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Politica nazionale : Papa, Sapienza, e politica

Il rapporto tra fede e scienza è stato da sempre uno dei temi più dibattuti e combattuti nella storia del pensiero occidentale.

Il “giusto” posizionamento della labile linea di confine tra le due posizioni è stata spesso causa di numerosi mali e ingiustizie.

Il tentativo di unificazione tra fede e scienza -operazione inseguita dai più grandi pensatori di tutti i tempi- si è rivelata assai complessa, contrastata e mai del tutto risolta.

 

Da secoli il dibattito tra fede e scienza divide le coscienze e non avrebbe di certo bisogno di ulteriori spinte.

Mi chiedo allora se c’è davvero la necessità di alimentare da più parti questo un pericoloso contrasto già marcato di per sé, almeno quando non ne sussistano valevoli presupposti.

 

I fatti stavolta sono abbastanza evidenti. Durante la visita del Papa alla Sapienza ci sarebbero state alcune contestazioni.

Il Papa ha creduto per ragioni di "opportunità" -come la Sante Sede stessa ha ben chiarito- di non partecipare. Il Santo Padre stesso ha il concetto rimarcato più volte.

 

Senza dubbio questioni di opportunità legittime, ci mancherebbe altro, ma sempre ricadenti nell’ambito di una scelta.

 

Invece si continua a sostenere da più parti che :”al Papa è stato impedito di parlare! Vietato al Papa di fare ingresso alla sapienza!”.

Tutto gira come se ci fosse stata una guerriglia e il Papa in pericolo di vita.

 

Con un po’ di calma e obiettività, la realtà, a mio avviso, potrebbe anche apparire diversa.

 

E’ forse il caso di chiedersi se si stia commettendo l’errore di confondere il significato delle parole “scelta” e “imposizione” e magari potrebbe anche risultare utile effettuare una opportuna distinzione tra i due termini. Come la maggior parte delle volte basterebbe un semplice vocabolario per fare un po’ più di chiarezza.

 

Che per la Chiesa Cattolica non sarebbe stata conveniente la visita del Santo Padre in un ambiente che avrebbe potuto rivelarsi troppo ostile, potrebbe essere di certo un valido motivo per aver rinunciato alla visita.

 

Perchè però non considerare altrettanto legittime le preannunciate manifestazioni anche di natura contestatoria? Manifestazioni evidentemente pacifiche, con ordine garantito dal Ministero dell’Interno.

 

Che poi tali manifestazioni possano essere anche valutate, a torto o a ragione, non condivisibili, sgradevoli o non opportune, è altra questione.

 

Al Papa non serve di certo solidarietà per le scelte che compie, semmai la solidarietà dovremmo pensare di riversarla sulla Democrazia italiana. Ne avrebbe certamente maggior necessità.

Una Democrazia molto giovane e per questo ancora bisognosa di reggersi sulle vecchie stampelle del concordato del ’29.

Ad una Democrazia acerba segue una politica debole, che abbisogna di accostarsi ad un alleato forte in Italia, come la Santa Sede.

Forse ecco il motivo per il quale abbiamo visto sfilare in Vaticano comitive di rappresentanti appartenenti ai più disparati colori politici. Pochi veramente d’accordo sulla solidarietà verso il Santo Padre, i più per mettere in bella mostra il proprio bastone concordatario, da poter sventolare per ogni evenienza.

 

Un po’ di perplessità anche per le valutazioni di un Parroco della nostra città che su un noto quotidiano locale ha raccontato l’annullamento della visita universitaria, mediante termini del tipo “vergognoso” e “inaudito”, senza forse soffermarsi adeguatamente sul significato degli stessi in relazione anche alla delicatezza dell’argomento.

Dichiarazione seguita, come qualche volta accade, da una buona dose di vittimismo.

Mi chiedo poi se era proprio il caso di equiparare la crocifissione di Gesù Cristo avvenuta duemila anni fa, con una manifestazione -peraltro non avvenuta- di un gruppo di studiosi e studenti dell’ Università.

Un po’ più di calma e riflessione in questi casi non farebbe male a nessuno.  

Massimo de Simone

 





Inviato da massimo74 il 22/1/2008 22:50:45 (345 letture) :: Pagina stampabile
:: Alle ore 07:38 del 23-01-08

Poteva benissimo andare il Papa alla Sapienza siamo in democrazia ognuno può esprimere le proprie idee ed alle eventuali contestazioni poteva anche rispondere non credo che ci sarebbero stati problemi di ordine pubblico salvo che il tutto non fosse strumentalizzato da frange estremiste e violente ma questo può accadere ovunque.

Cercando per il web ho visto che Giovanni Paolo II ha effettuato diverse visite alle Università da Pisa a Ferrara a Roma stessa (Tor Vergata) e proprio a Roma subì delle "contestazioni" a cui mi pare non si è sottratto anzi.

Io non direi che è una sconfitta per la democrazia ecc ecc io direi più che altro è un non accettare voci diverse dalle proprie ma questo riguarda la religione, politica e la società odierna in generale.


giucap :: Alle ore 09:03 del 23-01-08

Mah, dire che al Papa o alla Chiesa Cattolica in Italia è negato il diritto di parola ...

Nel caso si trattava dell'inaugurazione dell'Anno Accademico. Il Rettore ha invitato il Papa, alcuni docenti hanno espresso la loro contrarietà, argomentandola. Si può non concordare, ma mi sembra che anche questo rientri nella libertà di espressione. Oggi la notizia che è stata bloccata la nomina alla presiedenza del CNR di uno dei docenti firmatari. Evidentemente la firma in calce ad una lettera aperta annulla anni di studi e meriti accademici! Alla faccia della libertà di pensiero.

Che poi ci possano essere minoranze rumorose che fanno caciara e si oppongono in maniera chiassosa è un fatto che ci accomuna a tutte le democrazie occidentali. Problema di ordine pubblico che come tale andrebbe trattato.

Io però mi sono chiesto: ma il Papa ha mai invitato un professore universitario, magari evoluzionista, a fare un discorso dal balcone di San Pietro o nel corso di una delle sue udienze o meglio all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Pontificia? Perché secondo me uno dei problemi è proprio questo: imbastire un rapporto che non può essere tra eguali in quanto una delle parti è depositaria della Verità rivelata e fa fatica a prendere atto della presenza di parecchie persone che a questa Verità non credono (credendo magari ad altre Verità degne di rispetto o semplicemente a nessuna).


Kla :: Alle ore 09:23 del 23-01-08

Ogni tanto i "rappresentanti della chiesa" dovrebbero avere il coraggio di scendere dal pulpito e mischiarsi fra la gente, tutta la gente. Di questi prelati ce ne sono ancora per fortuna. Eppure questo Papa di predecessori anche recenti ne ha avuto per trarne esempio, fra questi cito Govanni XXIII e Giovanni Paolo II.

Può far comodo non andare in posti dove ci sono alcuni che dissentono e poi dire che non ti vogliono far parlare, ottenendo così il doppio della visibilità. Non condivido questo modo di far politica e non religione da parte del capo della chiesa.

Il Papa aveva il dovere di andare e avrebbe avuto l'accoglienza che merita dalla maggioranza che lo rispetta.

Per quanto riguarda la garanzia dell'ordine pubblico, difficile trovare un posto dove chiunque può stare tranquillo quindi affermare che non sarebbe stato garantito l'ordine pubblico è puntare il dito accusando in modo pregiudiziale chi dovrebbe farlo è un altro modo per buttarla in caciara.

 

Salutoni

 


renatosd :: Alle ore 11:06 del 23-01-08

Giulio ha centrato il nocciolo del problema!!

Non era un invito al Papa a parlare in sedi Universitarie era l'inaugurazione dell'anno Accademico ... la differenza per chi la vuole cogliere è tutta li

per il resto si è già detto tutto e il contrario di tutto .... altro vorrei dire ma mi astengo in questa sede spero solo che la Scienza riesca a tenere da parte le "Verità rivelate ed assolute" perchè quel giorno non vi sarebbe più nulla da ricercare empiricamente e tutto sarebbe dato per certo a partire dal fatto che discendiamo da Adamo ed Eva e che la terra e l'uomo sono al centro dell'universo ...

renato


ClAuDiO_ :: Alle ore 11:53 del 23-01-08
Io penso che l'essere scienziato abbia come presupposto quello di essere mentalmente aperto per poter affrontare qualsiasi situazione che gli si possa porre. E se è mancata questa apertura nei confronti di un Papa, questo significa che c'è poco dello scienziato in quella persona.
Qualsasi Papa andrebbe accolto con molto calore, sopratutto se qualcuno ricordasse che La Sapienza è stata fondata proprio da un Papa, Bonifacio VIII, e non da uno scienziato.

Kla :: Alle ore 12:16 del 23-01-08

L'apertura doveva esserci anche del Papa nei confronti di chi ha espresso contrarietà sulla sua visita, pertanto Il Papa doveva scendere dal pulpito e doverosamente recarsi all'innaugurazione dell'anno accademico  dell'università, dove era stato invitato e dove sarebbe stato accolto con rispetto dalla maggior parte delle persone.

Suoi predecessori come per esempio Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, non hanno mai temuto le contestazioni e sono andati sempre da buoni pastori  "con la gente fra la gente". 

Salutoni

 


renatosd :: Alle ore 16:31 del 23-01-08

Proprio poco fa ho ricevuto questa mail e la giro tramite il sito a chi abbia voglia di conoscere anche l'altra campana:

informazioni sulla petizione sono al sito http://appellolaico.wordpress.com/ e anche su

http://www.historiamagistra.com/e107_plugins/content/content.php"text-align: justify">Agli amici, a colleghi conosciuti e sconosciuti, ai cittadini tutti, che ci hanno inviato un mail di solidarietà.

Vi invio una lettera, scritta da Giorgio Parisi, fisico teorico, membro dell'accademia dei Lincei e di molte delle più prestigiose accademie del mondo, firmatario dell'appello, che può servire a chiarire alcuni punti stravolti dai media o semplicemente non detti in precedenza, e quindi non arrivati al grande pubblico. Molte reazioni negative sono state causate da una carenza di informazione.

Per ora esiste in rete un appello da firmare in nostro appoggio, che condividiamo pienamente. Vi saremo grati se voleste aderire e renderlo noto.

L'indirizzo è : http://www.petitiononline.com/386864c0/petition.html"text-align: justify">Vi terremo informati di ulteriori nostre iniziative per appoggi più "ufficiali" .

Chiudo con una notizia: la notte del 17 gennaio l'aula studenti del Dipartimento di Fisica dell'Università La Sapienza di Roma è stata devastata da ignoti.

Grazie di tutto

Carlo Cosmelli*

* Prof. Carlo Cosmelli
Dipartimento di Fisica
Università La Sapienza
P. A. Moro 2
00185 Roma
tel. +3906-49914216
lab. + 3906-49914279
carlo.cosmelli[Indirizzo email protetto, entra per vederlo]


Leone :: Alle ore 09:09 del 24-01-08

L'annullamento della visita di Papa Benedetto XVI è stata una scelta dettata da "motivi di opportunità e non da possibili problemi di sicurezza". Lo ha chiarito il Viminale, secondo cui al Comitato per la sicurezza convocato ieri mattina in Prefettura di Roma, alla presenza del prefetto, del questore, dei comandanti locali delle forze armate e dell'ispettorato vaticano non sono emersi problemi logistici legati alla sicurezza del Pontefice e del suo seguito.

Ha scritto Galli della Loggia sul Corriere della sera: "Assai più importante, dovremmo credere, è che i laici abbiano vinto. Peccato che non riusciamo proprio a crederci. Quella che ha vinto, infatti, è una caricatura della laicità. E' la laicità scomposta e radicaleggiante, sempre pronta ai toni dell'anticlericalismo, che cinicamente ha usato la protesta dei poveri professori di fisica piegandola alle necessità della lotta politica italiana, delle risse del centro-sinistra intorno ai Dico e all'aborto, della gara per conquistare influenza sul neonato Partito democratico. E' la laicità che vuole ascoltare solo le sue ragioni scambiandole per la Ragione. Che, nonostante tutte le chiacchiere sull'Illuminismo, nei fatti non sa che cosa sia la tolleranza, ignora cosa voglia dire rispettare la verità delle posizioni dell'avversario, rispettarne la reale identità. E' la laicità che dispensa i suoi favori e le sue critiche a seconda di come le torni politicamente utile". "Laicità? Sì, una laicità opportunista, nutrita di uno scientismo patetico, arrogante nella sua cieca radicalità. Con la quale un'autentica laicità liberale non ha nulla a che fare. Che anzi deve considerare la prima dei suoi nemici".

"Il laicismo è negazione o misconoscimento del soprannaturale e di tutti i suoi segni sulla terra, è accento posto sui valori umani e noncuranza di quelli sacri e divini. L'infiltrazione di questa mentalità, anche se inconsapevole, nel sacerdote può portare a deviazioni gravissime". E' il testo della Lettera dell'Episcopato al Clero firmato a Roma il 25 marzo 1960 per la Festa dell'Annunciazione, tratto da "Litterae Communionis", supplemento al n.5 del 1988. Questo testo non è stato smentito o quanto meno riadattato ai tempi. Potrebbe già da solo costituire un buon punto di partenza per Galli della Loggia per sancire seriamente il grado di apertura della Chiesa in quanto Stato del Vaticano. E' poi se vogliamo essere precisi forse andrebbe verificata la provenienza del suddetto politologo. Come è noto fino al 2007 è stato preside della Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano (con sede a Palazzo Arese Borromeo, Cesano Maderno), è attualmente professore ordinario di Storia contemporanea e direttore del corso di dottorato di ricerca in Filosofia della storia. L'Università Vita-Salute San Raffaele è un'università libera e privata italiana. Il Rettore è don Luigi Maria Verzé, fondatore e presidente dell'Ospedale San Raffaele. L'università fa parte della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor.
Possiamo mai pensare che un dipendente del Santo Uffizio possa mai parlare di laicità in modo obbiettivo?

La laicità intesa come attitudine dello Stato a favorire l'esercizio della libertà religiosa e di culto sembra talvolta passare per una sorta di svalutazione della attitudine della comunità civile a fornire autonome risposte di senso alle questioni che pone la vita associata, donde la necessità del recepimento di soluzioni elaborate negli ambiti delle comunità confessionali. A dirlo non sono io ma qualcuno che forse Galli della Loggia dovrebbe studiare in modo più attento: il prof. Francesco Bertolini (Straordinario di diritto costituzionale nell'Università degli studi di Teramo e membro della Associazione dei costituzionalisti italiani).

Buona lettura Galli della Loggia e soprattutto un pizzico di "laicità" in più.


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