parte dello spettro elettromagnetico in cui l'energia fotonica è troppo bassa per rompere i legami atomici. Le NIR comprendono la radiazione ultravioletta (UV), la luce visibile, la radiazione infrarossa, i campi a radiofrequenze e microonde, i campi a frequenza estremamente bassa (ELF) ed i campi elettrici e magnetici statici.

E’ fondamentale la distinzione tra effetti biologici ed effetti sanitari. Questo aspetto è stato più volte precisato dall’OMS, che nel suo Promemoria n. 182 Campi elettromagnetici e salute pubblica. Proprietà fisiche ed effetti sui sistemi biologici così definisce i due effetti:

Un effetto biologico si verifica quando l’esposizione alle onde elettromagnetiche provoca qualche variazione fisiologica notevole o rilevabile in un sistema biologico.

Un effetto di danno alla salute si verifica quando l’effetto biologico è al di fuori dell’intervallo in cui l’organismo può normalmente compensarlo, e ciò porta a qualche condizione di detrimento della salute.



NORMATIVA RIGUARDO I CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA



INDICAZIONI INTERNAZIONALI

Il problema dei possibili effetti dei campi elettromagnetici sulla salute e' stato affrontato nella sede che si ritiene più autorevole, e cioè l'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), che ha pubblicato nel 1984 un rapporto "Extremely low frequency fields" e nel 1987 uno "Magnetic fields", entrambi nell'ambito del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP). Più recentemente nel 1990, e sempre sotto gli auspici dell'O.M.S. e dell'UNEP, e' stato pubblicato il rapporto redatto dall'International Non-Ionizing Radiation Committee (INIRC) dell'International Radiation Protection Association (IRPA), frutto di un accurato lavoro svolto da un gruppo di esperti internazionali tramite un'attenta analisi critica dei problemi ed un minuzioso esame dei dati disponibili sull'argomento, con il suggerimento dei limiti per l'esposizione sia al campo elettrico che magnetico del personale esposto e della popolazione.

Nel documento si individuano come fonte di eventuali effetti biologici le correnti indotte all'interno del corpo. Tra 1 e 10 mA/m2 sono riportati solo effetti biologici di scarsa entità. Gli effetti si fanno evidenti e via pericolosi da 10 mA/m2 fino al di sopra dei 1000 mA/m2 ove vi sono rischi sanitari gravi. Nel rapporto in questione viene tra l'altro osservato che le correnti endogene nel corpo arrivano tipicamente fino a 10mA/m2, anche se, durante certe funzioni, le stesse possono essere anche molto più alte.

Da queste considerazioni e dai dati sperimentali nasce il criterio base adottato per la definizione dei limiti per i campi elettrici e magnetici.

Questo criterio consiste nel limitare a non più di 10 mA/m2 la densità delle correnti indotte nella testa e nel tronco da un'esposizione continua a campi elettrici e magnetici a 50/60 Hz. Per indurre nella parte superiore del corpo umano una densità di corrente media di 10 mA/m2 a 50 Hz occorrerebbe un campo elettrico di circa 25 kV/m o un campo magnetico di circa 5 mT.

L'INIRC/IRPA ha tuttavia ritenuto opportuno, in via prudenziale, adottare dei margini di sicurezza più larghi e che tenessero conto in modo differenziato, come sempre, della popolazione e dei lavoratori professionalmente esposti. Peraltro l'INIRC/IRPA non ha ignorato l'esistenza di alcuni studi epidemiologici che suggeriscono una possibile associazione tra l'esposizione a campi magnetici e un aumento dell'incidenza di tumori tra bambini, adulti o gruppi professionali. Però il punto di vista al riguardo e' il seguente: "Sebbene alcuni studi epidemiologici suggeriscono una possibile associazione tra l'esposizione a campi a 50/60 Hz e neoplasia, altri non ne indicano alcuna.

Non solo non e' dimostrata una tale associazione, ma i dati attuali non ne forniscono alcuna base per una definizione del rischio sanitario che sia utile ai fini dello sviluppo di limiti di esposizione.

Normative vigenti

In base agli effetti nocivi dovuti all'Inquinamento Elettromagnetico, tutte le Nazioni hanno dovuto emanare leggi che limitano l'esposizione umana ai campi elettromagnetici e che impongono criteri di sicurezza alle apparecchiature che li generano.

In particolare in Italia sussistono le seguenti leggi e direttive :

1) DM 10/9/98 n°381 (Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana);

2) 9231CEE (per la sicurezza delle apparecchiature);

3) D. Lgs. 626/1994 per la tutela della salute e per la sicurezza dei lavoratori;

4) ENV50166-1/2 ( per l'esposizione umana ai campi elettromagnetici ) che sono state approvate dal CENELEC e riportate dal CEI nelle normative 111-2/3 entrate in vigore dal Maggio 1995;

5) Legge quadro sull'Inquinamento elettromagnetico - Decreto Ronchi;

6) Recente Rapporto Istituto Superiore di Sanità.7) Recente Rapporto ISPESL.



CONCLUSIONI
Le evidenze di cancerogenicità dei campi elettromagnetici (CEM) ancora non del tutto convincenti sono cosi riassumibili:

a) Gli studi epidemiologici suggeriscono che i campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (50/60 Hz) vadano classificati come "probabili cancerogeni" anche se la positiva associazione tra esposizione a tali campi e alcuni tipi di tumore, quali la leucemia infantile e, in alcuni studi, i tumori cerebrali e mammari nel maschio, appare di modesta entità e non è sufficiente a stabilire un nesso causale tra esposizione ed effetto patogeno.

b) L'esposizione ai campi ad alta frequenza (radiofrequenze, microonde) sembra rappresentare un possibile fattore cancerogeno per l'uomo, sia pure di modesta entità, con bersagli dell'azione oncogena simili a quelli citati per le ELF, anche se i dati disponibili sono assai più scarsi di quelli relativi alle basse frequenze.

Pur in assenza:

a) di dimostrazioni epidemiologiche definitive;

b) di adeguate conferme sperimentali;c) della conoscenza sul meccanismo di azione oncogena, che dà plausibilità biologica all'associazione;

d) della conoscenza della relazione esposizione-risposta, da cui si può ricavare l'unità di rischio cancerogeno e limiti di esposizione correlati da determinati eccessi di rischio cancerogeno;si possono suggerire, nello spirito del principio della cautela, le seguenti raccomandazioni relative all'intensità dei capi.Si suggeriscono, pertanto, le seguenti linee prudenziali per quanto riguarda le azioni degli organi competenti alla tutela della salute pubblica:

A) frequenza estremamente bassa (ELF), 50 Hz (esposizione continua della popolazione generale):

A.1) nuovi edifici o luoghi residenziali in prossimità di linee o impianti per la distribuzione dell'energia elettrica:

Si suggerisce di tendere, per quanto possibile, a minimizzare i valori di campo magnetico prendendolo, in modo cautelativo, come riferimento di limite superiore dell'induzione magnetica l'intervallo 0.1 - 0.3 microTesla, considerato come provvisorio e meramente indicativo in base alle attuali conoscenze. Questo intervallo di valori può anche essere inteso come 0.2 microTesla +/-50% (intervallo che tiene conto delle difficoltà nella valutazione del campo).

Per il campo elettrico non viene dato un preciso valore, perché, nel caso di linee ad alta tensione, il fattore principale nel rischio cancerogeno sembra legato al campo magnetico; inoltre il campo elettrico viene notevolmente schermato dalla struttura abitativa e dallo stesso corpo umano.

La scelta di intervallo di esposizione è dovuta alle poche conoscenze quantitative esistenti per gli effetti di questo tipo di campi. A titolo di esempio si usano intervalli anche per situazioni meglio conosciute nel potenziale cancerogeno, quali l'asbestro, in cui il coefficiente di rischio cancerogeno fornito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per esposizione inalatoria a 1f/l per l'intera vita è, relativamente all'induzione di mesoteliomi: 10^-5 - 10^-4. A maggior ragione l'adozione di un intervallo è giustificata nel caso in cui l'evidenza qualitativa di cancerogenesi non è ancora piena (sufficiente) e i dati quantitativi sui livelli di esposizione, in questo caso maggiormente problematici nella metodologia di misura, sono ancora carenti.

I valori limite di esposizione suggeriti arano fino al 1998 ben inferiori a quelli dettati dalla normativa vigente (100 microTesla), la quale era basata solamente sulla prevenzione degli effetti acuti e non su quelli a lungo termine (eventualmente cancerogeni). L’entrata in vigore del DM 10/9/98 n°381 invece, prevede valori limiti di esposizione inferiori a 2 microTesla basata finalmente sulla prevenzione degli effetti a lungo termine.

Per essere coerenti con questi suggerimenti occorre adottare alcune norme tecniche di cautela:

modificare i sistemi di costruzione delle abitazioni e di collocazione delle sorgenti domestiche di energia elettrica

modificare le modalità di costruzione e distribuzione delle linee elettriche ad alta tensione (linee interrate, compatte, in cavo aereo). Lo sviluppo attuale di linee elettriche ad alta tensione è imponente in Italia: oltre 7000 Km.

La distanza delle abitazioni da linee elettriche ad alta tensione deve essere dettata in funzione dei valori di campo suindicati in relazione al tipo di linea, di configurazione dei cavi ecc., che deve essere valutata di volta in volta dagli esperti. Si raccomanda inoltre che nella definizione dei piani regolatori vengano identificati corridoi adeguati per il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica. Si raccomanda, infine, che i progetti siano di volta in volta accompagnati da una valutazione di impatto ambientale e sanitario.

E' bene che le nuove cabine di trasformazione MT/MB (media tensione/bassa tensione) siano costruite all'esterno degli edifici. La distanza, anche secondo il parere espresso recentemente dal Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente, si dovrà calcolare facendo riferimento al D.M.L.L.P.P. 16.1.1991.- Edifici o linee elettriche già esistenti (se diversi da scuole o altri locali pubblici o privati in cui i bambini stazionano per lunghe ore nella giornata, per i quali valgono i limiti suggeriti per i nuovi edifici):



Norme di cautela personale:

- prima di acquistare una abitazione verificare se in prossimità vi sono linee ad alta tensione, cabine di trasformazione e misurare i campi elettromagnetici all'interno- non dormire sotto una termocoperta elettrica in funzione, ciò vale maggiormente per donne gravide o bambini. Il letto può essere preriscaldato.- seguire le immagini televisive ad almeno un metro di distanza dallo schermo del televisore, prestando maggiore attenzione alle parti laterali e posteriore del televisore- utilizzare il phpù possibile lontano dal capo- limitare l'uso del rasoio elettrico- evitare che i bambini stazionino in vicinanza di ferri da stiro, forni elettrici e in prossimità di lavastoviglie, tostapane, frullatori, tritatutto, macinacaffè, apriscatole, radioregistratori
- mantenere la massima distanza possibile tra utilizzatore e apparecchio per aereosol durante il funzionamento

- non sostare in prossimità di forni a microonde, specialmente se bambini o donne in età fertile: la distanza deve essere almeno 1 m;- al fine di evitare interferenze e fibrillazioni, i portatori di pacemaker devono collocare il cellulare GSM (frequenze di circa 900 MHz) lontano dallo stimolatore. I telefoni cellulari possono interferire con i distributori automatici di denaro, il funzionamento di ascensori, porte automatiche , casse e pese elettroniche, airbag-abs in auto, gli strumenti di controllo degli aerei;- non usare i cellulari in locali di diagnostica medica e terapia intensiva. Attenzione anche alle possibili interferenze con i dispositivi acustici;- (per i maschi) evitare il posizionamento del telefono cellulare vicino ai testicoli (es. tasche anteriori dei pantaloni ecc.)

- i telefoni cellulari non vanno usati in auto o nelle abitazioni perché, in aggiunta ai divieti già stabiliti per le auto, in generale, l'intensità di emissione aumenta e peggiora la qualità della comunicazione;
- poiché una frazione stimabile tra il 30% e il 50% dell'energia irraggiata dal telefono cellulare viene assorbita dalla testa dell'utente, si raccomanda, nell'uso del telefonino, di estrarre sempre l'antenna e di alternare l'orecchio nella ricezione di successive telefonate;- i telefoni senza filo per uso interno alle abitazioni danno luogo ad esposizioni molto più basse (potenza 0.01W) rispetto a quelle dei cellulari.





Tabella 2. Esposizione tra le pareti domestiche. (Per tutti gli elettrodomestici i valori sono riferiti ad una distanza di 30 cm)




Campo magnetico (microTesla)
Campo elettrico (V/m)

Sotto una linea a 380 kV
20
5000

In una classica abitazione
1
10

In aree urbane
0.1
50

In aree rurali
0
0.05

Frigorifero
1
60

Frullatore
500
50

TV a colori
500
30

Aspirapolvere
100
15

Fornello elettrico
100
5

Asciugacapelli
2500
1

Trapano elettrico
500
1




La riduzione del campo elettrico in ambiente domestico si può ottenere con varie modalità:

a) installare un disgiuntore di rete (bioswitch), che sostituisce la tensione alternata (220 V) con una bassa tensione continua (9 V) tutte le volte che a valle c'è assenza di carico; questo per ridurre il campo elettrico. Il disgiuntore viene disattivato nel momento in cui anche uno solo degli apparecchi collegati in rete viene acceso;

b) staccare dalle prese elettriche gli strumenti non in uso;

c) non far passare cavi elettrici dietro la testata del letto e tenere ben distanti le prese elettriche ai lati del letto;

d) non posizionare il letto a ridosso di una parete che confini con un quadro elettrico o con apparecchi elettrici fissi, nella stanza attigua, che producano intensi campi (es. lavatrice, lavastoviglie, scaldabagno, ecc.).

e) posizionare radiosveglie, orologi e lampade da comodino alimentati dalla rete domestica, ad almeno 50 cm di distanza dal guanciale durante le ore di riposo.Queste valutazioni tengono conto delle evidenze scientifiche note al momento attuale e saranno aggiornate man mano che le conoscenze evolveranno. Al momento possiamo solo supporre un ruolo promovente e co-cancerogeno per questi tipi di radiazioni non ionizzanti, che non sembrano per ora dotate di potenziale genotossico. La forza dell'associazione tra esposizione e comparsa di tumori è debole, mal stimabile, ma le informazioni disponibili fanno ritenere che il loro contributo alle cause del cancro sia modesto. Certamente l'elettrosmog è una delle varie forme di inquinamento urbano (chimico, fisico, biologico) che potrà interagire con gli altri inquinanti e microinquinanti cancerogeni.



La scheda

L’ Elettromagnetismo

Come si misura: Di un emissione elettromagnetica si può misurare: l’intensità del campo elettrico (Volt/metro, V/m) o di quello magnetico (Tesla), oppure la densità della potenza irradiata (Watt/metro², W/m²). L’aumento dei tumori viene associato alla presenza di forti campi magnetici (che hanno pochi ostacoli) piuttosto che a quelli elettrici (che possono essere schermati.

Radiofrequenze e microonde: Sono onde ad alta frequenza. Le radio frequenze sino a 300 Mhz (milioni di cicli ogni secondo), le microonde sino a 300 Ghz (miliardi di cicli al secondo).

Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti: Le prime, che hanno tanta energia da togliere un elettrone da un atomo ed alterarne quindi le caratteristiche chimiche, comprendono radiazioni ultraviolette, raggi X, raggi Gamma. Delle seconde, più deboli, fanno parte luce, microonde, onde radar, onde radio, onde a 50 Hertz (la frequenza della corrente domestica).

Distanze e tempi di esposizione: L’intensità dell’energia decresce molto con la distanza dalla sua sorgente. E’stato calcolato che l’esposizione diurna media dovuta alle usuali attività elettriche di una casa è confrontabile con quella ricevuta stando a 3 metri da una linea ad alta tensione di 380 kV. Ma sono pochi minuti al giorno per gli elettrodomestici, 24 ore su 24 per chi abita vicino agli elettrodotti.

I limiti di sicurezza: Molti studi indicano come soglia limite 0.2 microTesla. Il che vuol dire, per una linea a 380 kVolt una distanza di 130 ÷ 150 metri. Le attuali norme di sicurezza fissano 28 metri questo limite.
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