Premetto che sono dell'idea che una seria Amministrazione comunale, che abbia a cuore davvero la salute dei suoi cittadini, dovrebbe dotarsi di un "Piano regolatore per le antenne" o magari addirittura (ma questa forse e' fantascienza...) costruirle direttamente in proprio e poi "affittarle" ai vari gestori...

Detto questo, volevo pero' inserire nella discussione alcuni dati di fatto, di varia natura.

Il primo e' di natura strettamente scientifica: non esistono studi che comprovino la pericolosita' dell'esposizione ai campi elettromagnetici di bassa potenza emessi dalle antenne per la telefonia mobile.
Questo ovviamente non vuol dire che "sono assolutamente innocui", ma certamente non si puo' affermare che "sono sicuramente estremamente dannosi per la salute".

Il secondo e' di natura piu' pratica: se si installano piu' antenne, la potenza che ciascuna di esse deve emettere diminuisce, e anche di molto.
Con questo non voglio dire che dovrebbe nascere una foresta di antenne, ma non credo che si possa dire "non vogliamo piu' antenne" quando poi molti di noi stessi si lamentano che il cellulare non ha abbastanza campo per parlare comodamente con i nostri amici e conoscenti.

Dal punto di vista tecnico, poi, se la costruzione e' stata autorizzata vuol dire che chi di dovere (Comune e altri enti preposti) ha verificato che l'impianto verra' realizzato secondo le norme di legge vigenti; potranno non essere, nella nostra percezione, abbastanza "cautelative" ma di certo le norme ci sono e in questo campo vengono in genere tenute nella dovuta considerazione.

Un altro spunto di riflessione e' infine che, detto con estrema sincerita', personalmente mi sento molto piu' "sotto pressione" a vivere a 10 km da una discarica che non ad avere sopra la testa un'antenna a bassa potenza per la telefonia mobile; gia' un traliccio dell'alta tensione mi preoccuperebbe molto di piu'.

Questi vogliono solo essere degli elementi in piu' da tenere in considerazioen nei nostri ragionamenti.
Ovviamente se i ragionamenti, tenuto comunque conto di tutti i reali aspetti della problematica, finiscono con l'assoluta contrarieta' dei cittadini alla localizzazione di quell'impianto, nonostante questo sia assolutamente a norma di legge e molto meno "impattante" di altre emergenze del nostro territorio, sono dell'idea che (qualora questo sia fattibile) si debba fare marcia indietro pensare a una eventuale collocazione alternativa.

A disposizione, nei limiti delle conoscenze scientifiche che ho, per ulteriori chiarimenti o piccoli dibattiti su alcuni di questi spunti.

Paolo Ferretti

Caro aquadijo
in primo luogo chiedo scusa per l'appellativo ma e' l'unico che ho a disposizione, anche dopo aver visitato il tuo sito da te citato; a tal proposito, un timido suggerimento da una persona che si occupa di comunicazione: nomi e cognomi (e curricula professionali) in genere ampliano di molto la percezione di serieta', professionalita' e affidabilita' di una societa' che si propone come "esperta", soprattutto in campi delicati che investono la salute pubblica.

Per quanto riguarda la gestione del rischio, sono perfettamente d'accordo con te sul "principio di precauzione", che tra l'altro va ben oltre i confini dell'Unione Europea ed e' ampiamente adottato in tutto il mondo; pero' ci sono diverse scale, e l'Organizzazione Mondiale della Sanita' ha classificato il rischio come "possibile", cioe' un buon gradino piu' sotto rispetto a "potenziale".
Questo non vuol dire che si puo' stare tranquilli, ma vuol dire anche che non e' opportuno fare dell'allarmismo, come qualche tempo fa lo si fece (a mio avviso del tutto inopportunamente, sia nel merito che soprattutto nel metodo) con il deposito delle scorie nucleari in Basilicata.

Lasciando da parte il discorso specifico sull'antenna/ripetitore in questione, sulla quale non mi sono documentato abbastanza e quindi potrei dire delle sciocchezze, ti sarei pero' grato se volessi darmi qualche riferimento per reperire gli studi di cui parli: sto raccogliendo del materiale (un po' per ricerca personale, un po' per scopi professionali) e finora tra OMS, Istituto Superiore di Sanita' e IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) non ho trovato nulla che "parli chiaro".
Anche se, dopo che hai detto "non si puo' dire quanto incida" (cosa sulla quale mi trovo perfettamente d'accordo) non capisco che tipo di chiarezza possa essere contenuta negli studi e statistiche che citi; cio' non toglie comunque che li leggero' molto volentieri.

Per finire (anche se esce un po' fuori tema) un'ultima piccola annotazione: non sono affatto convinto che sia una buona cosa alimentare la leggenda metropolitana che in questo Paese non si rispettano le norme di legge; credo ci pensi gia' abbastanza bene chi, ai "piani alti", le modifica per sottrarsi in maniera fintamente legale alle loro restrizioni.
C'e' il serio rischio di dare ai cittadini la percezione che ognuno puo' in fondo fare come gli pare, e allora poi chi li ferma piu' gli scriteriati che sfrecciano nelle strade dei quartieri residenziali dove magari i bambini vorrebbero avere la liberta' di giocare tranquilli a pallone o a nascondino come facevo io 15/20 anni fa, oppure quelli che pensano che le strisce pedonali siano solo una bizzarra decorazione dell'asfalto, oppure quelli che la lavatrice vecchia invece di portarla in via dei Monti Lepini (che non mi pare uno sforzo immane) la lasciano in mezzo a un campo o sotto un cavalcavia, oppure ancora quelli che pensano che le dune di Sabaudia e la foresta del Circeo sono cosi' belli che ci si costruiscono la casa?
Il tasso di civilta' di una collettivita' non e' una cosa che puo' piovere dall'alto, lo si costruisce dal basso tutti insieme, nessuno escluso.

Cordialmente,
Paolo Ferretti

Ti ringrazio per gli spunti, e accogliero' volentieri l'invito a proseguire piu' privatamente questo interessante e utile scambio.

Mi dispiace invece di averti "smontato", non era certo l'intenzione della mia risposta.
Intenzione che comunque hai colto, visto che parli correttamente di "voglia di migliorarsi": chi ha studiato la scienza sa che non esiste altra via che quella della ricerca continua, visto che nessuna delle "risposte" a cui si arriva puo' essere, per sua stessa natura, definitiva.
Non credo che sia del tutto vero che "abbiamo due pensieri completamente differenti": quando e' assodato che la linea guida e' il metodo scientifico, le opinioni personali sono soltanto dei banali dettagli; sono certo che alla fine di un pacato e costruttivo (come mi sembra lo sia stato) scambio di idee e di documentazione, non si potra' che convergere verso la stessa evidenza quale che essa sia (che ci sia gia', o che sia ancora da raggiungere), senza alcun pregiudizio di sorta.

Per chiudere ti assicuro che per quanto riguarda i discorsi sull'urbanizzazione "al di la' della 148" le nostre idee sono pienamente convergenti! Ci sarebbe fin troppo da dire...magari un'altra volta sotto un altro filone di discussione!

Un cordiale saluto a tutti!
Paolo Ferretti