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Autore Discussione
Anonimo
Inviato il: 28/7/2008 7:43
Comunicare come condivisione e massimoe sempio di democrazia
Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il CALABRONE non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo, in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.” I.  Sikorsky. Da semplice utente del portale e da fruitore di lui, nel senso di persona che scrive ed esprime le proprie idee, ho notato più volte che chi poi va ad interloquire o contesta il modo di esprimersi oppure non comprende ciò che l’altro ha voluto rappresentare o anche riprendendo il vecchio motto “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” stravolge completamente il testo ed il pensiero di un ragionamento prendendo solo pezzi o parte di esso. Questo mi ha portato a rivedere alcuni testi di una mia vecchia e nello stesso tempo nuova passione la comunicazione. Perché ho riportato l’esempio del calabrone, il calabrone rappresenta ciò che le leggi fisiche non permetterebbero secondo i parametri sul volo, infatti, secondo queste leggi esso non potrebbe volare, ma non lo sa e quindi continua a volare. Magari si può pensare ma cosa c’entra, io direi che c’entra molto perché ad esempio chi scrive ed è convinto di ciò che sta comunicando riesce a far “volare” queste sue idee e convinzioni anche se non rientrano nei parametri codificati e nello stesso tempo farsi capire perché “Comunicare” significa inviare, trasmettere, trasferire, far conoscere, notificare, far vedere, far sentire, illustrare, partecipare, condividere con gli altri ciò che è nostro intendimento. Comunicare quindi significa sapersi esprimere e sapersi esprimere significa farsi capire. E quindi occorre conoscere il destinatario saper suscitare interesse e mantenere desta la sua attenzione con continui nuovi stimoli, usare appropriati veicoli di trasmissione; informare in modo esauriente, ascoltare e valutare le reazioni dell’ascoltatore. migliorare, se necessario, il contenuto dell’informazione trasmessa, usando diversi mezzi efficaci, di comunicazione. riascoltare e valutare di nuovo le reazioni del destinatario. E qui rubo un pensiero di Baol “Farsi capire significa non avere niente da nascondere, nessun secondo fine... mettere a parte, rendere partecipi, condividere come massimo esempio di democrazia” insomma il principio più importante nel campo delle relazioni interpersonali è: “Prima cerca di capire… poi di farti capire”: Perché mi sono dilungato in questo discorso, il motivo è semplice, cercare di capire perché si usa a volte la parola scritta in questo portale non per dialogare ed interloquire non per farsi capire ed utilizzare una comunicazione “one to many”  (uno verso molti) la semplice informazione delle proprie attività e del proprio modo di essere e di pensare senza accettare nessuna voce contraria, ma utilizzando questo mezzo per deviare, confondere e qualche vanificare quello che a volte è l’idea originaria che ha dato vita alla diffusione di una notizia o di un pensiero o di un evento. Mi piacerebbe conoscere il vostro pensiero su questo argomento

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Baol
Inviato il: 29/7/2008 12:48
Staff
Registrato: 14/12/2005
Da: Q4
Messaggi: 1069
Re: Comunicare come condivisione e massimoe sempio di democrazia

Il problema comunicazione è una spina nel fianco del nostro tempo. Il Portale, con il microcosmo che rappresenta, non può che essere un aspetto di un problema di proporzioni molto più vaste… nel Portale possono presentarsi piccoli casi di comunicazione artefatta, o di incomunicabilità, sufficienti però per rappresentare un aspetto di quello che roccia vuole portare all’attenzione con il suo intervento.            Il punto è che la comunicazione dovrebbe viaggiare di pari passo con la conoscenza, come la logica suggerirebbe; con ciò mi riferisco al solito buon senso che trae fondamento dalla genuina saggezza popolare… . Io comunico per mettere a conoscenza di un fatto… per condividere, per rendere partecipi… in ogni caso per fornire tutti gli elementi a mia disposizione utili ad improntare un dibattito che possa essere costruttivo, ponendomi alla pari con il mio interlocutore. Altrettanto mi aspetto che faccia quest'ultimo, è ovvio. Un esempio di democrazia partecipativa, ritengo. Invece capita che la comunicazione viaggi su un binario opposto alla conoscenza, che  si tenti più volte di comunicare in modo tale da nascondere i fatti, da stravolgerli, da influenzare la conoscenza veicolandovi degli elementi disturbatori, i quali poi influiscano sulle opinioni delle persone.  Questo accade se si hanno altri fini, per es. quello di confondere… e si potrebbero citare un’infinità di casi, a partire proprio dai mezzi di comunicazione, stampa televisioni ecc. dove questa pratica viene costantemente applicata e, devo ammetterlo, con successo, Le opinioni superano i fatti, i fatti che dovrebbero essere il fondamento delle opinioni, diventano invisibili, e si fanno largo spiegamenti di energie, valanghe di parole scelte ad effetto, proprio per far dimenticare che si reggono sul niente, e che mancano proprio quei fatti di supporto sui quali poter iniziare una fruttuosa e valida costruzione di uno scambio di opinioni…  Chissà perché ogni volta mi torna in mente l’Azzeccagarbugli manzoniano e i latinorum che confondevano Renzo, povero diavolo…  

Se il calabrone vola lo stesso, è un fatto che non conoscevo, ho poca dimestichezza con gli insetti… resta il fatto che le chiacchiere volano molto veloci, volano anche se non dovrebbero o potrebbero, e la confusione va di pari passo… della conoscenza  forse non sappiamo più cosa farcene. O quasi?



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Enrico
Inviato il: 30/7/2008 13:24
Webmaster
Registrato: 26/11/2005
Da: Latina
Messaggi: 632
Re: Comunicare come condivisione e massimoe sempio di democrazia

Secondo me il problema è nell'abitudine che si ha di viaggiare su internet.

La Rete è un mezzo straordinariamente ampio e veloce, capace di mettere in comunicazione tante persone in un tempo quasi nullo. Il portale sfrutta questo sistema per creare una "piazza virtuale" dove tutti si possono esprimere liberamente.

Il problema è che una piazza "virtuale" è diversa da una piazza "reale". A volte il fatto di non parlare direttamente con una persona trae in inganno chi scrive o chi legge. La comunicazione non è fatta solo di parole: una frase semplice e generica può assumere diversi significati se detta con toni di voce diversi, o con espressioni del corpo diverse. E quindi si vengono a trovare varie situazioni come i fraintendimenti, come le discussioni su motivi futili, su argomenti "di contorno". Bisogna solo abituarsi a leggere le discussioni senza attribuire alle parole il peso ed il valore che noi vogliamo.

Inoltre, ritorno a ribadire, rispettare la Netiquette e le regole dell'ortografia e della grammatica italiana (punti, virgole, paragrafi, verbi corretti, ecc.) è un invito alla lettura e ad una migliore comprensione.

Alcune volte si scrive di fretta, si butta giù un testo così come capita. Invece andrebbe riletto, cercati errori, corretto nella forma grafica (intendo formattazione tipo grassetto, ecc.), chiarire le ambiguità ed infine riletto pensando a cosa gli altri utenti possano (non) capire.

Poi ovvio, ci sarà sempre qualcuno pronto a buttare nel fango qualsiasi cosa, cercando argomentazioni futili e polemizzando a non finire. L'importante è, come si dice su Usenet, "don't feel the troll".

Enrico




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Cento volte al giorno mi capita di pensare che la mia vita, quella interiore e quella pubblica, dipende dal lavoro di altre persone, vive e scomparse e mi dico che devo impegnarmi a restituire quanto ho ricevuto e ancora ricevo.
Albert Einstein

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