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la Repubblica

Il caso di Valentina Benni, 40 enne dell'Istituto Formazione Lavoro
Un suo progetto selezionato tra i cento casi di buona amministrazione

"Tra i migliori dipendenti pubblici"
Ma niente assunzione per la precaria

Il governo ha bloccato la stabilizzazione di 50mila lavoratori a tempo determinato
di MAURO MUNAFO'

La Home page de "Premiamo i risultati"


ROMA - "E' il momento di riconoscere i meriti e di premiare i migliori". Il proclama, rigorosamente in grassetto, domina la pagina "Non solo fannulloni" del sito del Ministero per la pubblica amministrazione, che da qualche settimana indice il concorso "Premiamo i risultati", per mettere in evidenza gli esempi di buona gestione. Valentina Benni, dell'Istituto Formazione Lavoro, è responsabile di uno dei cento lavori selezionati e, come premio, si è vista togliere la tanto attesa stabilizzazione: precaria da dodici anni e, commenta amara, "chissà per quanti altri ancora".

I precari. Un emendamento approvato dal governo blocca l'assunzione di circa 50 mila lavoratori a tempo determinato della pubblica amministrazione. Secondo gli impegni presi dalle ultime due finanziarie la stabilizzazione sarebbe iniziata con il nuovo anno per tutti coloro che possedevano tre requisiti: aver lavorato per almeno tre anni, aver sostenuto una prova selettiva ed essere entrati in graduatoria.

Tra le tante persone che si sono viste bloccare l'agognata assunzione a pochi mesi dal traguardo, emerge il caso di Valentina Benni, quarantenne dell'Isfol, precaria da dodici anni e responsabile del progetto "A European community of Practice on Sound Planning and managment", con l'obiettivo di migliorare la capacità di spesa dei finanziamenti internazionali: uno dei cento casi di buona amministrazione selezionati proprio dal ministero di Brunetta.

Il concorso. Dopo le sue campagne contro gli impiegati improduttivi, i cosiddetti "fannulloni", il Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione ha infatti promosso un concorso volto a premiare i primi della classe. "Far emergere ed illuminare tali energie vitali, favorendone la valorizzazione e la messa in comune dei risultati raggiunti" gli intenti del concorso, come si può leggere sul sito di presentazione.

Parole che oggi suonano come una beffa per Benni: "Si parla di meritocrazia e poi ecco i risultati" si sfoga. Una laurea in Scienze Politiche, un master di secondo livello e un'altra laurea conseguita negli Stati Uniti non sono bastati ad ottenere il posto fisso. Di più, il progetto di cui è stata responsabile l'ha portata a lavorare anche durante la gravidanza, conclusa cinque mesi fa. "Abbiamo collaborato con Belgio e Polonia, e il nostro lavoro ha avuto tanto successo che il progetto avrà un seguito". Una continuazione che Benni, insieme ad altri circa 300 colleghi dell'Istituto Formazione Lavoro, dovrà seguire da precaria, come ha fatto finora. E alla beffa si aggiunge un'altra beffa: "Con la certezza di assunzione a breve - racconta - ci è stato anche sconsigliato di partecipare ad altri concorsi".
(28 settembre 2008)




Inviato da Anonimo il 29/9/2008 10:44:50 (767 letture) :: Pagina stampabile
:: Alle ore 11:29 del 29-09-08
 
Secondo me se Leonardo Da Vinci fa oggi domanda di assunzione nello Stato... non lo prendono in considerazione.
da La Repubblica
AAA, cercasi super senior AHI ahi mister Brunetta, questa non ci voleva. Dopo settimane di martellante campagna contro i fannulloni, gli sprechi, le consulenze da tagliare, i postulanti da rispedire a casa con un bel calcio nel sedere, nei pressi della scrivania del ministro si confeziona, con un lavoro di taglio e cucito, un bando su misura per acquisire la collaborazione di un giornalista su misura. Non c'è nulla che possa provare che il ministro della Funzione pubblica ne sia a conoscenza. Anzi è del tutto probabile che il taglio e cucito sia stato eseguito senza dar conto, per la modestia dell'incarico, al ministro.

E però fa un certo effetto sapere che il Centro nazionale per l'Informatica nella pubblica amministrazione, in sigla Cnipa, un ente pubblico che fa capo alla Presidenza del Consiglio ed è strettamente connesso al dipartimento della Funzione pubblica dove regna Renato Brunetta, per curare i rapporti con la stampa, promuovere l'immagine del centro e gli sforzi connessi alla digitalizzazione del sistema, abbia pensato di avvalersi di un giornalista con caratteristiche così lontane dal profilo di cui si richiede la collaborazione da apparire un bando davvero eccentrico.

I fatti. I dirigenti del Cnipa hanno bisogno di un giornalista. Non uno dei tanti, ma un tizio che sappia tutto di computer, navigato nei rapporti con gli enti pubblici. Giovane non necessariamente, anzi, per la verità, lo cercano esperto, piuttosto esperto. Il profilo "super senior" fa capire che c'è bisogno di un curriculum di vera eccellenza.

Anzitutto questo signore deve essere iscritto da almeno vent'anni all'ordine dei giornalisti. E vabbè. Da vent'anni il poveretto deve però anche aver frequentato la sala stampa del Parlamento. Perché proprio il Parlamento? Ha qualche legame il lavoro di cronista politico con la missione aziendale del Centro? Boh. Ma non è finita.

Il tizio, il super giornalista, deve anche essere stato iscritto per almeno dieci anni all'associazione della stampa parlamentare. Non è necessario, sembra di capire, che lo sia attualmente. Indispensabile che lo sia stato. Non basta. Il super super giornalista, con tessera parlamentare decennale e frequentazione ventennale a Montecitorio deve aver lavorato non in un giornaletto qualsiasi e neanche in un giornalone. Per vent'anni, naturalmente, dev'essere stato agli ordini di un'agenzia di stampa. Ma non una cosa così: un'agenzia di stampa "primaria". E' finita? Macché.

Al Cnipa non basta che per vent'anni abbia scarpinato come cronista di un'agenzia di stampa nel Parlamento, e per dieci anni abbia avuto anche la tessera di cronista parlamentare. Chiede che questo super eroe abbia consolidato anche un'esperienza "almeno ventennale" nella "direzione/consulenza/conduzione di relazioni esterne e uffici stampa".

Ora facciamo due conti: vent'anni all'agenzia di stampa e vent'anni in un ufficio stampa fanno quarant'anni di lavoro. Dubbio (lecito): con quarant'anni di lavoro si avrebbe diritto alla pensione. Perché il Cnipa cerca un signore molto in là con gli anni piuttosto che un trentenne nato professionalmente nell'era di internet? Tenetevi il dubbio e proseguiamo.

L'amministrazione pubblica vuole consulenti talmente senior da esigere, in più, anche "un'esperienza decennale" di responsabilità nella gestione della comunicazione pubblica. Il giornalista da almeno cinque anni deve aver fatto questo lavoro presso amministrazioni pubbliche che si occupano di innovazione tecnologica. Chi in Italia si occupa di digitale? Ma il Cnipa, of course.

Se il vostro curriculum dovesse avere tutti i requisiti richiesti, non c'è dubbio. Tocca a voi. Ah, però dimenticavamo di aggiungere un'ultima necessità. Dovrete infine dimostrare di avere una esperienza "pluriennale" di collaborazione con giornali, immaginiamo nazionali, su temi riguardanti "l'economia e la finanza pubblica e privata". Di sport no, siete liberi di essere incompetenti.

Accludete il vostro curriculum e inviatelo a procedurecomparativecollaboratori[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]. Tutto scade tra pochi giorni: alle 16 del prossimo 2 ottobre. Due anni di lavoro, centomila euro l'anno lordi. Come dite? Il vostro curriculum ancorché eccellente non risponde ai requisiti richiesti? Non demoralizzatevi. Riprovate la prossima volta, sarete più fortunati.


MarmaLT :: Alle ore 16:51 del 29-09-08

Prova anche tu a chiamare, caso mai impeigati stranieri... da " Il caffè" quello di Lugano.

Piazzini è favorevole all’assunzione di agenti non svizzeri

"Sì al reclutamento di stranieri in polizia"

Corrado Galimberti

Ci sono stranieri che accusano la Svizzera di essere uno Stato di polizia. E ci sono Stati che gli stranieri li vorrebbero come poliziotti. Nella riunione tra i comandanti delle polizie cantonali svizzere che si è tenuta due settimana fa, il presidente della conferenza, nonché comandante della cantonale di Lucerna, Beat Hensler, nel suo intervento ha apertamente auspicato che, accanto a cittadini svizzeri vengano assunte anche persone che non sono in possesso della cittadinanza rosso crociata. Unico requisito, il domicilio (oltre alla fedina penale pulita, s’intende). Hensler ha voluto mettere con le spalle al muro i colleghi lanciando una proposta che però non ha scatenato nessuna discussione, né pacata, né tantomeno accesa, tra coloro che ci si potrebbe immaginare restii più di altri all’idea. Tra i favorevoli all’assunzione di stranieri in divisa anche il Comandante della polizia cantonale ticinese, Romano Piazzini, che senza battere ciglio dichiara al Caffè: "Personalmente è un ‘ipotesi che mi vede d’accordo nel caso si dovesse verificare, come avviene in altri cantoni, una carenza di personale". In Svizzera sono tre i cantoni in cui si è preso un provvedimento simile, senza registrare particolari opposizioni. Giura ha fatto da apripista pochi anni fa. Se la carenza di personale è ufficialmente il motivo principale del ricorso ad agenti non svizzeri, il fatto che uno straniero possa capire meglio mentalità, lingua e modus operandi dei suoi concittadini è sicuramente una valido motivo. Il comandante Piazzini lascia intendere che si tratterebbe di un’ultima ratio, da prendere in considerazione possibilmente solo di fronte a una seria carenza di personale. Ma la sua posizione non lascia adito a dubbi. "Non ci vedrei nulla di male - afferma il comandante - Anche se penso che per un agente di polizia sia importante un certo attaccamento al territorio e anche un po’ di patriottismo. Però se in alcuni cantoni la situazione dal punto di vista di personale è grave, francamente non vedo altre possibilità. Preferirei vedere indossare la divisa della polizia cantonale a uno straniero valido piuttosto che a uno svizzero dalla moralità non trasparente".  Le reazioni alla proposta di Hänsler non hanno sortito particolari effetti. Né tra gli alti funzionari di polizia, né all’esterno. In primo luogo perché non si è trattato di una proposta, ma solo di una riflessione personale. In secondo luogo perché ogni cantone è sovrano, e una decisione di questa portata dovrebbe giocoforza venire affrontata dal mondo politico. Che in Ticino e in altri cantoni potrebbe non essere in sintonia con Piazzini.  Nessuno a Palazzo Civico, a Lugano, si è dimenticato le reazioni di alcuni consiglieri comunali quando, nel dicembre 2007, ad auspicare l’assunzioni di stranieri in polizia era stato il comandante Torrente. Lamentando la stessa carenza di personale cui ha fatto cenno due settimane fa Hensler, il capo della Polcom aveva suscitato le ire della Lega dei Ticinesi e dell’Udc.

[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]   del 28.09.2008


:: Alle ore 06:37 del 30-09-08

Ma per la satira non c'erano i giornali ed i comici forse siccome che molti non hanno più voglia di ridere o far ridere (i vignettisti) vi segnalo questo singolare concorso organizzato dal GOVERNO ITALIANO

E’ Gianfranco Uber, genovese, pensionato ex bancario di 65 anni il vincitore del concorso per la più graffiante vignetta contro il ministro Renato Brunetta e la sua politica di riforma della Pubblica Amministrazione. Lo ha deciso all’unanimità la giuria composta dal disegnatore Vincino, dal critico d’arte Achille Bonito Oliva e dal disegnatore e autore televisivo Stefano Disegni che questa mattina si è riunita a Palazzo Vidoni. Il disegno - che raffigura un Brunetta versione Mao Tze Tung che brandisce orgoglioso un libretto rosso (della mutua?), accompagnato dalla scritta “Visitarne uno per licenziarne cento!” - è stato giudicato il più efficace per tratto stilistico e sintesi del messaggio. I giurati, che hanno operato la loro scelta in completa autonomia e a titolo assolutamente gratuito, hanno quindi sovvertito ogni pronostico, dal momento che la vignetta di Uber non era giunta in finale tra le 25 vignette più votate dagli utenti di Internet (ed allora che le hanno fatto votare a fare)

http://www.innovazione.gov.it/ministro/salastampa/regolamento.html


MarmaLT :: Alle ore 05:12 del 01-10-08
Ma le giurie servono per sovvertire i risultati del popolo... poi alla fine il 'popolo è sovversivo' perchè non la pensa come Lui. Diciamo un pò come i referendum, si vota per abolire una legge, poi la giuria governativa o parlamentare fa una legge e stravolge il risultato. Comunque c'è nella vignetta il segno dei tempi... prima il Brunetta-Mao tze tung, poi l'Italia come la Cina con latte avariato, falsi articoli sul lancio del missile, falsi cantanti all'inaugurazione delle Olimpiadii, imitazioni di originali, insomma sole una dietro l'altra...  una marea di balle e scopiature di democrazie... insomma stile Putin.

:: Alle ore 06:45 del 01-10-08

La realtà è che non si vuole far funzionare anzi bisogna smsntellare ogni struttura a tutela della legalità

Il Tempo 

Tagli al personale amministrativo, in tribunale «protesta-larghe intese»

Silvia Colasanti
Un incontro sentito quello che si è svolto, ieri mattina, presso il tribunale di Latina, al quale hanno partecipato magistrati, sostituti procuratori, avvocati e il personaleamministrativo del palazzo di giustizia del capolugo pontino.

Argomento da discutere i tagli al settore giustizia previsti dal decreto legge 133 del 2008, emanato dal governo. Tagli che riguarderanno i dipendenti amministrativi tra i quali cancellieri, operatori giudiziari, commessi e autisti.
«Abbiamo deciso di riunirci - ha dichiarato il presidente della sezione di Latina dell'Anm, Lucia Aielli - per far conoscere all'opinione pubblica le conseguenze che i tagli previsti nel decreto, avranno nell'amministrazione della giustizia e, quindi, sui cittadini». La riduzione delle risorse significa per il tribunale di Latina, l'impossibilità non solo di raggiungere l'obiettivo della legge, ma anche di garantire il servizio svolto fino ad ora. Dal 30 settembre sono bloccate le assunzioni e i trasferimenti ed entro il 30 novembre sono previsti tagli al personale, che già oggi non riesce a svolgere al meglio le sue funzioni. «Come Anm - ha concluso la Aielli - partecipiamo al malcontento del personale amministrativo». Ha preso quindi la parola il dottor Panzera, rappresentante sindacale e cancelliere del tribunale del capoluogo, sottolineando come a Latina, l'assenteismo sia molto basso e che i ritardi sono dovuti al numero enorme di cause pendenti, civili e penali.
Anche il presidente del'ordine degli avvocati di Latina, Giovanni Malinconico , si è trovato d'accordo sulla distinzione da fare tra la situziaone nazionale e quella locale. «I carichi di lavoro per unità di magistrato - ha dichiarato- sono pari a circa il doppio di quelli di Roma». Tutto questo naturalmente a discapito dei cittadini, che non riscono ad ottenere giustizia e cercano modi alternativi per risolvere i conflitti sociali.
L'avvocato Carlo Alberto Melegari ha proposto di stilare un documento comune da inviare alle istituzioni competenti. Sui contenuti si lavorerà già dai prossimi giorni.

Tante pratiche tanto arretrato sempre meno personale sempre meno mezzi (niente soldi per la cancelleria e per ogni innovazione tecnologica) a mio parere tutto questo è voluto invece che riformare e migliorare il sistema di controllo e tutela amministrativa si smantella il prossimo passo sarà la soppressione.


:: Alle ore 08:56 del 02-10-08

Si vergognino tutti quanti e noi che li votiamo

IL CASO. Sempre più spesso i deputati della maggioranza disertano le votazioni
Parole grosse da Lega e Idv. Mancano sempre ll'appello del voto dai 120 ai 350 deputati

Scranni vuoti, pianisti, risse
ecco l'esercito degli assenteisti

ROMA - "Chiama i paracadutisti, che qua ce n'è bisogno", scherza, ma neanche tanto, il presidente della Camera Fini con l'ex ufficiale dei parà e ora deputato Gianfranco Paglia. Pausa di riflessione in Transatlatico, dopo la mezza rissa andata in scena pochi minuti prima nell'aula di Montecitorio tra leghisti e dipietristi. Seduta già ad alta tensione, culminata col governo e la maggioranza battuti a sorpresa durante le votazioni sul ddl collegato alla manovra.
Troppi assenti, ancora una volta, scranni vuoti nell'emiciclo del Pdl e mani che prodigiosamente si allungano per trasformare le assenze dei colleghi in presenze. Pianisti all'opera, come sempre. Ma dai banchi dell'Italia dei valori protestano, il leghista Matteo Bragandì, già avvocato di Bossi, prova a giustificare la prassi: "Non accettiamo lezioni. Se i deputati della maggioranza votano per due possono farlo per ragioni politiche, quelli dell'opposizione lo fanno solo per intascare la diaria. E questo si chiama truffa". Partono le urla. "Chi ha appena parlato ha passato qualche mese nelle patrie galere", ricorda al microfono il dipietrista Antonio Borghesi. Brigandì, con tutta la sua stazza, gli si precipita contro, fermato dai colleghi a due metri. "Pezzo di m..., infame, fascista" insulta il leghista. A Fini non resta che sospendere la seduta: "Qui serve rispetto e decoro". Con Di Pietro che a sorpresa chiede scusa e stringe la mano a Brigandì, "ci siamo sbagliati, nel processo è stato assolto".
Poi, alla ripresa, altro colpo di scena. Come era già accaduto altre volte prima della pausa estiva, governo e maggioranza battute su un emendamento del Pd alla manovra sul processo civile, approvato con 239 voti contro 235. Determinanti le 90 assenze del gruppone Pdl. E dire che il capogruppo Fabbrizio Cicchitto, proprio nella riunione di martedì sera aveva strigliato la squadra dei berluscones (che da sola conta 272 deputati). "Troppe assenze croniche nelle ultime sedute. Non possiamo cullarci sugli allori - ha alzato perfino la voce - Per poco nei giorni scorsi non siamo andati sotto e sapete quanto il presidente non lo tolleri". Neanche a dirlo, è capitato di nuovo poche ore dopo, ieri pomeriggio. E non è stato un caso. Perché a scorrere i tabulati delle presenze alla Camera relativi alle 103 votazioni tenute dalla ripresa del 16 settembre al 30, si scopre che a Montecitorio mancano sempre all'appello delle votazioni (solo in quell'occasione si possono rilevare le assenze) dai 120 ai 350 deputati. Qualche esempio? Nelle 26 votazioni della seduta del 24 settembre, erano presenti dai 448 ai 507 parlamentari e hanno votato dai 241 ai 503. Nel tour de force delle 77 votazioni sulla manovra di due giorni fa, 30 settembre, nell'emiciclo erano seduti tra i 244 e i 491 deputati. E hanno partecipato alle votazioni da un minimo di 241 a un massimo di 489. E i deputati, per chi non lo ricordasse, sono 630. E da un controllo a campione sui tre mesi precedenti risulta che l'andazzo è sempre quello. Tanto che anche ieri sera, raccontano, appena rientrato a Palazzo Chigi da Napoli, Berlusconi l'abbia presa malissimo.
In effetti, anche la classifica nominale dei più assenti alle 523 votazioni tenute dall'insediamento del 29 aprile al 30 settembre, assegna il primato a un paio di casacche Pdl. Non si può certo assegnare la maglia nera a Mirko Tremaglia, assente sì al 96,7% delle votazioni ma perché fuori gioco per problemi di salute. Ad ogni modo, in testa c'è l'imprenditore Antonio Angelucci, Pdl anche lui, presente solo a 58 delle 523 votazioni, con una percentuale di assenze dell'88,9. Fa poco testo anche Piero Fassino, che segue con l'88,3, ma per "adempiere al suo ruolo di inviato Ue in Birmania e di ministro ombra Pd degli Esteri", fa notare il suo staff. Segue invece Mario Baccini ex Udc, assente nell'81 dei casi%, e la Pdl Maria Grazia Siliquini (78%). A parziale consolazione della maggioranza c'è la classifica dei più "virtuosi", guidata nei primi cinque posti da pidiellini e leghisti. In testa, Gaetano Nastri, agente assicurativo piemontese, che non si è mai assentato dalle 523 votazioni: per lui un imbattibile 100% finora. Ministri e sottosegretari non fanno testo, il 90 per cento delle loro assenze è giustificato dalle missioni governative. Michela Vittoria Brambilla, per dire, ha partecipato solo a una votazione, Tremonti e Scajola a 6. Più o meno la stessa storia per i leader di partito. Una sola presenza su 523 per il premier Berlusconi, ma 505 sono missioni, 3 presenze per Bossi, con 475 missioni. Veltroni è risultato assente nel 72% delle occasioni e Di Pietro nell'82. Ma come per Casini (29,4% di assenze), gli impegni di partito in tutti questi casi hanno avuto la meglio su quelli d'aula.

E IO PAGO


MarmaLT :: Alle ore 16:43 del 15-10-08

Volevo inserirlo nel POST... INTERCETTAZIONI, ma non l'ho più trovato, ma siccome attiene, altresì, al poliedrico e trasformista 'Brunetta' lo lascio quì...  Quando la mano destra di Berlusconi non sa cosa fa la sinistra mano di Berlusconi… «C'è un prezzo della corruzione che in una amministrazione pubblica estesa, burocratica e anche pletorica come la nostra ha radici antiche e ha assunto forma patologica ed endemica che non si può tollerare e che noi vogliamo estirpare». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa di presentazione del Servizio di anticorruzione e trasparenza a palazzo Chigi. «Vogliamo fare tutto ciò che è possibile per debellare il fenomeno della corruzione che ancora si annida nella nostra pubblica amministrazione», ha aggiunto il premier.    Così leggiamo su un quotidiano, ma vivaddio, come immagina di perseguire i reati di corruzione?  Questo è quanto afferma la mano destra del Silvio nazionale, mentre la sinistra mano scrive le legge per la sopprimendo l’uso del sistema della intercettazioni. Ma noi siamo abituati a sentire con le nostre orecchie farsi del Premier al Telegiornale della 13,00 e con le stesse orecchie sentire al Telegiornale delle 20,00 la smentita… “quella frase non l’ho mai pronunciata, è una invenzione dei giornalisti comunisti”, così ti scopri ‘comunista e giornalista’ senza aver mai la iscrizione e la relativa tessera del PCI e dell’Ordine dei Giornalisti. L’intervento della deputata di  I.d.V. Silvana MURA : «Stupiscono le parole del presidente del Consiglio sulla presenza di una corruzione patologica nella pubblica amministrazione e sulla ferma volontà del governo di estirparla». «Se è davvero così, il premier Berlusconi ci dovrebbe spiegare perché sta facendo fuoco e fiamme per far approvare una legge che impedisca l'uso delle intercettazioni proprio per i reati di corruzione. Ancora una volta - conclude - è evidente che il premier prende impunemente in giro l'intelligenza dei cittadini italiani». Ora se vi è questa diffusa corruzione, inizi a guardarsi in Casa (delle Libertà) o meglio nella Casa della LIbertà della Regione Sicilia dove  sono stati assunti cugini, fratelli e sorelle di assessori e politici del Centro DestraDove era Mister Brunetta?     O si fanno questi regali i politici locali (La Casta, insegna)… Ingresso gratuito allo stadio per le partite del Palermo. Ingresso gratuito e prenotazione al teatro Massimo e al Biondo. Telefonino con 15 numeri gratuiti e il resto delle telefonate a tariffa ridotta. Corsie preferenziali garantite e rimborso di viaggi in Italia e all´estero legati ad appuntamenti istituzionali e di aggiornamento. Per non parlare del posteggio gratuito anche sulle strisce blu.  Sono i benefit della vita da consigliere comunale, agevolazioni che spettano ai 50 inquilini di Sala delle Lapidi, che hanno ricevuto l´ultimo «regalo» qualche settimana fa: un computer ciascuno, per un costo complessivo di 40 mila euro. Tutti benefit che alla fine pesano sulle casse già disastrate di Palazzo delle Aquile: a partire dai viaggi,  per i quali sono stati stanziati 117 mila euro.   Soldi che si aggiungono ai 2,1 milioni di euro all´anno per i gettoni delle sedute dei consiglieri. Da  ‘La Repubblica’ edizione di Palermo 05.10.2008.

Mario BERNARDIS – Segretario Cittadino ITALIA DEI VALORI -

 

MarmaLT :: Alle ore 12:42 del 16-10-08
Scusate se ritorno a Mister Brunetta...

Per molto, oggi ‘essere comunista’ è una sorta di malattia infettiva, da cui tenersi alla larga. Io vorrei ricordare a quanti lo furono e si sentono di esserlo, che l’ascolto su You Tube di “Giorgio Gaber in ‘Qualcuno era comunista’ ” potrebbe essere un vero antidoto, perché al di là della  riflessione iniziale, sulle ‘ragioni dogmatiche’ dell’essere tale, v’è nel finale della ‘canzone’ il reale senso di quanti lo furono veramente senza retoriche affermazioni. Perché scrivo questo qui, dove si parla di ‘Brunetta, vai avanti così ( anzi meglio di no)”, perché v’è un passaggio in cui Gaber canta ‘qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto, perché non conosceva dipendenti statali, parastatali,  ecc.’  Quindi se ne deduce che il Mister Brunetta, ex socialista craxiano, ora in Forza Italia, deve essersi ispirato a tale considerazione. Per cui si associava il dipendente pubblico al ‘nulla facente’. Vero è che certe assunzioni a chiamata fatte ad esempio dall’allora Ministro degli Esteri De Michelis, ex socialista craxiano, e non solo da Lui, avranno prodotto sicuramente quel fenomeno deprecabile e oggi combattuto, dall’ex compagno del PSI Brunetta.. .. ma forsequalcuno era socialista perché credeva nella privatizzazione e nel libero mercato.


:: Alle ore 06:22 del 17-10-08

A volte c'azzeccano.

Su una cosa sono pienamente d'accordo, da "piccolo" appartenente alla categoria che ha solo speso tempo e soldi di suo, sulla necessità di un intervento di legge sui distacchi e permessi sindacali, che si sono concretati con il decreto ministeriale del 16/10/08 scaricabile a link http://www.funzionepubblica.it/ministro/pdf/Decreto_distacchi.pdf   . Il decreto parla di un taglio di 710 distacchi su tre anni, ovvero del 45% (15% ogni anno a partire dal 2009). Il calcolo però si basa su un totale di 2.465 distacchi ufficiali ma i distacchi di cui fruiscono i sindacati sono sono molti di più, ovvero 3079 (parlo sempre del pubblico impiego), e questo per effetto dei cosiddetti “cumuli” dei permessi sindacali.  Il risultato è che il taglio non corrisponderà al 45% ma solo al 23%, cioè a meno dell'8% annuo. Ma comunque è già qualcosa che servirà a recuperare credibilità. Certo, mi piacerebbe che anche la politica riducesse i propri privilegi, ma questa è una battaglia che questo decreto non aiuta ad affrontare. Vedo sia a livello locale che nazionale vari dibattiti su pensioni scuola ecc ecc c’è sempre almeno un politico, un giornalista o altri che ne discutono e nessuno di loro è stato toccato dalla riforma, perché si guardano bene da applicare il recupero del rigore dei conti pubblici dalle loro posizioni, ma s’impegnano a discutere di pensioni come se fosse una cosa che vivono sulla loro pelle e mandano i figli in scuole private.  L'unica cosa che ora posso dire è che far tornare la gente al lavoro magari front office è positivissimo magari possibilmente non malati (nella confusione vedo persone che non stanno bene ma vengono lo stesso) ma non aumenterà l’efficienza della Pubblica Amministrazione perchè sono calate le risorse drasticamente e l'ammoderno tecnologico e delle strutture in molti casi non si è mai avviato.


MarmaLT :: Alle ore 09:39 del 17-10-08

Caro Roccia, vorrei precisare che credo che dopo il Prof. ICHINO - ora onorevole in quota PD - a far scandalo, almeno da queste parti fui io additando i 'Nullafancenti' si può fare ricerca su Latina Oggi scorso anno. Parlavo di stipendi che pagavano solo la presenza in ufficio e personale che voleva incentivi per lavorare, altrimenti non avrebbero espelatto il loro lavoro... gridavo, voce nel deserto, " MA LO STIPENDIO MI DITE COSA PAGA?" Nessuno ha saputo - da destra a sinistra, dagli Amministratori ai dipendenti dalla parte pubblica e dalla RSU Comunale - dare una risposta... eppure io l'avevo ma aspettavo di capire cosa intendessero loro per stipendio (?) e quel silenzio l'ho così interpretato...Faccio un concorso, con una raccomandazione, lo vinco ed ho fatto un bel '6 all'Enalotto', ma la P.A. non ha il denaro da darmi tutto insieme, così me lo rateizza mensilmente per una 35 - 40 anni, con saldo al pensionamento. Quello a cui non trovavo risposta era ma allora perchè dovrei andare in ufficio e fare qualcosa? Beh! La risposta l'ho trovata... chiedere piani di lavoro, incentivi vari, ecc... Caso mai con il placet del dirigente di turno... ma senza creare a lui problemi. Non puoi immaginare il putiferio scatenato, uno contro mille (io contro dipendenti, sindacati ed amminsitratori con dirigenti al fianco). Il problema che non avevano capito era che: 1) io accusavo un bel 10% di lavativi, noti a tutti, non solo a me... ma si ribellarono tutti (più o meno): Qualcuno mi suggerì ma 'ma non è che quelli avevavo la coda di paglia e si identificavano nel 10%?; 2) io me la prendevo con i R.S. eletti, troppo presi a difendere gli interssi di bottega, del loro servizio - compresi parenti - sistemati o da sistemarte in posti più elevati, dove si lavorasse di meno e si guadagnasse di più. Qualcun'altro su ciò mi suggerì... ma fosse che si sono sentiti tanati? 3) Mi sarei aspettato dalla parte pubblica (leggi Dirigenti) che questa offerta di disponibilità al dialogo fosse colta, ma probabilmente da 'uomini liberi' quali sono non potevano decidere senza sentire il loro Capo... e tenere lo strumento degli incentivi da dare a 'quelli vicini'. 

Ora a me non piace il metodo con cui il Mister Brunetta affronta il problema... se Ichino offriva la vai d'uscita, quì si parla di 'tolleranza zero' per i nemici, per gli amici invece continua "la Saga della Regione Sicilia"...  e non solo di quella... "Latina docet"...  e Mister Brunetta, dove sta? A guardare i tornelli? Giuochi di un bambino, mai cresciuto... da quando era in quota Craxi.

Per i permessi sindacali? Direi che di usi ed abusi, se ne sono fatti a iosa... non certo io ne ho tratto beneficio.... non è che 'a volte c'azzeccano',  ma è che lo stanno usando come strumento di pressione sui sindacati... insomma un pò come per l'Alitalia... ricatto e poi si scopre, ancora non siamo al termine della "Saga Alitalia",  che è la solita operazione di "Re Artù e i 16 cavalieri della Torta Rotonda "... la m...a (pronunciata in francese 'mer') resta al Ministero del Tesoro, ops' a noi italiani (pantaloni).


:: Alle ore 11:41 del 17-10-08
X MARMA non c'era alcun riferimento personale ma i vertici sindacali provinciali e nazionali li conosco bene e tutelano solo loro stessi ed i loro privilegi fregandosene dei veri problemi dei lavoratori (parlo di quelli seri, i nullafacenti perchè possessori di tessere sono stati sempre tutelati) ed è per questo che ho smantellato dall'oggi al domani una intera struttura di settore di un sindacato confederale, ma non mi piace parlare di cose personali e mie esperienze la mia era una considerazione generale, chi fa sindacato deve lavorare stare in mezzo alla gente ottenere gli stessi vantaggi oltre che subirne le stesse conseguenze è facile arrivare fare fuoco e fiamme e poi andar via lasciando tutti a cavarsela da soli.

MarmaLT :: Alle ore 16:37 del 17-10-08

Lo avevo ben inteso... Roccia.. tant'è che per avvalorare la tua tesi su certi sindacati che fan danno più che utilità... eccoti la chicca.

Aversa, i comunali boicottano i tornelli . Contestata la telecamera all'ingresso. Installati a luglio non sono mai entrati in funzione - Sono costati un occhio della testa alle casse comunali, ma dall'estate scorsa fanno bella mostra di sé nell'ingresso principale del municipio di Aversa, senza essere utilizzati. I tornelli, che dovrebbero registrare gli orari d'ingresso dei dipendenti comunali scoraggiando, così, gli allontanamenti ingiustificati dal posto di lavoro, sono stati installati a luglio e regolarmente elettrificati, ma non sono mai entrati in funzione. Una querelle, infatti, divide da tempo dirigenti comunali e sindacati. Questi ultimi temono una limitazione della privacy che deriverebbe non solo o non tanto dall'obbligo di registrare con i tesserini magnetici i movimenti dei dipendenti comunali ma dalla contemporanea presenza di un impianto di videosorveglianza, installato nell'ingresso della casa comunale che minerebbe, a giudizio delle rappresentanze sindacali, il diritto alla riservatezza dei dipendenti. Dal canto suo, Michele Loria, dirigente dell'ufficio personale del Comune di Aversa, getta acqua sul fuoco e parla di accordo in dirittura d'arrivo: "I rischi di una violazione della privacy paventati dai sindacati sono ingiustificati perché le videocamere servono, unicamente, ad impedire l'ingresso nella casa comunale di sconosciuti, scongiurando possibili aggressioni che, pure, in passato si sono verificate. Se, anche, un dipendente comunale abbandonasse senza permesso il proprio posto di lavoro per qualche ora noi non potremmo comunque utilizzare le immagini della videocamera perché la legge ce lo impedisce. E del resto, ci sarebbero i tornelli a registrare gli orari di ingresso e di uscita; servono proprio a questo". Intanto queste apparecchiature restano spente e se non fosse per gli uscieri comunali ancora oggi chiunque potrebbe entrare liberamente nel municipio: "Questo è vero, ma con i sindacati abbiamo ripreso a dialogare e presto dimostreremo loro che la privacy non è a rischio. Credo — conclude Loria —- che l'accordo per l'utilizzo dei tornelli sia a portata di mano e verrà ratificato con l'avvento della prossima giunta comunale". Antonio Marfuggi del Corriere del Mezzogiorno. 17 ottobre 2008


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