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Anonimo
Inviato il: 28/5/2008 16:12
Da noi ancora nucleare ed il suo padre Rubbia ..........va in Spagna


Allegato: GARI.jpg


Leggendo una notizia data da Luigi Gallo mi viene una riflessione

In questi giorni sento parlare del ritorno al nucleare e del tempo che si è perso dopo il referendum che sancì l'uscita dell'Italia dal nucleare. La prevista costruzione di 20 centrali nucleari di nuova generazione al momento non porterà alcun beneficio in quanto la costruzione prevede tempi lunghi gli attuali reattori di III Generazione (AP1000 Westinghouse, EPR Areva) hanno un tempo di costruzione di circa 50 mesi. Ma va tenuto conto che prima della costruzione è necessario acquisire alcune autorizzazioni alla costruzione e alla messa in funzione, insomma partendo entro 5 anni tenete conto che ci vorranno 10 12 anni. Chi se ne avvantaggerà saranno sicuramente le imprese che dovranno realizzarle. Per tornare a noi il problema è che come per le discariche ormai non ci si fida più delle assicurazioni dei tecnici ad esempio nella foto ho inserito la centrale del Garigliano chiusa per il trafilamento di acqua radioattiva dal nucleo pochi anni dopo l'apertura, e non mi sembra che nessuno abbia pagato per questo anche se c'è stata una evidente imperizia di chi costruì, con conseguente aumento esponenziale dei tumori a Latina c'è la più vecchia centrale d'Italia che un paio di volte rischiò di finire come Cernobil.

In quanto a servitù abbiamo già dato e se potessero costruirle altrove sarebbe meglio il mio non è un discorso egoistico ma pratico già esiste un metodo alternativo e pulito per produrre energia e Carlo Rubbia premio Nobel e padre del progetto nucleare Cirene rimasto in fase sperimentale a Latina ha realizzato l'impianto più innovativo per ricavare energia dal Sole. :

Rivedendo Archimede e gli specchi la sua idea si è trasformata in una serie di specchi parabolici dislocati su un chilometro quadrato di superfìcie. Gli specchi concentrano il calore del Sole in una rete di tubi in cui viene fatta scorrere una miscela di sali,che si riscalda fino a 550 gradi, una temperatura molto più alta rispetto a impianti simili realizzati in passato, così da aumentare sensibilmente il rendimento. La centrale «Archimede», come era stato battezzato il prototipo, doveva  essere realizzata da noi, e proprio vicino Siracusa, a Priolo Gargallo.L'accordo col Comune c'era già e il complesso, 360 specchi parabolici su una superficie di 40 ettari, avrebbe fornito una potenza di 20 Megawatt e un'energia di 60 milioni di chilowattora l'anno. Quanto bastava per alimentare l'intera cittadina di 12 mila persone senza far ricorso ad altre fonti energetiche (da noi sicuramente Sabotino e Q4Q5) . A un costo coperto quasi interamente con finanziamenti privati. Ma poi l'Italia ha rifiutato questa opportunità. In Spagna è stata approvata, nel marzo del 2005, una legge per la promozione del solare termodinamico che prevede sovvenzioni del 300 per cento del costo medio del chilowattora prodotto in questo modo, fino a un massimo di 500 Megawatt. Oggi il chilowattora ottenuto in questo modo costa due volte e mezzo in più di quello prodotto da fonti fossili, ma i dirigenti del Ciemat concordano con Rubbia che nel giro di pochi anni il suo costo sarà meno della metà di quello delle altre fonti rinnovabili.

E l'eolica (che a me esteticamente non piace) nel 2007 negli states è stata il 30 per cento della potenza installata e tutti hanno ripensamenti sulla costruzione di nuove centrali per gli alti costi di realizzazione e poi di dismissione.

http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/ambiente/nucleare1/eolico-america/eolico-america.html"body smiley">Certo che abbiamo bisogno di energia e le centrali vanno costruite come i termovalorizzatori ma va anche avviata la costruzione e sperimentazione di altre forme di energia.
Ma da noi evidentemente fa più comodo costruire centrali nucleari.




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renatosd
Inviato il: 31/5/2008 8:08
Registrato: 7/2/2006
Da: q5
Messaggi: 1111
Re: Da noi ancora nucleare ed il suo padre Rubbia ..........va in Spagna

Leggevo questo interessante articolo del Prof. Giorio Parisi (docente di Fisica Università di Roma)

nulla di nuovissimo o sconvolgente anzi anche qui molto si è già accennato  ... però è interessante perchè schematico:

A poco più di venti anni dall’esplosione del reattore sovietico di Chernobyl e dalla chiusura di tutti gli impianti nucleari in Italia, il governo italiano progetta l’istallazione di 4 centrali nucleari. Si tratta di un progetto sconsiderato per molti motivi, alcuni dei quali estremamente seri.
IN BASE A CONSIDERAZIONI PURAMENTE ECONOMICHE: NEL RESTO DEL MONDO SI COSTRUISCONO POCHISSIME CENTRALI NUCLEARI. Una centrale nucleare è un’oggetto estremamente costoso, che richiede molta energia per essere costruito, un’energia paragonabile a quella prodotta in diversi anni di funzionamento. Il prezzo attuale dell’uranio è abbastanza basso, ma le riserve di uranio facilmente estraibile si dovrebbero esaurire tra una trentina d’anni. Se si incomincia adesso a costruire una centrale nucleare, bisognerà farla funzionare in una situazione in cui il costo dell’uranio sarà molto, ma molto più alto di quello attuale. Non è un caso che  poche ditte private siano disponibili a fare un investimento a lunghissima scadenza con rischi talmente elevati. Negli Stati Uniti l’ultima centrale nucleare è stata messa in cantiere nel 1978. Nel 2002 la Germania ha deciso di abbandonare il nucleare quando le centrali esistenti saranno troppo vecchie per funzionare (circa nel 2040). Attualmente il 30 per cento dell’energia elettrica installata negli Stati Uniti è di natura eolica. Fare nuove centrali nucleari è una scelta in controtendenza con quella del resto del mondo.
 LO SMALTIMENTO DELLE SCORIE NUCLEARI È PROBLEMATICO. I reattori nucleari producono una grande quantità di rifiuti estremamente radioattivi, che devono essere trattati industrialmente, per ridurne il volume. La frazione radioattiva più pericolosa è costituita da Plutonio che mantiene la sua radioattività per più di centomila anni. Il confinamento di queste sostanze altamente corrosive per un periodo così lungo pone problemi non facilmente risolvibili. Rischiamo di lasciare alle generazione future, sempre che l’umanità non si estingua prima, un problema impossibile da risolvere. Inoltre l’Italia non sembra avere un particolare propensione a gestire in modo brillante i rifiuti, di qualsiasi natura essi siano.
L’ITALIA È L’ULTIMO PAESE DOVE COSTRUIRE CENTRALI NUCLEARI. Se affrontiamo il problema in una prospettiva Europea, non ha senso costruire centrali nucleari in Italia. Le centrali nucleari devono stare in zone non sismiche con bassa popolazione per un raggio di un centinaio di chilometri. Altri paesi, la Francia, i paesi nordici, hanno facilmente siti con queste caratteristiche, noi no. Installare centrali nucleari in Italia e impianti che sfruttano l’energia solare in Svezia non è una politica astuta. Non serve essere un brillante economista per capire che converebbe fare il contrario.
CI SONO DEI RISCHI CHE NON POSSIAMO CORRERE. Anche se la ripetizione di un evento tipo Chernobyl sembra improbabile, non può essere escluso con le attuali centrali nucleari (forse lo sarà per le mitiche centrali nucleari di quarta generazione che dovrebbero essere messe a punto fra una ventina d’anni). La centrale nucleare di Chernobyl non è esplosa per un difetto di costruzione, ma a causa del comportamento demenziale del direttore della centrale, che voleva studiare che cosa succede quando si porta una centrale nucleare in una situazione in cui sta per scoppiare. L’esperimento ha avuto successo: ha verificato che la centrale scoppia, esattamente come è scritto nei manuali.
Il fatto che l’incidente sia dovuto ad un direttore quasi psicopatico non riassicura affatto per il futuro: dimostra soltanto che non è prevedibile il comportamento delle persone che dovrebbero avere a cura la sicurezza della centrale. L’esplosione di una centrale nucleare comporta l’evacuazione di una zona di circa un centinaio di chilometri di raggio intorno alla centrale, la distanza precisa dipende dalla direzione in cui soffia il vento. L’esposione di una ipotetica centrale nucleare localizzata a Montalto di Castro, con un vento da Nord-Ovest (vento molto frequente) implicherebbe la necessità di evacuare Roma e questo è un evento che non possiamo rischiare, come non possiamo rischiare nemmeno l’evacuazione di una città più piccola come Torino.
COSTRUIRE NUOVE MAXI-CENTRALI È SBAGLIATO. Anche non considerando tutto quello che ho scritto fino adesso, le centrali nucleari sono una scelta profondamente sbagliata per motivi strategici. La costruzione di nuove centrali, in particolare quelle nucleari, deve essere considerata l’ultima risorsa da utilizzare quando tutte le altre sono fallite. Per prima cosa bisogna utilizzare fino a dove sia possibile le energie rinnovabili ed incrementare il risparmio energetico in maniera di diminuire il peso sulle risorse non rinnovabili del pianeta, che sono destinate ad esaurirsi.
Passare da una risorsa non rinnovabile ad un’altra, nella speranza di poter continuare a sprecare l’energia per una decina d’anni di più, significa rilanciare in una partita in cui siamo necessariamente perdenti. Prima o poi bisogna incominciare ad aumentare in maniera consistente la produzione di energia mediante fonti rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico…) e prima lo si fa, meglio è.
Se l’Italia avesse investito in maniera massiccia nelle energie rinnovabili e nonostante tutto, ci fosse un grave deficit energetico, si potrebbe incominciare a discutere su un’eventuale costruzione di centrali nucleari, ma in questa situazione di quasi completa latitanza dello Stato nella promozione delle energie rinnovabili, è assurdo investire somme enormi in nuove centrali nucleari (che dovrebbero coprire solo il 7% del fabbrisogno, cifra ridicola paragonata al 20% previsto per l’eolico negli Stati Uniti nel 2020) trascurando le soluzioni alternative che dovrebbero essere prioritarie.
Inoltre ci sono margini altissimi per il risparmio energetico. Una parte non trascurabile dell’energia elettrica prodotta è utilizzata per scaldare acqua nelle case, mentre dal punto di vista energetico sarebbe molto più efficiente scaldare l’acqua direttamente bruciando il metano. Non parliamo del fatto che necessariamente la produzione di energia elettrica mediante combustibile ha come sottoprodotto la produzione di grandi quantità di acqua calda che viene gettata nel mare o nei fiumi con grandi danni ambientali. La cogenerazione, ovvero l’installazione nelle case di piccoli impianti di produzione di energia elettrica e l’uso condominiale dell’acqua calda prodotta, porta ad enormi risparmi energetici. Una maggiore coibentazione dei muri ed altri piccoli accorgimenti diminuiscono enormemente la necessità di energia per il riscaldamento d’inverno e per il condizionamento d’estate.
Non imporre, o perlomeno non incentivare in maniera massiccia l’adozione di misure di risparmio energetico nelle case attualmente in costruzione è un crimine in quanto rende molto più difficile il risparmio negli anni a venire.
La prima priorità di un governo previdente, come non sembra che lo sia il governo Berlusconi e ahimè non lo è stato il governo Prodi, è impegnare tutte le risorse disponibili per lo sviluppo delle risorse alternative e il risparmio energetico. La costruzione di nuove centrali viene dopo.
Io sono convinto che questa semplice verità sia alla portata della comprensione di tutti gli italiani e che un tentativo di imporre la costruzioni di centrali nucleari da parte del governo troverebbe una sostanziale opposizione da parte del paese. Sfortunatamente la Sinistra quando era al potere è stata bravissima a riempirsi la bocca di belle parole ma, tranne rare e lodevoli eccezioni, si è dimostrata incapace di passare a fatti concreti. Dobbiamo costruire un movimento che non si limiti a dire no alle centrali nucleari, ma che sia capace di proporre nei dettagli un’alternativa concreta e praticabile ed che sia capace di promuoverla sia a livello nazionale che locale, come per esempio avviene per il solare nelle Puglie.




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La stupiditą e la disonestą dei nostri nemici non deve essere una giustificazione della nostra cecitą (Lev Trotsky)

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