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Dai Giornali : Fazzone

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Oggi Sergio Rizzo sul Corriere della Sera fa un impietoso ritratto di Fazzone e della grossa mandria di imbecilli (scusate, non riescio a trovare un aggettivo meno offensivo) che lo ha votato.

C'è da vergognarsi!

E c'è da aver paura! Paura perchè questo nostro povero paese davvero non ha speranza!

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Salvatore


Inviato da Salvatore il 4/1/2014 22:10:52 (960 letture) :: Pagina stampabile
Salvatore :: Alle ore 10:13 del 05-01-14

Lazio, da Fondi a coordinatore di Forza Italia
la scalata del poliziotto «signore dei voti»

Claudio Fazzone, da uomo scorta di Nicola Mancino alla sua (discussa) ascesa politica

Di Sergio Rizzo

 

ROMA - Per ricostruire la macchina elettorale di Forza Italia nel Lazio la scelta di Silvio Berlusconi non poteva che cadere su di lui: Claudio Fazzone. Non un uomo, un partito. Il quarto della Provincia di Latina, dicevano nel 2000 quando il Nostro fece sfracelli alle Regionali. Da solo, Fazzone portò al centrodestra tanti voti quanti quelli dei Democratici di sinistra. Tanti da incoronarlo, a 38 anni, presidente del Consiglio regionale. E proiettarlo successivamente in Senato: per tre volte di seguito. Un numero impressionante di preferenze, collezionato negli anni, pazientemente, partendo dalla militanza nella Democrazia cristiana. «Il mio maestro è stato Nicola Mancino», disse all’epoca al «Corriere». Spiegando di essere stato spinto a passare a Forza Italia nel 1994 dallo spostamento a sinistra del Partito popolare.

C’è chi, come la giornalista Anna Scafati, lo ricorda «quando faceva l’agente di scorta dell’allora ministro dell’Interno» poi diventato presidente del Senato. Senza immaginare che il curioso sodalizio si sarebbe trasformato per quel «tipetto non alto e paffuto (definizione della medesima Scafati, ndr )» in un formidabile trampolino di lancio per una insospettabile carriera nel Palazzo. Oggi la città natale di Fondi è il cuore del suo feudo politico, che abbraccia l’intera Provincia di Latina con profondissime propaggini romane. E che feudo. Lì c’è il secondo mercato ortofrutticolo d’Europa dopo quello di Parigi, dove lavora il 10 per cento della popolazione (38 mila anime): un giro d’affari talmente grosso, hanno sostenuto gli inquirenti, da aver attirato perfino le attenzioni dei clan camorristici del vicino casertano.

Infatti nel 2009 il prefetto di Latina Bruno Frattasi chiede al ministro dell’Interno Roberto Maroni, alleato di governo del senatore Fazzone, lo scioglimento del Comune di Fondi. Pesantissimo il sospetto: infiltrazioni mafiose. Secondo il prefetto erano «emerse chiaramente le connessioni fra la famiglia di Tripodo Domenico (boss mafioso di prima grandezza) e soggetti legati per via parentale anche a figure di vertice del Comune». La reazione è immediata. Il poliziotto Fazzone Claudio contesta pesantemente le conclusioni del prefetto di Latina arrivando a chiedere una commissione d’inchiesta nei suoi confronti. Ed evidentemente è anche più potente di un ministro, visto che le proposte di Maroni si arenano ripetutamente in consiglio dei ministri. Finché quando proprio lo scioglimento sembra inevitabile, su consiglio di Fazzone che nessuno si sogna di discutere, la giunta guidata dal geometra Luigi Parisella si dimette, per evitare il commissariamento e andare invece alle elezioni. Vinte di nuovo, manco a dirlo, dai fedelissimi del senatore. Con un altro schiaffo al ministro dell’Interno: il plebiscito per il nuovo sindaco Salvatore De Meo. Ovvero l’assessore all’urbanistica della stessa giunta che Maroni voleva sciogliere.

Dice tutto, quella storia, del potere di Fazzone. Compreso un dettaglio che fa capire quanto solido sia il cemento che lo tiene insieme. Perché il senatore che il Cavaliere ha appena nominato coordinatore di Forza Italia per il Lazio è socio in affari proprio dell’ex sindaco Parisella e di un imprenditore ortofrutticolo, Luigi Peppe. La loro società si chiama S.I.L.O. srl, e ha avuto in passato anche un finanziamento statale di 983 mila euro a valere sulla legge 44/86 sull’imprenditorialità giovanile al Sud. Oggetto sociale, «lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi». Anche se piuttosto misterioso nelle dimensioni, visto che il fatturato degli ultimi due bilanci è pari a euro zero virgola zero.

Ma se c’è una cosa cui Fazzone non ha mai voluto rinunciare è stare, come si dice, «sul pezzo». Guai a toccargli i suoi concittadini. L’ex sindaco di Fondi Onoratino Orticello si trova in difficoltà? Eccolo dirigente del consiglio regionale del Lazio non appena Fazzone ne diventa il presidente. I Comuni della Provincia di Latina costituiscono una società con un partner francese per gestire il ciclo idrico? Ecco Fazzone sedersi sulla poltrona di presidente, pur essendo onorevole in carica, sfidando l’indignazione dei comunisti con l’allora segretario di Rifondazione a denunciare di aver «scoperto che un senatore di Forza Italia becca anche un compenso in quanto presidente di Acqualatina: 100-150 mila euro l’anno». La cosa non gli ha fatto né caldo né freddo. Al pari delle polemiche suscitate dall’indagine giudiziaria innescata tre anni fa per alcune raccomandazioni alla Asl di Latina. Inchiesta cui Fazzone ha replicato con queste parole testuali, riportate dall’«Ansa»: «Resta singolare che il giudice decida di aprire un caso per accertare l’esistenza di un reato che, se eventualmente commesso dal sottoscritto, sarebbe già prescritto». Niente male, per un funzionario di polizia in aspettativa...

04 gennaio 2014

 

http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/14_gennaio_04/lazio-fondi-coordinatore-forza-italia-scalata-poliziotto-signore-voti-c44219f2-751a-11e3-b02c-f0cd2d6437ec.shtml"false" DefUnhideWhenUsed="true" DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99" LatentStyleCount="267">


Yuri :: Alle ore 10:58 del 05-01-14

Citazione: Oggi Sergio Rizzo sul Corriere della Sera fa un impietoso ritratto di Fazzone e della grossa mandria di imbecilli (scusate, non riescio a trovare un aggettivo meno offensivo) che lo ha votato.

C'è da vergognarsi!

Egregio Salvatore, non voglio fare il difensore di nessuno, ma mi sembra che lei, da buon appartenente alle forze di sinistra, si erge a detentore unico della volontà popolare.

Non capisco perché sempre deve esistere questa superiorità di voto da parte Vostra (la sinistra) e di contro, chi vota differentemente dal vostro pensiero è giudicato come un imbecille!
Immagino che lei voleva recuperare, bilanciando, la dichiarazione del sig. Berlusconi di qualche tempo fà, che attribuiva una determinata qualifica a chi votasse in una direzione avversa alla sua, ma mi sembra che stiamo su calibri differenti.

Il buon Rizzo, che è un attento giornalista, non offende l'elettorato che a lei non piace, ma si limita ad analizzare degli eventi che a sua analisi riguardano direttamente o indirettamente il sig. Fazzone, e dalla sua bocca non cola rabbia e frustrazione come dalla sua. 

Semmai si ponga la o le domande di PERCHE' tutto ciò "sarebbe" accaduto, o meglio le ponga ai suoi diretti referenti del PARTITO DEMOCRATICO di LT e provincia, per sapere loro dove erano e dove sono oggi. Dal più piccolo al più grande esponente, che siede in Regione oggi, cosa hanno fatto ? In cosa si sono distinti, per cosa hanno combattuto?

E siccome non le avrà queste risposte, per favore se proprio deve fare il moderatore o simile, legga prima con attenzione le sue fonti e poi se magari decide di scrivere, la invito ad usare termini più consoni di fronte ad un cittadino che esprime la sua preferenza, magari diversa dalla sua.

Yuri 




Salvatore :: Alle ore 12:50 del 05-01-14

Gentile Yuri,

l’etichetta  di “elettore di sinistra” me l’ha appiccicata lei e non stò neanche a spiegarle di quanto si sbaglia. Per quanto riguarda le domande sul PD di Latina (e non solo di Latina) che a suo dire dovrei pormi, ha sfondato una porta spalancata!

Dovrei chiedermi, secondo lei, il perché del fenomeno Fazzone? Me lo chiedo, eccome, ma stento a trovare delle spiegazioni soddisfacenti. I voti di Fazzone non sono solo il frutto dell’odiato Porcellum, ma sono anche voti veri, cioè voti di persone che hanno scritto FAZZONE sulla scheda elettorale, allora il fenomeno merita oltremodo di essere approfondito.

Ci ho pensato e ci ho riflettuto, con vero cruccio e angoscia, perchè si tratta di un fenomeno davvero curioso e per me inconcepibile: come può una persona “normale” dare il suo voto ad uno come Fazzone di cui non stò nemmeno ad elencare le magagne? Il fenomeno è tanto più angosciante e inspigabile se si considera che di "Fazzone" in Itlia che ne sono centinaia, sia a destra sia a sinistra...

Per cercare di trovare una spiegazione razionale, ho tentato di catalogare gli elettori di dei vari "Fazzone" e sono giunto ad accorparli in 4 gruppi:

 

i parenti: i "Fazzone" stessi, le mogli, i mariti, i figli, i genitori, altri familiari intimi, alcuni cugini e parenti alla lontana, alcuni amici... insomma gente che vota per l’illustre parente/amico senza nemmeno porsi alcun problema di carattere politico, etico e morale. Alcuni si aspettano dei tornaconti personali, altri potrebbero persino non chiedere e/o aspettarsi nulla in cambio.

gli imbecilli: in questa categoria rientrano non solo gli imbecilli veri (cioè le persone dotate di limitate capacità intellettuale) ma anche i disinformati, gli ignavi, coloro che votano per abitudine, per sentito dire... poveretti!  

gli incivili:  sono cloro che la pensano proprio così: lo Stato è una vacca da mungere, le risorse pubbliche sono lì per essere depredate, la furbizia, la corruzione, la concussione, il furto, la violenza sono tutti mezzi leciti per farsi strada nella vita. il malaffare è la loro via. Il loro è un voto convinto, meditato, scientifico.  

le vittime: coloro che sono rimasti ai margini, coloro che senza l’aiuto del potente non potrebbero (o pensano che non potrebbero) farcela. Il loro voto è il pizzo pagato al prepotente, è l’atto di umiliazione per sperare di ricevere qualche briciola che gli possa consentire di sopravvivere. Questi sono, spesso loro malgrado, i clienti dei vari "Fazzone" che spadroneggiano in Italia.

 


Yuri :: Alle ore 17:24 del 07-01-14

Gentile Salvatore, immagino che lei vorrà sempre l'ultima parola, intriso comè dei suoi convincimenti. Però volevo solo invitarla, dato che dice "non stò nemmeno ad elencare le magagne"  a prendere un bel foglio di carta ed a mettere nero su bianco quello che sa ed indirizzarlo alla Procura, dove troverà solerti tutori dell'ordine ad ascoltarla, evitando di sostituirsi lei alla Legge.

Poi torno a dirle che lei non è il depositario della verità e della liceità, quando tenta di fare una  catalogazione del cittadino italiano all'interno dell'urna. Forse magari al bar con i suoi amici e pochi altri intorno, ma sicuramente non su un mezzo di diffusione mediatica come questo blog, perchè offende comunque i suoi lettori, qualsiasi sia la loro scelta politica. Io non la conosco e mai mi permetterei di offenderla, ma ascolterei comunque le sue idee, sia che esse siano difformi o meno dalle mie. 
Questa si chiama Democrazia.

La saluto caramente.

 

Yuri. 




Salvatore :: Alle ore 20:22 del 07-01-14

Gentile Yuri,

in un paese normale esiste una rete fittisima di filtri che consentono di fermare subito gli individui i cui comportamenti sono in distonia con l’interesse pubblico e, in ultima analisi, consentono al paese di funzionare e di progredire civilmente.

Alcuni di questi filtri sono:

il buon senso

la decenza

la coscienza personale

il senso della vergogna

la riprovazione sociale

le regole non scritte (regole soft) del vivere civile

le regole del gruppo di appartenenza (ad esempio partito)

...

... poi, ma molto poi, c’è il codice penale, e la magistratura

 

In italia questa rete di filtri è completamante saltata; sopravvive a stento l’ultimo filtro, il codice penale e la magistratura.

Ormai è opinione diffusa che tutto quello che non è reato è lecito! Persino lei, caro Youri, è caduto nella trappola: prenda carta e penna e denunci alla magistratura i reati, se ne è a conoscenza, altrimenti taccia. Questo mi pare il senso del suo post.

Io resto del parere che chi ricopre cariche pubbliche dovrebbe farlo "con disciplina e onore" come recita l'art. 54 della Costituzione. Resto del parere che certi comportamenti di sfacciata arroganza, certi equilibrismi tra la legalità e l'illegalità, certe frequentazioni con criminali conclamanti, certi atteggiamenti di strafottente impunità, compreso il ripararsi dietro il comodo scudo della prescrizione, siano il cancro dell'Italia.

Ma veniamo all’unico filtro rimasto: è un filtro per forza di cose intasato e a tratti sfibbrato che non può funzionare nè può supplire alla mancanza di tutti gli altri filtri e che quindi finisce per essere totalmente inefficace. Anche perchè, in men che si dica, arriva la prescrizione! Quindi in conclusione bisogna dedurre che in Italia per i delinquenti (quelli veri, quelli in giacca e cravatta) non ci sono filtri e questi possono spadrioneggaire a loro piacimento poichè la magistratura e il codice penale funzionano solo per alcuni rubagalline.

Io quindi rivendico il diritto/dovere di indignarmi e di denunciare all'opinione pubblica il cancro che sta uccidendo l'Italia.

Salvatore

 

Scaltritosi nel furto legale e burocratico, a tutto riuscirete fuorché ad offenderlo.
Lo chiamate ladro finge di non sentirvi. Gridate forte che è un ladro, vi prega di mostrargli le prove. E quando gliele mostrate: ''Ah'' dice ''ma non sono in triplice copia''
. Ennio Flaiano


Yuri :: Alle ore 13:55 del 08-01-14

Benissimo Salvatore, questa sua lezione di educazione civica l'approvo senz'altro. Parta da qui, costruendo il senso civico (ci vuole più tempo) dei nostri pari e li spinga a ragionare da soli cosa è meglio cosa è peggio, senza urlare spesso a vuoto contro il politico di turno. Sennò non si fa altro che urlare uno contro l'altro e chi dovrebbe ascoltare fa fatica a comprendere (tecnica dei talk-show). 

 

Saluti.

YURI 


Salvatore :: Alle ore 13:59 del 08-01-14

è da più di 10 anni che ci provo!

Saluti

 


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