Il solito gruppetto si diverte a prendere a calci e rovesciare i cassonetti marroni del loro contenuto:

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Qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicità. Ma la felicità è qui.
Orazio Flacco

Con speciale disprezzo per il prossimo, per le leggi dello Stato, e per la civile convivenza.

Strade di Latina, Venerdì 23 aprile 2009, ore 15:45

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"Integrity is doing the right thing, even if nobody is watching."

Marciapiedi  o marciamacchine ?

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Qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicità. Ma la felicità è qui.
Orazio Flacco

Evidentemente la raccolta dei rifiuti ingombranti non interessa a tutti :

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Qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicità. Ma la felicità è qui.
Orazio Flacco

IL #CENSURA# TRA AUTOMOBILISTI E' TOLLERABILE....

Via libera dalla cassazione all'insulto tra automobilisti. D'ora in avanti ci si può anche mandare 'a quel paese' a patto che si sia stati provocati da un comportamento che viola le regole della convivenza civile. Il chiarimento arriva dalla Quinta sezione penale della Corte di Cassazione (sentenza n. 24864/2010) che ha annullato una condanna per ingiuria inflitta ad un automobilista che aveva mandato in quel paese il conducente di un'altra autovettura. Inizialmente il Giudice di pace e il Tribunale avevano emesso sentenza di condanna ma ora la Corte ha ribaltato il verdetto accogliendo la richiesta dell'automobilista che aveva invocato l'esimente della provocazione. In questi casi - spiega Piazza Cavour - "si deve guardare alla condotta dell'ingiuriato rispetto alla conformita' delle ordinarie regole del vivere civile". Naturalmente, per evitare il dilagare dell'insulto tra automobilisti, "non puo' sostenersi che qualsiasi violazione del Codice della strada possa consentire qualsiasi reazione verbale". Il caso ora dovrà essere nuovamente esaminato dal Tribunale di venezia.

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Qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicità. Ma la felicità è qui.
Orazio Flacco

Dalla poasta di Augias... http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/07/22/italia-di-oggi-vista-da-un-fornaio.html"metadata"> Repubblica — 22 luglio 2010   pagina 30   sezione: COMMENTI

Caro Augias,

oggi credo di aver saputo dal panettiere sotto casa che cosa siamo diventati. Parlavamo di quanto ruba questa famelica cricca: "Lei - mi ha risposto - se fosse al loro posto farebbe lo stesso! Il problema è che questi sono idioti e si fanno beccare!". Ho capito: 1 - che forse devo cambiare panettiere (se per lui rubare è normale...). 2 - che per cacciare Berlusconi e tutta la cricca la campagna sugli scandali e la corruzione serve a niente: i loro elettori sanno benissimo che rubano tutti a man bassa! Invece di indignarsi, li ammirano: loro, al suo posto, farebbero lo stesso! Ma perché in Francia si indignano per quattro soldi ricevuti da Sarkozy? Perché invece alcuni italiani accettano mafia e corruzione come cose normali? Una rispostina l'avrei, ma non credo lei sia d'accordo: se da secoli qui in Italia si accetta una doppia e ipocrita morale che coinvolge anche la Chiesa, perché poi non si dovrebbe accettare, magari in modo inconscio, che anche certi politici, affaristi e mafiosi, siano in fondo delle "brave persone" che magari, se gli sei elettoralmente o politicamente utile, ti aiutano pure? Sergio Grom [Indirizzo email protetto, entra per vederlo]

Si è ripetuto più volte in questi mesi, da Bertolaso in poi, che vent'anni fa si rubava per il partito; oggi si ruba per dir così in proprio: la casa, il subappalto, la squinzia per una "ciulatina" (copy: Berlusconi). Grazie alle intercettazioni siamo potuti entrare nella psicologia di questi criminali: uno ride mentre le case crollano pensando agli appalti della ricostruzione (che peraltro non c'è stata, quindi risate vane); l'altro dice al compare: "Ma raddoppialo quel preventivo, voglio vederle piangere le ferrovie". L'altro ancora di fronte alle resistenze del possibile complice, esorta: "Ma che aspetti, mandalo affanculo e via!". Il fenomeno è antico. Guido Crainz ricordava: «Già nel 1980 su questo giornale Massimo Riva annotava che "il radicarsi della corruzione dentro le strutture dello stato appariva senza precedenti storici che possano consolare". Nello stesso anno Italo Calvino regalava ai lettori un lucidissimo Apologo sull'onestà nel paese dei corrotti che iniziava così: "C'era un paese che si reggeva sull'illecito". Sempre allora, Ernesto Galli della Loggia su "Mondo Operaio" vedeva delinearsi una "uscita dalla legalità dell'intera classe dirigente"». Sì, il fenomeno è antico però c'è una novità che lo ha amplificato ed esteso. L'atto criminale ha perso l'aura di vergogna che lo circondava, è quasi diventato esemplare. S'è trasformato in un modello che scende dall'alto e copre chiunque voglia mettersi al riparo della sua ombra, fino al panettiere del signor Grom. Al quale consiglio comunque di cambiare negozio: ci sarà pure un fornaio per bene in Italia.

 CORRADO AUGIAS [Indirizzo email protetto, entra per vederlo]

Il Comune di Latina dispone di un solo addetto al controllo.............se decidesse di controllarli  tutti  ci vorrebbero circa vent'anni. 

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Qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicità. Ma la felicità è qui.
Orazio Flacco