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Banzai
Inviato il: 15/5/2008 8:09
Registrato: 6/11/2006
Da:
Messaggi: 164
Re: Quando lo stomaco ribolle!

Cari amici,

in questi casi corriamo il rischio di etichettare ingiustamente un'intera categoria. 

Siccome, ho avuto la possibilità di analizzare a fondo i dati in questione, preferisco parlare sui numeri e non di supposizioni.

Allora:

Sul nostro territorio ci sono molte imprese che lavorano per l'edilizia (settore molto produttivo in questi ultimi anni), prendiamone una per esempio.

Si tratta di una S.A.S. si proprietà di due fratelli.

Il loro volume d'affari della società è di euro: 1.261.869

Il reddito imputato ai soci è di euro:15.329

 

Poi ci sono le dichiarazioni dei redditi dei due fratelli, di cui uno ha dichiarato un volume d'affari di 90.495 euro, con reddito imponibile di 8.653 euro ed ha pagato un imposta di "94" euro

L'altro ha dichiarato un volume d'affari di 98.242 euro, dichiarando un imponibile di 1.021 euro e pagando un'imposta netta equivalente a "0".

 

Io nello stesso periodo (premetto che sono un libero professionista con tre figli a carico), ho avuto un volume d'affari di 37.337 euro, con un reddito imponibile di 27.237 euro, pagando 5.803 euro di tasse. Pagando quindi il 25% sull'imponibile.

 

Quello che dice Massimo è giusto, cioè, finché la legge me lo permette e se trovo un bravo commercialista che la sa interpretare bene, il gioco è fatto.

Ma poi come dice Salvatore, subentra un meccanismo per cui si vengono a creare delle ingiustizie che si vanno a ripercuotere su chi le tasse le ha sempre pagate.

Ricordate la questione dei condoni?

C'è stato il cittadino onesto che ha sempre pagato tutto (per intero)

Il disonesto, invece, che non solo non ha mai pagato, ma quando lo stato glia chiesto di mettersi in regola gli ha fatto sborsare l'8% del dovuto.

Una volta pagato i due cittadini sono entrambi in regola con lo stato. Ma la differenza?????

Questa è la legge, che agevola chi non la rispetta e pretende da chi fa i salti mortali per rispettarla.

Un abbraccio

 

Bruno 

 



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Anonimo
Inviato il: 15/5/2008 8:55
Re: Quando lo stomaco ribolle!

La soluzione sarebbe sempre quella di permettere in sede di dichiarazione dei redditi di scaricare tutto, naturalmente non gli scontrini della cancelleria di dove si è dipendenti, e questo varrebbe per tutti imprenditori, autonomi, dipendenti, così per ogni cosa ci faremo fare lo scontrino fiscale o la ricevuta fiscale non si mercanteggerebbe l'emissione di fatture per le prestazioni richieste ai privati e sicuramente si potrebbero avere redditi in generale più reali.

Ma questo provocherebbe al momento un calo del gettito fiscale perchè chi ne usufruirebbero sono soprattutto le persone che dichiarano tutto e sul cui gettito costante lo Stato fa conto un interessante confronto si può fare per le piccole aziende con il sistema francese

Il regime fiscale francese di riduzione dell'imposta sul patrimonio, e introdotto per agevolare gli investimenti nelle Pmi, favorisce l'attività delle piccole e medie imprese incoraggiando gli investitori a fornire capitale di investimento.

Inoltre la riduzione dell’Isf, subordinata a investimenti nelle piccole e medie imprese, crea condizioni vicine al mercato offrendo una varietà di investimenti che garantiscono il vantaggio fiscale. Sono due delle conclusioni a cui è giunta la Commissione europea che nei giorni scorsi ha approvato il dispositivo che si inserisce in una dinamica di sostegno all’attività delle Pmi.

Il regime fiscale prevede una riduzione di imposta limitata a 50mila euro all'anno per investimenti effettuati, direttamente o indirettamente, nelle Pmi e dovrebbe comportare, secondo stime prudenziali, investimenti nuovi nelle Pmi pari a 635 milioni di euro.

L’Isf è un’imposta progressiva per scaglioni sul patrimonio applicata a quei contribuenti che possiedono beni per un valore netto tassabile superiore a 760mila euro (l’aliquota varia da un minimo di 0,55 ad un massimo dell’ 1,80 per cento).

L’aliquota marginale si applica sulla parte che supera i 15.810.000 euro. I residenti in Francia sono soggetti all'Isf sui beni in loro possesso, qualunque sia il Paese in cui sono ubicati mentre i non residenti sono soggetti all'Isf soltanto sui beni di proprietà situati in Francia.

 e per chi ha tempo e voglia di leggere

modelli fiscali a confronto

http://www.enteluigieinaudi.it/pdf/Pubblicazioni/Quaderni/Q_48.pdf



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MarmaLT
Inviato il: 15/5/2008 13:15
Registrato: 12/8/2007
Da:
Messaggi: 825
Re: Quando lo stomaco ribolle!
Non voglio entrare nel merito della discussione, ma mi sarebbe piaciuto leggere l'intervento di qualche operaio o impiegato .. a reddito fisso che non può decidere, anche scegliendo il miglior commercialista al mondo, di fare un dichiarazione dei redditi diverso da quello che potrebbe fargli un commarcialista minimale. Sarebbe opportuno che fermo restando la Legge e la G.dF., ognuno facesse la dichiarazione secondo onesta e non opportunità... se poi non si creda  a questa affermazione che si discute a fare?

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Anonimo
Inviato il: 15/5/2008 13:50
Re: Quando lo stomaco ribolle!
Vi potrei raccontare di un  docente di Elettronica generale e Telecomunicazioni al quale, nel mese di novembre 2007, grazie al prelievo fiscale anticipato, sono rimasti in busta paga  solamente 430 euro circa.....

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giucap
Inviato il: 15/5/2008 15:38
Registrato: 13/1/2006
Da:
Messaggi: 827
Re: Quando lo stomaco ribolle!

Mi decido a scrivere per mettere in ordine le poche idee, ma molto confuse, che ho sull'argomento.

Premetto che sono lavoratore dipendente pendolare, impossibilitato ad avere un secondo lavoro sia per carenza di tempo sia, soprattutto, per assenza di capacità.

Pertanto pago alla fonte tutte le tasse sul reddito. Non solo, ma pago anche l'ICI (a quanto pare ancora per poco), l'acqua e le utenze varie, la tariffa per la nettezza urbana, la TV, il gasolio alla pompa (e non quello agricolo). Insomma, non ho occasioni particolari per evadere il fisco. Sono un virtuoso? Credo di no, perché non c'è riprova che mi comporterei allo stesso modo se avessi l'occasione di evadere. Virtuoso è Bruno che, da libero professionista, dichiara tutto quando magari avrebbe occasione di accettare compensi "in nero".

Il bravo commercialista onesto è quello che riesce a minimizzare il carico fiscale del suo cliente rispettando strettamente le disposizioni di legge, al limite sfruttandone le imperfezioni.

Se però si passa alle mancate fatturazioni, al "nero", alle carte false (costi gonfiati, ricavi minimizzati), allora si parla di evasione, e per me chi evade è un ladro. Purtroppo la legge non la vede più così, ma il fatto in sé rimane. E non c'è scusa che tenga, anche se naturalmente il giudizio può essere più o meno netto a seconda dei casi. Non si può equiparare il piccolo commerciante che si autoriduce il carico fiscale per riuscire ad arrivare a fine mese con l'antiquario che dichiara meno del facchino che gli sposta i mobili, per poter fare una vita da nababbo.

Tutto questo riesce ad evincersi univocamente dalla pubblicazione delle dichiarazioni come recentemente accaduto? Ho paura di no, e qui sta la debolezza del sistema usato.

Da quanto ho letto in alcuni post precedenti pare quasi che in Italia non ci sia evasione fiscale, quando invece le statistiche (fatte come?) ci danno come Paese record in Europa. Oppure, ammesso che ci sia, l'evasione riguarda tutti. E' il classico sistema del "tutti colpevoli nessun colpevole" ovvero, come usa dire a Bolzano, del buttarla in caciara.

Il problema più grave a mio avviso è il circolo vizioso che si crea tra i furbi (anche se sarebbe più corretto chiamarli delinquenti) che non pagano il dovuto, e lo Stato che mette norme sempre più astruse e moltiplica i balzelli nel tentativo di recuperare il "maltolto", con l'unico risultato di vessare i contribuenti onesti senza riuscire a beccare i beceri ma anzi spingendo una parte di quelli (ormai ex) onesti ad ingrossare le fila degli evasori ("e che so' fesso io!") causando un'altro giro di vite formale (inventiamoci l'IRAP ...) e così via. 

Quel "grande comunicatore" dell'ex Ministro Padoa Schioppa è stato sfottuto da chiunque, da destra come da sinistra, per aver affermato che "pagare le tasse è bello". Appena sentita la frase al telegiornare, prima ancora che si desse la stura alla sequela di insulti, mi è venuto spontaneo esprimere ad alta voce un "finalmente!". Si vede che non capisco proprio niente, ma per me il grado di civiltà di una comunità si misura anche dal principio, che dovrebbe essere largamente condiviso, che ciascuno contribuisce per quello che può. Certo, io ci sono costretto anche se mi pare di esserne intimamente convinto, ma per un attimo avevo dimenticato il paese dei furbi ed è stata una bella sensazione. Peccato per il brusco risveglio!

Alla fine, tenuto conto di tutto, a me l'idea di rendere facilmente disponibili le dichiarazioni dei redditi di chiunque (anche nelle forme più complete ed accurate) non convince. Ho la sensazione che venire a conoscenza delle tasse pagate dal vicino o dal concorrente potrebbe portare ad un'emulazione in negativo, piuttosto che il contrario. Per combattere il fenomeno servirebbero segnali forti e soprattutto continui. Mi sembra che lo scorso Governo avesse iniziato qualcosa che sarebbe il caso di non far cadere. Le dichiarazioni di Tremonti che non si procederà a condoni e vaccate simili mi sembra che sia un buon inizio; speriamo che alle parole seguano i fatti. Perché molto dipende dall'atmosfera che si respira e, non potendo ahinoi contare sul senso civico, non resta che sperare nella paura di venire beccati!

Giulio



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Banzai
Inviato il: 15/5/2008 15:42
Registrato: 6/11/2006
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Messaggi: 164
Re: Quando lo stomaco ribolle!

Proviamo a cambiare punto di vista.

Andando a vedere il volume d'affari delle società ed il relativo reddito da imputare ai soci, si evidenzia

in quasi tutte le grandi aziende che operano sul nostro territorio che il loro volume d'affari è molto alto

,probabilmente oberati da spese, mutui, dipendenti, investimenti vari, ecc.., il reddito da destinare ai soci

diventa di conseguenza molto basso.

Come giustamente dice Massimo, è normale che in una società, ci sono un enormità di spese (non riportate nell'elenco pubblicato)

e che sono la causa dell'abbattimento del reddito, non fa una piega. 

Quello su cui mi sono fermato a riflettere e che grandi nomi davanti ai quali ci siamo tolti tanto di cappello, proprietari di immobili

dai quali riscuotono ogni mese l'affitto, con grandi studi nelle prestigiose palazzine del centro e con natanti di discreta metratura ormeggiati al porto,

si trovano in una situazione veramente drammatica!

Come faranno a mantenere il loro tenore di vita se dalla loro società, non sono riusciti a mettersi in tasca l'ombra di un quattrino?

Ci troviamo di fatto in una città di INDEBITATI che vivono grazie ai prestiti delle banche o dei... cravattari?

Non lo so, ma lo scenario che ci troviamo davanti è veramente DRAMMATICO.

Speriamo che questa situazione non scoppi tutta insieme, altrimenti ci troveremo a fare i conti con 10,100,1000 Pettinicchio...

Bruno 



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Banzai
Inviato il: 15/5/2008 16:04
Registrato: 6/11/2006
Da:
Messaggi: 164
Re: Quando lo stomaco ribolle!

Esempio di quello che vi dicevo sopra:

XXXX Costruzioni Edili SAS, Volume d'affari euro: 4.947.000 (quasi i vecchi 10 miliardi di lire)

Reddito da imputare ai 5 soci euro:  42.138

Diviso per i 5 soci: 8.427 euro cad. (se hanno le stesse quote societarie)

Praticamente, nella società sono entrati 10 miliardi e ne sono usciti altrettanti, tranne qualche bricioletta...

Pochissimi utili, quasi niente.

Mettiamoci nei panni di questi padri di famiglia, cosa raccontano alle loro mogli e ai loro figli quando gli chiedono

qualcosa da mettere sotto i denti?????

Come fanno a comprare i vestiti e a mandare i loro figli a scuola???? 

Sono passati per le loro mani 10 miliardi e non è rimasto niente!!!

Speriamo che almeno qualche lavoretto in nero lo abbiano fatto.

 

Bruno 

 



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Banzai
Inviato il: 15/5/2008 16:20
Registrato: 6/11/2006
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Messaggi: 164
Re: Quando lo stomaco ribolle!

Caro Giulio,

ritengo la tua un'analisi profonda ed equilibrata.

Forse ognuno di noi dovrebbe cominciare ad interessarsi dove vanno a finire i soldi che ogni mese ci tolgono dallo stipendio.

(mi ci metto anch'io, anche se sono un libero professionista, ma vengo pagato su presentazione fattura e di "nero" ho solo il colore del portafoglio...)

L'idea di costituire un'associazione di "contribuenti etici" sembra che sia piaciuta a molte persone con cui ne ho parlato,

chissà se un giorno potremo far valere i nostri diritti e smetterla di subire ingiustizie fiscali.

Bruno



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il_vice
Inviato il: 16/5/2008 15:14
Registrato: 2/5/2008
Da:
Messaggi: 315
Re: Quando lo stomaco ribolle!

Leggo commenti assolutamente privi di ogni cognizione di causa. Vengono snocciolati numeri fiscali, che vengono paragonati ai propri, come se si stesse assistendo alle estrazioni del Lotto.

Prima di lanciarsi in considerazioni del tutto opinabili sui guadagni altrui, sarebbe opportuno informarsi bene:

il semplice fatto che una società di costruzioni indichi un volume d'affari pari ad €. 4.947.000 a fronte di utili distribuiti ai propri soci di soli €. 42.138 non ha alcun significato. Infatti, chi commenta in siffatta maniera omette o trascura di precisare che un'impresa di costruzioni, per sua natura, ha ingenti rimanenze (che sono i fabbricati in costruzione). Queste rimanenze si tradurranno in un futuro reddito una volta ultimate e/o vendute le unità abitative; ma, sino a quel momento, costituiscono (giustamente) un costo che incide sul risultato operativo dell'impresa.

Lasciate commentare i dati a chi di dovere oppure abbiate la grazia di dire le cose come stanno, magari raffrontando (se possibile) più anni fiscali.



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Vincenzo
Inviato il: 16/5/2008 16:30
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Registrato: 26/12/2005
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Messaggi: 3870
Re: Quando lo stomaco ribolle!

Si in effetti il volume d'affari (fatturato lordo) non rappresenta affatto l'imponibile fiscale o l'imponibile da imputare ai soci in proporzione alle quote possedute.

E' il bilancio di esercizio che determina l'utile o la perdita dell'esercizio (volume d'affari meno tutte le spese dell'esercizio). Può succedere che nonostante un volume d'affari consistente una società può chiudere l'esercizio in passivo.

Quanto alle rimanenze però ci sarebbe molto da dire in quanto, per quanto riguarda la valutazione delle stesse rimane molto difficile per il verificatore constatare l'esattezza degli importi valorizzati a fine esercizio e pertanto diventa una vera e propria "manna" che riesce a farti equilibrare i conti a proprio piacimento.

Quale metodo utilizzare per il calcolo delle rimanenze: LIFO o ??

Ci sarebbe molto da dire anche per il volume d'affari in quanto il fatturato non sempre corrisponde al ricavo di esercizio.  Può capitare che si faccia una fattura e la stessa non viene pagata e quindi l'impresa oltre a non avere il ricavo si trova anche nell' obbligo di dover versare l' iva non incassata e come dice il proverbio: cornuto e mazziato.

Per le fattura ad Enti pubblici esiste la possibilità della non esigibilità dell'Iva.

 

 

 

 

 


 




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Qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicità. Ma la felicità è qui.
Orazio Flacco

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