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davide
Inviato il: 8/12/2007 20:45
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Franco Bianchi: un magistrato scomodo

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di GIOVANNI DEL GIACCIO

«Ricordatemi come un magistrato qualunque che qualche volta ha sentito il bisogno di esternare i propri sogni». Franco Bianchi, al saluto da presidente del Tar, parte da una favola ma altro che sogni...Si capisce subito che il riferimento è a questioni reali. Né isola piena di palme né tantomeno piante malate per un addio al veleno. Ieri, al termine dell’ultima udienza presieduta nel capoluogo, ha salutato con un intervento durissimo. Non c’è il presidente della Provincia, Armando Cusani, firmatario di un esposto contro il Tar che ha sempre smentito a parole, non ci sono altri rappresentanti di via Costa. Si alza e va via prima il sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, proprio mentre il presidente ricorda le polemiche di due anni fa, quelle sul «salotto della legalità». Lo aspetta una conferenza stampa. Il discorso di Bianchi, pronunciato in una sala gremita e di fronte alle massime autorità, è pieno di parole pesanti come macigni. Parte dall’isola, dalle palme malate, dai guardiani «abituati a vivere all’ombra» e che «forse non si accorgevano della malattia». Ma «quando pensavo che era stato inferto un colpo forte alla malattia» compaiono «sugli scogli dell’isola scritte contro di me, i miei collaboratori e il mio operato, mi si taccia di narcisismo, protagonismo, plagio, corruzione.Chi è costui che viene a disturbare la quiete dell’isolaper guarire una malattia che in effetti non esiste?» E continua: «Forse sarebbe meglio che se ne andasse, dato che è diventato un po’ scomodo soprattutto per i guardiani delle palme». Il sogno - già chiarissimo - finisce, arriva la colf ucraina a svegliare Bianchi con la lettera di trasferimento a Torino, presidente del Tar Piemonte. Una promozione attesa da tempo, anche se con i fatti accaduti sembra più una rimozione. E si torna alla realtà: «La malattia ha un nome: illegalità. E’ diffusa, epidemica, prodotta da virus resistenti a qualsiasi medicina». Ecco allora che: «Occorre rinunciare al compromesso, al dominio della ragione politica, fuggire dall’ignavia dilagante, abbandonare il conformismo, usare un linguaggio semplice in luogo delle raffinate espressioni lessicali che camuffano il ben parlare con l’agire pessimo». Poi fa un passo indietro: «Non spetta al magistrato fare simili proclami, ma questo deve valere anche quando viene infangato pubblicamente da un camion di melma?» Si ferma, chiama ad alta voce Alfonso, l’autista tuttofare e chiede: «Chi ha cambiato questa parola?». Non può pronunciarla ma si capisce che ne avrebbe usata una più forte che tutti, in sala, comprendono. Poi c’è il ricordo del “salotto” del 2005: «Divenni subito scomodo, soltanto il parlare di queste cose rende un magistrato tale, figuriamoci attuarle come ho tentato di fare». E arrivano «i fattacci degli ultimi mesi» che «la storia ha archiviato». Infine il ramarico, il dono del bastone di Santiago di Compostela fatto «a uno dei più graduati guardiani laici dell’isola, chiedo pubblicamente che mi venga restituito con le debite scuse, sue personali e dell’Amministrazione che rappresenta». Il messaggio, sarà chiaro anche questo, è per Armando Cusani

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Sabato 08 Dicembre 2007 Chiudi chiudi finestra
«Vorrei salutarla anche come consigliere provinciale ma un po’ mi vergogno del sistema dell’istituzione Provincia». Domenico Guidi saluta «da parte della comunità di Bassiano» ma ricorda anche «chiediamo che venga ristabilito un rapporto di correttezza istituzionale e la cultura della legalità della quale si deve essere da esempio, soprattutto quando eletti dal popolo». Lunedì, intanto, il consiglio provinciale discuterà di «esposto  presidente Tar di Latina». Un errore evidente, considerato che l’esposto stesso - smentito da Cusani - è partito dalla Provincia.
Prima di Guidi si erano alternati in sala per i saluti l’avvocato Mario Sala del foro di Frosinone, la collega Margherita Quadrini presidente degli amministrativisti di Cassino, il presidente della Provincia di Frosinone - e avvocato - Francesco Scalia, Alfredo Zaza D’Aulisio presidente degli amministrativisti pontini e Giovanni Malinconico, presidente dell’Ordine di Latina. Plauso da tutti a Bianchi, il quale al termine del suo discorso era stato salutato da un lungo e caloroso applauso. Finita la cerimonia baci, abbracci, sincera commozione con i colleghi, gli avvocati, i rappresentanti istituzionali.
Nel pomeriggio, incontrato in Provincia, il presidente Cusani continua a non parlare della vicenda esposto e Tar. Nulla da dire sulla relazione di Bianchi? Lapidario: «Bianchi chi?»



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