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Autore Discussione
massimo74
Inviato il: 7/7/2009 20:28
Registrato: 21/1/2007
Da: Latina
Messaggi: 509
tra Stato e Chiesa...

Sempre più spesso la Chiesa interviene nelle questioni politiche e ogni volta si fa un gran parlare delle interferenze tra le due istituzioni.

Premesso che il diritto di esprimere la propria opinione è sancito costituzionalmente ed è bene che non si neghi mai a nessuno, ci sono alcune cose che non si può fare a meno di notare.

Sui delicati temi politici la Chiesa si pronuncia sempre molto apertamente e senza peli sulla lingua tramite le sue molteplici diramazioni, i vari consigli pontifici, ma poi, allorché la situazione comincia a diventare tesa e le contestazioni di ingerenza nella sfera politica a crescere, ecco che interviene il Vaticano sostenendo di non aver affatto parlato e che trattasi solo di opinione personale di un singolo monsignor prelato.

In pratica sarebbe un po’ come se Frattini in assenza di Berlusconi parlasse e agisse per semplice opinione personale. Se poi si trattano i vari segretari monsignori delle varie strutture ecclesiali alla stregua di sconsiderati opinionisti, che credibilità potremo attribuire all’intera istituzione?

Per la struttura ecclesiale, ancora così fortemente di tipo piramidale, non dovrebbe essere nemmeno troppo difficile – qualora lo si volesse – disporre una regola comportamentale unica per tali frequenti interventi.

In caso contrario si ha come la sensazione di una strategia che permetta di intervenire in ogni campo scaricando nel contempo la responsabilità della propria intromissione. Un po’ come lanciare un sasso per poi nascondere la mano.

 

Allora non sarebbe male poter fare capire al popolo di credenti e non, quando la Chiesa universale interviene veramente e quando invece no, e che rilevanza poter attribuire a questi consigli pontifici ogni qualvolta intervengono su questioni di interesse nazionale e mondiale. Così invece si capisce poco o nulla.

 

La disputa tra potere temporale e spirituale, per fortuna solo in via teorica, non può dirsi ancora del tutto conclusa, almeno per le aspirazioni clericali. Infatti in ambiti ecclesiali non sono pochi quelli che continuano a sostenere serenamente che per governare uno stato sia necessaria la fede perché il peccato sta sempre in agguato e l’uomo ha bisogno di una continua purificazione.

A questo proposito basterebbe invece ricordare a costoro che la storia è disseminata di periodi in cui al governo ci furono potentissimi papi, uomini di fede per eccellenza, e oggettivamente non pare abbiano fatto proprio una bella figura.

 

Massimo de Simone



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Anonimo
Inviato il: 8/7/2009 9:29
Re: tra Stato e Chiesa...

Capisco il ragionamento di Massimo ma, forse perché io sono convinta che non esista una disputa fra il potere temporale e quello cosiddetto spirituale, per il semplice fatto  che ritengo che ci sia una grande differenza fra la spiritualità e la religione: la prima è la ricerca del sovrannaturale,  la seconda  una forma di controllo - dal latino religo = lego, certamente scaturita dalla prima, ma in maniera strumentale per  contenere/controllare  il popolo con una serie di regole morali/sociali che, senza il timore del sovrannaturale, sarebbe stato difficile imporre…Con questa premessa  considero le “esternazioni” del Vaticano, o dei suoi singoli rappresentanti, sulle vicende della “politica” nazionale, come contrapposizione di due diverse forme di uno stesso potere, che può assumere le vesti di temporale o religioso (non spirituale…): quello di suggestionare la gente per conquistarne il consenso e continuare a controllarla! E che sia una contrapposizione (o un confronto fatto di "segnali"..) fra due facce dello stesso potere, è in qualche modo dimostrato dalla grande influenza che, storicamente, nel nostro paese, il Vaticano, tramite i suoi rappresentanti, ha sull’elettorato al momento opportuno! Quanto all’apparente “contraddizione” che minerebbe la credibilità dell’istituzione religiosa, io penso che rientri nello stile “cerchiobottista” tanto in voga in questo particolare momento storico, che consente, a chiunque, di  trarre vantaggio da qualsiasi circostanza dovesse presentarsi. E questo è possibile perché, in genere, la gran parte delle persone, non si pone il problema della credibilità, facendo una valutazione attenta di ciò che dicono i vari “potenti”, con la tonaca o senza, ma, tra le affermazioni di chi ha  eletto acriticamente proprio riferimento o rappresentante…“sceglie” quello che vuole sentirsi dire accantonando le palesi contraddizioni!….E qui occorrerebbe  un’ analisi sul perché……



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Freddy
Inviato il: 8/7/2009 13:39
Direttore
Registrato: 25/7/2005
Da: Latina
Messaggi: 2542
Re: tra Stato e Chiesa...

Massimo e Antonella, quante verità nelle vostre poche righe, eppure alla massa, al popolo, alla maggioranza, alla maggior parte della gente, il quesito neanche si pone, o meglio, non rappresenta una questione alla quale prestare attenzione.

La mia posizione sul tema a qualcuno è già nota ma poichè ritengo molto interessante lo spunto di Massimo e la replica di Antonella, vorrei ribadire alcuni concetti secondo il mio personalissimo e modestissimo parere:

partendo dalla stessa affermazione di Antonella "la religione può contenere/controllare  il popolo con una serie di regole morali/sociali che, senza il timore del sovrannaturale, sarebbe stato difficile imporre", mi viene facile ricondurre ogni questione al grande potere esercitabile dalla Chiesa nei confronti del cumune mortale, dal quale derivano probabilmente tutte le possibilità di fare e disfare (come afferma Massimo) senza creare troppo malcontento.

A confronto la politica ed i suoi rappresentanti sono molto più vincolati al rispetto delle decisioni provenienti dai rispettivi vertici. Pochi perdonerebbero uscite che potrebbero mettere a rischio la credibilità ed il consenso dei diretti superiori. Nella religione, invece, qualsiasi rappresentante parla a nome di un superiore "più superiore" di tutti, quindi non necessariamente soggetto a controlli verticistici.

Da qui probabilmente nasce la "libertà" di intromettersi in ogni questione senza troppi timori, senza aver prima condiviso le proprie affermazioni. Lo testimonia il fatto che ogni schieramento politico, presente e passato, ha in qualche modo beneficiato o è stato penalizzato dalle esternazioni di un qualche rappresentante religioso, spontanee o spintanee che fossero.

Freddy



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