Pubblicita' Logo Il portale dei Quartieri Nascosa e Nuova Latina
Logo
Ciao!
Stai consultando il vecchio portale dei quartieri, dove sono archiviati i contenuti storici. Non potrai modificare rispondere o inviare nuove notizie qui, per farlo devi andare sull'attuale sito all'indirizzo
https://www.q4q5.it
Sei in: Off Topic >> Vite spezzateRegistrati per inviare messaggi

Feed RSS
(1) 2 »
Autore Discussione
Anonimo
Inviato il: 11/12/2007 10:10
Vite spezzate

Come il fuoco ha distrutto le esistenze degli operai della Thissen così l'amarezza travolge.

Ma la proprietà non è tedesca?
Ed i tedeschi non sono sinonimo di efficenza?
Oppure lo sono nel loro paese dove se succedeva una cosa del genere gli facevano un c..... così?
L'illegalità nel nostro paese è in ogni cosa anche nelle piccole prepotenze quotidiane ed era ora che ci fosse un risveglio della coscenza di fronte alle morti per lavoro.
Un morto per lavoro non fa notizia e quanti costretti a lavorare in nero se succede qualcosa non possono far altro che vivere da invalidi senza alcun diritto.
Non pensiamo solo a chi è morto pensiamo a quelli che si sono salvati ma che non avranno più una vita ma questo prezzo morale, biologico e in denaro non lo pagherà certo la Thissen lo pagheremo tutti chi lo ha subito, le famiglie, la società.
E' scandaloso che le notizie relative a certe tragedie non trovino lo spazio che meritano nei TG nazionali e sarà scandaloso l'oblio che scenderà sulle famiglie che verranno dimenticate.

Nella nostra provincia vi sono molte morti bianche Il governo approva le basi per i decreti delegati in materia di tutela degli operai

questo articolo è di La Repubblica del 13 aprile 2007 NON E' CAMBIATO NULLA


Le norme garantiranno tutte le categorie e in particolare i lavoratori in subappalto

Morti bianche, nuovo testo sulla sicurezza
Prodi: "I caduti sul lavoro sono martiri"

Proprio oggi quattro incidenti mortali nel porto di Genova, a Milano, Brescia e Latina

 

Al terminal frutta del porto di Genova l'ultimo infortunio mortale sul lavoro


ROMA - Quattro morti sul lavoro nel giorno in cui il governo approva il nuovo "Testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro". Nel porto di Genova, a Milano, a Brescia e in un cantiere edile di Latina, tre persone perdono la vita. Prodi, informato dell'incidente del capoluogo ligure, commenta: "Ogni caduto sul lavoro è un martire".

I martiri di oggi si chiamano: Enrico Formenti, genovese 35 anni e 2 figli; Franco Cirino, 43 anni (anche lui 2 figli) capocantiere a Concorezzo (Milano). Del terzo e del quarto, un operaio edile marocchino di Bedizzole (Brescia) e un altro di Latina, non si sa ancora il nome.



[Entra]
Vincenzo
Inviato il: 12/12/2007 11:19
Staff
Registrato: 26/12/2005
Da:
Messaggi: 3870
Re: Vite spezzate

Comunque, secondo la mia esperienza non sono le leggi a mancare (L.494-196 e succ) ma i controlli sia da parte delle aziende che da parte degli Enti preposti (Asl, Inail ecc.ecc.).

La cosa più grave, secondo il mio parere è la mancanza di responsabilità di diversi lavoratori. Mi riferisco principalmente al settore edile e, devo dire che osservando parecchi cantieri edili (sia a Latina che in Provincia) ho notato che molto spesso (troppo spesso) i lavoratori non fanno uso di appositi D.P.I. (Dispositivi di Protezione Individuale) ed in particolare  la mancanza di protezione sotto i carichi pendenti nonchè l'utilizzo delle impalcature senza casco e cinghia-cintura di ancoraggio in caso di caduta questo nonostante che gli stessi abbiano avuto adeguata formazione ed informazione.

VINCENZO

 

 



[Entra]
Anonimo
Inviato il: 12/12/2007 11:55
Re: Vite spezzate

Stamane a Milano un altro morto sul lavoro

spot sulla sicurezza sul lavoro

 http://www.youtube.com/watch?v=0KNXGB6amv4&feature=related

13 marzo 2003 morire di lavoro

http://www.youtube.com/watch?v=lNxZroDy7Cc&NR=1

 

gennaio 2007

http://www.youtube.com/watch?v=UDwSXRmUEXI&feature=related

 



[Entra]
renatosd
Inviato il: 12/12/2007 12:00
Registrato: 7/2/2006
Da: q5
Messaggi: 1111
Re: Vite spezzate

Il discorso è molto complesso quel che dice Vincenzo "non sono le leggi a mancare  ma i controlli" lo ha detto Prodi e lo direbbe qualsiasi persona di buon senso.

Però distinguerei ... a mio avviso il problema maggiore nell'Edilizia sta nell'averne voluto fare una sottospecie del settore più generale del lavoro ... ovvero la 494 è postilla della 626 applicata all'edilizia.

Invece la peculiarità e un'analisi dettagliata avrebbe fatto preferire una legge ad hoc più specifica che prendesse atto dell'arretratezza dell'Impresa edile rispetto alle altre ... io avrei anche diviso le competenze di vigilanza ... oggi ci sono troppi soggetti deputati a farla e così ciascuno può rimandare le colpe all'altro ... come è vero pure che ancora oggi basta comprare una molazza e mezzo ponteggio iscriversi con partita iva e con pochissimi operai assunti di volta in volta all'esigenza, magari solo per fare da paravento alla larga schiera di irregolari (mi è capitata anche un impresa che all'inizio lavori ne contava uno soltanto) e questi iniziano a fare impresa edile con tutto ciò che consegue .... si rincorrono le figure su cui far ricadere le responsabilità, si propongono inutile scale gerarchiche: Committente - impresa - coordinatore - operaio ma non è mai chiaro chi sia responsabile di che cosa ... e all'arrivo dell'ispezione si corre ai ripari ognuno cercando di scansare alla meglio le proprie ...

Le leggi ci sono è vero ... ma sono sbagliate ... macchinose .... non determinano le responsabilità e soprattutto non impediscono all'origine l'accesso al cantiere a chi non ha i requisiti.

Per gli altri settori vi sono un'altra miriade di considerazioni ... ma il problema di fondo è che il "dio mercato"  non contempla il rispetto della vita umana al di sopra del profitto.

renato malinconico

PS : agg d'altronde lo stesso atteggiamento vale per la vita umana come per il territorio, l'ambiente e tutto il resto ...  alla fine in qualche modo si Sana e si tira a campare ... e chi vivrà vedrà



[Entra]
Baol
Inviato il: 19/12/2007 13:15
Staff
Registrato: 14/12/2005
Da: Q4
Messaggi: 1069
Re: Vite spezzate

Oggi il sesto morto a Torino per l’incendio nell’acciaieria… solo nel Lazio i morti sul lavoro da gennaio sono stati 59… ed oggi ancora la notizia di altre morti, a Venezia, Cecchina, Melfi … chi sono queste persone? E per cosa sono morte? La sicurezza non è un costo aggiuntivo, la sicurezza è un diritto! Ma come si conciliano precariato e sicurezza? Una cosa è certa, stiamo facendo enormi passi indietro, la vita umana vale poco o niente sul mercato impazzito di questo nostro tempo. E’ inconcepibile e assurdo morire di lavoro, eppure di lavoro si muore. Gli ultimi fatti hanno scosso l’opinione pubblica, ma non sono fatti nuovi e diversi da quanto accade da lungo, troppo tempo, troppe morti fatte passare sotto silenzio, morti senza tricolore ed onori, morti altrettanto mostruose e ingiuste che non gridano come dovrebbero nelle coscienze. C’è tanta parte d’Italia che lavora in silenzio ed in silenzio muore, che strappa un salario faticosamente e vive altrettanto faticosamente, eppure nessuno restituisce a questi lavoratori la dignità che spetta loro, è come se questa classe fosse tenuta nascosta e comunque fatta sparire persino dall’immaginario collettivo. ... ...



[Entra]
Anonimo
Inviato il: 19/12/2007 14:07
Re: Vite spezzate

Io credo che la "sicurezza" sui luoghi di lavoro, oltre che dal rispetto delle norme in materia e dai controlli degli organismi preposti,  dipenda anche dalla "professionalità" di chi provoca gli incidenti o ne rimane vittima. Il ricorso, ormai costante, alle cosiddette "esternalizzazioni", immette nei luoghi di lavoro, soprattutto quelli a rischio e qualche volta pure in nero, una marea di "generici" poveri cristi che non hanno idea di come ci si debba comportare in un cantiere o di come funzioni un macchinario. Gli incidenti di ieri ne sono testimonianza: il ragazzo ventenne appena assunto, o chi "movimentava" il tubo che l'ha ucciso, erano alle dipendenze di ditte "altre" rispetto all'assegnataria dell'appalto; come pure chi, in un altro incidente,   alla guida del "muletto"  ha investito ed ucciso un "collega". In genere sono piccolissime imprese, magari messe su alla bisogna, che fanno ricorso a lavoratori "temporanei": questa terribile forma di precarietà, definita molto pomposamente lavoro interinale, in alcuni settori apparentemente "semplici", cancella in maniera drastica qualsiasi competenza o formazione, con le  conseguenze drammatiche che siamo qui a commentare.....Per chi muoiono queste persone?.....Per aumentare il profitto di pochi!



[Entra]
Salvatore
Inviato il: 19/12/2007 16:02
Staff
Registrato: 25/11/2005
Da: Q4
Messaggi: 4672
Re: Vite spezzate

Tutto vero quello che è stato detto… ma non è tutto. A mio parere questa è solo la punta dell’iceberg. La vera ragione di fondo, la “core reason” di tante morti, purtroppo è la stessa che provoca tanti altri disastri a questa nostra povera Italia ed è la nostra propensione all’illegalità. Se da un lato scaricare  tutte le responsabilità sul “padrone avido e cattivo” può farci sentire meglio, (a furia di ripeterlo possiamo persino crederci e tacitare così la nostra coscienza) dall’altro dovremmo prendere atto che le cose non stanno proprio così. Chiunque ha un minimo di onestà intellettuale deve riconoscere che persino dove esistono tutte le protezioni e le predisposizioni di sicurezza queste non vengono usate proprio dai diretti interessati, da coloro cioè la cui incolumità è a rischio. Quante volte gli operai non indossano il casco e gli occhiali protettivi per pigrizia e indolenza? Quante volte le sicurezze elettriche e meccaniche delle macchine vengono volutamente disinserite per lavorare più comodamente? Quante volte non si rispettano le norme di lavoro per spicciarsi, o per semplice pigrizia?

Così come non ci fermiamo allo stop o passiamo col rosso, sul posto di lavoro non osserviamo le regole di sicurezza... e ogni tanto ci scappa il morto. Questa è l’Italia, questi siamo noi.

Salvatore  



[Entra]
giucap
Inviato il: 20/12/2007 9:39
Registrato: 13/1/2006
Da:
Messaggi: 827
Re: Vite spezzate

Anch'io penso che il comportamento personale sia spesso concausa dei tanti, troppi incidenti sul lavoro.

Non sono però certo che si tratti della "madre di tutte le cause"; penso piuttosto che si inserisca prepotentemente nel mix scellerato che ci porta ai veritici europei di incidenti sul lavoro. Non ne farei una questione di operaisti contro capitalisti, insomma. Per l'ultima, drammatica strage mi sembra che la pigrizia e l'indolenza dell'operaio italiano c'entri assai poco, come pure non credo che la causa sia stata l'avidità del padrone (quanto può costare caricare un paio di estintori e cambiare una manichetta dell'idrante?). Forse un po' tutti sottovalutano il problema (ed in questo il "padrone" ha responsabilità maggiori dell'operaio), pensando che gli incidenti capitino sempre agli altri. Ma non fa lo stesso ciascuno di noi, quando sale in macchina?

Stanno ristrutturando il palazzo in cui lavoro, di sei piani. Ho visto gli operai col casco e imbragati come rocciatori, con una fettuccia con moschettone che li tiene ancorati alla struttura del ponteggio. Così non si precipita di sotto in nessun modo (a meno che non crolli il ponteggio!). Ci saranno pure gli operai pigri che si sentono invulnerabili e non si allacciano (e lì il capo cantiere dovrebbe imporsi) ma ci sono anche tante micro ditte che non sanno neanche cosa sia un imbrago e un moschettone.

Per me problemi complessi hanno cause complesse, e quindi diffido di chi spaccia soluzioni semplici a questi problemi. Certo la nostra idiosincrasia diffusa per il rispetto delle regole in questi casi non fa che complicare ulteriormente la predisposizione di rimedi efficaci, ma penso che molto si possa ancora fare prima di abbandonarsi al fatalismo ed arrendersi all'ineluttabilità di simili tragedie.

Giulio

 



[Entra]
renatosd
Inviato il: 20/12/2007 14:07
Registrato: 7/2/2006
Da: q5
Messaggi: 1111
Re: Vite spezzate

Cari miei

aggiungo solo una cosa che forse non tutti sanno:

LA SICUREZZA COSTA .... e costa caro

e mi spiace dissentire da Salvatore che pure qualche ragione la ha ... ma rispetto a un problema marginale.

La verità è che basta fare un computo metrico e calcolare a parte, come vogliono le ultime normative, i costi della sicurezza (in teoria non assoggettabili a ribassi e non mediabili) ... ovvero evidenziare quanto siano elevati quei costi che non producono direttamente nulla e che vengono vissuti come un fastidiosissimo fardello di acquisti, incombenze e onorari da corrispondere.

Tutto ciò è vissuto da molte imprese come un limite alla propria concorrenzialità in quanto a parità di lavoro c'è ancora una miriade di altre imprese che si offrono a prezzi stracciati ... ma ci siamo mai chiesti perchè con questo o quello posso ottenere anche il 20-30 % di risparmio sul prezzo finale??

Fortunato Giulio che il tuo amministratore ha commissionato i lavori con criteri che non si basino solo sul massimo ribasso ...  e purtroppo questa sciagurata pratica sta prendendo piede in modo bipartisan ... basta vedere le ultime normative sugli appalti pubblici e le gare vinte con il 40-60% di ribasso e tutto ciò solo in nome della libera concorrenza contro la pratica delle tariffe minime e dei capitolati valutati sulla qualità delle prestazioni.

Solo un mese fa ho partecipato ad una piccola gara prestazionale per rifare le facciate di un palazzo, ovviamente ho previsto nel complesso tutti i ponteggi a norma e le operazioni come dovrebbero essere fatte ... ma ovviamente ha vinto la gara chi ha proposto risparmi enormi con quegli insulsi cestelli (ma spesso usano anche i trabattelli) che per fare intere facciate costituiscono un rischio enorme per chi ci lavora e per chi è sotto.

Chi è il colpevole ... l'operaio che si presta a farlo per non stare a casa a girarsi i pollici o l'impresa e i tecnici che così facendo vincono la concorrenza delle imprese oneste sulla pelle dei lavoratori?

e i condomini che per risparmiare qualche centinaio di euro se ne fottono di chi lavora, questi dove li mettiamo? 

ai posteri l'ardua sentenza.

renato malinconico



[Entra]
Salvatore
Inviato il: 21/12/2007 9:46
Staff
Registrato: 25/11/2005
Da: Q4
Messaggi: 4672
Re: Vite spezzate

Scusate se insisto, ma il problema a mio parere non è di costo o di concorrenza ma di natura culturale, cioè di come ci poniamo noi come popolo dinnanzi alla questione sicurezza. Già il fatto che nella lingua italiana non distinguiamo tra "safety" e "security" la dice lunga sull'importanza che diamo alla sicureza. Ma lasciamo perdere le quisquiglie semantiche  e veniamo al sodo: le norme ci sono, giusto? Magari potrebbero essere migliori, non lo so, non entro nello specifico perché non sono un esperto, però le norme ci sono ma vengono puntualmente disattese. Perché? Anche l’imprenditore coscienzioso che vorrebbe applicarle si ritrova a competere contro chi (la maggior parte?) se ne fotte (come dice Renato) e può abbattere i costi del 20, 30, 40%.

È facile scaricare addosso la responsabilità alla “concorrenza” o all’avidità del padrone cattivo. La responsabilità del misfatto va invece (a mio parere) ricercata nell’assenza di controlli, nella latitanza delle Istituzioni, nel declino morale che non ci fa indignare per queste morti assurde, nell'apatia che consente alla casalinga del 6° piano di vedere il manovale camminare sul ponteggio davanti alla sua finestra senza casco e senza imbracatura e fottersene continuando, invece di chiamare l’Ispettorato del Lavoro, imperterrita a stirare i panni (magari col ferro al quale il marito ha staccato la “terra” perché non entrava nella presa).

La nostra naturale e ormai radicata avversione alle regole e alla legalità, ha anche questo effetto! Quando io mi indigno nel vedere una macchina che si ferma col muso che sporge di mezzo metro oltre la striscia bianca che delimita l’incrocio non è tanto perché l’atto in se costituisca un pericolo o sia particolarmente grave! Mi indigno piuttosto perché quel mezzo metro oltre la striscia bianca è un insulto alla legge, è il sintomo della nostra malattia cronica, è il rifiuto della civile convivenza, è il segnale inequivocabile che da noi le leggi non valgono nulla.

Scusatemi se ho fatto un bel fritto misto! Per concludere il discorso sulla sicurezza (safety) vorrei proporvi un paragone che ho vissuto in prima persona:

- Da giovane ho prestato quasi 4 anni di servizio in una base dell’Aeronautica del Nord Italia. Ogni giorno quel reparto “produceva” 15, massimo 20 voli. Per portare i piloti in linea volo avevamo un pulmino Ducato. Quotidianamente era possibile vedere il Ducato impegnato in rocambolesche e folli corse contro il tempo per “recuperare” qualche minuto di ritardo dei piloti. Il povero pulmino era sempre pieno di graffi poiché frequenti erano i microincidenti e dall'autista ci si aspettavano prestazioni degne di Niki Lauda. Una volta fece un “botto” che solo per caso non ebbe conseguenze mortali ma solo qualche settimana di ospedale per l’autista "Niki" e per uno dei piloti a bordo.

- Qualche anno dopo prestai quasi 4 anni di servizio in una base dell’USAF nel Texas che ogni giorno “produceva” circa 400 voli. Il movimento dei piloti era affidato a due vecchissimi pulman tipo scuolabus (quelli con le porte operate meccanicamente dall’autista tramite una pesante e scomodissima leva). Gli autisti seguivano pedissequamente le regole di sicurezza: i piloti potevano essere in ritardo sul volo, o potevano avere il fuoco in casa, ma l’autista non chiudeva le porte fino a quando tutti erano seduti, non ingranava la marcia fino a che le porte non erano chiuse e non superava le 5 miglia orarie neanche se era inseguito da Godzilla in persona. Punto! Quei vecchissimi pulman (che dovevano avere almeno 40 anni di servizio) non avevano un graffio né mai nessuno si è fatto male a causa di un incidente.

Come vedete, almeno in quel caso, la sicurezza non aveva nessun costo, anzi faceva risparmiare.

 

Salvatore



[Entra]
(1) 2 »
Registrati per inviare messaggi
 

< Ritorna alla home page del portale

Stampa Versione Stampabile (Stampa)

Contatore :: Valid XHTML 1.0 Transitional :: Valid CSS 1.2