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Freddy
Inviato il: 4/11/2007 15:39
Direttore
Registrato: 25/7/2005
Da: Latina
Messaggi: 2542
Rumeni il capro espiatorio ?

La domanda credo sia lecita:  la questione Rumeni, venuta alla ribalta dopo la morte della signora Giovanna Reggiani, fa certamente pensare che si tratti del solito modo italiano di affrontare i problemi. Ci si accorge solo adesso della necessità di un decreto per il rimpatrio dei delinquenti anche se facentiparte della comunità europea, quando il problema era sentito da molto tempo.

Dovremmo dire "meglio tadi che mai" , ma da cittadino italiano proprio non riesco a digerire questo modo di gestire il paese.

Credo sia arrivato il momento di smetterla con posizioni di parte nei confronti di problemi che sono invece di tutti.

Pochi giorni fa ho sentito dire, in radio, che il problema  sicurezza non è ne di destra ne di sinistra, mentre le relative soluzioni possono esserlo. Bne io sono d'accordo sulla prima parte, ma non sono assolutamente d'accordo sulla seconda.

Anche le soluzioni, a mio parere, su questo specifico tema, non possono oggi più connotarsi in uno o l'altro schieramento. Non mi risulta difficile pensare che le differenze di approccio al tema sono unicamente di tipo ideologico.

Insomma, chi è che si sente di negare le seguenti affermazioni:

- In Italia c'è bisogno di maggiore certezza della pena

- in Italia c'è bisogno di maggiore prevenzione

- la prevenzione va intesa anche come maggiore attenzione alla accoglienza degli immigrati

- in Italia c'è bisogno di maggiore controllo del territorio

- in Italia c'è bisogno di minore burocrazia e snellimento delle procedure che portano agli arresti chi delinque

E mi fermo qui per non annoiare, ma ritengo che questi concetti, siano ormai sulla bocca di tutti, magari con accenti diversi ma nella consistenza uguali.

Quindi, cosa aspettiamo a mettere in pratica ciò che è voluto da tutti ?

Non è che per caso si tratta, come al solito, solo di interessi di parte nel volersi assumere i meriti di eventuali e concreti cambiamenti ?........insomma....un pò come dire ..."quella cosa è giusta ma è meglio che non la metta in partica lui altrimenti ci ruba i consensi !"

Siamo certi che non sia questo il reale problema sulla sicurezza così come su tanti altri temi ?

A voi la parola.

Freddy

 



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Anonimo
Inviato il: 4/11/2007 19:02
Re: Rumeni il capro espiatorio ?

Caro Freddy,

non so da dove trai le tue informazioni e/o sensazioni ma permettimi di dissentire sul tuo convincimento relativo alla circostanza per cui la questione sicurezza sia affrontata in modo dicotomico per cui o si è di uno schieramento o si è dell'altro (il che sarebbe gravemente irresponsabile).

Non ho sentito nessun politico nazionale dire che interventi urgenti del governo (il che lascia intravedere lo spazio per i decreti ministeriali, immediatamente esecutivi e decisamente più rapidi di una legge che seguirebbe un probabilissimo lungo iter parlamentare) siano inutili, anzi, tutt'altro.

Proprio oggi Gianfranco Fini ha sollecitato il governo a proseguire la strada intrapresa suggerendo, però, maggior rigore.

A ben vedere, il problema non è di oggi, bensì si trascina ormai da diversi anni. Anni in cui si sono avvicendati governi di segno politico diverso e che, vuoi anche per la complicità dell'inutile baraccone europeo che da noi sa solo pretendere, non sono riusciti a trovare soluzioni decisive e concrete.

In realtà, il principio che andrebbe fatto valere (e che altri Paesi europei applicano, eccome) è quello della capacità di sostentamento indipendente. Infatti, uno straniero, anche se comunitario, per poter risiedere in Italia ha l'obbligo di richiedere la carta di soggiorno (badate bene non il permesso di soggiorno). Questo documento presuppone delle casistiche ben precise e, comunque, vincola il soggetto ricihedente a dichiarare con quali redditi si manterrà durante la sua presenza in Italia. Ciò dovrebbe scoraggiare chi vuol venire o permanere in Italia per delinquere. Nella realtà, finché non si eseguiranno controlli specifici per la verifica annuale delle condizioni economiche di queste persone oppure, in occasione di arresti di stranieri per attività delinquenziali, non si contesti a costoro l'incapacità all'autonomo sostentamento la situazione resterà immutata.



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dalmar
Inviato il: 4/11/2007 19:06
Registrato: 29/9/2006
Da:
Messaggi: 99
Re: Rumeni il capro espiatorio ?

Il nostro grande problema è che siamo proprio degli schizofrenici. 

I problemi quando ci sono e grossi come una casa, ci giriamo dall'ltra parte e non li vogliamo vedere, fino a quando non ci esplodono in mano.

Come mai gli altir Paesi europei hanno adottato la moratoria con la Romania quando questa è entrata in Europa?

Come mai hanno lasciato pur vedendo lo stato pietoso di come si stanno riducendo i territori, legali e non, (avete visto i campi sulla Pontina come si sono ridotti e con macchine continuamente bruciate) ridursi a situazioni di degrado assoluto?

Come mai le cose le vediamo solo noi e loro no? O meglio le vedono solo quando scoppiano? Non ho sentito la caritas. Il Papa sì. Ba!

Io non so darmi una risposta ma vi allego il bellissimo l'articolo di Luca Lippera del Messaggero. Per meditare

 

 

 
Domenica 04 Novembre 2007    
  
 
  
 
  
 dal nostro inviato

LUCA LIPPERA


BUCAREST - «Vado a Italia, io. Laggiù mia sorella, laggiù lavora, io...». La faccia smilza e gli occhi neri dardeggianti di Florian Lupu, 21 anni, sbucano dalla portiera di uno scassatissimo “Roman Diesel 111” scorticato dai chilometri e dal tempo. Il piazzale dove approdano le corriere dal profondo della Romania, in strada Miron Costin, alla Gara De Nord, lo stesso da dove partono i pullman per l’Italia, alle otto del mattino brulica di gente. Florian è in marcia da Targoviste, cento chilometri a nord, e dietro di lui c’è Liviu, 23 anni, un amico che il viaggio l’ha iniziato a Sighisoara, piena Transilvania. Loro partono, insieme ad altre centinaia. Il governo italiano chiede controlli, chiede collaborazione e passa la palla dall’altra parte. Il governo romeno promette controlli, promette collaborazione e si mette la coscienza a posto. Il ministro dell’Interno, David, rilascia interviste davanti a un baldacchino in piazza dell’Università dove la gente lascia «rugaciuni» - preghiere – «per la povera Giovanna».
Ma qui tutto, a cominciare dall’esodo, è esattamente come prima. Non un poliziotto, nessuno che chieda nulla, non lo straccio d’una divisa. «Mio cugino è stato a Roma – si fa capire Liviu – Dice che da voi è ok, si può fare...». Cosa ci sia nel passato di Liviu, di Florian, e di tutti quelli che affrettano il passo con lo zaino in spalla, non è dato sapere. C’è solo da pregare che non serva un'altra Tor di Quinto per capirlo.
Cosmin Popun, 24 anni, maglietta grigia, giaccone logoro azzurrino, viene da Fetesti, vicina al Mar Nero. E’ diretto a Milano, muratore, e sibila quello che da giorni ripete in coro quasi tutta la stampa romena: «Noi onesti – si arrabbia – la colpa è degli zingari bestie. I romeni li odiano: ci fanno diventare le pecore nere dell’Europa. Finisce che qualcuno li ammazza coi forconi...». Strada Miron Costin, a due passi dalla stazione dei treni, è costeggiata da palazzi grigi che sembrano i fratelli disgraziati di Corviale. Si respira miseria, ma non ci sono mendicanti. Guardando la vetrina di un panettiere si capisce il perché: una «bagheta» da 250 grammi costa, in euro, quaranta centesimi. Il reddito medio non arriva a quattrocento e c’è davvero poco da chiedere a chi passa.
«A Roma guadagno mille – ammette Razvan, che rientra da noi – Vivo in una baracca. Tornerò qui. Tor di Quinto? Problema grande». Gheorghe, 22 anni, e la sorella, Ioana, 19, arrivano verso le nove. Spuntano da un Microbuz con le ruote sfibrate che pare una ”caffettiera” peruviana. Hanno fretta. Il pullman per Roma parte, per loro, da piazza Unirii, a sette fermate di metropolitana, vicino al colossale Palazzo del Parlamentuli dell’ex dittatore Ceausescu. «Mamma morta, papà vecchio – dicono – Siamo nati in campagna a Sibiu. Se è vero che c’è l’Europa, non potete dirci di stare a casa. Ci pensi la polizia a fermare i delinquenti».
Ma Bucarest, diciannove anni dopo la rivoluzione, non è solo gente che sfugge alla miseria. Le grandi compagnie europee ristrutturano i caseggiati cresciuti nell’inverno del Comunismo e ne fanno uffici smaglianti con la pubblicità della ditta in cima al tetto. La città è un cantiere, i fondi europei faranno il resto. Victor Moldovan, 30 anni, alla stazione dei bus, saluta chi gli fa domande. «Italia bella - sorride - sapete pure voi: zingari!». Chissà: un gran lavoratore o un altro Mailat con una fedina penale lunga così. La “Policia”, mentre parte, non è lì a farsi domande. L’unica certezza, a poche centinaia di metri, è l’università. Le facce piene di luce dei ragazzi davanti alla Business School dicono che la Romania presto sarà tutta un’altra cosa. I Microbuz e Tor di Quinto quel giorno saranno solo un bruttissimo ricordo.

 



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dalmar
Inviato il: 4/11/2007 19:09
Registrato: 29/9/2006
Da:
Messaggi: 99
Re: Rumeni il capro espiatorio ?

e anche quello di ieri...

 
 Sabato 03 Novembre 2007   
  
 
  
 
  
 LUCA LIPPERA dal nostro inviato



VURPAR (Romania) – La strada sterrata finisce e poi non c’è più nulla. Solo un campo di fieno, un gregge e le montagne Fagaras all’orizzonte. Romulus Nicolae Mailat, l’assassino di Tor di Quinto, venne al mondo, ventiquattro anni fa, in una casetta con le tegole marroni e uno steccato malmesso che la circonda. Apre la porta una vecchia con una grande sottana a fiori che dice d’essere «una cugina della madre». «Romica, noi lo chiamavano così, ha sempre dato problemi – dice – Era la pecora nera della famiglia. Ma non un violento. La mamma lo portò quasi subito ad Avrig, qua vicino. Lei vendeva pentole di rame sulla piazza di Sibiu e da lì era più facile arrivarci». Un uomo anziano e uno più giovane, baffoni, bretelle e piccoli catini, mungono pecore sotto una tettoia accanto al tugurio. Vurpar, duemila e quattrocento persone, tutti contadini, è uno specchio meravigliosamente efficace della Romania rurale precipitata all’improvviso nell’Unione Europea. E’ anche la spiegazione del perché un giovane, sapendo cosa c’è al di là dei boschi e delle colline, non può che decidere di lasciarseli alle spalle. Il reddito medio non arriva a 60 euro al mese e il piccolo Comune, visto il bilancio, non può spenderne più di 2,7 all’anno per ogni cittadino. Il posto – bisogna dire – è una cartolina, perché la Natura prorompe. Ma qualcosa deve pur esserci: questa è la Transilvania dei “vampiri” e di solito ci si arriva per visitare i castelli del conte Dracula. Ora drappelli di cronisti ci si spingono per capire chi è, cosa faceva e da dove venne Mailat, lo zingaro, quello che ha ucciso.
Romulus abitava, ad Avrig, in Strada Unirii 118. Ci vivono ancora il nonno, Stefan Humzau, e una cognata. «Faceva sempre casini – dice l’uomo sulla porta di casa – E’ cresciuto in questo cortile. Non è stato mai un ragazzo troppo sveglio. Finì alla scuola di correzione perché si era ficcato un chiodo in testa. Però non è mai stato cattivo. Non gli ho insegnato io certe cose. Mi dispiace che sia arrivato a questo punto». Avrig, sul fiume Olt, al centro della Romania, quattro ore di macchina dalla capitale, è a una cinquantina di chilometri da Sibiu. Ci si arriva dopo aver lambito i Carpazi e si scopre che il Paese offre cose molto più belle dei casermoni e del traffico di Bucarest, come se gli anni del comunismo non avessero mai lambito la campagna. Il dialetto locale è il sassone, perché la presenza germanica è stata possente per secoli. Sibiu, un gioiello medievale, è stata dichiarata dall’Europa capitale della Cultura per il 2007. «Ma la realtà della nostra vita – dice un panettiere – è diversa. Qui bisogna vivere con 300 lei (100 euro) al mese. Capite? 100 euro!».
Gli ex vicini di “Romica” hanno un ricordo del ragazzo molto diverso da quello di nonno Stefan. Strada Unirii, casupole basse, un casermone in fondo, trasuda miseria e povertà. Mailat una volta rubò un maiale. Un’altra volta toccò a una bicicletta e alla fine si “interessò” a un agnello. «Da quando se n’è andato – sospirano Marius e Argint – la zona è molto più tranquilla. Cominciò a fare furti quando era ragazzo. Veniva sempre la polizia…”. Mamma Mailat, poi venuta a Roma con il figlio, andava quasi ogni giorno a Sibiu, su Kleine Ring, la piazza principale, a vendere mercanzie. Gheorghe, sulla trentina, occhi scuri, pizzetto nero, cappello di feltro – uno che pare il gemello di “Romica” – si ricorda bene di Romulus. «Avrig non gli andava più bene – racconta – Qui niente soldi, diceva. Così andò verso il Mar Nero». Alla fine lo presero a Costanza. Furto aggravato. Il tribunale di lì lo condannò a tre anni di carcere. Era l’inizio del 2006. Ma Nicolae, grazie a una specie di Legge Gozzini, fu fuori in poche settimane. Per un po’ tornò a gironzolare per Avrig. «E’ il figlio di una delle mie figlie – continua il nonno – Non so cosa gli ha preso. Ma se è vero quello che racconta la tv, mi vergogno di lui. Anche se resta mio nipote». La cognata di Mailat lo difende. «Non è mai stato violento – ripete – Non può aver ucciso quella donna».
Eppure “Romica”, a Roma, è finito in prima pagina. I giornali romeni ieri non hanno usato il guanto di velluto. «Questi barbari – scriveva “Evenimentul” – ci strappano dall’Europa». Mircea Cartarescu, uno dei commentatori più noti, ha detto: «La massa dei romeni onesti è umiliata. Questa decadenza è il frutto della nostra cronica carenza di educazione». “Adevarul”, un altro tabloid, ha puntato il dito contro gli “tiganii”: «Gli zingari d’Italia – era il titolone – difendono la loro bestia». Parole piene di ferocia. La verità è che Strada Unirii 118 – muri cadenti, vecchi sdentati, un’oca spelacchiata che si trascina per la strada – per Mailat non era vita. Quando l’Europa ha aperto le frontiere di Bucarest, sapeva bene chi erano i suoi figli e quanta era la loro “fame”. Romulus Nicolae ricordava la vecchia casa di Vurpar, dove l’unica strada, quella da Sibiu, finisce nei campi. Poteva andare a mungere pecore e sperare in cinquanta euro al mese. Ha voluto fare il salto: in Italia, basta Carpazi. Ha trovato Tor di Quinto e Giovanna Reggiani ha trovato lui.

 



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Vincenzo
Inviato il: 4/11/2007 20:42
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Messaggi: 3870
Re: Rumeni il capro espiatorio ?

Intervista de: Il Giornale

NOI ROMENI SAPPIAMO CHE NEL VOSTRO PAESE NON SI VA MAI IN GALERA

«In Romania si ha l’immagine dell’Italia come di un Paese dove si può infrangere impunemente la legge, senza finire in galera, senza pagare in alcun modo. Da noi non è così. Ecco perché tanti delinquenti vengono qui».
Signor Dumitru Ilinca, lei è responsabile per la comunità romena del Partito immigrati, ci spiega come si è formata quest’immagine?
«Nel mondo criminale c’è un passaparola e il vostro Paese viene considerato quello dove tutto è permesso. Si sa che, anche se la polizia ti prende, poi in un modo o nell’altra riesci a uscire dal carcere. Pure l’indulto ha dato un messaggio sbagliato ai delinquenti. Come dire: “Venite, venite, tanto la farete franca”».
Invece, in Romania, è tutto diverso?
«Certo. La legge viene rispettata. Se qualcuno la calpesta i poliziotti lo mettono in galera e non c’è nessun giudice che ha fretta di farlo uscire. Così, si ha paura di sbagliare. Qui da voi, questa paura non c’è».
Insomma, le nostre leggi non sono abbastanza severe e non c’è certezza della pena. Ma adesso c’è il nuovo decreto sulle espulsioni.
«Non basta, l’importante è punire chi sbaglia. Nella vostra classe politica c’è un buonismo, un permissivismo esagerati. Vedo questo signore, il segretario del Pd, che si lamenta come un bambino debole. Ma come? Non è nella maggioranza nel governo e nel Parlamento? Perché questa maggioranza di centrosinistra non fa una legge diversa, perché non fa il suo dovere?».
Veltroni accusa il governo romeno di favorire l’esodo di migliaia di delinquenti. E chiede all’Europa di intervenire.
«Sbaglia. Sposta le responsabilità. La verità è che in altri Paesi, come la Germania, l’Austria, l’Ungheria, i delinquenti romeni non ci vanno perché sanno che lì ci sono pene severe. Se qualcuno tra di loro chiede: “Dove conviene andare?”, tanti gli rispondono: “In Italia, là si può rubare”».



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Freddy
Inviato il: 4/11/2007 22:35
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Da: Latina
Messaggi: 2542
Re: Rumeni il capro espiatorio ?
gianni73 ha scritto:

Caro Freddy,

non so da dove trai le tue informazioni e/o sensazioni ma permettimi di dissentire sul tuo convincimento relativo alla circostanza per cui la questione sicurezza sia affrontata in modo dicotomico per cui o si è di uno schieramento o si è dell'altro (il che sarebbe gravemente irresponsabile).

Non ho sentito nessun politico nazionale dire che interventi urgenti del governo (il che lascia intravedere lo spazio per i decreti ministeriali, immediatamente esecutivi e decisamente più rapidi di una legge che seguirebbe un probabilissimo lungo iter parlamentare) siano inutili, anzi, tutt'altro.

Vorrei chiarire questo aspetto.

Non sono stato io ad affermare che la sicurezza è un problema unico che però viene affrontato con proposte e soluzioni diverse a seconda degli schieramenti. Quanto espresso, l'ho sentito dire in un intervista radiofonica da un autorevole esponente politico. Non ti so però dire ne chi fosse, ne chi rappresentasse.

In ogni caso, credo che questa sia una convinzione di molti ed io ho voluto solamente mettere in evidenza che a mio parere non è così. Ritengo infatti che anche le soluzioni al problema (e non solo sulle questioni urgenti ma sulla sicurenza in generale) sono nella sostanza molto simili. Tale condizione però, nel pratico, non ha mai portato a dei veri punti d'incontro e ciò è dimostrato dal fatto che soluzioni quali il decreto legge appena approvato, è stato partorito solo dopo il solito tragico evento.

Ne deduco che, anche in questo caso, si ha l'impressione che gli schieramenti tendono a non trovare delle risposte univoche, non perchè non siano veramente d'accordo, ma perchè ognuno non vuole che l''altro faccia una "bella figura".

Sono troppo maligno ?...forse .

Freddy



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Anonimo
Inviato il: 4/11/2007 22:57
Re: Rumeni il capro espiatorio ?

Scusa Freddy, ulteriore precisazione:

io non ho mai detto che tu fossi l'autore del pensiero (che chiaramente risultava riportato ... avendolo appreso alla radio) né che fossi d'accordo con esso in assoluto.

Io ho detto che non sono d'accordo sul fatto che i due schieramenti politici, di destra e di sinistra, vengono ritenuti incapaci di accordarsi su un argomento così delicato!



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Freddy
Inviato il: 5/11/2007 19:09
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Re: Rumeni il capro espiatorio ?

Ovviamente ognuno è libero di pensare ciò che vuole ma la domanda che mi pongo (e che ti pongo) allora è la seguente:

se su questo tema ci fosse stato sempre accordo perchè non si sono messi d'accordo prima ?

Con tutto il rispetto per la povera Signora, si doveva aspettare il solito morto di turno  ?

Io credo invece che il disaccordo esiste ma è un disaccordo motivato solo da questioni di poltrone, non da questioni concrete e/o differenze di soluzioni alternative.

Che poi in questo caso, di fronte ad una questione di grande impatto emotivo, non hanno potuto far finta di litigare (e in questa ultima frase c'è tutto il senso di ciò che vorrei trasmettere) nulla cambia nella sostanza.

Comunque non resta che auguraci che a qualche politico  sia rimasto un barlume di dignità e che la usi per trovare soluzioni concrete e durature (praticate quindi anche nei momenti in cui l'adrenalina è su livelli normali) affinche anche in Italia si possa parlare di Giustizia con la G maiuscola.

Mi spiace dirlo, ma non sono molto ottimista, .

Freddy



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Freddy
Inviato il: 6/11/2007 0:12
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Re: Rumeni il capro espiatorio ?

Questa volta mi rispondo da solo e lo faccio alla 1 di notte perchè ho appena finito di ascoltare l'intervista di Bruno Vespa a Fini e Fassino, su Rai 1, sulla questione sicurezza.

In effetti devo dire che i due politici da una parte hanno confermato quanto avevo appena affermato nel precedente post, dall'altra mi hanno smentito.

Hanno confermato che tra destra e sinistra non c'è una sostanziale differenza nei punti di vista nei due schieramenti ( salvo quelle dei partiti appartenentii ad ali più estreme) e ciò a conferma del fatto che se fino ad oggi non si sono messi d'accordo le motivazioni vanno ceracate altrove, come nella difficoltà nel prendere atto che l'avversario politico può avere ragione, legata a sua volta all'impossibilità di "cedere punti" all'elettorato (concetto che può apparire banale, ma non credo lo sia lo sia affatto) .

Mi hanno invece smentito sulla questione del pessimismo, in quanto finalmente ho ascoltato un dibattito politico tra uomini intelligenti che hanno saputo sviluppare l'argomento, senza lasciarsi andare (tranne in qualche raro momento) al solito teatrino del politica.

Questa sera ho capito ed appreso molte cose di cui non ero a conoscenza, grazie alla chiarezza con la quale entrambe gli esponenti politici hanno affrontato la questione.

Rimane solo il rammarico di dover sottolineare che si continua a dibattere sulla questione Rumeni o più in generale "Immigrati", legando unicamente questa alla questione sicurezza, senza allargarla alla delinquenza autoctona, che nasce e trova origine proprio in quello che definirei il "centro germinativo" della criminalità, e cioè la cosiddetta microcriminalità, quali ad esempio il vandalismo, fenomeno che in Italia (ed anche a Latina) sta assumendo contorni altrettanto esasperanti.

Freddy 



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Anonimo
Inviato il: 6/11/2007 12:17
Re: Rumeni il capro espiatorio ?

Certo adesso c'è clamore sulla vicenda bisognerà vedere cosa effettivamente accadrà quando si spegneranno i riflettori e l'ondata di emozione popolare si plachera'. Stanotte parlavano due persone serie e responsabili il quale uno (Fini) ammetteva che forse qualcosa in più poteva fare sulla moratoria perchè era lui il ministro degli esteri il problema dei due schieramenti sono gli estremi l'estrema destra e l'estrema sinistra che comunque condizionano le scelte.

Io guarderei anche da noi non è che stiamo messi molto bene c'è chi si è integrato tanto bene da prendere il controllo di alcuni settori della malavita ma molti sono qui lavorano badano agli anziani, puliscono, lavorano nei campi, costruiscono fanno anche lavori umili che noi non facciamo più alla faccia della disoccupazione.

Ma TUTTI nella campagna elettorale passata hanno rappresentato VOTI ed ora?............



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