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Freddy
Inviato il: 10/10/2007 21:42
Direttore
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Da: Latina
Messaggi: 2542
Ricomincio da www.q4q5.it

Cari amici, con la premessa necessaria che le seguenti affermazioni vogliono solo essere una provocazione, vorrei provare a trasformare in scrittura ciò che da qualche ora aleggia nei meandri di una mente un pò "bacata", la mia, e che a quest'ora non mi permette di prendere sonno (sono le 23.15).

Per cercare di arrivare al nocciolo della questione più rapidamente possibile, provo a spiegarmi con un esempio (magari un pò macabro ma credo calzante):

Quando un organo si ammala di tumore, si ricorre a tutte le vie possibili ed immaginabili per colpire la cellule malate priima che queste ingrandiscano o si replichino, troppo velocemente. Se il tumore viene circoscritto e completamente neutralizzato con la cura somministrata, tutto ok, l'organo ed il suo proprietario (il malato) si riprendono e tutto finisce, la battaglia è vinta. Le cure per ottenere tale risultato possono avere carattere più o meno invasivo (chirurgia di una sezione dell'organo, radioterapia localizzata, blanda chemioterapia) o (uso di farmaci "intelligenti", come gli anticorpi monoclonali, farmaci che mirano direttamente ed unicamente a distruggere le cellule tumorali).

Nel caso invece in cui il tumore va troppo avanti e/o da luogo a metastasi, (frammenti di tessuti o singole cellule tumorali che, attraverso il circolo sanguigno, vanno in circolo ed attecchiscono su organi diversi da quello di partenza o su parti diverse dello stesso organo) magari perchè non ci si accorge in tempo, le terapie sono normalmente più invasive e spesso rischiano di non funzionare.

A questo punto le scelte da fare sono:

1) cure molto più invasive :

asportazione completa dell'organo (li dove possibile) e radio o chemio terapia.

2) ancora, uso di farmaci cosiddetti intelligenti.

Ora, però, è arrivato il momento di fare il paragone con la nostra amata Italia:

L'Italia è malata, affetta da un "tumore" che si chiama "mancanza di senso civico e legalità" che ha purtroppo metastatizzato ovunque e in tutti i settori: politica, industria, mezzi di comunicazione, scuola, sanità, sport, spettacolo, insomma la società in genere !

Noi però, stiamo ancora attraversando la fase della presa di coscienza della malattia (vedi le discussioni sulla politica e sulla antipolitica) e ci stiamo ancora chiedendo se agire prima in un settore o in un altro, se con quella o quell'altra cura o ancora se tirare ad andare avanti il più possibile con cure palliative per accompagnare il malato alla morte senza farlo soffrire troppo.

Ma è veramente questo che vogliamo ?..........ci siamo accorti che il malato è una "donna incinta" ?................sappiamo che dopo di noi ci saranno i nostri figli ?............è così che vogliamo consegnare loro il paese ?

Beh, io non ci sto............all' asportazione completa dell'organo più malato (che nella metafora corrisponderebbe all'azzeramento di tutti gli uomini che oggi rivestono cariche politiche, di quasiasi colore e grado) preferisco ancora tentare la carta del "farmaco intelligente", la strada cioè dell'azione mirata contro ogni "cellula" con "armi" altrettanto piccole (come ad es. www.q4q5.it) capaci di riconoscere il bersaglio in ogni suo dettaglio e magari agendo anche sulle cellule che lo hanno originato (gli elettori).

Ora posso andare a dormire.

Notte !

freddy

p.s.  ogni riferimento non è ascrivibile a questioni di politica locale ma deve essere inteso a livello nazionale.

 

 

 

 

 

 

 

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Salvatore
Inviato il: 11/10/2007 2:15
Staff
Registrato: 25/11/2005
Da: Q4
Messaggi: 4672
Re: Ricomincio da www.q4q5.it

 

(...) Beh, io non ci sto............all' asportazione completa dell'organo più malato (che nella metafora corrisponderebbe all'azzeramento di tutti gli uomini che oggi rivestono cariche politiche, di quasiasi colore e grado) (...)

 

Considerazioni delle 4 del mattino prima di andare a lavorare:

...e se l'organo malato fosse l'intera società italiana? Servirebbero quantità industriali di farmaci intelligenti! Oppure basterebbe una comoda terapia del dolore (e per questo potrebbe bastare l'intontimento derivante dal dibattito politico odierno) per accompagnare il malato serenamente alla tomba.

Salvatore 

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giucap
Inviato il: 11/10/2007 9:54
Registrato: 13/1/2006
Da:
Messaggi: 827
Re: Ricomincio da www.q4q5.it

Caspita, ci buttiamo sul filosofico! Come resistere?

La visione di Freddy, pur usando una metafora non proprio allegra, mette buon umore per l'ottimismo che se ne coglie. Ma è un ottimismo della volontà che non si nasconde i problemi, senza però buttare tutto "in vacca". In linea di principio farebbe piacere seguire questo approccio, in fin dei conti ognuno dovrebbe impegnarsi per quanto può, essere gocciolina che fa la sua parte per scavare nella roccia, consapevole che altri, in un futuro più o meno remoto, coglieranno i frutti dell'oscuro lavoro.

La visione di Salvatore è apocalittica, suggestiva e affascinante come "il lato oscuro della forza". Tutta la società italiana è irrimediabilmente malata, e propio coloro che oggi vengono additati come i principali responsabili della situazione (la "casta") si assumono l'onere del gesto pietoso, la somministrazione della terapia del dolore per accompagnare serenamente l'illustre infermo verso la fine della corsa. Questa visione presenta secondo me anche un elemento positivo, una via di fuga: lasciare la barca che affonda, rifugiarsi in un altrove dove la società sia percepita come "sana". Io però ho la sensazione che si tratti dell'Isola che non c'è, quindi se la situazione fosse quella dipinta, non vedrei rimedio.

Pur "aborrendo" le generalizzazioni, penso che il pessimismo della ragione sia fuori discussione. Non so se sia per il mezzo secolo che si avvicina, ma a me pare che il deterioramento della situazione sia tangibile e marci a ritmi geometrici, se non esponenziali. Io penso che alla fine ciascuno (perché la società è formata da individui unici) debba trovare il proprio equilibrio e comportarsi secondo coscienza, al fine di tentare di raggiungere un minimo di armonia, almeno con sé stesso. I mezzi per raggiungere questo fine, così come le strade, sono infiniti e mutevoli. Il perseguimento dello stesso impegna una vita e non può dirsi mai concluso.

Questo fare o non fare secondo me dovrebbe essere orientato ad una pura soddisfazione del rispettivo "amor proprio", senza attendersi premi o risultati tangibili. Aspettarsi qualcosa è l'anticamera della delusione e del disamoramento.

Per alcuni può anche andare bene il "tanto peggio tanto meglio", per poi poter affermare "l'avevo detto". De gustibus ... E' un po' la storia del bicchiere pieno a metà. Oggi lo vedo mezzo pieno, domani mezzo vuoto. Sono matto o ci sono situazioni al contorno che mi fanno cambiare punto di vista? Forse siamo condannati ad oscillare tra il mezzo pieno e il mezzo vuoto, fossilizzarsi sull'uno o sull'altro non mi sembrerebbe auspicabile.

Un caro saluto

Giulio

 

 

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Stevejo
Inviato il: 11/10/2007 11:22
Registrato: 26/3/2007
Da: Latina
Messaggi: 542
Re: Ricomincio da www.q4q5.it

Ciao a tutti

personalmente  credo che in Italia siamo arrivato ormai ad un punto di non ritorno. Usando la tua metafora, il malato, sotto sotto, sapeva di esserlo, e se una parte dell'organismo viveva e proliferava grazie alla malattia, un'altra parte (maggiore di numero ma disgiunta), rimaneva inerme e anzi continuava a soccombere perchè sfiduciata, impotente (o credeva di esserlo). Ad un certo punto, però, questa parte "debole" si è risvegliata, ha acquistato nuova fiducia nel cambiamento e ha iniziato a "ribellarsi" contro quella parte di organismo che fin'ora si è comportata come un parassita (e non come una parte di questo organismo): possiamo dire che ora stiamo iniziando a vedere le prime forme di rigetto all'interno dell'organismo.

Il problema è che la parte "buona" non ha capito che un pò di malattia è anche dentro di lei; non ha capito che se fin'ora la parte "parassita" ha potuto proliferare è perchè la stessa parte buona, a volte, si è adeguata alla malattia, finendo per assumere, ogni tanto, comportamenti da "parassita".

Tornando alla "vita reale", vuoi perchè  ormai le porcate erano diventate troppe e spudorate, vuoi con il contributo del V-DAY, i cittadini hanno acquistato nuova fiducia in un cambiamento. Hanno scoperto in loro stessi una voglia e un'esigenza irrefrenabili di partecipare, di essere parte attiva del cambiamento.

C'è la credenza di aver individuato tutti i parassiti e le cause del male (politici, giornalisti, manager, corruzione, concussione, etc...), e si è anche convinti di aver trovato la cura giusta: mandare a casa tutti gli attuali politici e partiti, scendendo loro stessi in campo attraverso le liste civiche. Dopodichè saranno loro stessi, i cittadini, a pensare a cambiare le cose dall'interno, facendo leggi giuste, etc etc etc.

Si vuole attuare un cambiamento dal basso...ma sbagliando, a mio avviso, strumento. 

Innanzitutto non abbiamo capito che se questo male (parassiti inclusi) ha potuto proliferare è perchè anche noi cittadini, che ci reputiamo onesti, finiamo a volte per "scadere" in comportamenti da "parassita", o cmq finiamo per cercare di avvantaggiarci di questa malattia.

Ma non abbiamo capito, soprattutto, che uno degli strumenti che si vogliono utilizzare per attuare il cambiamento (le liste civiche così come sono state pensate, ossia democratico-rappresentative) non è diverso da una delle cause del male (i partiti e i politici) che vogliamo combattere. Perchè gira e rigira, le liste civiche avranno anch'esse una struttura piramidale, in cui ci saranno pochi che, con la presunzione di avere la verità in tasca, decideranno per tutti.

Certamente l'impostazione di queste liste implica un rapporto con i cittadini e una trasparenza migliori di adesso (anzi, adesso sono letteramente inesisteti, a parte rare eccezioni).

E all'inizio, magari, le cose andranno bene, ma che succederà quando questi "pochi" verranno a contatto con le tentazioni del "potere"? Finiranno per essere fagocitati anche loro, e saremo così punto e a capo: magari i politici attuali, quelli corrotti (perchè, lasciatemelo dire, ma ci sono anche tanti politici sani) non ci saranno più; ma ce ne saranno di nuovi, che potrebbero si essere sani, ma potrebbero anche finire di diventare più malati di quelli attuali.

Certo, perderanno il "bollino blù"...un bollino che viene "elargito" da una sola persona...

...Le intenzioni sono buone ma..cavolo, cosa cambierebbe tra questo sistema e quello piramidale che si vuole combattere? Perchè a mio avviso è la centralità del potere, una volta contrastabile (e ormai neanche più questo, dopo che i candidati vengono scelti dai partiti stessi ) ogni 5 anni (teoricamente poi) , che ha causato, in larga parte, la situazione attuale.

Quello che voglio dire è che a me, STefano, chi me lo garantisce che le persone che comporranno le liste civiche, se pur inizialmente con i migliori propositi, non finiranno per comportarsi esattamente come i politici di oggi? E chi me lo dice che queste liste civiche, essendo strutturate come partiti, non finiranno per comportarsi come quelli di oggi? Insomma, il rischio è che, procedendo in questo modo, questo cambiamento finirà per concludersi in una bolla di sapone.

Come di facciata, a mio avviso, è il messaggio di cambiamento che il nuovo partito democratico (di centro sx) o il nuovo partito (embrionale) di destra vuogliono dare. Resisi ormai conto che la pentola sta per esplodere, l'attuale casta cerca, non di cambiare, ma di praticare la terapia del dolore (come diceva salvatore).  Ma per favore...che razza di cambiamento è se cambiano il nome ma le persone e le metodologie sono semre le stesse? E' come se un mafioso, solo perchp cambia nome all'anagrafe, non è più tale e vuole spacciarsi per una persona onesta.

Personalmente stiamo assistendo, di fatto,  al fallimento della democrazia rappresentativa nelle sue varie forme. Cambiare continuando a restare in democrazia rappresentativa significa rischiare di commettere gli stessi identici errori. 

A mo avviso, il vero cambiamento deve partire, si, dal basso, ma usando un'altro strumento: la democrazia diretta.

Internet ha permesso la diffusione dell'informazione, ma soprattutto ci ha permesso di unirci anche se distanti, e di scambiarci informazioni, pareri, idee, proposte etc...Basti pensare alle opportunità di discussione, confronto e scambio di idee che questo portale ci da ogni giorno.

Ma se pensiamo al modo in cui utilizziamo questo portale...beh, credo di poter dire che non siamo lontani dall'applicazione di principi di  democrazia diretta. Qualcuno avanza un problema, e tutti gli altri intervengono avanzando proprie idee ma soprattutto proponendo soluzioni.

E dalle tante "battaglie" vinte grazie a questo portale (ufficio postale, caserma carabinieri, tra le tante) si può capire l'efficacia dei principi di democrazia diretta.

Partire quindi da internet e da portali come questo si può e si deve: è uno dei migliori modi per far crescere la consapevolezza della realtà in cui vivono nei cittadini, per renderli parte attiva in questo processo di cambiamento dal basso, attraverso la segnalazione di problemi, lo scambio di idee, proposte, iniziative, etc.. Ed è anche un utile strumento per far capire ai nostri rappresentanti che il loro operato viene "monitorato" costantemente a "pettine fitto", e che quindi non possono più permettersi di sbagliare (dolosamente o meno) senza che i cittadini se ne accorgano. 

Ma certamente, per rendere compiuto il cambiamento (o velocizzarlo in modo indolore, senza traumi o terapie invasive), non si può rimanere su internet, nel virtuale.

Beh, alle provinciali a Roma del 2008 ci cercherà di portare una lista civica che funzionerà secondo principi di democrazia diretta: gli eventuali eletti discuteranno, avanzeranno porposte e voteranno secondo quanto stabilito dagli iscritti alla lista stessa (che non saranno solo i firmatari della lista, ma anche tutti quelli che firmeranno preventivamente una dichiarazione spontanea di voto alla lista stessa...quello che poi fanno, di fatto, i firmatari di una lista).

Certo, una premessa è d'obbligo: si vanno ad applicare i principi e strumenti di democrazia diretta ad un sistema che è democratico rappresentativo. X cui ci sono inevitabilmente delle limitazioni che fanno si che i principi di democrazia diretta non possano essere aplicati al 100%. Però si sono cercate e trovate soluzioni che permettano di avvicinarsi quanto più a tali principi.

Si è cercato, nel migliore dei modi possibili, di salvaguardare, ad esmepio, il diritto dei cittadini di sostituire un eletto nel caso questi non rispettasse la volomtà dei cittadini espressa anche attraverso un programma partecipato. O, ancora, si è cercato di salvaguardare il diritto dei cittadini di delegare (sempre con possibilità di revoca) il proprio potere decisionale (ossia di voto); e ancora, di permettere ai cittadini di proporre realmente emendamenti, idee e soluzioni, di poter essere sempre informati in modo corretto, etc... 

Per chi volesse darvi una letta,  quì trova lo statuto e le varie modalità con cui si vuole portare avanti questa lista democratico-diretta.

Qualsiasi commento, critica, proposta non solo è utile, ma è benvenuta.

http://docs.google.com/View?docid=dwxqqdz_3frjtgz (presentazione)

http://docs.google.com/View?docid=dwxqqdz_4hk8z2d (come si sviluppa l'iniziativa)

http://docs.google.com/View?docid=ajj92dkvfxmq_5d5rpxq (statuto)

http://docs.google.com/View?docid=dwxqqdz_2cqsb63 (dichiarazione di adesione-sostegno)

http://docs.google.com/View?docid=dwxqqdz_1djszn3 (proposta e accettazione condizioni candidatura)

http://docs.google.com/View?docid=ajj92dkvfxmq_8dz42dx (Piano operativo - work in progress) 

un saluto a tutti,

Stefano 

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Salvatore
Inviato il: 11/10/2007 11:26
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Re: Ricomincio da www.q4q5.it
giucap ha scritto:

...La visione di Salvatore è apocalittica...

 

considera, caro Giulio, che la mia "visione" l'ho scritta alle 4 di mattina, dopo che la sveglia era suonata alle 3:45, reduce di una cena coi vicini protrattasi fin oltre mezzanotte. Sappi che la deprivazione del sonno è una di quelle cose che ti fanno vedere il bicchiere mezzo vuoto.

un caro saluto.

Salvatore

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giucap
Inviato il: 11/10/2007 12:13
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Re: Ricomincio da www.q4q5.it

Infatti, caro Salvatore, mi ero chiesto dove diavolo lavori, o con quali turni, per doverti alzare a quell'ora della notte!

Per la visione "apocalittica" però, permettimi di dirti che non mi sembra di molto diversa da altri tuoi interventi postati in orari più urbani. Quello che volevo esprime è che spesso anch'io percepisco sensazioni analoghe, ma che probabilmente faremmo il nostro bene cambiando ogni tanto il nostro punto di vista, magari credendo (o illudendoci) di poter incidere in qualche modo (naturalmente in meglio, almeno secondo ciascuno di noi) sulla situazione.

Un caro saluto

Giulio

 

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Salvatore
Inviato il: 11/10/2007 12:28
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Re: Ricomincio da www.q4q5.it

Beh, io ci provo nel mio piccolo a cambiare le cose. Non mi illudo però di avere in tasca il metodo giusto, nè di essere immune da visioni distorte della realtà. Ciascuno di noi è il frutto (o la vittima, se preferisci) delle sue esperienze, dell'ambiente che ha frequentato, delle gioie e delle delusioni che ha provato ed è difficile, anche quando la ragione lo imporrebbe, essere schevro da questi condizionamenti.

un caro saluto

Salvatore 

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Freddy
Inviato il: 11/10/2007 14:47
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Re: Ricomincio da www.q4q5.it

Come sempre molti spunti interessanti.

Ora però proverei (a mente leggermente meno offuscata dal sonno) ad essere un tantino più concreto e meno "filosofico".

Le vostre riflessioni (Salvatore, Giulio e Stafano) la dicono lunga su quanto sia difficile avere una visione d'insieme del quadro Italia.

Per questo motivo, pur avendo io per primo spostato il discorso sul nostro paese, rimarrei più coi piedi per terra e tenterei di inquadrare la situazione più a livello locale, già sufficientemente complessa.

Bene, soprattutto, ha interpretato il succo della mia "esternazione" Stefano, quando afferma che l'unica speranza reale è quella di ripartire dalla base, dai cittadini, creando un nuovo tessuto sociale, perso negli anni con il disinteressamento della gente alla politica, dovuto essenzialmente alle diverse "quote" sulle quali volava e vola tutt'oggi il palazzo rispetto alla cittadinanza.

Inutile (condivido pienamente) l'illusione di sostituire il conduttore (Grillo agli attuali Berlusconi o Prodi) se questi non è sostenuto da gente "imburattinabile"............(alias: gente che non si fa trattare da burattini).

Il "portavoce del popolo" (a Latina o in Italia) può avere un senso solo se il popolo esiste, gente cioè con una coscienza civica ben lontana dalla mentalità della maggioranza degli Italiani e dei Latinensi attualmente riscontrabile.

Qualche esempio:

- gente che quando esprime il proprio voto, lo fa scegliendo con criterio, sulla base di motivazioni legate a proprie convinzioni, in direzione di rappresentanti che meglio garantiscono il bene comune, non perchè si tratta dell'amico dell'amico o perchè garante di un favore personale;

- gente che esprime le proprie critiche in maniera costruttiva, non solamente per il gusto di criticare o per spostare le proprie responsabilità su altri;

- gente che tende a migliorare se stessa, offrendo il proprio contributo in ogni occasione possibile e che davanti ad una carta trovata a terra, (ad esempio) la raccoglie e non pensa che tanto ci sarà qualcun altro che lo farà;

- gente che smetta di "tifare" per i prorpi beniamini politici anche quando sa perfettamente che sono in torto marcio;

- gente meno egoista, disposta a "perdere" (secondo me a guadagnare) qualche ora durante ogni settimana per dedicarla al futuro dell'ambiente nel quale vive o vivranno i propri figli;

e mi fermo qui.

Per tale motivo, sono certo che i nostri obiettivi (locali e non) debbano per forza di cose essere più limitati, realistici e mirati:

se solo riuscissimo a migliorare anche un minimo il nostro "circondario" (quartiere e città), partecipando attraverso l'uso di un mezzo indipendente come questo alle iniziative da noi stesse nate, faremmo qualcosa di grande, molto più grande di quanto piccoli in realtà siamo (chissà che poi non si riesca a contagiare qualcun altro).

Freddy

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renatosd
Inviato il: 11/10/2007 16:30
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Re: Ricomincio da www.q4q5.it

Molto interessante e molti spunti su cui ragionare ... intanto vorrei focalizzarne due e provo ad essere sintetico*:

- ho fatto molto spesso (credo anche qui) l'esempio del contadino e degli strumenti che usa per arare ... ovvero come il contadino non può fare a meno degli strumenti idonei quali la zappa e il trattore per arare il proprio terreno, così la politica non può fare a meno degli strumenti e delle sue procedure ... cosa voglio dire  ... che si può anche pensare di migliorare  i macchinari, si può ottimizzare la produzione ma intanto non si può fare a meno degli strumenti che al momento sono a disposizione .... l'unica realtà possibile è quella reale e non quella dei vorrei, l'unica città, nazione possibile è quell che c'è e da li bisogna ripartire .... non c'è alternativa. La politica non fa eccezione dal principio generale e gli strumenti oggi sono questi .... mentre pensiamo a migliorarli, dobbiamo comunque imbracciarli e zappare, altrimenti il mancato raccolto di domani è comunque peggio dei quattro miseri ortaggi di oggi. Troppo spesso mi sono trovato di fronte ai soliti discorsi del tanto peggio tanto meglio ... bisogna cambiare tutto ecc ecc quando però era necessario partecipare e lavorare duramente con gli strumenti a disposizione, in tanti ... in troppi ... si sono tirati indietro (non senza legittimi motivi) ma così facendo hanno fatto mancare il loro contributo per cercare di migliorare ... 'che da fuori è tanto facile  imprecare che non ci si accorge neanche che li dentro ci sono tante persone che si spezzano le corna a testate e sono più di quanto si possa pensare ... che poi molti si arrendono e molti altri si adeguano questo pure è vero.

- Quindi introduco il secondo pensiero circa il significato dell'essere schierato. Ho sempre pensato e tutt'ora lo penso che l'essere di destra o di sinistra non è un semplice tifare ... l'essere di sinistra per me , come certamente può l'essere di destra per altri, sottintende un modo di vivere, di essere, di pensare di sperare il mondo che ci circonda. Qualsiasi azione privata o pubblica è un azione politica si può essere indifferenti o seguire dei principi ... in politica si devono seguire dei principi se no parliamo di una scatola vuota. Oggi si è diffusa l'insana credenza che tutti i mali stiano nella linearità di preformarsi un idea generale, degli obiettivi generali e una relativa linea di condotta nella propria azione politica e quindi va di moda pensare che si possa fare politica partendo dal particolare rinviando l'idea generale a data da destinarsi. Io penso che questa sia la vera tragedia del decadimento a cui assistiamo e solo in questo vedo il limite di una politica grillina che contesta giustamente episodi macroscopicamente distorti e/o truffaldini ma non indica una prospettiva, un'idea del mondo a cui aspirare. Da tutto ciò nascono ambiguità enormi in cui tutti i politici possono dire e fare quello che gli passa per la testa senza coerenza e si arriva fino al manifesto del nuovo Partito Democratico dove si fondano i principi su un assunto assurdo miscelando Cristianesimo e illuminismo. Nessuno più osa neanche evitare la trappola del generalismo (vorrei dire qualunquismo) per cui il pensiero tuttologo la fa da padrone e si ci fa burla troppo semplicisticamente dei sacrifici di chi spende una vita tentando di essere coerenti con dei principi, non senza mettere in conto che crescendo possano cambiare.

Ed allora tanto vale essere popolari .... è tanto facile urlare evviva il bianco,  evviva  il nero, evviva il grigio, evviva l'inter ed evviva il milan, evviva la campagna ed evviva la città, evviva la pace ed evviva la guerra, evviva la natura ed evviva il nucleare, evviva tutto evviva niente .... ed è ancora più facile sostituire gli evviva con gli "abbasso"....

ma io sono e continuo ad essere di sinistra perchè per me ha ancora un senso ed un significato ... e preferisco confrontarmi con chi ha le idee chiare, anche opposte, anche con incertezze (che è umano), piuttosto che con chi i problemi non se li pone neanche .... tanto so tutti uguali ... so tutti ladri ... so meglio io, è meglio  il partito della pagnotta ...  tutta e subito e che gli altri si f....... almeno una volta si gridava "a noi" oggi vale solo "a me".

renato malinconico

*PS come al solito non ci sono riuscito ad essere sintetico

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Salvatore
Inviato il: 11/10/2007 19:03
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Re: Ricomincio da www.q4q5.it
renatosd ha scritto:

(...) significato dell'essere schierato. Ho sempre pensato e tutt'ora lo penso che l'essere di destra o di sinistra non è un semplice tifare ... l'essere di sinistra per me , come certamente può l'essere di destra per altri, sottintende un modo di vivere, di essere, di pensare di sperare il mondo che ci circonda. (...)

 

Caro Renato,

sulle idee chiare circa destra e sinistra sono d’accordo. Sono d’accordo che si debbano vivere i propri principi fino in fondo (salvo la legittima evenienza di ricredersi, di cambiare idea, di maturare nuove convinzioni, non certo quella di cambiare cavallo per mero opportunismo). Però che succede se la “casta” (scusa, ma adesso va di moda) che si è impadronita del tuo schieramento politico ne ha tradito o travisato gli ideali? Cosa succederebbe se gli uomini e le donne che occupano le posizioni chiave della tua sinistra dovessero tradirne i principi e gli ideali fondamentali? Che faresti tu allora? Continueresti a combattere dall’interno, piccolo donchisciotte contro i mulini a vento, o cos’altro?

Quando io tempo fa affermavo di non sapere per chi votare (e qualcuno mi dava del disfattista) intendevo proprio questo: io sono di destra, ma non riuscivo a identificarmi con nessuno degli schieramenti di destra o, se vuoi, non riuscivo ad avere fiducia in nessuno degli uomini e delle donne che componevano quegli schieramenti. Allora che fare? Significa forse che non sono più di destra? Significa che ho tradito i miei principi? O avrei dovuto semplicemente “turarmi il naso” e continuare a tifare?

Io penso che ci sia più coerenza in chi, non riconoscendosi in nessuno degli schieramenti in campo, si astiene dal “tifo” e si ritira in un dignitoso romitaggio.

Salvatore

 

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