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Finalmente qualcuno inizia a parlare di questo sconcio paesaggistico...
Il consigliere del PDL Chiarato chiede che in commissione Espropri si discuta della sua proposta di espropriare e demolire tutte le case sulla sabbia nel tratto compreso tra Foceverde e Capoportiere:
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/27_06_2009/pag06latina.pdf
E' già qualcosa che qualche consigliere inizi finalmente a parlare di tale argomento. Come detto più volte bisognerebbe vedere quali case abusive hanno sentenze definitive di demolizione e quali invece sono legali (o perchè aventi concessione edilizie fin dall'origine o perchè condonate in seguito).
Le prime andrebbero acquisite gratuitamente al patrimonio del comune per essere demolite, mentre le seconde andrebbero espropriate.
Secondo me inoltre la cosa non dovrebbe limitarsi solo alle case sulla sabbia, ma a tutte le case entro la fascia di inedificabilità della Legge Galasso (300 m dal mare).
DAVIDECiao Davide,
quando parli di 600 mila metri (cubi ?) credo ti riferisca a tutto l'edificato che si sviluppa sino all'entroterra della marina fino a dopo foce verde per un paio di chilometri, mentre nel precedente post si parlava delle brutte palafitte che sviluppano a occhio e croce qualche migliaio di metri cubi sparsi qua e là. Io mi riferivo evidentemente a queste e non mi pare abbia mai parlato di tutta l'edilizia marinese latinense, quindi non mi sembra di avere "azzardato" più di tanto come sostieni tu.
Tuttavia cercherei di non confondere i casi, numerosissimi, di abusivismo con quelle regolari, seppur brutte, antiestetiche, deturpatrici e quant'altro. Le strade da poter proseguire credo tu sappia siano ben differenti (sempre se crediamo di poter dare ancora un certo valore alla Legge). Per le prime sarà bene - e sono d'accordo con te- avviare la procedura necessaria per l'abbattimento, ma per le ultime credo possano esserci solo due possibilità:
- la prima è l'esproprio per pubblica utilità (con risarcimento monetario del valore di mercato dell'immobile naturalmente): ma questo, a mio avviso, potrebbe essere avviato solo in caso di approvazione di progetto del porto a livello definitivo con connessa riqualificazione della marina. A questo proposito mi piacerebbe sapere se sei informato sulle motivazioni per le quali è possibile procedere con l'esproprio forzato di un bene privato. Certo, in alcuni regimi dittatoriali era molto più facile....Anzi, in alcuni ti stampo prettamente comunista non sussisteva nemmeno il problema: tutti i beni erano di proprietà del grande e magnanimo "stato"!
- la seconda, come dice Giulianelli, trattando con il privato.
Tu conosci per caso altre strade oltre a presentarsi sul corpo del reato, di notte, con l'escavatore, tirare giù tutto e poi scappare? :)
Ti saluto cordialmente.
Massimo
X Massimo74
Non capisco perchè tu, come d'altronde tutti i giornali locali, leghi la riqualificazione della fascia costiera Capoportiere-Foceverde, alla realizzazione del porto.
Sono 2 cose che dovrebbero viaggiare separatamente. Anzi nel programma 2002 di Zaccheo si parlava solo di riqualificazione. Poi non si sà come e perchè, presentarono nel 2004 i primi schizzi di quel progetto. Un pò come avvenuto con la Metro Leggera, non era nel programma del sindaco, ma poi improvvisamente cominciare a fare studi di fattibilità (che tu non reputi tali) e bandi di project financing.
Quel progetto non ha mai specificato i costi, gli eventuali finanziatori, senza considerare che anche all'epoca di Storace non era previsto in nessun piano regionale dei porto (fatto dallo stesso Noli negli anni 90 che poi è andato a progettare il porto di Foceverde).
Per non parlare poi dei vincoli, ambientali, paesaggistici ed idrogeoloci che anche il nuovo PTPR della Regione Lazio ha confermato. PEr non parlare del fatto che i terreni sono della Sogin che non vuole cederli a costo zero. Per non parlare del fatto che la stessa Sogin pochi mesi fà ha fatto richiesta di fare un grosso invaso sul Canale Mascarello, per far depositare le acque di scarico della centrale nucleare.
Insomma al 90% non se ne farà niente.. Guarda Anzio! Sono 10 anni che stanno combattendo con La Regione Lazio, e dopo svariate conferenze dei servizi, ancora non riescono a venirne fuori. Per fare un ampliamento, mica un porto nuovo da zero!
Detto questo parliamo delle case abusive. Nel bando si parlava di 300 mila metri cubi riferiti alla fascia costiera tra Foceverde-Capoportiere e nella zona di rispetto dei 300 m dal mare.
Ora quella cubatura è pari a quella di Punta Perotti a Bari. Abbiamo una punta perotti distribuita sul territorio e non ce ne siamo accorti?
Cmq sia sulle palafitte i dubbi sono tanti. Se il Comune di Latina chiarisse una volta per tutte come stanno le cose, farebbe una grande opera di comunicazione.
DAVIDE
X Massimo74
Ripeto, innanzitutto bisognerebbe appurare tutta la storia di quei lotti venduti dall'ex Onc e vedere se non sia configurabile in qualche modo una lottizzazione abusiva per mancanza di autorizzazione provinciale.
In quel caso visto che il reato è inprescrittibile, qualsiasi pm potrebbe intervenire per far sequestrare tutto. Penso ad esempio al pm Miliano, che negli ultimi anni ha sequestrato ed in alcuni casi fatto confiscare dai tribunali lottizzazioni abusive a Fondi e Sabaudia (la più celebre quella dei Ciurli a Fondi con contestuale abbattimento).
Se invece non vi è lottizzazione abusiva, ed è tutto regolare allora bisognerebbe procedere all'esproprio dopo aver approvato un piano di riqualicazione. Partire dai risultati del Concorso di idee mi sembrerebbe una buona idea...
Il fatto è che le commissioni, in particolare quella urbanistica sono in tutt'altre faccende affaccendate.
DAVIDE
Riecco che ci risiamo! Ogni volta che c'è da buttare giù una casa abusiva i proprietari cominciano a fare i matti, dicendo che si danno fuoco o si buttano dal tetto.
Era già accaduto a S.Felice all'inizio del 2008 quando le ruspe dovevano demolire una casa realizzata nel 2007. La proprietaria E. C. minacciò di darsi fuoco.
Nel corso del 2009 la procura di Latina tentò un nuovo blitz,con polizia e carabinieri, ma la ruspa fu bloccata dai tronchi di pini tagliati messi sulla strada di accesso, e dalle proteste dei vicini..
Poi si disse che il Comune di S.Felice gli avrebbe dato una casa di sua proprietà ma bisognava prima procedere all'autodemolizione dell'altra.
Autodemolizione di cui non se ne è più saputo nulla!
Ora veniemo a sapere che anche a Foceverde per la seconda volta si blocca la demolizione perchè S.D.M. minaccia di buttarsi dal tetto! E buttati!
A breve pubblicherò la sentenza del Tar che ha respinto il ricorso di S.D.M.
Occorre far rispettare la legge! Che razza di centrodestra c'è a Latina e in Italia??
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/09_07_2009/pag12latinascalo.pdf
DAVIDE
Nell'articolo di Latina Oggi si dice che il proprietario minacciava di "gettarsi nel vuoto"!
Con quella casa di un solo piano, nel peggiore dei casi avrebbe rischiato di fratturarsi una gamba.
Mi domando come mai le forze dell'ordine non siano salite sul tetto a prenderlo..
Tutta questa storia è semplicemente ridicola!
Tra l'altro nei giorni scorsi l'assessore Galetto ha detto che l'uomo risultava sconosciuto all'ufficio servizi sociali, non avendo mai fatto richiesta di accedere a tali servizi.
Probabilmente non è iscritto neanche alle liste delle case popolari. Non vorrei che tutta questa scenata sia fatta per farsi assegnare qualche casa popolare scavalcando così chi è in attesa da anni..
Quella si sarebbe una vera ingiustizia..
Certo il Comune di LAtina dovrebbe avere delle case popolari per permettere per un periodo temporaneo l'alloggio di chi si trova in urgenti sitazione disagiate.
Nulla contro questo alloggio temporaneo, ma poi si deve mettere in lista per le case popolari come gli altri.
Piuttosto il Comune di Latina deve sbrigarsi a far realizzare all'Ater le case popolari all'ex Svar e nella zona di Pantanaccio.
Tra vecchie richieste e nuove (magari sopravvenute a seguito di qualche istanza di condono rifiutata) la situazione diventa ogni giorno più bollente.
DAVIDE
davide ha scritto:Occorre far rispettare la legge! Che razza di centrodestra c'è a Latina e in Italia??
Spero che questa sia la riflessione che si siano fatti anche chi li ha votati. E magari anche senza la connotazione "centrodestra", perché il passare alla leggera su alcuni problemi non penso sia nel programma di qualche partito/zona politica.
Enrico
Interessanti novità dal servizio Avvocatura del Comune di Latina. Si dice che 12 abitazioni potrebbero essere espropriate e poi demolite.
Ora la domanda sorge spontanea: significa che nel tratto tra Capoportiere e Foceverde solo 12 abitazioni sono regolari, mentre le altre sono abusive, in attesa di condono o con sentenza di demolizione (o ordinanza) passata in giudicato?
Significherebbe che per tutte queste case la procedura da seguire è quella dell'immissione gratuita a patrimonio comunale per la successiva demolizione ?
Se fosse così, cioè che solo 12 case sono legali sarebbe una notizia rivoluzionaria!
Finalmente si inizia a fare un pò di chiarezza su questo lungomare!
http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/07/14/1047056-case_abbattere_lido_legali_comune.shtml"colonna-articolo">
14/07/2009
Comunque mi restano perplessità. Bisognerebbe prima demolire quelle abusive ed incondonabili, visto che andrebbero nella disponibilità comunale senza spendere una lira.
Poi si dovrebbe passare a quelle poche legali.
Intanto ecco una "sentenza breve del Tar" che conferma l'immissione al patrimonio gratuito di una casa abusiva eretta in via Gorgoglicino (il provvedimento del Comune di LAtina è del 15 Aprile 2009).
Ecco un'intervista a Moscardelli nel 2002, all'indomani del sequestro del lungomare da parte del procuratore Gagliardi, dove si diceva anch'egli favorevole alla demolizione delle case abusive.
Sono passati 7 anni e tutto è come allora!
http://www.parvapolis.it/page.php"autore">Mauro Cascio
Latina. Litorale. Solo la magistratura ha risvegliato AN? Claudio Moscardelli: «In nove anni non hanno mai fatto nulla. Oggi promettono...»
alla città facendone il volano di uno sviluppo più amplio ed articolato».
Osserva Claudio Moscardelli, di Democrazia e Libertà - Margherita:
«Una singola opera, per quanto importante, rischia di essere insufficiente
per far partire davvero lo sviluppo. Perciò l'offerta del mare, il Parco
del Circeo, i laghi costieri, le strutture turistico-alberghiere,
le terme, il centro convegni, il porto di Rio Martino, gli impianti
per il turismo sportivo debbono costituire un articolato sistema
turistico da legare alla città e all'offerta di servizi e di cultura
che potrebbe offrire a supporto, come la Biblioteca Stirling, il parco
archeologico di Satricum, l'Università, il Teatro, il Museo, la Pinacoteca.
L'autostrada cittadina sull'asse Latina Scalo - Mare, promuovendo se
possibile il concorso di privati, dovrà essere la prima opera pubblica
ad essere realizzata per consentire il raggiungimento di tre obiettivi:
il decongestionamento del traffico e lo sviluppo del trasporto pubblico,
il collegamento e l'integrazione dei nuovi quartieri con la città e il
sostegno allo sviluppo turistico della marina. Con l'autostrada cittadina
Latina Scalo - Mare verrà realizzata la prima linea di pista ciclabile che
attraverserà così tutta la città fino al mare».
«Il nodo poi da sciogliere è la pedonalizzazione del lungomare. Come fare?
La nostra proposta è indicata nel progetto di turismo integrato e prevede
la realizzazione di una strada dorsale parallela al lungomare, all'altezza
del canale Mastropietro a circa 700 metri dal Litorale. Questa dorsale
è prevista dal vecchio Piano Particolareggiato ed è stata conformata
dal nuovo PRG. In presenza di questo asse stradale del Mastropietro,
sarebbe possibile realizzare tutti i progetti che servono a riqualificare
la marina; da questo nuovo, attrezzato e moderno lungomare, partirebbero
delle strade verso il mare con ai lati i parcheggi per le auto ed i servizi.
La realizzazione graduale di queste direttrici consentirebbe di pedonalizzare
prograssivamente l'attuale lungomare. Tutto ciò si può concretizzare
in tempi medio lunghi, ossia parte nella prima e parte nella seconda
legislatura con l'obiettivo di realizzare tutti i servizi turistici
a monte del lungomare. I servizi sulla spiaggia disciplinati con il P.U.A.
debbono essere completamente rimovibili a fine stagione. Oggi ci troviamo
di fronte ad un Piano che il Comune ha presentato in Regione con anni di ritardo
e che non va bene perché soddisfa le esigenze di pochi soggetti, mentre
andava fatto un bando pubblico per favorire la libera concorrenza.
In secondo luogo questo piano spiaggia è invasivo perché prevede opere
in cemento e in muratura sulla spiaggia, contraddicendo così ai proclami
di An. Gli strumenti di demolizione delle opere completamente abusive
e dell'esproprio con indennizzo per quelle opere dotate di concessione
o di sanatoria debbono essere inseriti nell'ambito di un programma
condiviso di riqualificazione della marina.
Vi è una specie di "baraccopoli" a ridosso delle costruzioni del lungomare
che deve essere eliminata perché di ostacolo ad un programma condiviso di
riqualificazione. Le case sulla duna (palafitte) non servono e vanno
demolite o riconvertite a servizi, mentre per i servizi (albergi,
stabilimenti, ristoranti), nella fase di transizione, ossia nella fase
della riqualificazione del lungomare e della marina secondo il progetto
indicato, è possibile transitoriamente mantenerli sulla base di un'adesione
condivisa al programma indicato per la marina, favorendo un atteggiamento
collaborativo degli operatori e dei privati in genere, che si trovano
con insediamento sulla spiaggia che non possono espandersi e non
saranno competitivi con i nuovi che si insedieranno a monte del lungomare.
L'obiettivo e liberare la duna per davvero riqualificare la marina.
Perché oggi AN dopo nove anni di inattività e di inconcludenza,
sotto la pressione dell'azione della magistratura, parla di abbattimenti
e di progetti per il futuro della città? Non sono credibili gli attuali
proclami, potevano realizzare quanto oggi promettono nei nove anni
avuti a disposizione».
L'articolo del Corriere della Sera sullo storico sequestro di palafitte ed altre strutture nel 2002:
http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/03/Abusi_edilizi_sequestrato_litorale_Latina_co_0_0202031675.shtml"footnotes">Cavalli Giovanna
Pagina 21
(3 febbraio 2002) - Corriere della Sera
N. 00560/2009 REG.SEN.
N. 00397/2009 REG.RIC.
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio
sezione staccata di Latina (Sezione Prima)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
ex art. 21 e 26 della legge 1034/71 e successive modifiche e integrazioni,
Sul ricorso numero di registro generale 397 del 2009, proposto da:
A.D., G.D., rappresentati e difesi dall'avv. M.M., con domicilio eletto presso M. Avv. M. in Latina, via ............ n. .....;
contro
Comune di Latina in Persona del Sindaco P.T., rappresentato e difeso dall'avv. Francesco Paolo Cavalcanti, con domicilio eletto presso Francesco Paolo Avv. Cavalcanti in Latina, C/Oavv.Ra Com. Latina via Farini 2;
per l'annullamento
previa sospensione dell'efficacia,
dell'ordinanza n. 14817/4906 prot. n. 42151/41579 del 15 aprile 2009 emessa dal Settore Urbanistica Ufficio Antiabusivismo del Comune di Latina con la quale veniva disposta l'acquisizione gratuita del terreno di proprietà, sito in Latina alla strada G. n. ..... sul quale insistono opere abusive realizzate in favore del Comune intimato e contestuale ordine di sgombero.
Visto il ricorso con i relativi allegati;
Visto l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Latina in Persona del Sindaco P.T.;
Viste le memorie difensive;
Visti tutti gli atti della causa;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 04/06/2009 il dott. Davide Soricelli e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;
Avvisate le stesse parti ai sensi dell'art. 21 decimo comma della legge n. 1034/71, introdotto dalla legge n. 205/2000;
Ritenuto che il ricorso sia manifestamente infondato in quanto: a) l’acquisizione gratuita al patrimonio del comune costituisce una sanzione conseguente all’attività edilizia abusiva e alla mancata ottemperanza all’ingiunzione a demolire e prescinde dalla esistenza di uno specifico interesse pubblico; b) l’esistenza di un contenzioso in sede penale in ordine all’abusività delle opere (o meglio in ordine all’esistenza del reato previsto dall’articolo 44, lett. a) del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) non impedisce all’amministrazione di adottare le sanzioni conseguenti all’inottemperanza all’ingiunzione alla demolizione, che non risulta neppure essere stata contestata in sede giurisdizionale amministrativa e che pertanto è ormai inoppugnabile; c) neppure è stata denunciata la mancanza dei presupposti per l’adozione dei provvedimenti previsti dall’articolo 31 del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 e dall’articolo 15 della legge regionale 11 agosto 2008, n. 15;
P.Q.M.
il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione staccata di Latina, definitivamente pronunciandosi sul ricorso, lo respinge.
Condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali che liquida in complessivi euro nillecinquecento.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 04/06/2009 con l'intervento dei signori:
Francesco Corsaro, Presidente
Davide Soricelli, Consigliere, Estensore
Antonio Massimo Marra, Primo Referendario
L'ESTENSORE | IL PRESIDENTE | |
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 09/06/2009
(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)
IL SEGRETARIO
Riporto questa vecchia news di Parvapolis del 2002 che nessuno ricorda.
Così, tanto per schiarire le idee a Chiarato, Giulianelli e De Simone. Non servono espropri, serve applicare le sentenze passate in giudicato dei tribunali, anche per le cosidette "palafitte".
http://www.parvapolis.it/page.php"autore">Mauro Cascio
Latina. Dopo il sequestro del Litorale, Legambiente: «La Magistratura è oggi l’unico organismo istituzionale che ha a cuore le questioni ambientali»
Legambiente si trova in piena sintonia con l’azione della magistratura: si faccia chiarezzasu eventuali conformità alla legge di alcuni immobili e sulle autorizzazioni di cui sarebbero
in possesso i proprietari, ma ciò non diventi l’ennesimo ostacolo per vanificare la legalità
su un’area, come quella del litorale, da sempre oggetto di scambio tra amministrazioni
disattente e "nuovi" privilegi per "antichi" privilegiati.
«Esiste una sentenza definitiva della Corte di Cassazione datata di qualche anno, che imponeva
l’abbattimento delle "palafitte" sulla duna. Le procedure per l’abbattimento erano e sono
di competenza del Comune di Latina. La domanda è: le sentenze definitive della Cassazione sono
applicabili a discrezione dell’Ente locale? Giuridicamente parlando sembra proprio di no, ma
dalle nostre parti sembra proprio di sì.
Infatti nelle procedure di attuazione del PUA (Piano di Utilizzazione dell’Arenile) approvato
dal Comune di Latina due anni or sono, ai proprietari di quelle stesse "palafitte"
l’amministrazione concedeva una clausola molto vantaggiosa: in cambio dell’abbattimento si
concedeva il diritto di perequazione (la possibilità di costruire un po’ più in là a spese
della collettività), ipotesi non contemplata da nessuna norma dello stato di diritto attuale
del nostro paese.
Tra l’altro circa tre fa, il Consiglio comunale approvò 4 varianti al Piano Regolatore vigente
(mentre se ne discuteva la variante generale) che interessavano il litorale, al fine di
consentire l’ampliamento e la creazione di strutture ricettive in funzione del Giubileo del
2000; tra queste realizzazioni risultava l’approvazione ad innalzare di 4 piani un noto
albergo a Capoportiere (che ne realizza attualmente 3), in zona demaniale interessata da ampi
fenomeni di erosione. Il particolare curioso riguardava il fatto che questa e le altre
varianti furono approvate in sede "politica" malgrado il parere contrario degli uffici
comunali preposti all’istruttoria.
Legambiente condivide in pieno l’azione della Magistratura che pare essere l’unico organismo
istituzionale presente in Provincia che ha impresso una svolta sulle questioni ambientali:
quando ancora ci vorrà per vedere risultati concreti anche nella elaborazione e nella
programmazione politica che faccia della tutela e della valorizzazione del patrimonio
naturale una vera e propria risorsa economica?
All’azione della Magistratura che ha carattere puramente repressivo deve affiancarsi una
azione di indirizzo e di educazione che spetta decisamente agli enti locali».
A proposito delle palafitte a Latina mare, riporto queste brevi righe di una puntata di Report di RAI3 di qualche anno fà, in cui si parlava delle vendita dei beni demaniali dello Stato, del Poligono di Nettuno, delle palafitte di Latina Lido e delle immancabili case abusive sulle dune di Fondi:
http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E90127,00.html"Arial, Helvetica, sans-serif">AUTORE
Per trasferire alla Patrimonio S.p.A. un bene come questo, il Ministro dell'Economia non ha l'obbligo si sentirsi con nessuno, tantomeno con il Ministro dell'Ambiente perché nella legge non è neppure citato. Anzi, incentivando i comuni a guadagnare una percentuale tanto più alta quanto più verrà innalzata la soglia della speculazione.
Comune di Nettuno: è il comune dove risiede il Poligono. Chiediamo al Sindaco, che progetti avete sul Poligono?
VITTORIO MARZOLI - Sindaco di Nettuno - Roma
Le tre fasce, inserendoci pure la spiaggia, diventano tre fasce che potrebbero anche essere armonizzate con quello che dicevamo. Nell'area abbandonata, incolta tutta una serie di servizi, l'area storico archeologica protetta e l'area a mare per servizi balneari e quant'altro. Però va fatto un progetto. Stabilimenti ma sempre con una grande attenzione alla parte ambientale, lì c'è la duna, ci sono gli ultimi tratti di duna come a Sabaudia, come a S. Felice, ci sono gli ultimi tratti di duna mediterranea.
AUTORE
Diamo atto al Sindaco di Nettuno di avere a cuore le sorti ambientali dell'inestimabile area del poligono ancora miracolosamente intatta. Ma negli occhi ci scorrono davanti le immagini di quello che accade a poche centinaia di metri da Torre Astura, a Latina Mare. Le immagini si commentano da sole. Possiamo solo dire che questa strada asfaltata che stiamo percorrendo è sulla duna, la stessa di cui parlava il sindaco di Nettuno e che per fare la strada è stata appiattita: Quello che rimane della duna si vede sulla destra, il resto è costruito con queste palafitte di cemento e dove non è costruito è recintato.
Questa è la fuga della spiaggia di Latina Mare, qui c'era la duna del quaternario, protetta da una legge regionale. Lontana e solitaria, Torre Astura attende.
GAETANO BENEDETTO - WWF Italia
Tutto il nostro paese si affaccia sul mare. Abbiamo oltre 8000 km di coste. Il rosso costituisce le zone costiere che sono occupate in forma intensiva, cioè strade, costruzioni, alberghi, porti. Il giallo corrisponde alle zone occupate in termini estensivi cioè case sparse, infrastrutture a ridosso delle fasce costiere e il verde sono le aree libere. Bene. Il rosso è la metà delle coste, un quarto è rappresentato dal giallo e soltanto un quarto è rappresentato dal verde, cioè le aree interamente libere.
AUTORE
Comune di Fondi, un centinaio di chilometri a sud di Roma, quasi al confine con la Campania. Qui si trovano gli ultimi scampoli di duna mediterranea, una formazione antica che divideva il mare dai laghi della piana interna. Il Lazio era tutto così, la stessa duna che vide Enea quando decise di aver trovato la terra desiderata.
La duna è così importante che è protetta dalla legge regionale che dice:
1) conservazione assoluta della vegetazione esistente (macchia costiera) …. potenziamento con specie tipiche del luogo.
2) protezione dal degrado della duna litoranea…..ed eventuale ripristino della duna stessa, ove questa risulti manomessa.
Che dire di questa interpretazione fantasiosa della legge: duna terrazzata con fioriere di gerani dello stabilimento il Tucano. E' stata realizzata un paio d'anni fa.
Questo è il suo volantino réclame con relativi prezzi….
E questo è lo stabilimento Tahiti, con la sua personale interpretazione della vegetazione costiera mediterranea trasformata in prato all'inglese. Anche questa recente.
Senza contare le costruzioni sulla duna stessa. Inutile dire che la legge regionale non solo vieta qualsiasi manufatto sulla duna, ma anche per trenta metri oltre il piede della duna stessa.
D - Senta, la duna, una precisazione tecnica, è demanio o che cosa?
LUIGI PARISELLA - Sindaco di Fondi (Latina)
No, no io credo che comunque c'è grandissima possibilità che noi possiamo affermare quasi al 99,9% che la duna sia di proprietà del comune di Fondi.
AUTORE
Non sapere neppure di chi è la duna! Non è certo un buon inizio per proteggerla! O forse… per NON proteggerla.
Gettate di cemento direttamente sulla spiaggia demaniale, scalette d'accesso che la legge impone di legno e rimovibili e che invece assomigliano tanto a manufatti in cemento della seconda guerra mondiale.
E poi i campeggi. A Fondi ce ne sono di enormi, tutti rigorosamente sulla duna. Con costruzioni che nulla hanno a che vedere con un campeggio.
D - Ma si continua a costruire abusivamente.
LUIGI PARISELLA - Sindaco di Fondi (Latina)
No. Attualmente l'abusivismo è zero perché il comune quest'anno si è dotato di ben nuovi ventidue vigili urbani, buona parte di essi appunto dislocata per scongiurare i nuovi abusi edilizi.
AUTORE
E intanto a Fondi sotto le famose serre, tra pomodori e melanzane fioriscono anche le case. Come questa, con tanto di comignolo e antenna tv. Quando la casa in costruzione sarà terminata, basterà togliere I teli di plastica e il gioco è fatto! Al posto della serra è pronta una casetta al mare, e poi… basterà aspettare la prossima sanatoria
LUIGI DI BIASIO - Consigliere comunale Fondi (Latina)
Alle nostre spalle c'è la famosa zona di Selva Vetere dove ci sono tutte costruzioni abusive, per lo più realizzate negli ultimi venti, trent'anni da cittadini di Fondi e che in base alla normativa attuale sono di fatto insanabili. Questi sono terreni che facevano parte del demanio d'uso civico del comune di Fondi.
AUTORE
Questo è uno stabilimento costruito interamente su spiaggia demaniale. Il parcheggio delle auto come si vede è sulla duna stessa.
Leggo da Latina Oggi che ieri hanno discusso in Commissione Urbanistica di questa proposta di espropriare le case sulla duna.
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/30_06_2009/pag10borghi.pdf
Il giornale prima parla di case abusive sequestrata dal Procuratore Gagliardi nel 2002, poi parla di espropri…. Vorrei tornare a ribadire che delle due l’una: o sono abusive, ed allora bisogna mettere in moto i meccanismi della Legge 47/85 e del Dpr 380/01 e passare alla confisca a favore del Comune per la successiva demolizione, o sono regolari ed allora vanno espropriate.
Sia Latina Oggi che Chiarato parlano genericamente di espropri, dando per scontato che tutte quelle case siano legali, quando con molta probabilità ciò è falso, in quanto probabilmente sono più le case abusive che quelle regolari…
Poi anche il metodo… Anziché pagare i proprietari delle case da espropriare con soldi, si vuole ricorrere ancora una volta a questa brutta abitudine della perequazione…. dando volumi su terreni comunali in zona più arretrata..
O si riqualifica togliendo cemento, oppure è inutile ripulire una zona per devastarne un’altra (anche se interna)…
Anche il premio di cubatura sarebbe scandaloso… Latina Oggi parla di dare 3 mc ogni metro cubo demolito, un’ aumento del 300%, altro che il tanto discusso 30% del Piano Casa Berlusconi…
Sarebbero come 10 piani casa messi insieme!!
Eppoi le tempistiche: se aspettiamo i porci comodi dei privati, passeranno anni, ed anzi è probabile che per alcuni di questi la vista del mare non abbia prezzo, neanche il 300% di cubatura in più…
Non possiamo aspettare il 2100 col risultato che ci sarà chi delocalizzerà e chi no…
Per cui l’unica soluzione è l’esproprio (pagato con soldi e non con la perequazione) e demolizioni affidate al Comune di Latina nell’ambito di un piano organico e certo di riqualificazione…
Non dicessero che non ci sono i soldi!! La Cassa Depositi e Prestiti mette ogni anno a disposizione 50 milioni di euro per demolire i manufatti abusivi, ma stranamente, per motivi elettorali nessun comune vuole accedere a questi fondi…
Per il piano di riqualificazione inoltre ci potrebbe essere il sostegno della Provincia di Latina, che anziché pensare a demolire il Ponte Rosso di Sabaudia, dovrebbe demolire questo sconcio presente al Lido di Latina…
La Provincia la governano loro (Il PDL). Per cui bando alle ciance!
DAVIDE
Vorrei fare alcune considerazioni relativamente al post di Davide, che apprezzo sempre per la tenacia con la quale porta avanti le sue convizioni, anche abbastanza condivisibi in linea teorica, ma un pò più difficilmente in via pratica.
>>>Sia Latina Oggi che Chiarato parlano genericamente di espropri, dando per scontato che tutte quelle case siano legali, quando con molta probabilità ciò è falso, in quanto probabilmente sono più le case abusive che quelle regolari…
A me risulta abbiano ragione Chiarato e Latina Oggi, sono regolari.
>>>Anche il premio di cubatura sarebbe scandaloso… Latina Oggi parla di dare 3 mc ogni metro cubo demolito, un’ aumento del 300%, altro che il tanto discusso 30% del Piano Casa Berlusconi…
Forse 300% appare un pò esagerato ma bisogna porre un pò di attenzione alla dislocazione individuata per tali cubature, che non conosco. Quelle abitazioni come già detto, volenti o nolenti, sono regolari e giacciono proprio sulla spiaggia (essendo molte anche palafitte). Spostando l'abitazione, ad esempio, a 1 km dal mare, risulta evidente la differenza in quanto ad appetibilità e relativo valore del bene.
Infine l'espropriazione forzata deve essere fortemente legata alla dimostrazione del pubblico interesse. In caso di probabile e prevedibile contenzioso, sarebbe da dimostrare - e ci vorrebbe più di qualche buon avvocato che il Comune non ha (vedi rivolgersi a consulenze esterne) per provare a dimostrarlo, e , in caso non ci riuscisse, sarebbero anche dolori.
"Purtroppo" anche la proprietà privata è riconosciuta un valore da tutelare nel nostro ordinamento e semmai, la causa di tali brutture marine" è più verosimilmente da ricercarsi a monte nella normativa e/o nell'amministrazione, che ne ha reso possibile la costruzione e regolalizzazione.
Massimo.
X Massimo74
Qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè in tutta Italia le case costruite sulla sabbia sono abusive mentre quelle di Latina lido no...
Negli anni alcuni comuni in Sicilia e Calabria hanno demolito diversi km di case abusive una attaccatta all'altra come a Latina mare... A Latina non si può fare...
Qualcuno dice che quei terreni sulle dune erano fino agli anni 50 di proprietà dell'Ex Onc, che poi li vendette a lotti per essere lottizzati (si dice che alcuni di questi lotti siano andati a politici e parenti di politici di allora)..
Si dice inoltre che siccome fino al 1967 non era necessaria la concessione edilizia per costruire in aree fuori dal PRG (es. zone agricole), quelle case non avevano bisogno di nessuna licenza...
Qualche architetto ben informato mi dice che cmq anche all'epoca per costruire sul mare era necessaria una sorta di autorizzazione ambientale dalla Provincia, che pare non sia mai stata richiesta ed ottenuta... Se così fosse quelle abitazioni sarebbero defacto abusive fin dall'origine, non avendo mai avuto il nulla osta provinciale...
Inoltre teniamo conto che nel 1974 (con ben 10 anni di anticipo sulla legge nazionale) viene varata dalla Regione Lazio una legge che rende inedificabile la fascia costiera entro i 300 m dal mare...
Dunque se vi sono case, manufatti ecc. costruiti sulla duna o entro quella fascia di rispetto dopo il 74 questi sono sicuramente abusivi ed incondonabili...
Ecco intanto partiamo da questi, poi vediamo cosa fare per quelle case realizzate tra il 1950 e il 1967 e quelle tra il 1967 e il 1974...
Se poi teniamo conto che quest'architetto ben informato dice che fino al 1976 un tratto di un km di duna a partire da Caportiere in direzione Foceverde era parte integrante del perimetro originale del Parco del Circeo (cartografia originale del 1934) allora capiamo che su questo km vi erano ulteriori vincoli...
Nel 76 stranamente questo km viene stralciato dal Governo dal perimetro del parco, in quanto giudicato degradato... Poi nel 85 ci saranno invece gli espropri dei laghi di Fogliano, Monaci e Caprolace che cambieranno ancora una volta la cartografia del Parco del Circeo
DAVIDE
PS: La stessa Latina Oggi (direttore Cardarelli) scrisse più volte che negli anni 70 qualche palafitta fu buttata giù dal Comune di Latina in quanto ritenuta abusiva..
Ora nessuno ha mai spiegato bene se quegli abusi erano stati fatti prima o dopo il 1974, o prima o dopo il 1967...
Perchè se erano manufatti realizzati nel periodo 67-74 il comune li avrebbe demoliti in quanto mancanti della concessione edilizia (obbligatoria dopo il 67, anche in aree agricole e fuori dal PRG), mentre se erano manufatti precedenti al 1967 il comune avrebbe riconosciuto che anche se erano fuori dal PRG non avrebbero potuto essere realizzati senza avere in mano qualche pezzo di carta (autorizzazione provinciale o altro....)
Se il comune di Latina avesse demolito negli anni 70 manufatti ante 67, avrebbe riconosciuto l'illegalità di tutti quei manufatti trovatisi nella stessa situazione, e dunque tutti meritevoli di demolizione...
Sarebbe una cosa rivoluzionaria ed importantissima per la riqualificazione del lido di Latina
Ed ancora una volta il Comune di Latina non riesce a demolire una casa abusiva al Lido di Latina... Sembrava cosa fatta ieri, avevano mandato le ruspe nei pressi del Passo Genovesi (forse anche in vista della tanto attesa riqualificazione di quel luogo archeologico con un giardino circostante, progetto approvato fin dal 2003)
Ed invece non si capisce il motivo, siccome hanno trovato un camping abusivo (anzichè un parcheggio) hanno deciso di rimandare anche la demolizione della casa...
Strenezze che avvengono solo a Latina!
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/30_06_2009/pag09latina.pdf
DAVIDE
Nuova puntata sulla casa da demolire nei pressi di Passo Genovesi. Pare che ieri il proprietario si sia incatenato all'anagrafe del Comune per protesta contro l'abbattimento.
Il cronista di Latina Oggi ricorda che quella casa è stata costruita nel 1974 e la domanda di condono presentata nel 1983 non è stata accolta..
Giustamente si augura che questa sia soltanto la prima delle case abusive a cadere sotto i colpi delle ruspe, per restituire la duna ed il paesaggio ai cittadini.
Ma per favore (rivolto ai giornalisti di Latina Oggi), non chiamatele villette abusive... Quelle sono e restano catapecchie....
E' un' offesa verso le villette, quelle vere!!
http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/01_07_2009/pag10borghi.pdf
DAVIDE
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01/07/2009
Giulianelli contrario agli espropri delle palafitte ed alla loro successiva demolizione.. Dovrebbe però ricordare che la demolizione delle case e delle palafitte rientra nel famoso "Concorso di idee per la marina di Latina" approvato nel 2004 e i cui i vincitori sono stati premiati nel 2006.
Nelle premese di quel bando si diceva che sulla Marina di Latina vi erano circa 600 mila metri di edilizia residenziale, di cui 300 mila abusivi.
Quindi dire che al Lido di Latina non vi siano case abusive è molto azzardato (mi rivolgo a Massimo74 in questo caso).
Non è che mi aspettassi molto dalla proposta di Chiarato, ma almeno ha avuto il merito di far venire allo scoperto chi è contro le demolizioni mediante espropri.
Evidentemente ad una parte della ex Forza Italia ciò non stà bene.
http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/07/02/1042909-giulianelli_lido_niente_demolizioni.shtml"colonna-articolo">
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02/07/2009