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davide - Thu 25/10/2007 or 15:11 |
Intanto continuano i lavori sulla proprietà Mattioli su Via Milazzo... Sono è stato eseguito uno scavo, e si stanno realizzando le fondazioni, oltre al posizionamento di pannelli prefabbricati in cemento armato. Il palazzo Nasso verrà nell'area indicata in rosso, mentre la vecchia casa è stata ristrutturata qualche mese fà. Nella zona sinistra invece è stata gettata della breccia, e probabilmente ospiterà un parcheggio. Sono state inoltre posizionate delle palme davanti sul marciapiede di Via Milazzo, palme che però stanno già seccando Qualcuno conosce questo Mattioli? Come mai per anni quella proprietà è stata in abbandono? Forse c'era di mezzo qualche fallimento o pignoramento?
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davide - Thu 25/10/2007 or 15:26 | |
Nei giorni scorsi sia il Latina Oggi, sia il Messaggero hanno riportato il Fallimento n. 119/2002, ovvero il fallimento che riguarda il vecchio stabilimento da anni dismesso e che confina con la Procura. Nell'annuncio si parla che la la curatela fallimentare ha fatto richiesta negli anni passati di cambiare la destinazione d'uso da industriale a residenziale, e che l'iter della pratica è fermo.. C'è una nuova speculazione edilizia in vista? I consiglieri comunali che seguono questo portale potrebbero illuminarci.. Inoltre si parla che tutto il lotto è di circa 7000 metri quadrati, sul quale si potrebbero sviluppare 65000 metri cubi a destinazione industriale.. Come si arriva a 7000 metri se mettendo insieme i 3 immobili richiamati all'inizio dell'annuncio (fabbricati e terreno circostante) non si arriva nemmeno alla metà? Nel caso avvenisse il cambio di destinazione, tutti i 65000 metri cubi industriali sarebbero convertiti in residenziale, o saranno sensibilmente di meno? Cari consiglieri, dateci risposte su queste cose piuttosto... http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595"> |
davide - Fri 26/10/2007 or 12:26 |
Oggi son passato su Via Ezio.. questo vecchio stabilimento al n.33 è stato affittato, ed ho notato che dentro vi è un associazione "Latina Camper"... Ho notato che davanti lo stabilimento dismesso accanto allo stabilimento Luna, che dovrebbe essere l'ex Kurly Kate, c'è un cartello di lavori, con scritto <<Dia del 3 Dicembre 2003, o qualcosa di simile" La proprietà è la Pontigel Srl... Come mai la Pontigel ha acquisito quello stabilimento? E quali lavori dovevano fare nel 2003, e che pare non siano mai stati fatti? ARKAN |
renatosd - Fri 26/10/2007 or 15:21 |
No l'ex kurly kate sta oltre il canale, lo so perchè ne ho fatto la stima ... un lavoro indicibile, uno schifo oltre l'indicibile e non mi hanno neppure pagato .... renato |
davide - Wed 07/11/2007 or 20:29 |
A Marzo stavano completando la struttura in cemento armato, mentre pochi giorni fà passando lungo quella strada ho notato che l'edificio è stato completamente rivestito di mattoncini marroni, molto in voga nel modenese e in Emilia Romagna.. Mentre l'edificio orginario, che viene mostrato nelle foto sottostanti era tutto intonacato. 1) In rosso il podere prima della demolizione 2) Vista del podere da sud 3) Vista da est ARKAN |
davide - Sun 03/02/2008 or 19:46 |
Latina Oggi ci informa che in Commissione Urbanistica è stato presentato il Piano di recupero "Ambito D" realitivo all'area di 15 ettari comprendente Viale Italia, Piazzale dei Bonificatori, Via IV Novembre e Via Adua-Neghelli (cosidetto quartiere dei pub vicino il Consorzio di Bonifica).. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/03_02_2008/pag06latina.pdf http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/03_02_2008/pag07latina.pdf Il piano prevede: 1) La demolizione dell'ampliamento delle Poste fatto negli anni 60, la ricostruzione dell'originale ampliamento del 34 e della famosa scalinata. 2) La riqualificazione della casa del Vescovo con la realizzazione di un porticato con negozi (edificio giallo) 3) La realizzazione di un parcheggio sotterraneo su Via Cavour, dove attualmente insiste un parcheggio a raso. e tutto ciò è condivisibile e di buon senso. Però il piano prevede anche la demolizione di un palazzo di fondazione a 4 piani (palazzo verde) , posto all'angolo tra Viale Italia, Via IV Novembre e Via Cavour. Ciò è inaccettabile! Infatti al suo posto si prevede la realizzazione di un nuovo immobile alto 6-7 piani, se non di più!! Suggerisco ai professionisti di che hanno redatto questo piano, ed anche ai commissari di minoranza presenti nella commissione urbanistica (in primis Giorgio De Marchis) che sarebbe opportuno invece: 1) Procedere alla demolizione dell'altro palazzo che si affaccia su Via IV Novembre ed è attaccato alla Casa del Vescovo (palazzo in rosso) e che è alto 8 piani ed essendo brutto, rappresenta il vero pugno in un occhio della zona; 2) Realizzare al suo posto un palazzo di 4 piano gemello a quello di fondazione che si vorrebbe demolire (palazzo verde), e trasferire la cubatura in eccesso rispetto a quella che si è demolita del palazzo rosso nella zona ancora libera su Viale Italia (zona raffigurata in azzurro), e realizzarvi quì in aderenza al palazzo di fondazione un immobile di 4 piani, totalmente identico e specchiato a quello che vi si trova davanti (palazzo magenta) Credo che la mia proposta sia di buon senso, e che il costruttore potrebbe ugualmente trarre un buon guadagno da tutta l'operazione. Suggerisco vivamente ai tecnici e al Sindaco ZACCHEO di avallare questa ipotesi. Altrimenti si sarà persa un occasione storica, ma anzi si sarebbe andati a demolire l'ennesimo immobile storico e di pregio di Latina ARKAN
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davide - Sun 03/02/2008 or 23:11 |
Mi attendo una forte presa di posizione da parte di De Marchis e degli altri commissari di minoranza ARKAN |
MarmaLT - Fri 11/04/2008 or 06:21 |
Questa città è unica, con un dichiarato pubblicamente 10% di cubature abusive, valutazione molto molto sottostimata, basti pensare ai volumi tecnici diventati appartamenti, con tettoie, poi chiuse su vecchi edifici, vedi quelli che affacciano su Piazza San Marco, via Gramsci, (ops... ma lì c'è anche il cittadino On.le Zaccheo, c'è un Vice Prefetto, ed altri minori) via F. Filzi , ecc. , oppure su nuovi edifici fatti in concomitanza o subito dopo le costruzione, insomma una città ilelgale a livello alto ( inteso sia come ubicazione di piano, sia come livello dei propietari. Poi ci sono le tettoie che dovrebbero coprire i vani scala che portano sul terrazzo o per stendere i panni... nel 2008 vedo ancora tutte queste donne a stendere i panni sui terrazzi... progettualmente sono indicate di altezza m. 2,40. Divengono di m. 2,80 (cioè abitabili) e le piccole tettoie diventano grandi, anche più del doppio dell'autorizzato e poco meno che il solaio di copertura dell'edificio. Bene, questa 'città legale' è dovuta grazie a costruttori che hanno legami granitici con i Poteri Forti di questa città, che li tengono in scacco ( una volta si diceva che li ricattava... oggi con un eufemismo un pò idiota, ma meno pregnante si dice 'li tiene in scacco', allora usiamo questo termine attualissimo, per essere 'AVANTI'). Beh! Meraviglia che quella Torre Pontina sia lì? Andatevi a vedere il progetto... Farete bellissime scoperte... C'è la legge sul diritto d'accesso spettante a tutti i cittadini, diversamente fatelo come Associazione... a proposito, indovinate chi sta costruendola? Non i "Mafiosi di Catania", ma imprese locali di quelle che sul territorio meriterebbe maggiore attenzione da parte della Magistratura.. ma quì servono le segnalazione da parte di chi è deputato per legge a fare queste verifiche.... ... e chi sarà mai questo organo? Forse uffici che dipendono da chi ha autorizaazto questo edificio? |
Stevejo - Sat 12/04/2008 or 10:00 |
Mario, purtroppo che le cose a Latina andassero in questo modo è vero ed è soprattutto abbastanza noto. Abusi edilizi legalizzati, appunto, ossia abusi che sono però consentiti attraverso varianti straordinarie di piano regolatore "ad personam": una strada la leviamo, una la spostiamo, si aumenta qualche cubatura quà e là, se ne diminuisce qualcun'altra...e il gioco è fatto! Chi lo sa per sentito dire, chi lo sa per esperienza diretta (perchè ha ricevuto un danno da questi abusi legalizzati), molti molti cittadini lo sanno, ma purtroppo nessuno o quasi nessuno riesce o vuole ribellarsi. Forse perchè un conto è saperlo un conto è dimostrarlo. E se non lo si può dimostrare, una eventuale denuncia si ripercuoterebbe contro il citatdino che l'ha fatta, sottoforma di reato di calunnia o peggio. Ed è questa, alla fine, la frustrazione maggiore, perchè ci sono reati di abusi edilizi noti e sotto gli occhi di tutti che però gli organismi preposti al controllo si sono sempre ben guardati dall'approfondire attraverso indagini (almeno fin'ora). La domanda che quindi mi viene da farti, leggendo il tuo post, è questa: ma questi dati che tu ha detto (ad esempio il 10% di cubature abusive) sono dati ufficiali (ossia emersi da indagini o denuncie), oppure sono delle stime che però non sono dimostrabili? Perchè se è vera la prima, ossia che sono dati emersi da indagini ufficiali, allora mi domando perchè nessun magistrato abbia mai fatto qualcosa per perseguire questi abusi e chi li ha permessi...visto che finalmente le prove ci sarebbero. Un salutone, Stefano |
MarmaLT - Sat 12/04/2008 or 18:39 |
Il problema non è che non ci sia il mezzo... quel che manca è la volontà di affrontare al questione. Anni ed anni fa ero distaccato presso il Settore Urbanistica, per volontà dell'allora Sindaco Nino CORONA, poi il sindaco è cambiato. Quando incomincia a mettere mani sulle cooperative del Q4 - Q5.. e credo che ancora siate lì a cercare di uscire dal problema con il Consorzio Q4 - Q5.... Bene, come cercai di far chiarezza sul problema fui rispedito al Comando.. ora appena toccato il problema delle cubature sopra i solai di copertura degli edifici costruiti e in corso di costruzione... mi ritrovo fuori dalla Polizia Giudiziaria.. cioè nell'organizzazione interna della P.M. Ora il problema che ci sono, intendo fisicamente, probabilmente quando vedranno che il fatto di avermi legato mani e piedi non sarà servito a nulla, allora accadrà qualcos'altro.... non posso risponderea quanto ti domandi prima dei saluti. 'Più mi legate le mani, più mi liberate la mente' |
MarmaLT - Tue 15/04/2008 or 10:43 |
Caro Arkan, mi sono riletto la tua proposta di variante su Piano di intervento su viale Italia e dintorni, credo sia davvero buona, salva l'ex IACP, anche se andrebbe sanato stante l'età, farebbe pulizia di quel aborto che si appoggia alla 'ex Casa dello studente' (ricordate lo scandalo che si accompagnò con il coinvolgimento dell'allora Vescovo, alla sua edificazione? ). Va bene pure il recupero alla edificazione nell'area di parcheggio dell'ex IACP,così da gemellare l'altro edificio sede dei Telefoni di Stato, ma ritengo poco utile il parcheggio sotterraneo di via Cavour, quando si ha a due passi e meglio posizionato anche per il traffico che provenendo da Roma penetra nella città, una Mega Area, nel vecchio sito dell'ex Ospedale - ora parcheggio San Benedetto - lì si realizzarebbe una bella stuttura a parcheggio... e si potrebbero contestualemnte getatre le fondamenta della Biblioteca tanto cara a Nino Corona. Questo parcheggio servirebbe alla rinascita del commercio nell centro della Città... e offrirebbo un grande servizio, almeno nelel ore mattutine agli uffici limitrofi quali l'INPS, la ASL LT3, la Questura, l'ENEL, il Comune.., e, perchè no, anche l'Hotel Europa. |
davide - Mon 02/06/2008 or 13:03 |
Caro MArio, In effetti l'idea di fare un parcheggio sotterraneo su Via Cavour potrebbe essere strampalata, visto anche che l'area non è molto estesa. Forse sarebbe meglio creare un parcheggio sotterraneo sotto l'area dell'ex Ospedale, ed al contempo creare in superficie una piazza con aree verdi. Una zona verde che in quello spicchio di città manca. Ma purtroppo al Comune di Latina non ci pensano. Piuttosto che fare parcheggi sotteranei qui e nell'area ex Orsal, costoro vogliono per forza di cose andare a sventrare piazza del Popolo! ARKAN |
davide - Tue 22/07/2008 or 23:49 |
Ecco un interessante video sulla Torre Pontina: ARKAN |
davide - Thu 24/07/2008 or 22:29 |
Qualche tempo fò accenavo alla realizzazione a Latina Scalo, su Via della Stazione, di fronte il distributore Esso di un edificio rosso, realizzato nel 2006-2007, a seguito della demolizione (nei primi mesi del 2006) di un vecchio rudere di un piano, abbandonato da anni. Ebbene quell'edificio, che richiama l'architettura razionalista-futurista della stazione (per via dei lucernacoli tondi e del vano scale di forma semicircolare, pare sia la sede della Pecorilli Costruzioni Generali: L'edificio è stato realizzato da una ditta di Priverno. Peccato solo che al suo fianco abbia un palazzo di 3 piani (da qualche mese in ristrutturazione ed ampliamento), che ha ampie vetrate, e probabilmente in passato aveva uso commerciale. Insomma questo palazzo è un vero pugno in un occhio, che mortifica e soffoca l'edificio della Pecorilli. ARKAN
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- Fri 25/07/2008 or 16:02 |
Ma tanto è un falso futurista! Sono capaci tutti a scopiazzare Mazzoni....Ma vuoi vedere che, visto che lasciano deperire ed oscurare gli originali (vedi complesso della stazione...) a futura memoria resterà il falso della Pecorilli? |
davide - Thu 31/07/2008 or 14:29 | |||||||||
Q4-Q5: Il Tar Latina respinge ricorso contro palazzo nei pressi del Lestrella N. 00972/2008 REG.SEN. N. 00052/2007 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio sezione staccata di Latina (Sezione Prima) ha pronunciato la presente SENTENZA Sul ricorso numero di registro generale 52 del 2007, proposto da: contro Comune di Latina, rappresentato e difeso dall'Avv. Francesco Paolo Cavalcanti, con domicilio eletto presso Francesco Paolo Avv. Cavalcanti in Latina, presso Ra Com., Via Farini, n. 2; nei confronti di La Casa S.r.l, rappresentata e difesa dagli avv. Giuseppe Garofalo, Graziella Pol, con domicilio eletto presso Giuseppe Avv. Garofalo, in Latina, via Papiniano n.3; per l'annullamento previa sospensione dell'efficacia, del permesso di costruire 6.10.2005, n. 145 EP, nonché del successivo permesso di costruire del 4.5.2006 n. 77 EP – entrambi a firma del Dirigente Servizio Edilizia Privata del Comune di Frosinone - rilasciati in favore della società controinteressata.
Visto il ricorso con i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di Latina; Visto l'atto di costituzione in giudizio di La Casa Srl; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 06/06/2008 il dott. Antonio Massimo Marra e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue:
FATTO Con ricorso notificato il 18.12.2006, tempestivamente depositato, gli istanti hanno impugnato il permesso di costruire 6.5.2005, n. 145 EP ed il successivo permesso di costruire in variante 4.5.2006, n. 77 EP rilasciato alla società “La Casa ” - S.r.l. con cui il Comune di Latina ha assentito un progetto in favore della stessa controinteressata, avente ad oggetto la realizzazione di un fabbricato composto da n. 96 unità immobiliari destinate ad alloggi e n. 12 unità immobiliari destinate ad uffici ricompreso, detto fabbricato, in un’unità immobiliare avente maggior consistenza. Essi allegando di essere tutti titolari di attività commerciali o professionali presso il Centro commerciale “Lestrella” sito in Latina , Via Paganini quartiere Q.4 “ Nuova Latina”, espongono che dette attività prospettavano su un ampio piazzale, confinante quest’ultimo con la via pubblica in una situazione tale da godere di aria e luce. A seguito dell’avvio dei lavori, l’intera area prospiciente gli esercizi dei ricorrenti, prima libera, sarebbe stata gradualmente recintata, facendo espandere i relativi lavori sino ad arrestarsi alla distanza di un solo metro dall’ingresso dei negozi degli interessati. Conseguentemente, tutti i locali dei deducenti sarebbero stati pressoché oscurati sia alla vista della clientela – con gravi ripercussioni sui ricavi - sia dalla luce solare. Aggiungono i deducenti che del contenuto degli impugnati atti sarebbero venuti a conoscenza soltanto in data 19.10.2006, allorchè il Comune intimato consentiva agli interessati la presa visione dei permessi di costruire oggetto di specifica richiesta. E’opportuno sin d'ora premettere che il P.R.G. di Latina approvato con D.M. LL.PP. n. 6476 del 13.1.1972 nel procedere alla suddivisione in zone del territorio comunale individua – tra l’altro – la cd zona di espansione Q (nuovi insediamenti), suddivisa in 4 sottozone (o comprensori), secondo la densità comprensoriale. L’art. 1 delle N.T.A. al P.R.G. prevede, poi, che l’edificazione del comprensorio Q4 è subordinata alla presenza di un piano attuativo particolareggiato o di lottizzazione. Nel 1976 il Consiglio comunale di Latina approvava i piani particolareggiati per le zone Q4 e Q5; laddove, con successiva delibera n. 54 del 28.7.1977, il Comune intimato approvava i progetti di lottizzazione. Successivamente il menzionato progetto, relativo al comparto Q4, veniva integrato dalla stipula della pertinente convenzione di lottizzazione, intercorsa tra il Comune di Latina e il Consorzio volontario di Urbanizzazione Q4 - C4. Tale convenzione fissava in anni sette il termine per l’esecuzione delle viste opere, mentre nei successivi 6 mesi si sarebbe dovuto procedere alla cessione al Comune delle opere stesse, nonché delle aree destinate ad ospitarle (artt. 9 e 10). Il piano di lottizzazione sarebbe rimasto, peraltro, largamente inattuato, essendosi proceduto soltanto in via parziale alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria. Concludono gli istanti rilevando che, essendo lo strumento di attuazione del PRG nel comparto Q4 ampiamente scaduto, il Comune non avrebbe dovuto rilasciare i censurati permessi di costruire. A sostegno del presente ricorso gli interessati svolgono i seguenti motivi: 1) violazione all’art. 12 del d.P.R. 6.6.2001, n. 380 per mancata osservanza dell’art. 1, 3° comma delle N.T.A. al P.R.G. di Latina; violazione degli artt. 17 e 41 quinquies della L. 17.8.1942, n. 1150, avendo il piano particolareggiato perso efficacia per decorrenza del termine entro cui sarebbe dovuto essere eseguito; 2) violazione dell’art. 12 del d.P.R. 6.6.2001, n. 380; eccesso di potere per difetto d’istruttoria e carenza di motivazione, contrastando la disposizione plano volumetrica dell’edificio da concessionare alla stregua dello strumento urbanistico e l’assentita ubicazione del fabbricato; 3) eccesso di potere per contraddittorietà cd estrinseca, per carenza di presupposti, difetto d’istruttoria ed insufficienza della motivazione, posto che entrambi i permessi di costruire in questa sede impugnati sarebbero stati rilasciati dall’intimato Comune in contrasto con precedenti determinazioni che avevano disposto la sospensione del rilascio delle licenze edilizie nel comprensorio Q4. Nel ricorso si formula, poi, richiesta di risarcimento danni conseguente all’asserita illegittima concessione dei permessi di costruire rilasciati alle società controinteressate. Il Comune di Latina si è costituito in giudizio, eccependo la tardività del prodotto ricorso con riferimento all’accesso agli atti del Comune in data 26.9.2002 da parte della ricorrente e richiedendone nel merito la reiezione. Anche le controinteressate si sono costituite in giudizio, argomentatamente richiedendo la reiezione nel merito del ricorso. All’udienza del 6.6.2008 la causa è stata trattenuta a sentenza. DIRITTO Preliminarmente occorre esaminare le eccezioni d’inammissibilità sollevate dai resistenti. Questi sostengono, anzitutto, che il ricorso sarebbe tardivo, avendo potuto i ricorrenti avere piena consapevolezza della effettiva estensione delle opere assentite, già nella fase d’inizio dei lavori. Detto ordine d’idee non può essere condiviso. Osserva, al riguardo, il Collegio che, alla stregua di una risalente giurisprudenza del Consiglio di Stato, che la Sezione integralmente condivide: … “ai fini della rilevanza dell'eccezione di tardività dell'impugnazione di una concessione edilizia, non è sufficiente che gli estremi dell'adottato provvedimento siano stati portati nella sfera di conoscibilità dell'eventuale interessato, ma che quest'ultimo abbia avuto piena consapevolezza del suo contenuto prescrittivo; tale consapevolezza non può acquistarsi nella fase di inizio dei lavori, ma al compimento degli stessi, solo al quale può riportarsi l'inizio della decorrenza del termine di impugnazione, atteso che soltanto in quel momento questa forma di conoscenza, equipollente alla comunicazione o alla notificazione della concessione edilizia, diviene in concreto raggiungibile in relazione ad una obiettiva situazione di fatto, connotativa d'una struttura edilizia completa nelle sue linee e rapporti volumetrici” (Sez. V, 24 aprile 1986 , n. 236). La detta eccezione deve essere perciò disattesa, salvo quanto si vedrà oltre in relazione al terzo motivo, potendosi ritenere acquisita la piena consapevolezza soltanto in epoca successiva ossia - in linea di principio - al completamento dell’edificio, quantomeno nelle sue linee e rapporti volumetrici essenziali. Ciò premesso, con il presente ricorso gli istanti, nella loro qualità di proprietari di unità commerciali ubicate presso il centro commerciale “Lestrella” in Latina, che si affacciano sull’area oggetto dell’intervento edilizio di cui al piano particolareggiato, approvato dal Consiglio comunale con delibera 22.6.1976, n. 17 ed ai successivi permessi di costruire, denunciano l’illegittimità sotto tre principali e distinti profili di tali permessi edilizi, affermando: a) che l’edificazione dell’area contraddistinta dalle particelle n. 475, 711, 1197, 1980, 1091, 1982, 1983, 1984, 1988, 1989, 1990, 1998, 2163 e 2168 del foglio 167 del N.C.E.U. della superficie complessiva di mq 1.687,00, tutte rientranti peraltro nel comprensorio Q4, sarebbe subordinata alla presenza di un piano attuativo, particolareggiato o di lottizzazione (arg. art. 6 delle N.T.A.); b) che il volume edilizio della costruzione avrebbe dovuto essere contenuto ad una distanza di m. 13 dal prospiciente edificio ospitante i locali degli interessati; laddove, la planimetria ubicativa del corpo di fabbrica interessato colloca lo stesso ad una distanza nettamente inferiore (3 m.); c) che il rilascio degli impugnati permessi evidenzierebbe un atteggiamento contraddittorio dell’ente intimato, posto che il Comune stesso aveva disposto - con delibera 29.12.2003, n. 914 - la sospensione del rilascio delle licenze edilizie nel comprensorio Q4. A tale conclusione essi pervengono invocando, anzitutto, il lungo periodo di tempo trascorso dall’approvazione consiliare del relativo progetto (29 anni) e dalla stipula della correlata convenzione urbanistica ( 26 anni). Analogamente, l’edificazione dell’area considerata postulerebbe l’adozione di nuovi strumenti attuativi, poiché il piano di lottizzazione sarebbe rimasto largamente inattuato, essendosi proceduto soltanto in via parziale alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e per nulla a quelle di urbanizzazione secondaria Con il primo motivo i ricorrenti prospettano il tema centrale della causa, che investe direttamente l’esame dell’allegata “ultrattività” delle disposizioni del piano scaduto, disciplinanti l'edificazione. Ad avviso dei deducenti sussistendo una sostanziale equivalenza tra l’intervenuta scadenza dello strumento urbanistico secondario (per decorrenza del relativo termine di attuazione) e la mancanza originaria dello stesso, il Comune non avrebbe potuto rilasciare gli impugnati permessi in difetto, appunto, del visto presupposto di cui all’art. 1 delle N.T.A.. In buona sostanza, i ricorrenti deducono che i permessi di costruire impugnati sarebbero illegittimi, in quanto il P.R.G. di Latina avrebbe previsto che, nella zona interessata il rilascio di titoli edilizi fosse subordinato a P.P.E: decaduto, nella fattispecie in esame, per decorso del termine di efficacia, cosicché difetterebbe il presupposto fondamentale per l'assentimento di permessi di costruire. Detto ordine di idee non può essere condiviso. Osserva, al riguardo, il Collegio che alla luce di un indirizzo già peraltro seguito da questo Tribunale: … “in presenza di una pressoché integrale attuazione di un comparto edificatorio, ricompreso in un piano particolareggiato non attuato, entro i termini stabiliti, non trovano applicazione i limiti di edificabilità previsti dall'art. 41 quinquies, l. 17 agosto 1942 n. 1150, introdotto dalla L. 6 agosto 1967, n. 765, che si riferisce espressamente al solo caso di carenza originaria del piano attuativo, ma si applica invece l'art. 17, della L. 17 agosto 1942 n. 1150, che, nel prevedere la sola decadenza dei vincoli e degli speciali poteri - che la legge urbanistica attribuisce all'Amministrazione per consentire la realizzazione del programma urbanistico – consente, comunque, la “ultrattività” delle disposizioni del piano scaduto, disciplinanti l'edificazione ed, in particolare, delle prescrizioni di zona e di quelle relative agli allineamenti, stante l'esigenza di evitare che, a fronte di un programma urbanistico in parte già realizzato, i nuovi interventi edilizi non si coordinino con il disegno urbanistico sino ad allora seguito, così alterandolo” (cfr. T.A.R. Lazio Latina, 10 giugno 2006 , n. 367). Una volta riconosciuta la perdurante efficacia delle disposizioni del P.P.E. del 1978 e negata l'ammissibilità dell'impugnazione di esso, resta da esaminare il motivo con cui i ricorrenti denunciano la illegittimità del permesso di costruire impugnato sostenendone la non conformità alle previsioni di piano. Il motivo deve essere disatteso per la semplice ragione che nella costruzione di nuovi edifici e nella modificazione di quelli esistenti debbano continuare ad applicarsi le disposizioni del P.P.E, a garanzia che - finché il comune non intervenga con un nuovo piano particolareggiato - non sia alterato lo sviluppo urbanistico-edilizio così come armonicamente programmato dallo strumento scaduto. Ora è documentalmente provato che il progetto relativo all’edificio in contestazione è perfettamente conforme alle prescrizioni del piano scaduto. Ciò significa che se il progetto fosse stato realizzato nel termine decennale invocato dai ricorrenti, nessun profilo d’ illegittimità si sarebbe potuto addurre avverso il relativo atto ampliativo. È chiaro che, come ha avuto modo di precisare questo Tribunale nella surriferita decisione, il punto debole di questa ricostruzione è quello del regime delle aree oggetto di vincoli decaduti; si tratta di un punto debole che ha la sua matrice storica nel fatto che il legislatore del 1942 guardava ai vincoli di inedificabilità e ai vincoli preordinati all'espropriazione come a misure "conformative" della proprietà, la cui indeterminatezza temporale non comportava alcun tipo di problema giuridico costituendo un limite del diritto di proprietà; la giurisprudenza della Corte Costituzionale ha invece - come è noto - scelto una soluzione diversa, che impone - nel presupposto della inerenza dello ius aedificandi al diritto di proprietà dei suoli - che i vincoli in questione siano alternativamente imposti a tempo determinato ovvero indennizzati, con la conseguenza che - una volta stabilito che l'inefficacia del piano particolareggiato determina l'inefficacia del vincolo - si pone l'esigenza di stabilire quale sia il regime urbanistico del suolo. Questo problema - la cui soluzione sul piano concreto non può che essere rimessa alla responsabilità dell'Amministrazione, nel senso che, a fronte del rischio di una compromissione di valori urbanistici, essa potrà utilizzare gli strumenti a sua disposizione (approvazione di una variante, reiterazione del vincolo nelle forme previste dalla legge ...) è tuttavia estraneo al giudizio, per le ragioni già viste. Deve, dunque, concludersi che le disposizioni del P.P.E., sulla cui base è stato assentito il permesso di costruire e la successiva variante oggetto della presente controversia sono tuttora efficaci in forza del citato articolo 17. Gli interessati lamentano, inoltre, eccesso di potere per contraddittorietà cd. estrinseca, avendo il Comune rilasciato gli impugnati permessi nonostante fosse stata in precedenza disposta la sospensione del rilascio delle licenze edilizie nel suindicato comprensorio Q4. Per questo aspetto non può non essere posta in luce la tardività della doglianza da una parte dei ricorrenti poiché, se è vero, che ai fini della rilevanza dell'eccezione di tardività dell'impugnazione di una concessione edilizia, non è sufficiente che gli estremi dell'adottato provvedimento siano stati portati nella sfera di conoscibilità dell'eventuale interessato, ma che quest'ultimo abbia avuto piena consapevolezza del suo contenuto prescrittivo è, altrettanto vero che, nel caso di specie, tale consapevolezza può dirsi del tutto ragionevolmente acquistata nel momento in cui sono stati rilasciati i permessi di costruire in pendenza del periodo di sospensione. Anche la detta censura deve pertanto essere disattesa. L’istanza risarcitoria va, del pari, respinta. In definitiva il ricorso deve essere respinto. Le spese del giudizio possono restare, tuttavia, integralmente compensate fra le parti, sussistendone giusti motivi P.Q.M. il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio – Sezione staccata di Latina – respinge il ricorso in epigrafe. Spese compensate Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 06/06/2008 con l'intervento dei Magistrati:
Davide Soricelli, Presidente FF Antonio Massimo Marra, Primo Referendario, Estensore Roberto Maria Bucchi, Primo Referendario
DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 29/07/2008 (Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186) IL SEGRETARIO
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davide - Thu 31/07/2008 or 14:53 |
E questo è l'altro ricorso respinto contro il palazzo costruito da Rella Costruzioni srl e Bianconi Costruzioni Srl ARKAN |
- Thu 31/07/2008 or 17:32 |
Non voglio dire che l'avevo detto, ma purtroppo per chi ha fatto ricorso (che probabilmente all'atto dell'acquisto aveva avuto rassicurazioni, evidentemente false, che mai sarebbe stato costruito un altro edificio), questo risultato è quello ovvio, visti i p.p.e. che da sempre regolano questo comparto del Q4, e che tutti i consorziati conoscevano.... |
davide - Mon 11/08/2008 or 20:03 |
Intanto a Cisterna, sulle ceneri di un rudere, in pieno centro, è nato un nuovo aborto architettonico. Qualcuno dirà che nel centro di Cisterna non vi è quasi nulla di storico, essendo la maggior parte delle costruzioni state rase al suolo durante la guerra.. Questo è vero, ma ciò non giustifica la collocazione in quel punto di un edificio di simile volumetria ed architettura... |
di CLAUDIA PAOLETTI E la casa dei piccioni si trasformò in un enorme edificio scuro, un polpo gigante che si dimena in mezzo a otto strade. Cisterna che cambia è anche questa: in assenza di un piano del colore gli architetti possono dare libero sfogo alla propria creatività e trasformare un rudere del dopoguerra in un edificio curvilineo, con i solai dal perimetro smerlettato e tondeggiante, con una bucatura tonda sul terrazzo - giardino e con un colore marrone scuro, distribuito anche sulle serrande, che sembra respingere la luce. Il linguaggio architettonico è corretto, richiama il razionalismo catalano di Antonio Gaudì, ai cittadini che in Piazza dei Caduti in guerra restano a guardare col naso all’insù non dispiace: è il colore che fa discutere. Perché marrone testa di moro? «Perché no – rispondono gli architetti Enrico Giammatteo e Massimo Bellardini – lo abbiamo scelto per sottolineare la massa volumetrica che poggerà su vetrate, con soffitti giallo e verde, per spezzare. L’edificio enfatizza il movimento, il caos del traffico, ricostruisce il luogo della città, crea l’identità. In un’altra zona non sarebbe stato realizzato, avremmo letto il contesto e proceduto per caratterizzarla, si riqualifica per punti strategici». In sostanza è un prodotto pensato, lontano dalla logica dei palazzinari, nemici degli architetti. «Tra dieci anni - chiudono gli architetti - quando ci si darà appuntamento al palazzo marrone si saprà dove andare», chiudono gli architetti. Gli edifici del centro cittadino dopo la ritinteggiatura della facciata, non hanno riservato sorprese una volta scoperti dalla rete protettiva ombreggiante ma le prescrizioni-indicazioni sul colore contenute nel Ppe esecutivo “Il centro della città”, approvato nell’ottobre 2006 sono a maglie larghe. Tra le norme generali c’è scritto che «gli edifici che ricadono in lotti contigui con la stessa tipologia dovranno presentare caratteristiche uniformi». La gamma dei colori favorisce il gusto degli architetti, qualunque sia la scelta. |
davide - Sat 13/09/2008 or 16:50 |
Ieri sono passato su Via dell'Agora. All'incrocio con via Isonzo ho notato che da poco hanno demolito il vecchio rudere ad un piano che faceva da angolo tra le 2 strade.. Qualcuno di voi sapeve che cos'era quel rudere prima di essere abbandonato?? Al suo posto cosa sorgerà? L'ennesima palazzina da 4 piani o qualche villetta? DAVIDE |
renatosd - Mon 15/09/2008 or 10:57 |
ex Auto-officina "Di Palma" ... di più nin so renato |
Kla - Mon 15/09/2008 or 12:45 |
Molto ex officina Di Palma, era ferma da almeno 15 anni. Anche io di più don't sutch. |
davide - Tue 23/09/2008 or 17:10 |
di EBE PIERINI «Non farò un imbarcadero sul lago di Fogliano ma un complesso portuale integrato a Foceverde». Mette i puntini sulle “i” il sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, che ieri ha illustrato in anteprima, su sollecitazione dell'Ente Parco, il progetto del nuovo porto di Latina in seno al Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Circeo, aperto per l'occasione a pubblico e stampa. Presenti il presidente e il direttore dell'Ente Parco, Gaetano Benedetto e Giuliano Tallone, il sindaco facente funzioni di Sabaudia, Maurizio Lucci, il presidente del Consiglio di San Felice Circeo, Giuseppe Schiboni, Francesco Schiano per l'arcipelago delle isole ponziane. «Sto trasgredendo alle regole perché un progetto si presenta prima in Consiglio comunale e poi in altre sedi ma sono sicuro che i consiglieri comprenderanno la necessità di rassicurare i sindaci degli altri comuni della costa - ha esordito Zaccheo - Quando ho assegnato lo studio al professor Noli ho posto come condizione essenziale che il porto non creasse problemi alle coste delle città più a sud come Sabaudia e San Felice Circeo. Dobbiamo fare sistema. Vogliamo essere complementari a Sabaudia - ha aggiunto - Se un imprenditore come Rizzardi è costretto a spostarsi altrove abbiamo il dovere morale di fornire delle risposte e trattenere in provincia le conoscenze e le ricchezze portate dalla cantieristica navale. Meglio la nautica del nucleare». Il professor Noli, affiancato dall'architetto Capolei, ha illustrato il progetto a partire dagli studi metomarino, morfologico, morfodinamico, idrodinamico e dell'agitazione interna portuale. Secondo Noli non vi saranno ripercussioni sulle coste a sud. Tutt'altro: la realizzazione del porto potrebbe migliorare la situazione del fenomeno erosivo che attualmente viene influenzato negativamente dalla diga della centrale nucleare unita alla presenza di un fondale roccioso. Il futuro porto sorgerà in posizione arretrata rispetto alla diga e porterà benefici alla costa. A questo si aggiunga che chi gestirà la struttura dovrà effettuare annualmente un intervento di ripascimento. Preoccupazione sul rischio erosione è stata invece espressa dal geologo Nello Ialongo che ha sottolineato come ogni opera protesa verso il mare sulla costa pontina provochi erosione sottoflutto. Il presidente Benedetto ha apprezzato la trasparenza e la disponibilità al dialogo di Zaccheo. «Il Parco non ha competenza territoriale diretta sull'area in oggetto - ha chiarito - Siamo consapevoli che occorre dare una risposta alle esigenze della nautica da diporto». Ha annunciato comunque che l'Ente nominerà una commissione tecnico-scientifica per analizzare il progetto. Il sindaco facente funzioni di Sabaudia, Maurizio Lucci, si è detto favorevole alla realizzazione del porto di Foceverde purché ci sia un confronto e si tenga conto delle eventuali ripercussioni sul lungomare che è una delle principali fonti di sostentamento della città di Sabaudia. Il tutto nell'ottica di uno sviluppo del turismo in provincia. Favorevole anche il giudizio di Schiboni per San Felice Circeo. |
Passando dal prospetto cartaceo e dalle slide illustrative alla concretezza di numeri e misure è possibile illustrare le dimensioni del progetto del futuro porto di Foce Verde. Sono previsti quattro bacini: 46 punti di attracco per aliscafi e megayatch di lunghezza da 25 a 40 metri, 527 posti barca per natanti di lunghezza inferiore a 18 metri; 249 posti barca per natanti di lunghezza inferiore a 8 metri e un porto tecnico con funzione cantieristica ed espositiva da 378 posti barca. Gli attracchi si estenderanno su 1.430 metri quadri. Lo specchio acqueo del porto di svilupperà su oltre 110.000 metri quadri. Il Marina Village, che sorgerà al posto di un depuratore, occuperà una superficie di oltre 372.000 metri quadri. L'area cantieristica si estenderà su oltre 544.000 metri quadri. Al verde pubblico sarà riservata un'area di 273.000 metri quadri, pari a 55 campi di calcio. Saranno 76.000 i metri quadri di strade pubbliche e 59.000 i parcheggi dei quali 25.000 interrati. Sarà predisposta un'area verde con espansione a parcheggio nei casi di necessità di 10.470 metri quadri. Ogni anno per tamponare il problema erosione sarà effettuato un ripascimento con 15.000 metri cubi di sabbia. Costo totale per la realizzazione del porto: 80 milioni di euro. E.Pie. |
Nei prossimi giorni il progetto approderà in Consiglio comunale a Latina dove è praticamente scontata l'approvazione. Poi si passerà in conferenza dei servizi. Non vuole parlare di tempi Vincenzo Zaccheo ma non vuole nemmeno rischiare che quando non sarà più lui sindaco altri decidano di non realizzare più il porto. «Tale realizzazione è destinata a fare da volano alla rivalutazione complessiva della costa pontina, a offrire opportunità di rilancio turistico ed economico, a creare migliaia di posti di lavoro, a contribuire in maniera decisiva allo sviluppo di borgo Grappa e borgo Sabotino, borgo Santa Maria e borgo Bainsizza, Montello e Le Ferriere, senza considerare i vantaggi per l'intero territorio e derivanti dal collegamento più immediato con le isole ponziane» ribadisce il sindaco di Latina. Si calcola che il nuovo porto possa portare alla creazione di 5.000 nuovi posti di lavoro, indotto escluso. Se il progetto integrato con la nautica diverrà realtà Gianfranco Rizzardi è pronto a trasferire a Latina le risorse e le forze che attualmente ha dislocate tra Genova, Ostia e Fiumicino. E proprio a Foceverde dovrebbe sorgere il cantiere nel quale realizzare yacht di grandezza superiore ai 40 metri con relativa creazione di ulteriori nuovi posti di lavoro. Le imbarcazioni fino a 40 metri continuerebbero invece a essere realizzate a Sabaudia sempre che si risolva la questione del passaggio a mare attraverso il canale romano. Proprio nei giorni scorsi i cantieri InRizzardi hanno dovuto rifiutare una commessa per la costruzione di un megayacht da 60 metri. Il progetto del porto di Foceverde prevede tra l'altro la realizzazione di una vasta area espositiva per i prodotti della nautica da adibire anche a salone nautico. E.Pie |
davide - Fri 03/10/2008 or 15:16 |
E' passato in commissione urbanistica lo scempio urbanistico rappresentato dal cosidetto "Piano di Recupero del Centro Urbano", che comprende in realtà una vera e propria variante... Innanzitutto il parcheggio del palazzo Pegasol verrà sventrato per costruire 2 edifici, paralleli a Via IV Novembre e Via Carlo Cattaneo... Insomma su un'area pubbica (un parcheggio) si vanno a regalare delle cubature... Nella zona del palazzo Key e dell'oratorio dei salesiani, si andrà a demolire il muro di cinta esterno (così si vedrà l'abside della cattedrale di S.Marco dice entusiasta il giornalista de La Provincia a pag 3), per sostituirlo con un edificio ad un piano in stile razionalista, che molto probabilmente sarà adibito a negozi.... Insomma anche preti e dintorni avranno la loro cubatura, ed in cambio faranno realizzare un parcheggio sotteranneo sotto il campo di calcio, necessario per poter cambiare la destinazione d'uso del grattacielo Key da commerciale ad uffici... Bravi, bravi, bravi! Ma non vi vergognate? Ma non si vergogna Zaccheo che aveva promesso ad inizio della sua prima consiliatura la demolizione del palazzo Pegasol, mentre ora oltre ad averlo fatto ristrutturare lo fa affiancare da altri 2 obbrobri architettonici ai suoi lati? Naturalmente in commissione tutti d'accordi, maggioranza ed opposizione, come nella migliore tradizione consociativa della politica latinense! La cosa gravissima è che questi stanno andando ad occupare gli ultimi spazi vuoti presenti nel centro di Latina per fare delle speculazioni edilizie, e nessuno protesta! Questi stanno togliendo dei parcheggi, pur se a pagamento, nel centro di Latina e tutti se ne fottono! Ecco la zona del Pegasol con disegnato in rosso l'impronta a terra dei nuovi palazzi, il nuovo scempio che vogliono compiere! DAVIDE |
davide - Fri 10/10/2008 or 22:23 |
DAVIDE |
davide - Fri 10/10/2008 or 22:44 |
Entrambi i progetti hanno lati positivi e lati negativi, se posso dare dei consigli: 1) Se dovesse essere scelto il 2° rendering suggerirei innanzitutto di realizzare il cortile interno di Ingegneria (ec distretto) come previsto dal rendering 1 2) Il rendering 1 ha aiuole simmetriche, ma abbastanza anonime, e non ha campi da calcio nè l'edifico nei pressi della ex Croce Rossa, in direzione del Tribunale per intenderci 3) Il rendering 2 invece ha di bello soprattuto l'aiuola centrale con al centro la colonna (richiama Piazza S.Marco) che unisce l'edificio della segreteria Studenti con la facoltà di Economia 4) In questo rendering andrebbe realizzata una aiuola a forma di L che contorni il pargheggio, come già si fà per il tratto verso il Tribunale. Servirebbe questa aiuola piantata con alberi a nascondere l'anonimo grigiore del parcheggio.. 5) Per entrambi i rendering và eliminato il muro di cinta che assomiglia a quello di un carcere, e che andava bene per una zona militare come era in origine l'area, ma non per una città universitaria.. Magari ci si potrebbe richiamare alla vecchia recinzione della demolita Casa del Condadino, rivestendola in travertino ed mettendo delle statue ad una certa distanza. Naturalmente dovrebbe essere più alta , ma non impattantante a livello visivo DAVIDE PS Renato che ne dici di questi consigli da inesperto della materia? |
davide - Sat 11/10/2008 or 14:53 |
X MarmaLT Riguardo il fatto dei solai che diventano abitabili, ormai sono così sfacciati e sicuri di essere impuniti che addirittura alcune imprese già prensentano il tabellone con l'immagine del palazzo in costruzione con il solaio abitabile! Palazzi di 4 piani che vengono raffigurati con "quinto piano abusivo"! Non si vergognano proprio più di niente! BASTIANAZZO |
Salvatore - Sun 12/10/2008 or 07:36 |
davide ha scritto: ABDAAD, ma vuoi decidere come chiamarti? |
- Sun 12/10/2008 or 14:15 |
davide ha scritto: Qui non si tratta di vergognarsi o meno...si tratta di fregarsene riccamente di rispettare la legge, cosa che è diventata la norma in questa città! Altrochè vergognarsene, qui si ostenta senza timore alcuno!!! |
davide - Tue 21/10/2008 or 11:20 |
Continuano le operazioni di demolizioni e ricostruzioni nella zona di Campo Boario-Autolinee. Passando su Viale Giulio Cesare, ho notato che è stato demolito un vecchio fabbricato a 2 piani su Via Scipione l'Africano, strada cieca naturale prosecuzione di Via S. Carlo da Sezze.. Il fabbricato deve essere stato demolito diverse settimane fà, visto che hanno già fatto una gettata di cemento e stanno costruendo un nuovo palazzo, che dalle immagini sul cartellone, dovrebbe essere di 2-3 piani... Ecco in rosso l'edificio demolito |
davide - Wed 22/10/2008 or 17:13 |
Allora, oltre al fabbricato hanno demolito anche l'altro manufatto che somiglia ad un capannone.. Verrà realizzato un edificio a pianta rettangolare di 2 piani, con il lato più lungo parallelo a quello più lungo del lotto trapezoidale.. La ditta dovrebbe essere EFEBI, ma nel cartello non c'è scritto nè il numero di concessione edilizia (o meglio del permesso a costruire) nè informazioni su progettista, direttore dei lavori ecc.. Come stile architettonico ricorsa quello dell'edificio realizzato anni fà su Via Fabio Filzi (dove c'era la Bipop Carire), con colonne di cemento a forma ottagonale e cortina di colore tra il rosso ed il marrone... DAVIDE |
davide - Sun 26/10/2008 or 19:03 |
Nell'autunno di 2 anni fà, Latina Oggi diceva che in commisione urbanistica (o in consiglio comunale, non ricordo bene), era stata approvata la cosidetta "Variante Papa". In pratica da quel che capii allora, nel parcheggio di breccia che si trova di fronte il palazzo di vetro costruttore Papa si impegnava a realizzare un parcheggio sotterraneo con sopra un'area verde al fine di ottenere il cambio di destinazione d'uso per aprire il Cinema Oxer. Ora visto che quelli dell'Oxer bazzicano su questo sito a pubblicizzare i film, sarebbe il caso che lo Staff di Q4-Q5 chiedesse lumi al riguardo, e perchè non sono mai partiti i lavori per realizzare il parcheggio sotterraneo, mentre il cinema è aperto... DAVIDE |
davide - Fri 31/10/2008 or 14:52 |
Parliamo del contratto di Quartiere Nicolosi-Villaggio Trieste: |
davide - Thu 13/11/2008 or 21:00 |
Il Comune di Latina ha acquistato all'asta (ma non si dice il prezzo) l'area dell'ex Kurly Kate, per farne case popolari. Ora la domanda sorge spontanea.... La faccenda si arenerà come l'ex Svar, o veramente costruiranno queste case popolari? http://www.comune.latina.it/news.php Data:13/11/2008 Acquisita all'asta l'area "Kurly Kate" -------------------------------------------------------------------------------- Oggi il Sindaco On. Zaccheo ha partecipato all’asta fissata nell’ambito del fallimento della Kurly Kate, facendo acquisire al Comune il terreno esteso 17.055 mq. che è parte del Programma Integrato di Intervento denominato "Porta Nord" oggetto di Accordo di Programma il cui iter si è concluso con Deliberazione di C.C. n.55 del 29/07/2008 e relativo alla riqualificazione di una zona ubicata a Nord nella frangia più esterna del centro cittadino e più precisamente ricadente nel Quartiere Pantanaccio (R/11) e aree circostanti. Tale acquisizione costituisce un successo per l’Amministrazione determinando un notevole risparmio per l’ente sia dal punto di vista procedurale sia finanziario; infatti l’acquisizione del medesimo lotto attraverso un’eventuale procedura espropriativa avrebbe comportato un impegno economico molto più oneroso. L’Accordo di Programma per la concessione del finanziamento di € 4.076.394,30 in favore del Comune per la realizzazione di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata e relative opere di urbanizzazione primaria comprese nel Programma integrato di Intervento "PORTA NORD" è stato siglato dal sindaco Zaccheo il 23/04/2008. Grande la soddisfazione espressa dal Sindaco che sottolinea come l’intervento in questione si inserisca nella più globale pianificazione urbanistica di una fascia importante di territorio comunale oggi finalmente regolata anche dai piani particolareggiati di Gionchetto e Pantanaccio. Grazie a tali strumenti, prenderà corpo finalmente l’indispensabile cucitura dell’area nord con il resto della città; zona che sarà integrata appunto anche dagli interventi previsti nei progetti del Contratto di quartiere e dal piano per l’edilizia residenziale pubblica varato dall’Amministrazione Comunale. Il finanziamento regionale di circa 4milioni di euro consentirà la realizzazione di alloggi di edilizia sovvenzionata, opere di urbanizzazione, verde e servizi. Una autentica rivoluzione in tema di servizi e strutture (scuole, piazze, strade, verde pubblico), afferma ancora il sindaco evidenziando come trattasi di interventi che chiudono iter e procedimenti avviati nella precedente consiliatura e destinati a restituire dignità e riqualificare in maniera radicale una grande fascia di territorio a lungo dimenticata, rispondendo alle legittime aspettative delle fasce sociali più deboli e ai bisogni reali dei cittadini. ITER La localizzazione dell’intervento fu decisa con delibera di G.M. n°429 del 23/05/2002 e con successiva delibera di G.M. n°813 del 3/12/2003. Il Programma Integrato di Intervento "Porta Nord", è stato adottato dal Consiglio Comunale con delibera n°77 del 2 luglio 2004. Con Delibera C.C. n°42 del 19 Maggio 2005 il Programma Integrato di Intervento (P.I.) denominato "Porta Nord" è stato approvato definitivamente. Con Delibera G.M. n.575 del 20/09/2005 sono stati approvati i progetti definitivi (redatti dal gruppo di progettazione interno all’Amministrazione Comunale) delle Opere di urbanizzazione primaria (viabilità e parcheggi, fognatura, pubblica illuminazione, Ponte pedonale sul Canale delle Acque Medie) e di uno degli interventi di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata da realizzarsi da parte del Comune. Nelle date 26.06.2002, 31.10.2003, 15.12.2004 , 20.04.2005 e 28.09.2005 si sono tenute presso la Regione Lazio le Conferenze dei Servizi relative al Programma inerenti gli interventi suddetti di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata e relative opere di Urbanizzazione finalizzate alla stipula dell’ACCORDO DI PROGRAMMA per la concessione del finanziamento regionale pari a € 4.076.394,30 sopra citato. L’iter del suddetto Accordo di Programma si è concluso con la Deliberazione del Consiglio Comunale n°55 del 29/07/2008. |
MarmaLT - Fri 14/11/2008 or 09:53 |
Caro Davide, credo che sarebbe da vedere anche le aree ove è vietato costruire ed altre a vicnolo parziale perchè a "rischio esondazione"... il Piano è al Comune, così vedi bene come stanno le cose. |
davide - Fri 14/11/2008 or 21:45 |
Caro MarmaLT, sicuramente il canale delle acque medie, sia dai vecchi PTP che dal nuovo PTPR (Piano Paesaggistico Regionale), ha una fascia di rispetto di inedificabilità di 150 m dai suoi argini. Da quello che si vede al sito della Regione Lazio, una parte di queste case popolari rientra proprio nella fascia di rispetto. Credo di non sbagliare, ma i vincoli della legge Galasso (300 m dal mare e dai laghi e 150 dai fiumi), possono essere superati se si tratta di realizzare opere pubbliche... Ora nel senso più generale del termine, penso che le case popolari possano essere definite "opere pubbliche".. Nel caso non fosse così, il comune dovrebbe spostare una parte delle costruzioni più verso via del Pantanaccio, ma non dovrebbero esserci problemi, si sacrifica un pò di verde pubblico, e lo si trasferisce nelle aree più verso il canale delle acque medie, dove sono previste le altre 2 palazzine... DAVIDE |
davide - Fri 14/11/2008 or 21:52 |
Allora confrontando l'immagine del sito del Comune di Latina: http://www.comune.latina.it/news.php con quella della tavola B400 del PTPR http://www.regione.lazio.it/web2/contents/ptpr/tavola.php emerge chiaramente che le palazzine sono realizzate proprio al limite della fascia di rispetto dei 150 m (in particolare le 2 palazzine che formano una C, e posizionate dietro la scuola materna di via del Pantanaccio). L'unica palazzina che rientra dentro la fascia di rispetto è la palazzina rettangolare che viene si trova più a ridosso del canale... Se cmq a seguito di 4 conferenze dei servizi, la Regione Lazio ha dato parere favorevole, vuol dire che questi problemi sono già stati affrontati e superati. DAVIDE |
davide - Wed 14/01/2009 or 14:25 |
X RenatoSD Stavo notando i vincoli posti nel centro di Latina dal nuovo PTPR (Piano Paesistico Regionale): http://www.comune.latina.it/download.php |
davide - Fri 16/01/2009 or 17:23 |
Visto che il Comune di Latina ha pubblicato su Internet il bando di riqualificazione del garage Ruspi, suggerei ai partecipanti ed allo stesso comune, di prevedere il posizionamento nel parcheggio S.Benedetto di bacheche con foto che illustrino cosa c'era prima (il vecchio ospedale, la chiesa di S.Benedetto e tutto il resto) DAVIDE |
davide - Tue 05/05/2009 or 12:19 |
IL COMUNE DI LATINA SVENDE I TERRENI AI PALAZZINARI Il comune li svende ai palazzinari... Se proprio li volevano cementificare (alcuni hanno destinazione di verde pubblico) ne potevano cedere una parte all'Ater che ha soldi regionali da investire. Marco Battistini Ora ci sono i crisimi dell'ufficialità. Il Comune di Latina ha deciso di vendere terreni pubblici ai privati per un valore complessivo che sfiorerebbe gli 8 milioni di euro. La giunta ha approvato la delibera che da il via all'iter procedurale. Si partirà con l'indizione dei bandi di gara, per poi passare alla vendita all'asta dei beni. Sorprendono due aspetti: 1) la tempestività del provvedimento, che si pensava dovesse essere differito ancora nel tempo; 2) la stima delle cessioni supera abbondantemente le previsioni fatte qualche mese fa (4-5 milioni di euro). L'altra grande sorpresa è rappresentata dal fatto che le somme verranno già inserite nel prossimo bilancio comunale. L'assessore Marco Gatto è stato tra i promotori del progetto di privatizzazione di diverse aree. Nei giorni scorsi era stato definito anche il piano di alienazione dei terreni. Il precursore dell'iniziativa è però stato Michele Nasso. Ieri mattina, il coordinatore comunale uscente di FI, è stato visto girovagare in piazza del popolo con il cellulare sempre fra le mani. I suoi più stretti collaboratori, hanno confermato: «Sprizzava gioia da tutti i pori». Il via libera della giunta alla cessione dei terreni, è arrivato a distanza di sette mesi dalla richiesta iniziale dell'esponente azzurro. «Non c'è tempo da perdere. Presto verranno indetti i bandi pubblici -aveva affermato Michele Nasso verso la fine di Ottobre- ed i terreni più redditizi verranno ceduti ai migliori offerenti. Seguiremo quelle che sono le regole del mercato». Ed in effetti ci sono pochi dubbi sul fatto che il Comune voglia cercare di incassare il massimo ricavato possibile, mantenendo però fede alle regole della buona amministrazione e della trasparenza. Le aree interessate dal provvedimento della giunta sono essenzialmente tre: la Nuova Latina, la zona di via Germania e il circuito di borgo Piave. Nella delibera invece, non ci sarebbe traccia delle farmacie comunali. Le dismissioni forse scatteranno soltanto dal prossimo anno. 05/05/2009
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davide - Thu 28/05/2009 or 09:54 |
E' di ieri la notizia che dopo varie discussioni nel corso dell'ultimo anno e mezzo in commissione urbanistica, il Consiglio comunale ha approvato il piano di recupero del centro storico. Prevede sostanzialmente la sistemazione della casa del vescovo e del grattacielo Key, un nuovo palazzone nell'area dell'ex Autolinee (occuperà circa un terzo dell'area) e la sistemazione dell'area dietro la Facoltà di Medicina (ex Mattatoio) , che a seguito delle demolizione svolte nel 2000 dei capannoni abusivi era rimasta una distesa di breccia adibita a parcheggio. La vicinissima e contestata area ex Orsal non viene interessata, anche se parrebbe destinata a parcheggio dal nuovo piano del traffico. Per quanto riguarda l'ambito del piazzale delle poste, i vari disegni proposti apparsi su La Provincia e Latina Oggi in questo anno e mezzo, prevedono la demolizione del palazzo Ater di Viale Italia per realizzare un obbrobrio a 7 piani, e la ricostruzione della scalinata delle Poste. De Marchis disse che in commissione urbanistica si sarebbe opposto alla demolizione del palazzo Ater. Ebbene dai giornali non risulta nessuna presa di posizione in tal senso. Risulta solo un chiarimento chiesto da Fabio Cirilli su alcune volumetrie (così nebulosamente riporta La Provincia qualche mese fà). Dico io è mai possibile che i giornali non hanno spiegato bene cosa prevede questo piano di recupero e le varie posizione espresse dai vari partiti? DAVIDE |
davide - Wed 05/08/2009 or 13:38 |
A pag 3 della presente discussione, circa 2 anni fà si parlava di un palazzo di 4 piani costruito all'angolo tra Via Milazzo e Corso Matteotti. In quella discussione sia io che Stevejo attribuivamo la costruzione a Nasso, a causa delle forme e dei materiali utilizzati tipici di quel costruttore. Invece spulciando un pò su il tempo.it vengono fuori diversi articoli del 2004, in cui si parla di sequestro di attici di quel palazzo, che in realtà sarebbe stato costruito dalla Testa Immobiliare di Casaluce (Caserta). http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2004/01/09/756344-lavatoio_citofoni_porte_blindate.shtml"colonna-articolo"> Al posto di lavatoi e stenditoi otto appartamenti, con tanto di porta blindata e citofoni all'entrata del condominio. Il palazzo all'incrocio tra corso Matteotti e via Milazzo finisce di nuovo sotto accusa e dalle indagini della Municipale spuntano anche proprietari fantasma.Ancora in fase di costruzione era stato sequestrato, per un ampliamento non autorizzato delle cubature. Ora, con gli appartamenti venduti ed occupati da numerose famiglie, i vigili urbani sono ora tornati nel palazzo di via Matteotti. Per gli investigatori dell'antiabusivismo nuovi illeciti sarebbero stati commessi sotto quel tetto. Non è una novità che in molti condomini costruiti di recente a Latina i locali tecnici (lavatoi e stenditoi) sono stati trasformati in graziosi attici: niente beni comuni per chi acquista un appartamento in quei palazzi e grandi guadagni. Il tenente colonnello Mario Bernardis e i suoi uomini, nella fase di approfondimento dell'attività di prepressione dell'abusivismo edilizio, sono così approdati in corso Matteotti. Ingresso bloccato ai locali comuni: quattro porte blindate in quelli della scala A e quattro in quelli della B. Misure di sicurezza per chi vi stende i panni? Sembra proprio di no. Si tratterebbe di otto appartamenti, per cui vi sono tanto di citofoni all'ingresso del palazzo. Gli investigatori ipotizzerebbero il reato di truffa ai danni del Comune. Nella planimetria presentata a Palazzo per l'ultima variante dalla società costruttrice, la «Testa immobiliare» di Casaluce (Caserta), non vi sono infatti di certo attici previsti e vi è tanto di firma di un noto tecnico del capoluogo, in cui viene certificato che non sarebbero stati apportati altri cambiamenti. È stata sentita anche l'amministratrice del condominio, che ha detto di ricevere mensilmente la retta per i due locali tecnici —quelli in cui sarebbero stati ricavati gli otto appartamenti e che già sarebbero abitati da famiglie di Latina, Sora e Caserta— da due donne del casertano. Altra sorpresa: una delle due avrebbe dichiarato di non avere proprio alcuna proprietà a Latina e di non sapere assolutamente nulla di un palazzo in via Matteotti. Gli investigatori stanno raccogliendo altri elementi ed il caso starebbe per approdare in Procura. Sembra che prima dell'intervento della Municipale nessuno avesse notato nulla. Ipotesi da accertare, chiaramente, ma diversa appare la sorte del chioschetto di via Mazzini, dinanzi al mercato coperto. Due bagni, un piccolo spazio tecnico sul retro. Le richieste di autorizzazione per occupare il suolo del Comune fatte dal gestore —figlio di un noto esponente di Forza Italia— sarebbero rimaste lettera morta. I lavori sono così stati fatti abusivamente. Immediata la denuncia e il sequestro, seguito dalla demolizione. Ora è stato individuato un altro abuso, per cui sarebbe pronta un'altra denuncia in Procura. 09/01/2004 http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2004/02/14/730169-affaire_attici_caso_procura.shtml"colonna-articolo"> Prima la scoperta di citofoni all'ingresso dello stabile, cassette delle lettere, poi anche otto porte blindate a chiudere otto appartamenti in quelli che, alle scale A e B del condominio «Il Sole» dovevano essere lavatoi e stenditoi. Hanno lavorato per mesi gli uomini dell'antiabusivismo della Municipale, seguiti direttamente dal tenente colonnello Mario Bernardis, e ora dal comando arriva la conferma: quegli attici sono abusivi. Dove abitano o hanno studi professionali, famiglie e professionisti di Latina, Sora, Caserta, dovevano esserci i locali di uso comune per chi ha acquistato un appartamento nel palazzo dalla società «Testa Immobiliare» di Casaluce, in provincia di Caserta. La storia della costruzione è tormentata. Il due maggio del 2002 i vigili urbani denunciano alla Procura lavori nello stabile in difformità dalla concessione ottenuta. Abusi. Scatta il sequestro. Viene nominato dal magistrato un consulente, l'architetto Antonio C., 53enne di Latina. Il sei dicembre 2002 viene presentata un'istanza al Comune, il progetto definitivo. Solo lavatoi e stenditoi, nessuna traccia di attici. Il 13 maggio dello scorso anno viene concessa la variante. Il 23 maggio 2003, in seguito agli accertamenti svolti dal consulente della Procura e al parere favorevole della commissione edilizia al progetto in variante, l'immobile viene dissequestrato. Ora la scoperta degli attici abusivi. La Municipale ha chiesto alla magistratura di analizzare quanto riferito dal consulente e di verificare gli atti di cessione, ovvero vendite e locazioni dell'immobile, l'abitabilità, oltre ad acquisire gli atti su tutta la «storia» del condominio. Se gli attici abusivi sono stati realizzati prima del sequestro del 2002 viene ipotizzata una falsa rappresentazione della realtà negli elaborati presentati dall'architetto Antonio C., se invece sono stati fatti dopo la concessione del maggio 2003 risulterebbero fuori dai termini per la sanatoria. Al momento c'è la denuncia a carico del consulente e dell'amministratore della «Testa», Vincenzo T., 27enne di Teverola. L'attenzione degli investigatori si starebbe però concentrando anche sull'ufficio tecnico del Comune. Visto quanto è accaduto, nessuno ha pensato di fare un controllo prima di rilasciare la concessione, per vedere se quello che era stato realizzato era conforme al progetto? Gli attici possono essere infatti stati realizzati anche nel periodo compreso tra la presentazione dell'elaborato e l'ok dato dal Comune. Nessuno si era accorto di nulla? La magistratura sta indagando. Cle.Pis. 14/02/2004 http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2004/04/15/692017-attici_abusivi_perito_doveva_esserci_piscina_condominiale.shtml"autore">15/04/2004 |
davide - Wed 05/08/2009 or 13:44 |
La questione della zona di Via Milazzo torna prepotentemente di attualità, in quanto è stato appena sospesa una concessione edilizia che prevedeva la demolizione dei 2 palazzi affiancati a quello all'angolo di Via Milazzo/corso Matteotti e la ricostruzione di un nuovo palazzo di 4 piani. Dalle notizie di Latina Oggi sembrerebe a causa della mancanza di una firma da parte di uno dei proprietari delle costruzioni da demolire. http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_08_2009/pag05latina.pdf DAVIDE
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davide - Wed 05/08/2009 or 13:49 |
Tutto era nato da una news di Stevejo chiamata "La triste realtà di Via Milazzo" /modules/news/article.php |
davide - Sat 08/08/2009 or 15:11 |
Facciamo una ricognizione di cosa è avvenuto a Via Milazzo nell'ultimo anno e mezzo: 1) Vediamo il palazzo di Nasso, realizzato quasi attaccato alla Caserma dei Vigili del Fuoco, con la zona prima e dopo i lavori di costruzione:
2)Vediamo adesso l'edificio demolito su Via Milazzo e ricostruito fin sopra il marciapiede, come segnalava Stevejo: |
davide - Mon 19/10/2009 or 21:04 |
Su Latina Oggi di ieri si è parlato del nuovo ospedale di Latina... Dopo tanti anni in cui si parla di realizzarlo a Borgo Piave, per la prima volta viene fuori una cartina in cui sarebbe prevista la costruzione di questo nosocomio. Dagli originali 7 ettari di terreno si sarebbe passati a 24... http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/18_10_2009/pag05latina.pdf ma ciò che più sconcerta è l'ubicazione... Su Via della Chiesuola... un budello che confluisce sulla rotonda di Via Piave... Una zona già piena di ingorghi di per se, e che diventerebbe un enorme coda una volta realizzato l'ospedale con auto di parenti ed autombulanze che si sommano alle odierne auto in direzione Roma.. Ma quello che più sconcerta è l'area... Come per il porto, la prima cosa che si vuole fare è la variante urbanistica... Infatti consultando il PRG del 72 di Latina emerge che 1) Quell'area (evidenziata in rosso) è destinata per una piccola parte ad espansione residenziale e per la maggior parte area agricola 2) A poche centanaia di metri verso il centro di Latina indovinate cosa prevede il PRG? Proprio un'area destinata a servizi sanitari, della stessa grandezza di quella individuata dell'altra, evidenziata in bordò e proprio alla spalle dell'istituto Salvemini Ora checchè se ne dica, questo sarà il nuovo ospedale di Latina, e non il nuovo ospedale dell'area Nord della Provincia... Se vi voleva fare un nuovo ospedale che servisse Aprilia e Cisterna bisognava farlo baricentrico, a Campoverde, magari nei pressi del nuovo centro europeo di ricerca sull' atassia, che a breve sorgerà proprio lì. Allora si che si poteva fare un'ampia zona ospedaliera, con policlinico e centro di ricerche sulle malattie atassiche.. A quel punto sarebbe bastato mantenere la struttura del Goretti per servire la parte sud del Comune di Latina ed i monti Lepini... Inoltre affacerebbe direttamente sulla prevista Via Cristoro Colombo (strada a 4 corsie speculare a Viale Vespucci) e non su quel budello che è Via della Chiesuola.. Sarebbe facilmente raggiungibile da nord e da Latina Scalo attraverso la mare-monti che termina nelle vicine autolinee e da sud-est attraverso il tratto urbano della stessa mare-monti.. Insomma un ospedale abbastanza centrale nella città di Latina e vicino a grandi vie di comunicazioni, non un ospedale che in attesa della tangeziale est, scaricherà tutto il traffico sulla rotonda di borgo Piave.. Dunque ripeto, perchè per il nuovo ospedale si cerca la via più tortuosa della variante, anzichè espropriare e mettere a disposizione un'area di pari grandezza già prevista nel 72 ad ospitare un ospedale? Metto quì a presso la foto apparsa su Latina Oggi, il PRG di Latina del 72 e la situazione attuale di quell'area vista da visual earth
DAVIDE
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