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massimo74
Inviato il: 2/2/2009 14:26
Registrato: 21/1/2007
Da: Latina
Messaggi: 509
stupri, statistiche e politica

Gli eventi drammatici di questi giorni riguardanti orrendi stupri compiuti a danno di donne sole o in compagnia, ha riproposto di attualità un tema scottante come quello dell’immigrazione e in particolar modo dei romeni. L’argomento e senza dubbio complicato e meriterebbe un ragionamento più complesso. Naturale quindi che le opinioni possano essere le più svariate e spero di suscitare una qualche discussione che possa servire a far ragionare ulteriormente anche il sottoscritto.

Proprio per questo cercherò di riferirmi subito a qualche dato statistico.

I fatti sono questi: gli stranieri in Italia sono circa il 5%. La comunità rumena dopo la prematura apertura dell’Europa alla Romania è diventata oggi la più popolosa. Circa 800.000 romeni cioè l’1,3% della popolazione residente in Italia è costituita da romeni.In Italia il 36% dei reati cioè a dire più di uno su tre è commesso da stranieri. Da un semplice dato statistico si può affermare che gli stranieri in Italia trasgrediscono le Leggi circa 7 volte più degli italiani, rapporto che nelle grandi città tende ad aumentare notevolmente.

Veltroni all’epoca Sindaco  disse che  «Su 3.557 arresti fatti dai carabinieri da gennaio ad agosto, 2.689, il 75,5%, hanno riguardato romeni». Credo e spero che questa statistica incredibile non sia del tutto corretta, tuttavia mi pare che in quella città esista almeno un problemino. Per quanto riguarda i reati di stupro la situazione peggiora, se possibile, con i rumeni saldamente al primo posto anche per i reati di rapine in villa di violenza inaudita, aggressioni, sevizie. Inoltre bisognerebbe analizzare con accuratezza il motivo per cui i romeni in Italia violano la legge dieci volte di più che nel loro Paese. 

Questi sono solo dei dati. I dati sono aridi, devono essere analizzati per fornire delle considerazioni pertinenti. Naturale che ognuno legittimamente lo farà secondo il proprio modo di vedere la vita e le cose in genere. 

In ogni caso ciò che trovo veramente svilente e motivo di appiattimento totale della ragione umana quello che spesso si sente dire anche da politici (Livia Turco ad esempio): “anche gli italiani delinquono”. Una verità sacrosanta e inoppugnabile ma che nulla c’entra con il nocciolo della questione.

Ad esempio tutti sanno che il mezzo di trasporto automobile è di gran lunga il più pericoloso rispetto agli altri, tanto è vero che il problema sicurezza stradale è spesso giustamente al centro delle attenzioni di tutti noi.Ma a nessuno sano di mente è venuto e verrebbe mai da dire: “Bè, che ci vuoi fare, anche con gli altri mezzi si può morire”. Il problema sicurezza stradale è invece giustamente riconosciuto come un problema serio che causa un numero di decessi assai maggiore di quelli ferroviari, marini e aerei messi insieme, e come tale si cerca di risolverlo. 

Quindi, se è vero come è vero che per lo stupro, italiani e gli stranieri delinquono con un rapporto uno a dieci, come poter biasimare una ragazza, magari proprio di Guidonia, che incontrando uno straniero si guarda alle spalle più di quanto faccia se incontrasse un italiano? Ciò risulta oggettivamente ripugnante ma pur tuttavia personalmente non la biasimerei, la capirei. 

Naturalmente mi trovo d’accordo con il secondo modo stra-abusato di dire per il quale la situazione in cui si trovano gli stranieri è maggiormente pregiudizievole rispetto agli italiani per condizioni, stile di vita, possibilità.Questo è verissimo. E’ soprattutto su questo che si dovrebbe lavorare. Ma ciò non vuol dire che il problema non esista, rientrando nel qual caso in quell’ appiattimento mentale di cui parlavo prima. 

Credo che la difficoltà ad ammettere determinate situazioni, dipenda sostanzialmente dal nostro recente passato, e dalla pericolosità sempre in agguato di discriminazioni che portano verso le catastrofi che tutti ben conosciamo. Ma a mio avviso, questo timore da non sottovalutare assolutamente per non ricadere nelle atrocità di qualche decennio fa, non ci deve però impedire -come sta accadendo per più di qualche politico-  di ragionare, di valutare eventuali percorsi e di risolvere problemi.

Massimo de Simone





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giucap
Inviato il: 5/2/2009 15:24
Registrato: 13/1/2006
Da:
Messaggi: 827
Re: stupri, statistiche e politica

Quando ho letto il post di Massimo avrei voluto rispondere citando altre statistiche e documenti, ma avrei dovuto documentarmi meglio e non ne ho avuto il tempo. Ad esempio ricordo di aver sentito recentemente ad un notiziario alla radio che oltre il 75% delle violenze alle donne avviene nelle mura domestiche, all'interno della famiglia.

Questo non per "buonismo" verso gli immigrati, ed in particolare i romeni (anche se, avendo amici romeni, sento la cosa un po' anche come personale) o per minimizzare il problema, ma per allargare l'orizzonte ed affrontare l'argomento nel suo complesso. Un abuso è un abuso, da chiunque provenga, fosse anche il legittimo coniuge.

Poi oggi mi sono imbattuto in questo articolo sul Messaggero, che forse può essere utile per contribuire a riflettere. C'è anche qualcosa che non condivido, ma nel complesso è un approccio nel quale mi riconosco.

Giulio

Se la violenza diventa "etnica"
i problemi reali restano nascosti
di Sergio Talamo

ROMA (5 febbraio) - La colf è filippina, il venditore di collanine africano, il fioraio pakistano, il bancarellaro cinese, lo stupratore... rumeno. È la psicosi di un tempo malato, dove la peggiore violenza diventa “etnica”; dove il branco che distrugge la vita di una ragazza non è giudicato per ciò che ha fatto, ma per il luogo da cui proviene.

I dati raccontano altro. Il sito la voce.info rivela che dal 1990 al 2003 il numero dei permessi di soggiorno si è quintuplicato (dallo 0,8 al 4 per cento) mentre la criminalità è lievemente calata; e aggiunge che tale stima è indicativa anche per ciò che riguarda la parte “sommersa” e cioè gli irregolari e i crimini non denunciati. Ma cosa contano i dati quando una nazione intera ha voglia di lavarsi la coscienza?
Noi, folla inferocita che ha voglia di dimenticare. Noi non vogliamo vedere che gli specialisti degli stupri a base di pasticche e alcol sono giovani spesso borghesi e benestanti. E che in oltre tre quarti delle violenze sessuali lo stupratore ha “le chiavi di casa”. E che le nostre città sembrano fatte apposta per gli agguati, perché sono buie e piene di periferie degradate, perché nelle discoteche la droga gira come acqua minerale, perché di sera la metro chiude e i bus diventano rarissimi, perché le feste giovanili sono sovente territori fuorilegge dove tutto è permesso.

Noi non possiamo vedere questa realtà, perché mette in discussione troppe certezze: la famiglia sacra e protettiva, i nostri ragazzi bravi figli, il campanile stracittadino che ci è tanto caro. Quindi molto meglio scaricare tutte le colpe sul parafulmine straniero. Più “lui” è colpevole, più siamo innocenti noi.

Restano tante domande appese, ignorate. Se la nostra legge considera un’attenuante commettere dei crimini sotto l’effetto di droghe, la colpa è dei rumeni? Se i nostri magistrati considerano normale mandare a casa chi ha appena stuprato una donna, la colpa è dei rumeni? Ed è colpa loro anche se la mamma di Nettuno dice che il suo figlioletto sedicenne complice del rogo del barbone è un ragazzo di buon cuore traviato dai più grandi?

Nessuno assedia le auto della polizia, nessuno ha fame di linciaggio quando ai domiciliari viene portato “un bravo ragazzo” italiano che ha stuprato per scommessa, che ha bruciato un uomo per gioco. Nessuno chiede conto alla classe politica di una legge per cui uno stupro vale meno di tre anni di carcere, quindi vale la libertà condizionale; e di un’altra legge che ritiene impossibile la custodia cautelare quando il reato di cui si è accusati prevede la condizionale. Nessuno chiede conto alla giustizia italiana dei suoi occhi chiusi sulle violenze commesse sulle donne islamiche, da uomini che applicano in Italia la sharia più brutale che nel loro Paese non potrebbero applicare. E nessuno osa mettere il naso nella famiglia, dove la violenza è più sottile e più tragica, perché in quel caso un uomo abusa di chi gli ha regalato la sua fiducia e la sua vita, perché spesso nella sua atrocità coinvolge dei bambini, perché non di rado a chiudere la bocca della donna sono sentimenti come paura, vergogna, senso di colpa che si aggiunge allo strazio.

“Spiegate ai figli la gravità di certi gesti”, dice Giovanni Bollea. Ma bisognerebbe prima spiegarlo alle madri e ai padri. E poi spiegare che “certi gesti” non hanno colore né razza.



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massimo74
Inviato il: 7/2/2009 18:48
Registrato: 21/1/2007
Da: Latina
Messaggi: 509
Re: stupri, statistiche e politica

Credo che si potrebbe discutere all'infinito, entrambe le parti con una buona dose di ragioni, della diversità di opinioni su questa problematica.

Certo che le considerazioni e i dati proposti nell'articolo proposto da Giucap potevano senza dubbio essere migliori.

 

Spesso più di qualcuno si improvvisa nella manipolazione dei dati, ma questa è una operazione non facile che non sempre porta i frutti sperati. Più che manipolazione possiamo intenderla come cercare di far parlare i dati in modo scorretto o meglio nel modo che si vorrebbe. E’ il caso di tale Sergio Talamo che non conosco, ma che in caso fosse davvero un cronista, sarebbe il prototipo di ciò che un bravo giornalista non dovrebbe fare.

Talamo parte dalla considerazione a posteriori che ci sarebbe una psicosi di un tempo malato dove tutto diviene psicosi. Parliamone, questo può avere un fondamento. Ma purtroppo a voler far parlare i dati come uno vuole si sbaglia, volutamente o non. Basta infatti andare a sfogliare le tabelle del ministero dell’interno sulla sicurezza a cui si riferisce il Talamo per notare fin troppo evidente la faziosità dell’articolo. 

Già da subito nasce spontanea la seguente domanda? Ma perché costui cita gli anni 1990 e 2003, quando oggi siamo nel 2009 e i dati disponibili già nel documento ministeriale fanno riferimento al 1984 fino al 2006? Perché allora scegliere questi due anni ben specifici?Analizzando i dati viene da sorridere.Infatti proprio gli anni 1990 e 1991 sono stati segnati da un gran picco del numero di reati (soprattutto dovuto a un gran numero di furti e omicidi da parte della mafia). Poi naturalmente già dal 1992 in poi i dati tornati nella “norma” continuando ad aumentare ed aumentano anche negli anni 2004-05-06. Questi ultimi tre stranamente non presi affatto in considerazione, come naturalmente tutti gli anni che vanno dal 1992 al 2002.Infatti nell’ignorato anno 2006 i reati sono in numero maggiore del grande picco del 90’ – 91’.

E’ sin troppo evidente la strategia del signor Talamo: si prende un anno particolare di criminalità (la statistica vuole anche queste anomalie) e lo si confronta con l’ultimo anno utile nel quale i reati risultano minore a tale picco. Così a suo dire si dimostrerebbe che la criminalità sarebbe calata anche se “i permessi di soggiorno” sono aumentati notevolmente. Non c’è da aggiungere molto altro, solo rimarcare che i dati sono pubblici e disponibili facilmente sulla rete.

Poi continua mischiando diverse argomentazioni, magari anche vere, ma che non dimostrano nulla, tranne che cercare di fare “effetto”, dimostrando populismo e faziosità esagerati. Ad esempio parlando delle Leggi italiane che sarebbero –e magari lo sono- troppo morbide, non considerando che questa morbidezza non è applicata solo per gli stranieri ma evidentemente anche per gli italiani (vedi il caso ragazzo italiano accusato di stupro a capodanno). Proseguendo con un colpo di genio entra nel merito del rapporto affettivo tra madre e figlio senza però che questo abbia un minimo significato per il discorso vorrebbe sostenere. Così…tanto per… 

Infine si esprime strampalatamente anche sul linciaggio, rimarcando che nessuno ha voluto linciare il ragazzo italiano, confondendo di fatto i due casi. Certo che questi sono i medesimi e che hanno uguale gravità (pur come tutti i reati con aggravanti o non) davanti alla Legge, ma umanamente parlando, è possibile, anzi a mio avviso necessaria, un differenziazione più profonda. Per quanto difficile io provo a tentare una immedesimazione nelle persone che hanno compiuto questi orrendi reati (in pratica un po’ il procedimento dei criminologi o psichiatri). Personalmente quindi considero al pari di una bestia quelle persone che davanti al fidanzato hanno malmenato e ripetutamente stuprato e umiliano a turno la povera ragazza, mentre considero una persona orribile e orrenda, degna di scontare la massima pena prevista dal codice, quell'altra che ha compiuto quel gesto criminale a capodanno, ma pur sempre ancora una persona.

Bestia contro persona spaventosa, questo è quello che si è paventato agli occhi degli aggressori delle 5 bestie. Ma sia chiaro che sto parlando di persone, non di nazioni.  Non di etnie, ma per la infinita crudeltà con cui si è attuata una determinata azione, troppo distante per fare ricadere gli stessi autori sotto l’egida del vocabolo persona. Il linciaggio ci sarebbe stato ugualmente se i reati fossero stati commessi al contrario? Io credo proprio di si.

I luoghi comuni di Talamo forse sarà meglio tralasciarli, preferendo leggere direttamente dati più precisi dal ministero. Dati che ci dicono che la pericolosità circa 7 volte maggiore degli stranieri. Le ragioni come già detto non sono da trovare nella diversità umana delle differenti popolazioni naturalmente, ma soprattutto nelle condizioni in cui si trovano a vivere taluni di questi stranieri, insieme ad altre. Cioè è confermato da un altro dato. Gli stranieri che vivono ormai stabilmente in Italia delinquono poco più degli italiani. La differenza è tutta a carico degli immigrati irregolari. Questo è il problema.

Finchè invece ci sarò qualcuno che si ostinerà a dire che tutto è piatto come la propria mente, tutto è uguale a se stesso, e a vedere sempre e comunque ragionamenti razzisti anche nella mera analisi dei dati, non si riuscirà ad afferrare quale sia il problema e di conseguenza non potremmo mai sperare in un auspicato miglioramento.

L’unica cosa con cui sono d’accordo con Talamo, ma meglio dire con Giucap (del quale ho senza dubbio maggior stima) sono le considerazioni sulla maggioranza dei casi di stupro che avvengono in ambito familiare. Ma questo è un altro discorso.

Massimo



 







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Anonimo
Inviato il: 16/2/2009 12:38
Re: stupri, statistiche e politica
 

Vorrei ritornare sulla violenza  verso le donne, che continua a riempire le pagine dei giornali nonostante, pare, statisticamente i casi  non siano aumentati; e vorrei farlo analizzando i “messaggi” che vengono lanciati, sia con la diffusione della notizia  sia con il battage che ne segue. Non torno su una scelta precisa di “comunicazione” per cui il violentatore è sempre “straniero”, ma mi voglio soffermare su certi aspetti, diciamo più sociologici, che devono far riflettere, perché denunciano un pesante arretramento rispetto a quella che si credeva una evoluzione sociale consolidata. Prima di tutto il messaggio di “possesso” che riguarda la figura femminile,  veicolato da certe affermazioni che vengono usate per sostenere la necessità di fare  ricorso a questa o quella forma di controllo o di coercizione ”…e se fosse tua figlia, tua sorella, tua moglie….?” Quello che passa non è il crimine contro la persona donna, ma contro la proprietà donna! Ancora…ricordate le parole (qualcuno le ha definite una battuta!..), del presidente del Consiglio, che diceva che siccome l’Italia è piena di belle donne, non è pensabile tenerle sotto controllo una ad una…Il fatto che il presidente abbia affermato implicitamente che corre il rischio di violenza solo chi è bella, oltre ad essere di una spaventosa superficialità, contiene un’altra affermazione che io trovo ancora più preoccupante, e che purtroppo credo sia alla base dei comportamenti, soprattutto da parte di giovanissimi (italiani!), che la cronaca ci racconta: c’è bisogno del controllo di polizia, esercito o quel che sia, perché il “maschio”, eccitato alla vista della donna bella, non controlla più le sue pulsioni come sarebbe normale in un individuo socialmente evoluto, ma sfoga in maniera animalesca la sua voglia! La “ministra” alle pari opportunità (sulla scia dei leghisti e non solo loro…) parla della necessità di ronde di civili per arginare il fenomeno: in una nazione dove esistono più “polizie”, come in nessuna parte del mondo civile, queste richieste fanno ridere! Mettiamo in giro quello di cui disponiamo, (..che abbiamo un controllo del territorio praticamente ridicolo), e soprattutto cerchiamo di pensare all’educazione di questa società, che non può passare solo attraverso il messaggio dei“grandi fratelli”, e delle veline superpagate solo per mostrare le loro grazie, che esibiscono torride relazioni con baldi giovanotti ancor più strapagati per tirare calci ad un pallone o solo per apparire in tv!!!!



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massimo74
Inviato il: 16/2/2009 16:15
Registrato: 21/1/2007
Da: Latina
Messaggi: 509
Re: stupri, statistiche e politica

Il discorso è interessante a assai complicato, lo dimostrano le diverse opinioni espresse.Vorrei riprendere il post di Antonella solo allo scopo di prendere spunto per le mie successive personalissime considerazioni.

Innanzi tutto, mi piacerebbe capirci bene. I dati sono importanti oppure no? Questo lo dico perché sarebbe ed è -come espongo di seguito- una cosa abbastanza facile la verifica della correttezza dei suddetti. Non complichiamoci la vita. Già è difficile la discussione sui dati. Ma se non riusciamo a leggere nemmeno i numeri è un po’ difficile ragionare. A meno che non si voglia affermare in anticipo che per una qualsiasi ragione (seppur magari lecita) i dati non interessano affatto, cosa più che plausibile a mio avviso, ma diciamolo pure allora.  Oppure che siano falsi i dati del Ministero disponibili dagli anni ‘80 fino ad oggi con vari governi susseguitisi, (pensiamole pure tutte), ma questo sarebbe da dimostrare ed è altro argomento.

Non mi interessa molto cosa acclamano le televisioni, so bene quali possano essere gli interessi dei mass media, ed è ormai molto tempo che sono solito passarle al vaglio costante della mia conoscenza e coscienza. Mi limito quindi semplicemente a fare un copia dal documento del Ministero degli Interni per quanto riguarda le violenze sessuali/carnali dal 1984 al 2006 che dà la percentuale di reati di questo tipo su 100.000 abitanti:

1984= 1,5

1985= 1,2

1986= 1,2

1987= 1,5

1988= 1,2

1989= 1,2

1990= 1,3

1991= 1,4

1992= 1,5

1993= 1,5

1994= 1,5

1995= 1,7

1996= 2,0

1997= 2,8

1998= 3,2

1999= 3,3

2000= 4,1

2001= 4,3

2002= 4,5

2003= 4,8

2004= 6,8

2005= 7,1

2006= 7,7 

I dati sono pubblici. C’è bisogno di rimarcare che le violenze sessuali siano aumentate nel tempo e ultimamente questo incremento sia stato più forte che nel passato?Quello che voglio dire è che non è che negando l’evidenza che si raggiunge il traguardo, ma analizzandola magari con obiettività. Mi rendo conto che ciò è più che difficile, forse quasi impossibile per qualcuno, ma questo è lo sforzo che io provo a fare -non so con quali risultati, ma ci provo- ponendomi degli interrogativi.

Tale evidente aumento può essere dovuto a numerose cause e concause: ad esempio qualcuno dirà che il ministero se li sia inventati per alimentare il panico, che ora le donne denuncino oggi molto di più, che come dice Antonella la donna sia vista sempre più come “oggetto” (ma su questo avrei dei dubbi dando uno sguardo ad un passato neanche troppo lontano), la chiesa direbbe forse sia dovuto alla pornografia dilagante, qualcuno dirà che tutti gli stranieri indifferentemente delinquono e bisogna cacciarli tutti, qualcuno osserverà basandosi su altri dati che sarà dovuto principalmente agli immigrati clandestini che si trovano in condizione degradata e senza lavoro, o forse tutte queste insieme, chi lo sa?

Personalmente quello che di solito tendo ad esaminare tutte ipotesi anche le non gradite, anzi soprattutto, visto che sono quelle che tendenzialmente escluderei a priori per il mio modo di vedere le cose, e solo dopo averle passate al vaglio attentamente semmai scartarle. Come dissi in un precedente post : stiamo sempre in guardia per scongiurare il ritorno di un passato che ben conosciamo, ma a mio avviso, questo non può e non deve mai appiattire le menti e il ragionamento a priori.

Io sono per l’analisi concreta e la discussione di dati precisi a prescindere, cosa che negli ultimi post non ho trovato. Sono disposto a discutere senza pensarci troppo anche con chi a mio avviso è completamente abbagliato dalla rabbia e magari pensa “tutti gli stranieri se ne vadano nel loro paese”, come con chi afferma genericamente e con una bella dose di qualunquismo “si, ma anche gli italiani delinquono”, sempre che portino qualche considerazione alla loro causa.

Mi tiro invece da subito indietro per qualsiasi opinione preconcetta o di puro stampo ideologico. Sottovalutare i problemi forse è peggio che non affrontarli con questioni convincenti. 

Massimo.









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Anonimo
Inviato il: 16/2/2009 17:37
Re: stupri, statistiche e politica
Scusa Massimo, ma non ho capito....qual'è l'analisi?

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Anonimo
Inviato il: 16/2/2009 19:23
Re: stupri, statistiche e politica
Per me sono tutti deliquenti non conta di che paese sono o se indigeni il problema è la pena e la certezza della stessa il senso di insicurezza è grave e tragico, credo che avremo paura anche ad avventurarci di sera nell'oasi verde comunque una cosa è certa a parte gli stupri eclatanti oggi si denunciano molto di più che in passato quelli domestici.

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