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Autore Discussione
davide
Inviato il: 9/1/2009 21:26
Registrato: 18/10/2007
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Messaggi: 1670
Non si capisce perchè se lo stabilimento è così efficiente, produttivo ed altamente qualitativo, la Pfizer decida di privarsene, negli stessi giorni in cui si sparge la voce che voglia acquisire un grosso concorrente...

Ed inoltre fatemi capire, fino ad oggi, in 50 anni di attività a Latina, ancora non aveva la certificazione FDA per esportare in USA??

Eppoi la società tedesca è piccolissima, fattura 100 milioni, al pari del fatturato del sito di Borgo San Michele attuale...

Dove troveranno i soldi per investire sullo stabilimento, con la crisi e con le banche che non danno credito?

DAVIDE

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Freddy
Inviato il: 10/1/2009 19:16
Direttore
Registrato: 25/7/2005
Da: Latina
Messaggi: 2542

Davide, per quanto ne so, non credo che la Pfizer abbia chiuso per questioni legate al sito produttivo di S. Michele, piuttosto la scelta è ricaduta su questo sito, in quanto si trova in Italia, e a differenza di altri siti produttivi europei o americani, è uno di quelli la cui produttività (intesa come differenza tra costi e ricavi) era probabilmente tra le più basse.

Pfizer mondiale inoltre paga, probabilmente, scelte legate a molecole sbagliate nel momento sbagliato. Ti ricordo infatti che l'avvento dei farmaci generici (farmaci cioè con lo stesso principio attivo riproducibili una volta scaduto il brevetto da qualsiasi azienda) ha colpito prevalentemente le aziende farmaceutiche che producevano e commercializzavano soprattutto farmaci di sintesi che a differenza dei farmaci prodotti con l'ingegneria genetica (biologici) sono, una volta scaduto il brevetto, facilmente riproducibili da quasiasi azienda, anche di basso livello.

La concorrenza di questi farmaci in tutta Europa e in tutto il mondo ha provocato per le aziende farmaceutiche in generale grandi perdite economiche, legate probabilmente alla gestione non corretta delle risorse, e nei paesi (come l'Italia) dove il prezzo ed il mercato era molto gonfiato dal sistema, molti farmaci, spesso non così necessari, dispensati gratuitamente anche quando non afferibili a potologie molto serie (vedi le cattive abitudine degli Italiani ad accaparrarsi ogni genere di medicina anche quando non strettamente necessaria.......tanto so gratis) tale caduta di fatturato ha raggiunto liveli drammatici. Di colpo, un mercato tra i più fiorenti del mondo è diventato uno di quelli più in crisi.

Pfizer quindi paga le scelte sbagliate di casa madre, così come è stato per tante altre aziende che hanno fatto gli stessi errori, mentre quelle che hanno investito in ricerca ed hanno puntato su innovazione e tecnologie,  risultano, guarda caso, essere le meno colpite.

Naturalmente in tutto questo, non c'entrano nulla le centinaia di persone che lavoravano nel sito produttivo di San Michele (nel quale so lavorare molti ottimi professionisti) alle quali va tutta la mia soliarietà e la mia comprensione per il difficile momento che spero sia passato con la nuova acquisizione.

Colgo quindi l'occasione per fare Tanti Auguri a tutti questi dipendenti per un futuro più sereno e ricco i soddisfazioni.

Freddy

 



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davide
Inviato il: 10/1/2009 21:39
Registrato: 18/10/2007
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Freddy, la cosa che mi lascia perplesso è come mai Pfizer, che in Italia ha anche altri stabilimenti come Ascoli e pochi anni fà anche Nerviano (MI), abbia deciso di vendere il sito di S.Michele, quello su cui ha investito per 50 anni, sede legale della multinazionale e tra l'altro situato nel 2 polo chimico-farmaceutico nazionale, dove vi sono tra l'altro professionalità in questo settore..

Perchè salvare ad esempio Ascoli??

E' fin troppo evidente che Pfizer non crede più nel nostro territorio, nelle nostre risorse umane e nelle nostre istituzioni...
E' un brutto segnale per tutte le altre multinazionali presenti...

Una domanda: quale erano le 2 aziende francesi e quella italiana in lizza per comprare lo stabilimento? Siamo sicuri che i tedeschi siano la scelta migliore?

DAVIDE

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davide
Inviato il: 10/1/2009 21:55
Registrato: 18/10/2007
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Messaggi: 1670
Infatti, nonostante fosse lo stabilimento più grande in Italia, hanno deciso di venderlo... Punto debole, forse, il fatto che non esportava in USA, dunque non aveva le certificazioni FDA, a differenza di quello di Ascoli che tra l'altro produce anche in esclusiva mondiale un farmaco (il Sutent).

http://www.pfizer.it/cont/pfizer-italia-contenuti/0805/0700/latina.asp

Stabilimento di Latina
Lo storico stabilimento di Latina (località Borgo San Michele), fondato nel 1957, è stato il primo polo produttivo di Pfizer in Italia.

Situato nell'agro pontino, a 70 km a sud di Roma, lo stabilimento occupa una proprietà di 357.538 metri quadri e si occupa prevalentemente di produzione di farmaci per uso umano e veterinario per il nostro Paese e per l'Europa (antibiotici, antidepressivi, antielmintici, antimicotici e antinfiammatori).

Le principali forme farmaceutiche sono: sterili, non sterili, compresse, capsule, POS, sachet, intramammari e iniettabili, per un totale di 874 presentazioni distribuite in 82 mercatidi tutto il mondo.

Gli ampi spazi, destinati ai reparti produttivi e ai servizi, consentono il più rigoroso rispetto delle norme di buona fabbricazione e la movimentazione delle materie prime e dei prodotti finiti secondo criteri di massima razionalità.

Fiore all'occhiello di questo stabilimento è il grande magazzino completamente automatico, con 15,000 posti pall-ets automatizzati.

http://www.pfizer.it/cont/pfizer-italia-contenuti/0805/0702/ascoli-piceno.asp

Stabilimento di Ascoli Piceno
Lo stabilimento è situato nella zona industriale del comune di Ascoli Piceno, nella regione Marche, da cui dista 6 km. Ascoli Piceno è collegata con le autostrade Milano-Bari e Pescara-Roma, dista 80 km dall'aeroporto di Pescara e 125 km da quello di Falconara.

Pur risalendo al 1972, il complesso produttivo è uno dei più avanzati dal punto di vista delle tecnologie e sul piano dell'architettura industriale. Negli anni, infatti, sono stati effettuati importanti interventi di ammodernamento degli impianti, di introduzione di nuove tecnologie e di estensione dei servizi.

Lo stabilimento occupa una superficie totale di 164.000 metri quadri, di cui 24.000 coperti da impianti, magazzini e altre strutture e 140.000 mq di terreno: una superficie, questa, le cui dimensioni, oltre a dare ampio respiro alle strutture esistenti, consentono di pianificare ampliamenti futuri in funzione degli obiettivi e delle strategie aziendali.

Gli ampi spazi, destinati ai reparti produttivi e ai servizi, consentono il più rigoroso rispetto delle norme di buona fabbricazione e la movimentazione delle materie prime e dei prodotti finiti secondo criteri di massima razionalità.

Lo stabilimento ha una capacità produttiva stimata in circa 90 milioni di confezioni all'anno con tre turni di produzione.

Possiede, oltre a un magazzino interamente automatico con 13.000 posti pall-ets automatizzati, tecnologie che consentono i più elevati livelli di automazione e il massimo controllo nella movimentazione dei principi attivi che non vengono mai in contatto con gli operatori addetti alla produzione.

Il sistema di condizionamento offre ampia assicurazione verso la contaminazione crociata: l'aria non è in alcun caso riciclata ed è trattata con filtri assoluti, sia in entrata sia in uscita.

Le principali forme farmaceutiche allestite sono: granulati, compresse semplici e rivestite, capsule rigide, per un totale di 1300 presentazioni distribuite in più di 100 mercati.

Oltre il 60% della produzione è destinato ai mercati esteri e pertanto le procedure e i processi sono allineati agli standard più rigorosi imposti dalle normative internazionali e in particolare dalla FDA statunitense.

Lo stabilimento di Ascoli Piceno è attualmente l'unica unità a produrre a livello mondiale un farmaco, il Sutent (sunitinib maleato) per la cura dei tumori del tratto gastrointestinale e del carcinoma renale metastatico.



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Anonimo
Inviato il: 12/1/2009 7:53
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davide
Inviato il: 15/2/2009 20:18
Registrato: 18/10/2007
Da:
Messaggi: 1670
CHIUDE ANCHE  LA MARCONI

Lo stabilimento di Latina della Marconi-Ericcson chiuderà, lasciando a casa 80 operai. E' quando ha comunicato la casa madre Ericsson, che qualche anno fà comprò la ex Marconi.
Ed i politici non fanno niente, tutti in religioso silenzio!

DAVIDE

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