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Freddy
Inviato il: 9/6/2008 18:38
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Intercettazioni telefoniche
Commenti alla notizia: Intercettazioni telefoniche
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MarmaLT
Inviato il: 10/6/2008 6:43
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Re: Intercettazioni telefoniche

Intervengo, caro Quattrola, non con una mia opinione personale, ma con un intervento di Travaglio su una richiesta di esprimere una sua opinione da parte di un cittadino... Sarà una lunga lettura ed interessante ma molto costruttiva per la discussione che hai aperto, "riforma" che ha il sapore, forse, di un nuovo indulto, ma con effetti sul futuro dei reati, insomma una sorta di 'impunibilità'... Buona lettura.
Allora, sia nel blog di Beppe un certo Daniele mi chiede della legge sulle intercettazioni che è stata annunciata da Berlusconi al convegno dei giovani industriali a Santa Margherita Ligure – mi chiede e mi domanda se potrebbe essere incostituzionale o oggetto di un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea – sia sul mio blog, voglioscendere.it, Cle e Carla C. mi chiedono anch’esse di parlare di questa legge. E allora parliamone perché è il tema del giorno e credo che rimarrà il tema della settimana e forse del mese. Siamo alla prima legge vergogna che riguarda i processi di Berlusconi e che ha qualche speranza di passare, dopo quella per ora tramontata sul patteggiamento allargato che avrebbe spostato in là i processi al Cavaliere. Intanto vediamo quello che vuole fare Berlusconi, secondo quanto lui ha annunciato di voler fare. Lui ha detto: “divieto assoluto di intercettazioni, salvo per i reati di mafia, di camorra, di ‘ndrangheta, di criminalità organizzata e di terrorismo”. Per chi le fa, cioè per i giudici che le dispongono al di fuori di questi reati – ammesso che ce ne siano ancora, ovviamente – e per gli agenti che poi le realizzano assieme ai gestori telefonici che prestano il loro supporto: cinque anni di galera. Questa la pena massima prevista. Per i giornalisti che le pubblicano, cinque anni di galera anche a loro. Si corona così il sogno del Cavaliere di arrestare tutti coloro che lo dovrebbero controllare e che lo controllano ancora, cioè magistrati e giornalisti. Invece di arrestare le persone che vengono intercettate e hanno commesso dei reati, si decide di arrestare coloro che le hanno scoperte e coloro che lo hanno fatto sapere. Che già non è male, devo dire. In più prevede, dice lui, “una forte penalizzazione economica per gli editori che pubblicano questi articoli contenenti intercettazioni”. Quindi, in teoria, dovrebbe essere condannata anche la sua famiglia, visto che i suoi giornali hanno abbondantemente pubblicato intercettazioni - sempre quelle degli altri di solito, mai le sue. L’annuncio era già scritto nel programma della Casa delle Libertà, era già stato detto in campagna elettorale. Il problema è che Berlusconi ha questa grande fortuna: viene sempre sottovalutato. Si dice: “sì, lui dice così. Poi in realtà non è vero…”. No, in realtà è vero. E infatti, ciò che sembrava impossibile, il divieto di intercettazioni per tutti i reati che non siano di mafia e terrorismo – stando a quello che lui dice, sempre che non sia stato frainteso o non parlasse a titolo personale – sarà oggetto della prossima legge in materia di giustizia. E così sono serviti tutti quegli allocchi, magistrati, associazione magistrati, partito democratico, che pensavano di poter dialogare con un soggetto del genere. Per fortuna che a mettersi di traverso contro il dialogo è sempre Berlusconi poi, alla fine. È interessante il fatto che lui annunci tutto questo proprio mentre a Napoli e dintorni lui va predicando che con lui ritorna lo Stato, arriva il pugno di ferro, arriva la tolleranza zero, arriva la certezza della pena. Arriva il castigamatti, insomma, e bisogna rigare diritto. E annuncia una legge che va esattamente in controtendenza. Non è una legge “ad personam”, nel senso che non serve solo a lui. È una legge “ad personas” nel senso che serve a tutta la classe dirigente. È un altro cunicolo enorme scavato sotto le carceri e sotto i tribunali per farci passare naturalmente le solite pantegane grandi così, ma da quello stesso cunicolo passeranno anche topolini medi e piccoli, che sono poi quelli che vanno ad accrescere l’emergenza sicurezza, la percezione di insicurezza. Ragion per cui poi bisogna ritornare indietro e fare altri pacchetti sicurezza. È un continuo. È il pendolo che una settimana dopo le norme per la sicurezza, torna indietro e si mette a salvare i colletti bianchi, ma anche, come vedremo fra un attimo, le principali categorie criminali che rendono rinomato nel mondo il nostro Paese. Facciamo degli esempi. Per l’omicidio, ad esempio, non è più possibile intercettare, se ha un senso quello che ha detto Berlusconi. Perché l’omicidio non è né mafia, né ‘ndrangheta, né camorra, o meglio, ci sono anche omicidi che non fanno parte di quelle organizzazioni. Per l’omicidio semplice - cioè io ammazzo un tizio non essendo un camorrista, un mafioso, un ‘ndranghetista e nemmeno un terrorista – non mi possono intercettare. Di solito, per scoprire chi è stato ad uccidere una persona si mettono sotto intercettazione tutti quelli che fanno parte della sua cerchia: parenti, amici, conoscenti, colleghi di lavoro per cercare qualche attinenza tra la morte di quella persona e le conoscenze che ha. Non si potrà più fare. Quindi, molti più omicidi impuniti. Okay?
Rapine in banca. Mettiamo che per fortuna una telecamera abbia ripreso di sguincio uno dei rapinatori e che gli inquirenti illuminando bene le immagini riescano a intuire chi potrebbe essere fra le loro vecchie conoscenze, spulciando tra le foto segnaletiche. Bene, per trovare la prova che è veramente lui gli mettono il telefono sotto controllo, vedono se parla di bottino. Se ne parla con altri complici, arrestano anche i complici e si riesce a sgominare la banda. Non si potrà più fare. La rapina, se non è fatta da mafiosi, camorristi o terroristi, sarà impossibile, o quasi, da punire...
Mettiamo il classico caso del sequestro di persona a scopo di estorsione. Un gruppo di sbandati sempre più spesso capita, ormai non c’è più la grande “anonima sequestri”, ci sono gruppi di sbandati che si organizzano. Sequestri lampo. Prendiamo l’imprenditore. Ci facciamo dare il riscatto. Lo liberiamo. Di solito si mette sotto controllo il telefono della famiglia, i telefoni delle famiglie amiche, in modo che quando il sequestratore telefona per chiedere il riscatto si risale telefonicamente a lui e spesso lo si acciuffa. Con questo sistema sono stati sgominati moltissimi sequestri e restituiti alle famiglie tantissimi ostaggi. Perfetto. Non si potrà più fare. A meno che il sequestro non sia opera di mafia, camorra o ‘ndrangheta, però come sappiamo fanno i soldi in maniera diversa e molto più facile.
Prendiamo il molestatore che telefona, con telefonate oscene, alla ragazza. Tipico caso: la ragazza fa denuncia, mettono il telefono sotto controllo, risalgono al molestatore e il molestatore viene preso. Non si può più fare. Perché? Perché, o il molestatore è un mafioso, un camorrista, un ‘ndranghetista o un terrorista, cosa che di solito non è, oppure niente da fare.
Mettiamo una donna picchiata e violentata magari dall’ex marito o dall’ex fidanzato, o cose di questo genere. Trova il coraggio di denunciare. Mettono sotto intercettazione il presunto aggressore per vedere se è proprio vero ciò che dice la donna. Non lo si potrà più fare.
Prendiamo la ricerca dei latitanti. Tutti quelli che sfuggono alla giustizia. Non lo so… dal mago di Vanna Marchi che scappa in Brasile, a quelli che fanno le rapina, a quelli che fanno gli omicidi, ecc. Ecco, se non sono mafiosi o terroristi, non si potrà più usare lo strumento delle intercettazioni per andare a vedere dove sono scappati e riacchiapparli.
Finora non ho citato i reati finanziari naturalmente. Ci sono ancora le estorsioni. Pensate a quanta gente denuncia l’estorsore, quello che gli va a chiedere qualcosa, che li minaccia. Se non è un mafioso, non si potrà più controllare il telefono delle persone che ricevono queste richieste estorsive. Per non parlare delle truffe. Pensate a quante intercettazioni su Vanna Marchi ci hanno aiutato a scoprire le minacce che lei e la figlia facevano a quelle povere credulone che pagavano continuamente temendo chissà quali conseguenze negative, fino alla morte. Quelle telefonate non si potranno più, non dico utilizzare, non si potranno più intercettare e quindi ovviamente avremo molti più truffatori e molti più truffati perché poi alle vittime non ci pensa nessuno.
Non ho parlato ancora dei reati finanziari che sono in realtà la vera ragione per cui non si vuole più che si utilizzi da parte della magistratura lo strumento delle intercettazioni. E questo è ovvio. Dato che i reati finanziari sono i più nascosti e i più difficili da vedere, non solo non si sa chi li ha commessi, ma non si sa nemmeno chi li abbia commessi. Mentre l’omicidio, la truffa, il furto, quelli si vedono perché c’è una vittima dichiarata che li va a denunciare. La corruzione, chi la viene a sapere? Se non parla quello che ha pagato e non parla quello che ha preso i soldi, la corruzione non si sa. E poi il falso il bilancio, chi lo può notare che un bilancio è falso? Quindi sono i reati che hanno più bisogno di intercettazioni. Bisogna scoprire anche che sono stati commessi, oltre a dover scoprire chi li ha commessi. Anche per questi, silenzio di tomba. Non sapremo mai nulla.
Naturalmente, che cosa succede? Succede che tutti quelli che li commettono potranno commetterli liberamente. Quando passerà la legge, saranno molte di più le persone che li commetteranno perché a quel punto il rischio di essere scoperti e puniti è zero e quindi noi perderemo ancora più soldi con i reati finanziari di quelli che stiamo perdendo.
Io vorrei fare solo alcuni esempi di processi dei quali non avremmo saputo nulla. Processi che non si sarebbero mai aperti, quindi tutti imputati che non sarebbero imputati se fosse passata questa legge.
Il caso, per esempio, delle scalate bancarie. C’erano dei furbetti del quartierino che, contro la legge, cercavano di appropriarsi di due banche: Banca Nazionale del Lavoro, le cooperative rosse e l’Unipol di Consorte; Antonveneta, la Banca Popolare di Lodi di Giampiero Fiorani; Rizzoli Corriere della Sera, cioè il più grosso gruppo editoriale indipendente non controllato dai partiti, che doveva finire nella mani di Ricucci il quale poi, secondo alcuni, l’avrebbe girato ai soliti amici di Berlusconi. Bene, queste tre scalate furono bloccate da Clementina Forleo e dalla procura di Milano, grazie a intercettazioni. Con questa nuova legge, niente intercettazioni, scalate a buon fine. Compreso il loro protettore massimo, cioè Antonio Fazio, che continuerebbe a essere governatore della Banca d’Italia non sospettato di niente. Sebbene, come abbiamo visto dalle telefonate, fosse colui che faceva il regista e il giocatore di queste partite, nelle quali avrebbe dovuto rimanere terzo distaccato e arbitro.
Nessuno saprebbe le cose perché nella legge si prevede anche che nessuno le pubblichi. Quindi, dato che il processo non è ancora partito, noi non sapremmo ancora praticamente nulla di Fazio. E quindi Fazio sarebbe doppiamente al suo posto, sia perché non sarebbe stato scoperto, sia perché, anche se l’avessero scoperto, nessuno avrebbe poi potuto raccontarlo.
Pensate ai riscontri che sono stati trovati sulle denunce di Stefania Ariosto sui giudici corrotti a Roma, con tutte le intercettazioni dell’enturage del giudice Squillante, dell’avvocato Pacifico, ecc.
Niente. La truffa di Milano di Poggi Longostrevi che faceva le ricette facili a spese della Regione, con i rimborsi gonfiati ecc. 150 medici condannati grazie alle intercettazioni. Niente. Non avremo più nulla di tutto questo. A Torino, l’amministratore delle Molinette arrestato grazie alle intercettazioni perché pigliava le tangenti in ufficio su ogni fornitura, Luigi Odasso, anche lui sarebbe ancora al suo posto. Pensiamo al Lazio, grazie alle intercettazioni hanno trovato i riscontri alle denunce di Lady ASL, quella che ha raccontato il grande scandalo della sanità, che poi è responsabile del grande buco della sanità del Lazio, che per fortuna si è tamponato grazie all’intervento della magistratura, non avremmo saputo quasi niente.
Pensate al caso di spionaggio. I casi di spionaggio illegale che abbiamo avuto in questi anni. Lo staff di Storace che fa spiare Alessandra Mussolini e Piero Marrazzo alla vigilia delle elezioni regionali del 2005.
Il SISMI di Pollari e Pompa, che fa i dossieraggi sui giornalisti, i magistrati, i politici ritenuti pericolosi per Berlusconi. Il SISMI che, secondo l’accusa della Procura di Milano, collabora al sequestro di un cittadino egiziano, Abu Omar, a cui noi avevamo dato ospitalità per motivi politici e poi l’abbiamo fatto rapire dalla CIA e mandare in Egitto a torturare.
Nulla si saprebbe senza le intercettazioni, nemmeno ovviamente di quel caso patetico del giornalista Farina, alias Betulla, che lavorava a depistare le indagini sul sequestro.
Pensate ai dossieraggi della Telecom. I dossieraggi della security della Telecom. Migliaia e migliaia di dossier accumulati illegalmente da Tavaroli e i suoi uomini, tutto grazie alle intercettazioni. Non sapremmo nulla.
Pensate a ministri, sottosegretari. Abbiamo il ministro Fitto, che è stato preso grazie a intercettazioni in un processo per le tangenti della famiglia Angelucci per le cliniche nella Puglia.
Abbiamo il Sottosegretario Martinat che è sotto processo a Torino per gli appalti truccati del TAV e della Olimpiade Invernale del 2006.
Pensate al ministro Matteoli che addirittura è sotto processo per le fughe di notizie per abusi edilizi all’Isola d’Elba.
Tutte persone che non sarebbero ovviamente sotto processo. Come ovviamente non sapremmo niente del ruolo avuto, secondo la procura di Genova, dal Capo della Polizia dell’epoca, Gianni de Gennaro, nei possibili depistaggi delle indagini sul G8. Come non sapremmo nulla della mega truffa sui farmaci appena scoperta da Guariniello a Torino. Come non sapremmo nulla della mega truffa sui rifiuti appena scoperta, coi 25 arresti dai magistrati di Napoli, per quanto riguarda
la Campania.
Non sapremmo nulla quello che ha fatto Mastella, la sua famiglia e il suo partito, smascherati dall’inchiesta di Santa Maria Capoa Vetere, poi passata a Milano. Non sapremmo nulla delle ruberie sui fondi pubblici in Calabria, che De Magistris ha scoperto e infatti gli sono costate una dura punizione dal Consiglio Superiore della Magistratura, mentre alcuni colleghi gli stanno smontando le indagini. Ecco, da questo punto di vista Clementina Forleo e De Magistris con una legge come questa già in vigore da qualche anno sarebbero a posto, in una botte di ferro. Perché se la legge avesse loro impedito di scoprire gli scandali di bancopoli e della Calabria, loro non avrebbero pagato le conseguenze quindi, almeno dal loro punto di vista, questa legge li avrebbe lasciati lavorare in pace, proprio perché avrebbe impedito loro di lavorare e di scoprire alcunché.
Allora, quali sono i motivi con i quali ci viene indorata la pillola. Ci viene presentata questa legge come assolutamente urgente e necessaria. Oggi si sono mossi anche insigni tromboni per dare copertura questa legge vergognosa. La prima è che bisogna tutelare la privacy. Naturalmente la privacy è già tutelata da una legge, persino eccessiva, che è la Legge sulla Privacy che però ha una clausola assolutamente ovvia. Cioè che la privacy può essere tutelata, salvo esigenze di giustizia. Quando ci sono esigenze di scoprire reati e tutelare le vittime di quei reati, la privacy viene meno. Ciascuno di noi rinuncia a un pezzo della sua privatezza per consegnare allo Stato la possibilità di difenderci quando poi viene attaccata, non la nostra privatezza, ma la nostra vita, la nostra incolumità, il nostro patrimonio, i nostri interessi. La privacy non c’entra nulla. E del resto, quando si chiede: “ma quando mai è stata violata la privacy dalle intercettazioni o dalla pubblicazione delle intercettazioni?” rispondono sempre: “la povera Anna Falchi che si è ritrovata un sms sui giornali che diceva “ti amo”. A chi? A Ricucci. Che era che cosa? Suo marito. Pensate che violazione della privacy far sapere che c’è una moglie che dice “ti amo” a suo marito. Deve essere stato un danno irreversibile. Per il resto sono tutte balle.
Dicono che ci sono troppe intercettazioni. E qui non si sa rispetto a cosa. C’è un numero ideale, un numero perfetto di intercettazioni? Quale sarebbe? Il numero delle intercettazioni dipende dal numero dei reati che si commettono. In Italia ci sono quattro regioni nelle mani della mafia? Perfetto, avremo un po’ più di intercettazioni rispetto alla Finlandia o alla Danimarca.
E poi non è vero che abbiamo troppe intercettazioni rispetto agli altri paesi, perché negli altri paesi non si sa quante siano le intercettazioni. L’unico paese di cui con certezza si sa quante intercettazioni si facciano è l’Italia. Per quale motivo? Perché in Italia le può fare soltanto la magistratura e risultano tutte, dalla prima all’ultima, con tanto di autorizzazione di un giudice terzo. Mentre all’estero le fanno i servizi segreti, le forze di polizia, senza nessun controllo. Pensate, in Inghilterra le fa perfino il servizio ambulanze. Ci sono 156 enti, compresi gli enti locali, che possono fare le intercettazioni. In America le fa la SEC, che è l’equivalente della nostra CONSOB, solo che quella funziona e che controlla appunto le attività di borsa.
Quindi in Italia non è vero che ce ne sono di più, le controlliamo tutte. Mentre all’estero ci sono, ma non incontrollate, quindi non si sa quante sono.
L’argomento che fa più presa è che costano troppo. Costano troppo, ci dicono. E allora io vi do i dati. Due anni fa, l’ultimo anno dei quali abbiamo le statistiche, le procure italiane, che sono 165, hanno speso per intercettazioni 240 milioni di euro. Secondo altri calcoli il coso sarebbe pure inferiore. Ma prendiamo per buono il più grosso, cioè 240 milioni di euro. Che erano 40 in meno rispetto all’anno prima. Sono quattro euro per ogni cittadino. Quattro euro e qualcosa per ogni cittadino. La domanda è: “siete disposti da dare quattro euro all’anno, cioè quattro caffè all’anno, per sentirvi più sicuri e protetti contro reati di ogni genere?”. Penso che la risposta, se la domanda viene posta correttamente ai cittadini, sia sì. Potremmo risparmiare? Certo, potremmo averle gratis le intercettazioni. Sapete perché le paghiamo? Le paghiamo perché lo Stato, quando da la concessione alla Telecom, alla Vodafone e agli altri gestori telefonici potrebbero mettere una clausoletta nella quale c’è scritto: “voi siete concessionari pubblici dello Stato italiano. Perfetto. Avete un obbligo. Quando un magistrato vi chiede di tenere sotto controllo un telefono, voi lo fate gratis. Invece lo Stato italiano paga i gestori telefonici che sono suoi concessionari. Per cui li potrebbe tenere per le #CENSURA# e fargli fare quello che vuole. Quando un magistrato chiede a una banca: “fammi quell’accertamento bancario”, la banca mica si fa pagare. Eppure la banca è un ente privato. Questi sono concessionari pubblici e lo Stato italiano paga loro ogni intercettazione. E in più, ad ogni indagine che deve fare, affitta un macchinario che non è proprio, da un’azienda privata. Basterebbe comprarli una volta, i macchinari per fare le intercettazioni e i costi verrebbero praticamente azzerati.
Quindi, vi stanno raccontando balle anche quando vi dicono che questa legge è per risparmiare sui soldi. No, questa legge è per risparmiare sui processi. A chi? A Berlusconi e alla classe dirigente. C’è un piccolo problema. Berlusconi naturalmente ha un processo in corso a Napoli, d’udienza preliminare, insieme al suo amico Saccà, direttore di Rai Fiction sospeso, perché? Perché al telefono gli prometteva aiuti per una sua attività privata, a Saccà, in cambio dell’assunzione da parte di Saccà di alcune ragazzine, di alcune ragazzine che interessavano in parte a Berlusconi, e in parte a un misterioso Senatore dell’Unione che un anno fa, in cambio del piazzamento della ragazzina a Rai Fiction, a spese nostre, avrebbe fatto cadere il governo Prodi. Pare, come ha scritto Repubblica ieri, che ci siano altre telefonate ancora più sfiziose su questo vero e proprio uso criminoso della televisione pagata con i soldi pubblici.
E allora? Bisogna impedire che vengano fuori, con una legge che salverà migliaia di criminali, per salvare uno o due imputati.
Passate parola."
 

Non potevo però metterci un mia piccola considerazione... le persone citate: "tutta brava gente".

 



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MarmaLT
Inviato il: 10/6/2008 7:26
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Re: Intercettazioni telefoniche

... si "tutta brava gente"... non posso sottrarmi al dovere di informazione sulla "brava gente". Leggete!!!

Innocente. Capito? Innocente. Secondo la Procura di Salerno, che ha ricevuto per tre anni una raffica di denunce contro di lui da parte dei suoi superiori e di suoi indagati, Luigi de Magistris non ha fatto nulla di illecito. Dunque va archiviato su tutta la linea perché s’è comportato sempre correttamente. Mai fatto fughe di notizie, mai passato carte segrete a giornalisti, mai perseguitato né calunniato nessuno, mai abusato del suo ufficio. Semmai erano i suoi superiori a commettere contro di lui i reati che addossavano a lui. “A causa delle sue inchieste - scrivono al gip i pm salernitani Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani - il dott.De Magistris ha subito costantemente pressioni, interferenze e iniziative volte a determinarne il definitivo allontanamento dalla sede di Catanzaro e l’esautorazione dei poteri inquirenti”.
Un complotto che coinvolge magistrati, politici, uomini delle forze dell’ordine, ispettori ministeriali e forse persino membri del Csm, tutti allarmati dalla “intensità e incisività delle sue indagini”(n.d.s. quanto mi sa d'attuale e vicino questo passaggio). Un complotto andato perfettamente a segno, se si pensa che tutti i magistrati e i politici indagati da De Magistris, compresi quelli che hanno incredibilmente intercettato cronisti e agenti di polizia giudiziaria per indagare indirettamente sul pm, son rimasti al loro posto o han fatto carriera, mentre De Magistris è stato prima scippato dai suoi capi delle inchieste più scottanti (“Poseidone” e “Why Not”), poi trasferito all’unanimità dal Csm con espresso divieto di fare mai più il pm. Uno dei suoi indagati eccellenti, l’ex magistrato ed ex governatore forzista Giuseppe Chiaravalloti (n.d.s. forzista= di Forza Italia, ma guarda un pò), aveva previsto tutto in una telefonata intercettata in cui proponeva di affidare lo scomodo pm alle cure della camorra: “De Magistris passerà gli anni suoi a difendersi”.  Naturalmente Chiaravalloti è rimasto al suo posto di numero due della cosiddetta Authority della Privacy.          De Magistris invece, se le sezioni unite della Cassazione non annulleranno la condanna emessa frettolosamente dal Csm, dovrà sloggiare da Catanzaro e smettere di fare l’inquirente. In un Paese normale, ammesso e non concesso che queste vergogne potessero accadere, ci sarebbe la fila sotto casa del magistrato per chiedergli scusa. Ma, nel Paese della vergogna, non arrossisce e non si scusa nessuno. Resta da vedere se finalmente, ora che le 900 pagine della Procura di Salerno sono depositate, il Consiglio, anzi il Coniglio superiore della magistratura si deciderà a fare qualcosa. Non contro De Magistris (ha già fatto abbastanza), ma contro chi “concertò una serie di interventi a suo danno”, per infangare “la correttezza formale e sostanziale della sua azione inquirente”; contro quel “contesto giudiziario connotato da un’allarmante commistione di ruoli e fortemente condizionato da interessi extragiurisdizionali, anche di illecita natura”; contro chi l’ha bersagliato con “denunce infondate, strumentali e gravi; contro quegli alti magistrati, di Catanzaro e di Potenza, che spifferavano notizie segrete delle indagini di De Magistris per far ricadere su di lui la colpa delle indiscrezioni.
Si dirà: queste cose si scoprono soltanto ora. Eh no: il Csm le sapeva, per filo e per segno, dallo scorso ottobre, quando i pm Nuzzi e Verasani furono ascoltati a Palazzo dei Marescialli e anticiparono le prime conclusioni delle loro inchieste. Anticiparono che le accuse a De Magistris erano frutto di un’abile orchestrazione (mentre le sue indagini erano “corrette e buone, senz’alcuna fuga di notizie”), e che gli unici illeciti, gravissimi, emersi riguardavano proprio i superiori e gli indagati di De Magistris. Fecero pure i nomi dei magistrati di Catanzaro, Matera e Potenza, degli ispettori ministeriali, dei giornalisti, dai politici e dei faccendieri indagati anche a Salerno per corruzione giudiziaria, minacce, calunnie, rivelazioni di segreti ai danni di De Magistris. Denunciarono le interferenze dei suoi capi, Lombardi e Murone, nelle indagini. Rivelazioni agghiaccianti che avrebbero dovuto suggerire l’immediata sospensione dei magistrati coinvolti e l’immediato stop a ogni procedimento disciplinare a carico del pm.
La difesa di De Magistris questo chiese: che si attendesse l’esito delle indagini di Salerno. Il Csm non volle sentire ragioni e procedette con la foga di un plotone di esecuzione. Quasi che la sentenza di condanna fosse già scritta. Per fortuna, ogni tanto, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Contrariamente alla macabra profezia di Chiaravalloti, De Magistris ha finito di difendersi, e ora si spera che qualcun altro prenda il suo posto. C’è un giudice a Berlino. Anzi, a Salerno.


Si "Tutta brava gente"... gente del nostro Bel Paese... quando ero ragazzo mio padre mi disse: "Mario guarda che la scritta Manicomio è fuori non dentro", si riferiva ai comportamenti un po manicomiali di alcuni personaggi dell'epoca... forse oggi direbbe" Mario guarda che Casa Circondariale o Carcere è scritto fuori le mura non dentro."... Si credo , veramente, che in percentuale i delinquenti sono più numerosi  fuori di quelle mura che all'interno...  lo saranno di più con la chiusura della possibilità di  intercettare  'brave persone' come quel Chiravallotti, il forzista, insomma.



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MarmaLT
Inviato il: 10/6/2008 11:22
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Re: Intercettazioni telefoniche
Per quanti che dissentiranno su ciò che si è riportato, si ricorda una norma di saggezza di George Orwell :            "Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire"

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MarmaLT
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Re: Intercettazioni telefoniche

 Da “Ora d'aria” di Marco Travaglio
l'Unità 10 giugno 2008


Pierpaolo Brega Massone, nomen omen, capo della chirurgia toracica nella clinica Santa Rita convenzionata con la Regione Lombardia, l’uomo che in un sms si definiva “l’Arsenio Lupin della chirurgia”, è decisamente sfortunato. Se avesse atteso la legge Berlusconi sulle intercettazioni prima di architettare le truffe e gli scambi di fegati, polmoni, milze e cistifellee contestati dagl’inquirenti, sarebbe libero di proseguire i suoi maneggi con rimborso a pie’ di lista con i colleghi e/o complici. Invece è stato precipitoso. Uomo di poca fede, ha sottovalutato le potenzialità impunitarie del premier.
Ora qualcuno parlerà di “arresti a orologeria” (nella solita Milano) per bloccare la mirabile riforma del Cainano: per non disturbare, gli inquirenti milanesi avrebbero dovuto aspettare qualche altra settimana e lasciar squartare qualche altra decina di pazienti. Perché quel che emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta sulla clinica Santa Rita fa piazza pulita di tutte le balle e i luoghi comuni che la Casta, anzi la Cosca sta ritirando fuori per cancellare anche l’ultimo strumento investigativo che consente di scoprire i suoi reati. Le intercettazioni dei simpatici dottori sono contenute nelle ordinanze di arresto, dunque non sono più segrete, ergo i giornalisti le pubblicano.
Qualcuno può sostenere che così si viola la privacy degli arrestati? O che, altra panzana a effetto, si viola la privacy dei non indagati? Sappiamo tutto delle malattie dei pazienti spolpati in sala operatoria per incrementare i rimborsi regionali: più violazione della privacy di questa, non si può. Eppure nemmeno la privacy dei pazienti innocenti, anzi vittime, può prevalere sul diritto dei cittadini (comprese le altre vittime reali o potenziali della truffa) di sapere tutto e subito. Sì, subito, con buona pace dei vari Uòlter, che ancora la menano sul divieto di pubblicare intercettazioni pubbliche fino al processo (che si celebrerà, se va bene, fra 3-4 anni).
Restano da esaminare le altre superballe di marca berlusconiana (ma non solo).
1) Le intercettazioni in Italia sarebbero “troppe”. Il Guardasigilli ad personam Alfano dice addirittura che “gran parte del Paese è sotto controllo”. Figuriamoci: 45 mila decreti di ascolto all’anno, su 3 milioni di processi, sono un’inezia. Le intercettazioni non sono né poche né troppe: sono quelle che i giudici autorizzano in base alle leggi vigenti, in rapporto all’unico parametro possibile: le notizie di reato. In Italia ci sono troppi reati e delinquenti, non troppe indagini e intercettazioni. L’alto numero di quelle italiane dipende dal fatto che da noi possono effettuarle solo i giudici, con tutte le garanzie dal caso, dunque la copertura statistica è del 100%. Negli altri paesi a intercettare sono soprattutto servizi segreti e polizie varie (in Inghilterra addirittura il servizio ambulanze e gli enti locali), senz’alcun controllo né statistica.
2) Le intercettazioni andrebbero limitate in nome della privacy. Altra superballa: la privacy è tutelata dalla legge sulla privacy, che però si ferma là dove iniziano le esigenze della giustizia. Ciascuno rinuncia a una porzione della sua riservatezza per consentire allo Stato, con telecamere sparse in ogni dove e controlli svariati, di reprimere i reati e proteggere le vittime.
3) Le intercettazioni “costano troppo”. Mavalà. A parte il fatto che costano molto meno di quanto fanno guadagnare allo Stato (due mesi di ascolti a Milano sulle scalate bancarie han fatto recuperare 1 miliardo di euro, quanto basta per finanziare 4 anni d’intercettazioni in tutt’Italia, che nel 2007 son costate 224 milioni), potrebbero costare zero euro se lo Stato, anziché pagare profumatamente i gestori telefonici, li obbligasse - sono pubblici concessionari - a farle gratis. Un po’ come si fa per le indagini bancarie, che gli istituti di credito - pur essendo soggetti privati - svolgono gratuitamente.
4) I giudici - si dice - devono tornare ai “metodi tradizionali” e intercettare di meno. Baggianata sesquipedale: come dire che i medici devono abbandonare la Tac e tornare allo stetoscopio. Una conversazione carpita a sorpresa è un indizio molto più sicuro e genuino di tante dichiarazioni di testimoni o pentiti. E poi di quali “metodi tradizionali” si va cianciando? Se nessuno più parla perché i collaboratori di giustizia sono stati aboliti per legge (art. 513, “giusto processo”, legge sui pentiti) e l’omertà mafiosa viene pubblicamente elogiata (“Mangano fu un eroe perché in carcere non parlò”), come diavolo si pensa di scoprirli, i reati? Travestendosi da Sherlock Holmes e cercando le impronte con la lente d’ingrandimento? Inventatevene un’altra, per favore.

"Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire"  -G. Orwell-



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MarmaLT
Inviato il: 10/6/2008 19:44
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Re: Intercettazioni telefoniche

Il 25 aprile scorso i carabinieri di Verona arrestano Claudiu Stoleru, il romeno sospettato di aver assassinato due pensionati, Luigi Meche e Luciana Rambaldo, nella loro villetta a Lugagnano di Sona, dove li aiutava a tinteggiare una ringhiera. Il giovane era fuggito, ma grazie alle intercettazioni telefoniche gl’inquirenti l’hanno individuato e fermato a Civitavecchia. Stoleru ha subito confessato. Il sindaco leghista del piccolo comune, che aveva chiesto la pena di morte per l’assassino, ha annunciato il suo arresto in piazza alla popolazione inferocita. Ecco: se davvero, come ha annunciato due giorni fa il premier Silvio Berlusconi due giorni fa a S. Margherita Ligure,il governo vieterà di intercettare chicchessia, salvo che sia sospettato di mafia o terrorismo, con la nuova legge Stoleru non avrebbe mai potuto essere intercettato, dunque sarebbe ancora uccel di bosco. Se invece i giudici e i carabinieri l’avessero intercettato ugualmente, avrebbero dovuto scarcerarlo con tante scuse per inutilizzabilità delle intercettazioni, e in carcere sarebbero finiti loro, non lui.

Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire"  -G. Orwell-



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MarmaLT
Inviato il: 10/6/2008 20:05
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Re: Intercettazioni telefoniche
La superficie delle cose. Le notizie ci invadono, ci sporcano tutti i giorni. E’ solo superficie. I nomi dei santi presi a prestito dal calendario. San Raffaele, Santa Rita. Per rubare i contributi alla Regione Lombardia. Polmoni asportati, cardiopatici operati di tumori inesistenti. Hanno superato Dario Argento e Sthephp"font-family: Verdana">dottor Mengele. Ma è solo superficie. La magistratura imbavagliata, la conclusione del Piano di Rinascita Nazionale di Licio Gelli. Le intercettazioni della magistratura proibite in nome della privacy di Anna Falchi e degli interessi dell’intera classe politica, con l’unica eccezione di Kriptonite Di Pietro. Tutti i delinquenti fuori per salvarne uno solo. Morfeo Napolitano benedice le larghe intese per mettere il bavaglio alla Giustizia. Un presidente di garanzia dei partiti, non dei cittadini. Ma anche lui, come Alfano, Violante e Mancino è solo superficie. Il flusso dei fondi europei. Miliardi di euro provenienti dalle tasse degli italiani destinati, con una firma, senza controlli, da funzionari ammaestrati di Bruxelles a Campania, Calabria, Sicilia. Alla criminalità organizzata e a amministrazioni pubbliche corrotte. Finanziate attraverso un giro conto Roma/Bruxelles/Mezzogiorno. L’origine del voto di scambio. Luigi De Magistris, che indaga, è prima esautorato e poi riabilitato, ma senza più inchieste, nel silenzio dei media. E’ sempre e solo superficie.
Sotto la superficie c’è l’italiano. Che tira a campare. Che non legge, non si informa, ed è, per dirlo con una bella parola, un ignorante. Sotto la superficie c’è sempre un veneto, un siciliano, un valdostano, non un cittadino italiano. La solidarietà si ferma alla porta della regione, del comune, del condominio. Sotto il fallimento dell’Italia, il suo fallimento economico, ma soprattutto morale e etico c’è l’italiano. Una volta era solo l’italiano medio, ora è anche il medio alto e il medio basso, il medio sinistro e il medio destro.
Ogni giorno ci sono nuovi sintomi, nuovi delinquenti, nuove leggi vergogna. Non siete stanchi di rincorrerli?
Fermatevi, guardatevi allo specchio e dichiaratevi colpevoli. ( dal sito di Beppe Grillo) "Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire"  -G. Orwell-


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massimo74
Inviato il: 11/6/2008 0:44
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Re: Intercettazioni telefoniche

Le notizie riguardanti le procedure dell'ospedale S.Rita di Milano mi hanno provocato un senso di nausa per i fatti e di ribrezzo per le persone coinvolte (sempre se sarà accertato quanto divulgato), che molto di rado ho percepito anche ascoltando diverse altre notizie sconvolgenti.

Non prendiamoci in giro. Delle intercettazioni non si può fare a meno. A meno che non abbiamo in mente un altro tipo di visione del paese e di vita, un pò peggiore di quello attuale.

Stasera a Ballarò, Gasparri rispondeva sul caso dell'ospedale milanese che si sarebbero potuti utilizzare al psto delle intercettazioni altri mezzi di indagine, ad esempio -diceva- si sarebbero potute visionare le le cartelle cliniche. Di Pietro ribatteva -secondo me a ragione- che, l'analisi quelle cartelle, si sarebber verosimilmente rivelata formalmente corretta e quindi sarebbe passata inosservata.

Nessuno può mettere in dubbio che le intercettazioni siano per gli inquirenti uno strumento. Ce ne sono molti altri certo, ad asempio gli interrogatori, le perquisizioni, ecc., ma trattasi sempre di uno strumento.

Vorrei portare un esempio: i medici (tanto per restare in tema) si servono di diversi mezzi per la diagnosi: raggi x, analisi, scintigrafia, tac, ecc. Se usassero troppo spesso o in maniera non adeguata un particolare mezzo di quelli citati, chi sarebbe disposto a sostenere che quel mezzo non andrebbe bene e quindi dovrebbe essere eliminato?

Non mi pare sia ragionevole eliminare uno degli strumenti efficaci per uno scopo. E' un gioco masochista questo (sempre se l'intento sia migliorare la Giustizia italiana o almeno non peggiorarla). Aggiungo che questo è un criterio valido in via generale, non solo nel caso specifico.

Credo quindi che sarebbe molto meglio lavorare affinchè ci si trovi nelle condizioni di poter (e aggiungo dover) adoperare gli strumenti giusti al momento giusto. Questo, a mio avviso, dovrebbe essere l'intento verso il quale si dovrebbe muovere una buona legge, non certo eliminare in toto quello strumento (oggettivamente riconosciuto utile) che si pensa si stia adoperando in maniera non completamente corretta o magari più di quanto si dovrebbe.

Questo è l'impegno di un governo e/o parlamento serio.

Non nego che il problema delle intercettazioni spropositate, delle fughe di notizie e delle divulgazioni improprie sui mass media, esiste. Questo problema, a mio avviso, è reale e va affrontato anche abbastanza celermente.

Non di meno mi pare insensato puntare ad un obiettivo ciecamente per risolvere un problema, non effettuando però una adeguata analisi sulle ricadute congenite che sortirà la stessa azione sulla situazione generale. Ciò, per assurdo, causerebbe danni ben più gravi di quelli risolti.

Purtroppo mi pare invece che sia proprio questa la strada intrapresa dall'attuale governo. Tuttavia rimango ancora fiducioso in un razionale cambio di rotta.

Massimo de Simone



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Anonimo
Inviato il: 11/6/2008 5:55
Re: Intercettazioni telefoniche

Massimo74 ha scritto..

Questo è l'impegno di un governo e/o parlamento serio.

Non nego che il problema delle intercettazioni spropositate, delle fughe di notizie e delle divulgazioni improprie sui mass media, esiste. Questo problema, a mio avviso, è reale e va affrontato anche abbastanza celermente.

Sono complessivamente d'accordo con Massimo, soprattutto su questi passaggi. Il problema, a mio avviso, è sempre lo stesso! Non è quello di inventarsi nuove regole, è quello di essere seri  nel ricoprire qualsiasi ruolo,non solo di governo ma di lavoro quotidiano, e rispettare le leggi di cui il nostro paese proprio non difetta. Senza andare troppo nel dettaglio di tutte le normative, e senza entrare nella questione della "quantità" di intercettazioni effettuate, soltanto se pensiamo a come viene rispettata la legge sulla privacy, ci possiamo mettere le mani nei capelli....Se chi diffonde notizie che dovrebbero rimanere riservate, venisse regolarmente e certamente colpito, il "problema" delle intercettazioni non sarebbe tale...Invece, la legge sulla privacy viene usata come una clava in qualsiasi burocrazia per rendere impossibile la vita dei poveri cittadini (tanto per rimanere nella sanità...provate a chiedere l'accesso alla cartella clinica di un vostro stretto congiunto e sappiatemi dire....), e totalmente ignorata in casi come questi. Poi si cerca l'escamotage di trovare nuove regole per "regolamentare" uno strumento  fondamentale per chi svolge indagini: mi sa tanto di carità pelosa! Il sospetto che si voglia arrivare ad impedire di sapere cosa succede "altrove" non è poi tanto peregrino!



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MarmaLT
Inviato il: 11/6/2008 6:05
Registrato: 12/8/2007
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Re: Intercettazioni telefoniche

Quello che non viene detto è semplicemente che in Italia le intercettazioni - le più garantiste d'Europa - sono necessarie in numero maggiore di altri Paesi, non è perchè se ne fanno abuso, ma perchè il sistema garantista esasperato italiano costringe ad una eccessiva attività per evitare di vedersi bruciare davanti ad un giudice le prove raccolte, così come il processo penale italiano è farraginoso e costruito per assolvere e non per condannare i colpevoli anche difronte all'evidenza, ma per cavilli procedurali. Hai portato un esempio lampante come quello dell'uso della analisi mediche " se ne fai molte fai un abuso allora non farle"... Caso mai  'taglia', come al Santa Rita. Detto ciò altra cosa è la diffusione delle intercettazioni. Distinguerei quella attinenti e quelle che non c'azzeccano niente, queste ultime vanno severamente punite, non con condanne penali, ma con la sospensione dell'attività editoriale per un periodo 'tot' e sospensioen della frazione di finanziamento pubblico per analogo periodo. Sperando che perdano pure questo privilegio i giornali.. Li finanziamo  con i nostri soldi e poi per leggerli li paghiamo un Euro...che strano Paese questo in cui viviamo.

"Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire"  -G. Orwell-



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