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Servizi Pubblici : Se il postino va in ferie...

Come farsi recapitare la posta ad agosto

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Oggi è il 13 agosto 2009 e da circa due settimane non ricevo più la posta; dentro la cassetta ultimante ho trovato infatti solo i volantini di Sisa, Panorama, Euronics... ma della posta nemmeno l'ombra!

 

Siccome so per certo che avrei dovuto ricevere alcune lettere e alcuni bollettini, decido di telefonare al CPO di Via Rossetti (da dove, per chi non lo sapesse, partono tutti i postini di Latina).

 

0773-240116 (squilla ma non risponde nessuno)

0773-240268 (squilla ma non risponde nessuno)

0773-240663 (squilla ma non risponde nessuno)

0773-611218 (squilla ma risponde il fischio di un fax)

0773-240143 (risponde una signora ma mi dice che non è il numero giusto. Devo esporre il mio problema a Marco al numero 0773-264075)

0773-264075 (occupato)

0773-264075 (occupato)

0773-264075 (occupato)

0773-264075 (occupato)

0773-264075 (occupato)

(…)

0773-240143 (risponde la stessa signora di prima. Le dico che è l’unica con cui riesco a parlare. Mi informa che i postini sono in ferie e che lei non può farci nulla).

 

Saluto la signora e vado dritto in centro, dalla Polizia Postale, per sporgere denuncia per interruzione di pubblico servizio.

 

I poliziotti (cordiali e concilianti) mi informano che il problema è risaputo: i postini sono in ferie e i sostituti non conoscono la zona che gli viene assegnata perché magari vengono da fuori. Il problema - dicono - riguarda tutta l’Italia e non è solo Latina a soffrire...

 

Sembrano quasi gli avvocati difensori di Poste italiane - penso io mentre li ascolto!

 

Il disservizio - dicono - è molto grave e loro ricevono giornalmente decine e decine di lamentele! Però bisogna aver pazienza, il problema non riguarda solo Latina (mal comune mezzo gaudio?) e via con altre garbate attenuanti generiche per il "disservizio" di cui sono vittima.

A questo punto io faccio notare che non si tratta di “disservizio” ma di “interruzione di pubblico servizio”, che è reato. 

Al che i poliziotti tentano, sempre garbatamente, di minimizzare dicendo che, sì, è reato, ma che il giudice in caso di querela archivierebbe subito la pratica poiché il problema è molto grave e riguarda tutta l’Italia.

 

Lo confesso, a questo punto io faccio una gran fatica ad assimilare il concetto! Non riesco a capire che nesso può esserci tra un reato molto diffuso in tutta Italia e l’automatica archiviazione da parte del giudice. Trattandosi di un reato così diffuso, non dovrebbero essere svolte delle serie indagini? I giudici non dovrebbero mandare degli avvisi di garanzia? Non dovrebbero celebrarsi dei processi? Mah! Mi tengo i miei dubbi e continuo ad ascoltare i miei interlocutori.

 

Vengo graziosamente scoraggiato dal fare denuncia-querela (anche se - dicono- è nel mio pieno diritto farla); magari potrei limitarmi ad un semplice esposto di cui mi forniscono convenientemente il modello...

 

Ma io non desisto: dico che non è tanto il mio caso personale che vorrei risolvere, bensì vorrei dare un contributo alla risoluzione del problema pure per i miei vicini che, ne sono certo, neanche loro stanno ricevendo la posta!

 

Immagino che a questo punto i poliziotti pensano di avere davanti un alieno appena sbarcato da Marte! Però debbo riconoscere che sono bravi a dissimulare le loro emozioni!

 

Ad un certo punto uno di essi chiama al cellulare il suo “referente” a Via Rossetti, ma questi risulta in ferie. Allora chiama il direttore, un certo De Carolis, al quale lascia intravedere la possibilità che io desista dallo sporgere denuncia se solo mi fosse stata recapitata immediatamente la posta.

 

Evidentemente il poliziotto non ha preso molto sul serio il mio interesse a risolvere, non solo il mio problema, ma anche quello dei miei vicini: su Marte, del resto, non sono stati trovati segni di vita…

 

Riattaccata la cornetta, il poliziotto mi fissa con quell'aria compiaciuta e complice al contempo: missione compiuta, sembravano dire i suoi occhi. Così non me la sento di ribadire le mie ragioni, di riaffermare il mio desiderio di dare un contributo per migliorare il sistema.

 

Ringrazio, saluto e torno a casa.

 

Dopo pochi minuti bussa un signore (De Carolis in persona??) e mi consegna un fascio di posta arretrata.

 

Così io risolvo il mio problema all’italica maniera (grazie alla raccomandazione-minaccia di un poliziotto) mentre i miei vicini aspettano… e sperano.

 

Salvatore Antoci



Inviato da Salvatore il 13/8/2009 22:25:34 (524 letture) :: Pagina stampabile
paolom :: Alle ore 20:55 del 19-08-09

Il comportamento della Polizia Postale è semplicemente sconcertante. Quando una bolletta viene consegnata in ritardo (...quando viene consegnata ! sic.) comporta spesso il relativo pagamento fuori dei termini fissati dalla società di gestione; tale ritardo comporta l'applicazione di una mora nella bolletta successiva; siccome non è possibile dimostrare la tardata consegna da parte del servizio postale, perché devo essere io a pagarne le conseguenze? Perché tocca a me pagare un sovrapprezzo che non mi sono andato a cercare? Se ognuno di noi cominciasse a proporre la propria denuncia al giudice di pace ed alla procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio, forse si potrebbe creare almeno un precedente su cui discutere. Va bene risolvere il proprio problema ... all'italiana, ma così il servizio postale (che tra l'altro paghiamo profumatamente - ricordiamoci che in bolletta c'è anche la vocerelativa al recapito della bolletta!!!) continua a non essere utile al cittadino. Ma il Ministro Brunetta, queste cose le sa?

PaoloM


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