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Nella torrida estate italiana, anche quest’anno i “deus ex machina” sono i Canadair, come vengono chiamati, nella penisola, gli aerei-cisterna antincendio. Dopo Gucci, Pucci, Prada, Valentino, Versace, tutti in Italia ambiscono al marchio “Canadair”. “Vogliamo anche noi i nostri Canadair!”, hanno invocato sindaci e amministratori vari (spesso tra un avviso di garanzia e l’altro). Intanto i piccoli focolai, che un qualunque cittadino zelante avrebbe potuto spegnere con sforzi minimi, si trasformavano in incendi devastanti di cui neppure i “Canadair” riuscivano ad aver ragione.
Ricordo molto bene: anni fa, le autorità italiane reagirono all'isteria incendi alla maniera loro, dicendo di voler creare gli "agenti 007 antipiromani”. Che fine hanno fatto questi agenti? Ma sono stati poi creati? È difficile saperlo. Nessuno ne ha più parlato. Io non me la sento di escludere che siano loro, questi 007 o il loro equivalente, ad appiccare gli incendi (vedi il piromane, ausiliario dei vigili del fuoco, colto sul fatto in una località del Molise). Dopo tutto, la regione con il maggior numero di guardie forestali, la Calabria, è quella che conosce il numero più alto d’incendi. Il Friuli-Venezia Giulia, che dispone di un numero minimo di guardie forestali, conosce al contrario un numero molto basso di incendi. In Calabria invocano però altre assunzioni: aumentiamo l’ “organico”, insomma, e tutto si risolverà. I sindacati sono d’accordo. E anche la ‘Ndrangheta. Occorrerà consultare le altre “parti sociali”...
La risposta normale in Italia ad ogni emergenza è una risposta “burocratico-sindacale”: creiamo un nuovo organismo, “aumentiamo gli organici” con i nuovi agenti (perché non chiamarli “fiamme rosse” visto che ci sono già le “fiamme gialle”?) commissioniamo una bella uniforme, e il gioco è fatto. C’è da giurare che al governo qualcuno suggerirà che in questo corpo di “spegnitori d’incendio” si assumano in pianta stabile i lavavetri extracomunitari, che rischiano di perdere il loro posto di lavoro ai semafori a causa degli italiani che sempre piu' si dicono pronti a fare i lavori che prima non volevano fare. L’attrezzatura, dopo tutto, anche se rudimentale, ce l’hanno già. Caritas, Vaticano, "Famiglia cristiana", forze progressiste… saranno senz'altro d’accordo.
Intanto continua il drammatico e ridicolo carosello delle emergenze isteriche, senza che nessuno faccia nulla di concreto. Negli anni abbiamo avuto diritto allo "Spariamo sugli scafisti!", "Spariamo sui pedofili!", "Aboliamo la pena di morte in America!” Ad un certo momento si udi' anche: "Spariamo sui piromani!”. Ma questo grido di guerra non è durato a lungo, subito soffocato da un mare di polemiche. Quest’anno siamo stati fortunati: se non altro i piromani non hanno sparato, come invece successe in diverse occasioni, in passato – contro aerei, elicotteri e mezzi con i quali si cercava di combattere le fiamme.
L’importante per le forze – si fa per dire – politiche del Belpaese è che tutti continuino a gridare, a far polemiche, e a parlarsi addosso. È una questione, dopotutto, di identità nazionale.
Claudio Antonelli [Montréal (Québec) Canada]
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