Il Portale dei quartieri di Latina Nascosa e Nuova Latina

Zaccheo e Urbanistica: Il Suo programma (da Latina Oggi)

By: Stevejo

Stevejo - Sat 12/05/2007 or 10:08

Ciao a tutti,

oggi 12 Maggio, su latina oggi, ho letto della presentazione del nuovo programma di zaccheo. Mi ha fatto ridere (per non dire piangere) la contaddizione insita in una sua frase, riportata dal quotidiano, quando accusa un'altro candidato (cirilli) SUL TEMA DELL'URBANISTICA: "C'è qualcuno che propone idee vecchie, legate a vecchie concezioni urbanistiche superate dai fatti. Noi andremo avanti, come fatto fino ad oggi perchè stiamo dando un'idea vera di città". A parte il fatto che sull'andare avanti in questo modo c'è poco da ridere , ma questa frase entra in contraddizione con il fatto che lui stesso (ha dichiarato, leggendo i giornali) non ha in programma di fare un nuovo Prg, bensì di andare avanti a colpi di "Varianti straordinarie di Piano regolatore"...DEL VECCHIO PIANO REGOLATORE!!!.

Allora, mi chiedo, dov'è la novità, la genialità delle idee di zaccheo? Forse queste idee nuove possono essere insite in un vecchio piano regolatore? Oppure si riferisce alll'andare avanti a "Varianti di Prg"? Chissà in effetti sicuramente è un modo di fare "URBANISTICA CREATIVA LA SUA"...creativa x chi, poi, questo è un'altro discorso.

E all'accusare di idee vecchie i candidati a sindaco, a che si riferisce? Forse alla volontà di fare, finalmente, un nuovo Prg, che non preveda e permetta più le solite varianti, che non mi pare vadano favore dei cittadini?

Che poi, leggendo il programma del 2002, 5 anni fa lui stesso diceva della necessità di fare un nuovo Prg (che tra l'altro aveva in programma di fare e che non ha fatto!!). E allora??? in 5 anni non c'è + bisogno? Va tutto bene? Bene x chi?

A questo proposito, ieri, passando per Via Milazzo (All'angolo con Via Lepanto), ho visto una zona recintata, con il cartellone di un nuovo palazzo che dovrà essere costruito in quel terreno (piccolissimo). Peccato che attaccato a quel terreno (sempre su via milazzo) sorge già (da sempre) una casa a 3 piani, con finestre che danno proprio sul terreno in cui si dovrà costruire questo palazzo.

Il codice civile, in materia di urbanistica, prevede che in questo caso (ossia in presenza di finestre) il nuovo palazzo debba tenersi a una distanza, dal palazzo già esistente con le finestre, pari all'altezza del nuovo palazzo stesso. Questo, ovviamente, per evitare che il nuovo palazzo vada a "chiudere" alla luce le finestre del palazzo già esistente, e quindi per far rispettare i diritti acquisiti dei proprietari degli appartamenti del palazzo già esistente.

Il cartellone con l'immagine del palazzo che dovrà essere costruito, fa vedere ampio spazio tra il nuovo palazzo e il vecchio. Ma passando di là mi pare evidente che rispettando le prescrizioni del codice civile (ossia di mantenere una distanza di almeno 10 metri tra i 2 palazzi, visto che il nuovo palazzo è di 3-4 piani),  considerando che il terreno in cui sorgerà il nuovo palazzo è molto piccolo, di fatto non mi pare ci possa essere abbastanza spazio per costruire un palazzo...o almeno non quel palazzo così com'è sul cartellone. 

Allora delle 2 l'una: o il palazzo che si costruirà lì è + piccolo di come appare sul cartellone (ma molto, molto + piccolo...e + basso), oppure i condomini del palazzo già esistente si vedranno di fatto "chiudere le finestre" dal nuovo palazzo, così come è successo per il nuovo palazzo costruito al centro L'Estrella.


Boh, lì secondo me un palazzo come quello sul cartellone non ci entra, se contemporaneamente VERAMENTE si lasceranno almeno 10 metri tra i due palazzi

Magari, se ci passate, date un'occhiata, e dite cosa ne pensate (e poi mi dicono che non serve un uovo piano regolatore).

un saluto a tutti,

stefano

P.S. Su Latina Oggi, stesso articolo, si legge anche che Riccardo Pedrizzi, AN, ha accusato Mansutti di voler chiudere le municipalizzate...peccato che, sullolo stesso Latina Oggi, si legge che Pedrizzi è il presidente di una di queste municipalizzate...conflitto di interessi? 


davide - Sat 12/05/2007 or 21:17

Riguardo Via Milazzo, dento la proprietà Mattioli, che si trova tra l'asilo e i vigili del fuoco sorgerà, pare quasi attaccato al confine con la caserma, un palazzo di Nasso. Non si sanno i piani, perchè non c'è l'immagine, ma credo che avrà 4 piani come quello di fronte (sempre di Nasso costruito diversi anni fà). La proprietà Mattioli andava salvaguardata, andava ristrutturato solo l'edificio storico (che è stato ristrutturato in malo modo, di colore giallo), come riportato tra l'altro anche nel PRG di Cervellati. Il resto dell'area doveva diventare verde privato. Invece hanno voluto dare cubatura anche alla proprietà Mattioli....

Il palazzo che dici tu non ho capito bene dove sarebbe, visto che non mi pare che su Via Milazzo vi siano lotti liberi, a parte questo della proprietà Mattioli...

DAVIDE


Stevejo - Sun 13/05/2007 or 21:32
Il palazzo che dici tu non ho capito bene dove sarebbe, visto che non mi pare che su Via Milazzo vi siano lotti liberi, a parte questo della proprietà Mattioli... 

 

Dunque: andando su via milazzo, dai vigili del fuoco verso il semaforo con via g.matteotti, lo vedi sulla destra, all'angolo con la traversa (a senso unico a uscire su via milazzo) di via Lepanto (via lepanto è l'ultima traversa che incontri prima del semaforo). E' recintato da poche settimane, e il cartellone è visibile percorrendo via milazzo.

Hai ragione nel dire che non ci sono lotti liberi...infatti quello non riesco a definirlo un lotto di terreno edificabile...e infatti non riesco a capire come possano costruirci un palazzo di 3 piani.

Per la tua segnalazione...è molto molto triste sapere questa cosa...ma purtroppo ormai non riesco più a meravigliarmi...è sotto l'occhio di tutti cosa succede a Latina...purtroppo. Questo sarà solo l'ennesimo caso di "Edilizia Creativa" di questa amministrazione....è triste...ma è così. 

Però non bisogna arrendersi, secondo me, ed è bene parlare pubblicamente di queste cose (e, Davide, hai fatto benissimo a segnalarlo)...almeno i cittadini le sapranno prima di trovarsi davanti al fatto compiuto.

Proporrei di mettere anzi un canale del forum apposito, in cui gli utenti possano far conoscere, agli altri forumisti, altri casi simili di cui sono venuti a conoscenza...per far si che cose del genere, se avvengono, siano subito sotto gli occhi di tutti.

Ecco perchè, in un'altro post, diceevo che le amministrazioni si dovrebbero mettere on-line le "Varianti straordinarie di Piano regolatore", facendo si che diventino definitive solo 60 giorni dopo la loro pubblicazione su internet. Così la gente verrebbe a conoscenza subito di queste varianti, le potrebbe controllare ed eventualmente farvi opposizione nei tempi previsti dalla legge. 

Un saluto a tutti,

stefano 


davide - Thu 17/05/2007 or 18:56
Oggi sono passato su Via Milazzo e ho visto il cantiere alla fine di Via Lepanto, che tra l'altro occupa anche il marciapiede, rendendo difficoltoso il transito su Via Milazzo. Devo dire che mi sembra che in quel lotto all'angolo c'era un fabbricato, mi pare di aver visto nel cantiere segni di demolizione. Cmq sia è una palazzina a 3 piani, mentre tutte quelle vicino (anche le nuove case a tetto a pochi metri, sempre su Via Lepanto) sono a 2 piani. Effettivamente non ci sarà spazio neanche per un giardino. Cmq adesso controllo con le foto aree di Virtual Earth, che mi ha fornito Enrico... Riguardo invece la proprietà Mattioli, il cantiere è fermo, ci sono sterpaglie, e il tabellone in legno in cui c'era la palazzina Nasso, ora ci sono manifesti "Io stò con te"... DAVIDE

- Fri 18/05/2007 or 06:28

Sul sito

http://www.malamministrazione.it/index_file/files/programma2002.doc

c'è il programma del 2002 del sindaco uscente non dico nulla solo fate il raffronto su quanto è stato scritto allora, quanto è scritto oggi e quante delle cose PROMESSE sono state realizzate.

 

 


Stevejo - Fri 18/05/2007 or 18:58

Grande Davide ...vedi se riesci a calcolare le misure del terreno disponibile per la costruzione. Calcolando che il palazzo è di 3 piani e che deve quindi tenersi ad almeno 10 metri dalla casa già esistente, possiamo renderci conto subito di come stanno le cose.

 

un salutone,

 

stefano 


davide - Fri 18/05/2007 or 20:21
Allora, dalla foto satellitare risulta che qualche costruzione c'era in quel lotto, probabilmente un piccolo capannone in eternit, visto che si vede del grigio... Rispetto al fatto che la distanza minima debba essere dell'altezza dell'edificio, ciò è impossibile visto che l'edificio è bello alto... Cmq sia bisogna vedere cosa dice il PRG per le demolizioni e ricostruzioni in quella zona... Cmq sia l'art. del codice civile dice che la distanza minima tra un edificio e l'altro deve essere almeno di 3 m, per edifici che non sono attaccati ad altri. Cmq sia credo che la distanza dal confine, deve essere almeno di 5 m (visto che in questo caso l'edificio del lotto accanto (una vecchia palazzina a 2 piani di colore bianco) è proprio sul confine. Riguardo la norma che dici tu, forse và applicata se su quel lato ci sono finestre, ma da un'occhiata veloce che ho dato ieri, non mi pare ci siano finestre, e dunque la distanza dovrebbe essere di almeno 5 m... Anche se poi io sò che esiste una norma che impone una distanza minima tra gli edifici di 10 m, indipendentemente dalla presenza o meno di finestre. In questo caso visto che l'edificio bianco è attaccato al confine, bisogna tenersi a 5 o a 10 m? Cmq credo che tenendosi a 5 m, il nuovo edificio ci vada pelo-pelo..... E' indispensabile a questo punto un intervento di Renato.. DAVIDE

davide - Fri 18/05/2007 or 20:41
Allora la distanza minima tra 2 nuove costruzioni deve essere almeno di 10 m. In questo caso trattandosi di una distanza tra una nuova costruzione e una vecchia, la distanza minima deve essere almeno di 3 m, per costruzioni non in aderenza e non in appoggio.. Questo dice il codice civile, che però si applica nel caso in cui non vi siano altre norme sulle distanza. In linea generale sono i PRG che stabiliscono le distanze... Per cui bisogna vedere cosa dice il PRG per quella zona. Cmq sia penso che in quegli isolati il PRG doveva prevedere dei lotti minimi maggiori di quelli originali, in modo che il costruttore che voleva demolire e ricostruire, era costretto a comprare più lotti, prima di demolire... In questo modo i nuovi edifici si trovano inzazzicchiati tra i vecchi, e insomma alla fine il risoltato che ne viene fuori, non è molto migliore della situazione di partenza... Cmq ecco dal sito edilportale, la trattazione delle distanze: http://www.edilportale.com/dossier/dos010503-1.asp DISTANZE FRA LE COSTRUZIONI Tutto ciò che c’è da sapere per orientarsi sull’argomento Il tema delle distanze fra le costruzioni è un argomento che risulta molto interessante soprattutto in relazione ai rapporti fra vicinato, nel senso che gli interrogativi più frequenti sono quelli sulle distanze entro cui il vicino può costruire o sulla divisione delle spese relative ad un muro di confine o ancora sul luogo dove gli alberi possono essere piantati e sulla loro grandezza e altezza. Questo in considerazione del fatto che ciascun edificio ha bisogno di luce e di aria che consentano agli occupanti di avere una vita libera e dignitosa. In tema di distanze fra le costruzioni il primo riferimento normativo è il Codice Civile agli articoli 873 e ss. fino al 907. Andiamo ad analizzare nello specifico la normativa iniziando dai limiti che riguardano le distanze nelle costruzioni e nelle piantagioni (artt. da 873 a 899 c.c.). Il codice civile in questo tema dispone il principio in base al quale la distanza non può essere inferiore a tre metri salvo che i regolamenti comunali dispongano altrimenti. Questo significa che sono i regolamenti edilizi il primo riferimento e che le disposizioni del codice civile si applicano solo in loro mancanza. Quando però le costruzioni vicine sorgono a quella distanza da più di vent’anni entrambi i proprietari sono tenuti ad accettarli in quella posizione senza poter far nulla per cambiarla. Si parla in questo caso di usucapione. Per le nuove costruzioni invece le distanze fra gli edifici si fanno più lunghe nel senso che la distanza minima fra due edifici di nuova costruzione deve essere non inferiore a dieci metri e ancora di più se fra queste passa una strada a traffico veicolare. Il riferimento normativo in questo caso è il decreto ministeriale 2 aprile 1968 n. 1444. Eccezione alla regola delle distanze fra edifici è l’edificazione in appoggio o in aderenza che consente la costruzione addosso al muro che sorge al confine fra due proprietà che è appunto possibile o in appoggio oppure in aderenza. Nel caso di costruzione in aderenza l’edificio deve essere in grado di reggersi autonomamente. Nel caso di costruzione in appoggio, invece, l’edificio di nuova costruzione si appoggia al muro che sorge sul confine lungo tutta la sua estensione, quindi è chiaro che in questo caso il vicino deve acconsentire e il proprietario della nuova costruzione dovrà pagare il costo di metà del muro comune nonché la metà del valore del suolo su cui è costruito. Le sopraelevazioni sono equiparate dalla legge in tutto e per tutto alle nuove costruzioni per cui si applicheranno anche a loro le regola in tema di distanze fra edifici. In tema di edifici, un altro argomento che sta molto a cuore ai proprietari è il c.d. diritto al panorama che potremmo definirlo come il diritto di ciascun proprietario di godere di luce aria e verde all’affaccio dalla finestra o dal balcone. Questo diritto tuttavia non esiste in quanto non vi è alcun articolo di legge che lo definisce o lo introduce, per cui laddove un proprietario si sentisse leso nel suo diritto a seguito di una orribile costruzione effettuata da un suo vicino o da un albero eccessivamente rigoglioso potrebbe far ricorso rifacendosi alle norme sulle distanze legali tra le costruzioni oppure a quelle sulle luci e le vedute (artt. da 900 a 907 c.c.). Naturalmente se questo è quanto viene disposto a livello teorico e generale, talvolta il calcolo in concreto delle distanze al fine di determinare i diritti dei proprietari vicini può presentarsi non del tutto agevole anche in considerazione del fatto che bisognerebbe conoscere a fondo i criteri di calcolo nonché il giusto significato delle varie definizioni fornite dal legislatore. In questo campo interviene la Cassazione definendo per esempio la costruzione come “qualsiasi opera avente i caratteri della solidità, della stabilità e dell’immobilizzazione rispetto al suolo”. Inoltre per quanto concerne da dove far partire la misurazione delle distanze nel caso di sporgenze, la Cassazione ha disposto che non contano le sporgenze ornamentali, né i canali di gronda o i loro sostegni ma solo i balconi e le scale esterne. Comunque si segnala che tutte queste problematiche dovrebbero essere risolte dai regolamenti edilizi e dalle norme di attuazione dei piani regolatori. Inoltre ricordiamo in tema di parcheggi che la legge Tognoli introduce un’eccezione al rispetto delle distanze in quanto viene permesso la costruzione di parcheggi anche nei cortili in possibile deroga “agli strumenti urbanistici ed ai regolamenti edilizi vigenti”. Di seguito forniamo degli schemi sulle distanze, indicando a quale riferimento normativo si riferiscono i dati. Cominciamo con lo schematizzare i dati sulle distanze forniti dal codice civile dagli articoli 873 al 907; 1) Edifici, costruzioni che non siano costruiti in aderenza o appoggio; 3 metri. 2) Muro di cinta la cui altezza misura meno di 3 metri di altezza; 0 metri. 3) Muro di cinta la cui altezza misura più di 3 metri di altezza; 3 metri. 4) Travi, tasselli, tubi interni in muro divisorio comune a due proprietari; 5 cm dalla superficie della parete del vicino. 5) Pozzi, cisterne, fosse latrine; 2 metri. 6) Tubi esterni, condutture (acqua, gas ecc.); 1 metro. 7) Forni, camini, stalle, casotti caldaia; in base ai regolamenti o in loro mancanza in base alla distanza di sicurezza. 8) Canale o fosso; distanza uguale alla profondità del fosso. 9) Alberi di alto fusto; 3 metri. 10) Alberi a basso fusto, inferiore a 3 metri di altezza; 1,5 metri. 11) Viti, arbusti, sieti vive, piante da frutto (con una altezza inferiore a 2,5 metri);1 metro. Vediamo adesso le distanze tra finestre e pareti secondo il DM del 1968 n. 1444 considerando fabbricati che non abbiano in mezzo una strada a traffico veicolare; 1) Nuovi edifici; 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, anche non finestrate. 2) Nuovi complessi insediati in zone a bassa edificazione c.d. zone C; distanza minima pari all'altezza del fabbricato più alto tra pareti con finestre o tra un'unica parete con finestre e un'altra senza che si fronteggino per più di 12 metri. 3) Centri storici c.d. zona A; ristrutturazioni totali a distanze non inferiori a quelle esistenti, senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico, artistico o ambientale. Vediamo ora le distanze tra finestre e pareti secondo il DM del 1968 n. 1444 considerando fabbricati che abbiano in mezzo una strada a traffico veicolare; 1) Strade con una larghezza minore di 7 metri; larghezza più di 5 metri per lato. 2) Strade con una larghezza compresa fra 7 e 15 metri; larghezza più di 7,5 metri per lato. 3) Strade di larghezza superiore a 15 metri; larghezza più di 10 metri per lato. Adesso le distanze secondo quanto è disposto dal Codice della Strada fuori dai centri abitati; 1) Autostrade; 60 m. edifici in generale; 30 m. edifici in zone previste come edificabili; 5 m. muri di cinta. 2) Strade extraurbane principali; 40 m. edifici in generale; 20 m. edifici in zone previste come edificabili; 5 m. muri di cinta. 3) Strade extraurbane secondarie; 30 m. edifici in generale; 10 m. edifici in zone previste come edificabili; 3 m. muri di cinta. 4) Strade locali; 20 m. edifici in generale; non previste edifici in zone previste come edificabili; 3 m. muri di cinta. 5) Strade vicinali; 10 m. edifici in generale; non previste edifici in zone previste come edificabili; non previste muri di cinta. E le distanze secondo quanto è disposto dal Codice della Strada nei centri abitati; 1) Autostrade; 30 m. edifici in generale; 30 m. edifici quando manca uno strumento urbanistico vigente; 3 m. muri di cinta. 2) Strade urbane di scorrimento; 20 m. edifici in generale; 20 m. quando manca uno strumento urbanistico vigente; 2 m. muri di cinta. 3) Strade urbane di quartiere; non previste per gli edifici in generale; 20 m. quando manca uno strumento urbanistico vigente; 2 m. muri di cinta. 4) Strade locali; non previste per gli edifici in generale; 10 m. quando manca uno strumento urbanistico vigente; non previste per i muri di cinta. Vedi di seguito la normativa citata: Legge dello Stato 24/03/1989 n. 122 Disposizioni in materia di parcheggi, programma triennale per le aree urbane maggiormente popolate, nonché modificazioni di alcune norme del testo unico sulla disciplina della circolazione stradale. (c.d. Legge Tognoli) (Gazzetta ufficiale 06/04/1989 n. 80) Decreto Ministeriale 02/04/1968 n. 1444 Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi, da osservare ai fini della formazione dei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell'art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765. vedi il codice della strada Decreto Legislativo 30/04/1992 n. 285 Nuovo codice della strada. (Suppl. ordinario G.U. 18/05/1992 n. 114) vedi il regolamento attuativo Decreto Pres. Repubblica 16/12/1992 n. 495 Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada. (Gazzetta ufficiale 28/12/1992 n. s.o. 303) DAVIDE

renatosd - Sat 19/05/2007 or 07:13

In parole povere:

Come già hai accennato il codice Civile stabilisce le distanze minime mentre i regolamenti comunali e le norme dei singoli piani particolareggiati possono proporre distaccchi e norme più severe, tant'è che ormai è consuetudine porre i distacchi a 5ml dal confine su entrambi i lati; se però uno dei due ha costruito ed usucapito il diritto a stare a distanza inferiore, l'altro può (se il suo lotto lo consente) mettersi ad una distanza di ml.5+5. Se l'edificio è posto sulla linea di confine senza luci o finestre l'altro può costruire in aderenza (struttura svincolata) .... se l'edificio non è sulla linea di confine ma è possibile l'aderenza l'altro può acquisire la porzione residua dal confine e costruire in aderenza.

Ci sono poi una miriade di casi particolari che vanno verificati nello specifico con le norme comunali ad esempio una casa con altezza di ml.3,5 potrebbe stare ad una distanza pari all'altezza e non già necessariamente a ml.5 dal confine e l'altro potrebbe posizionare il suo comunque a 5 metri (se l'altezza è superiore).

renato malinconico

 


davide - Sat 19/05/2007 or 12:43
X Steve, Renato e Freddy Vi ho mandato la foto satellitare con evidenziate in giallo la proprietà Mattioli, e in rosso il lotto di cui parla Stevejo, alle vostre e-mail DAVIDE [b]Allegato: [i][url=/uploads/newbb/4718320252.jpg]Piazzale-Carturan-proprietà.jpg[/url][/i][/b]

Stevejo - Sat 19/05/2007 or 13:35

Ciao davide, grazie, le ho ricevute .

Per quanto riguarda le norme:

Nuovi edifici; 10 metri tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti, anche non finestrate.

Mi pare che questa distanza sui riferisce a nuovi edifici costruiti, indipendentemente se il palazzo vicino è anc'esso nuovo oppure è vecchio. Anche perchè, in quest'ultimo caso, mi pare esista anche il diritto (che non mi ricordo come si chiama) secondo il quale il palazzo già esistente gode di più diritti rispetto  a quello nuovo...o qualcosa del genere.

Cmq, da quanto detto sia da Davide che da Renato, mi pare che la distanza minima sia di almeno 5 mt, a meno che il nuovo palazzo non sia più basso.

Però mi pare anche che, come appunto detto, i nuovi palazzi debbano tenersi a una distanza di almeno 10 metri da pareti finestrate. Almeno, perchè se io costruisco un grattacelo (tanto per fare un'esempio), 10 metri è insufficiente. in quel caso mi pare entri in gioco una distanza pari all'altezza del palazzo (o qualcosa del genere).

Cmq ora mi vado a leggere i rispettivi articoli del codice civile e cerco di capire meglio.

grazie a tutti per le spiegazioni,

 

stefano 


renatosd - Mon 21/05/2007 or 06:55
Stevejo ha scritto:

Però mi pare anche che, come appunto detto, i nuovi palazzi debbano tenersi a una distanza di almeno 10 metri da pareti finestrate. Almeno, perchè se io costruisco un grattacelo (tanto per fare un'esempio), 10 metri è insufficiente. in quel caso mi pare entri in gioco una distanza pari all'altezza del palazzo (o qualcosa del genere).

No ... stabilita l'altezza massima ammissibile in una determinata zona e stabilita la distanza dai confini ... il discorso dell'altezza del palazzo vale nel caso in cui sia minore del distacco dai confini ... ovvero se è previsto un grattacielo di 75ml e il distacco minimo ml.5+5 non devo fare tabula rasa tutto intorno con raggio 75 se no capisci bene che è impossibie ed impraticabile, sarebbe un controsenso una contraddizione in termini poter edificare palazzi intensivi solo nelle lande desolate ...

renato


anaclerio - Sat 23/06/2007 or 22:55

L'anno scorso in altri post, come ricorderete parlavo, rivolgendomi spesso a Renato di un'area posta in Piazzale Carturan, in cui era stata demolita una costruzione. Per circa un'anno dopo aver portato via i calcinacci l'area è stata ferma. Da qualche tempo però, hanno iniziato a scavare ed ad oggi stanno gettando le fondazioni. L'area l'hò inserita in blu, sull' immagine satellitare precedente. L'impresa di costruzioni è la ditta Giordano Seccafien di Borgo Bainsizza:

http://www.seccafiengiordano.it/Home.html"http://www.seccafiengiordano.it/Home.html">

[b]Allegato: [i][url=/uploads/newbb/4730559532.jpg]Piazzale Carturan proprietà Mattioli.jpg[/url][/i][/b]

- Mon 25/06/2007 or 06:45

In un vecchio film Totò diceva "abundantis und abundandum" adesso definirei queste storie "cementandis und cementandum" che è tanto caro agli amministratori (combinazione alcuni amministratori coincidono con gli imprenditori, combinazione è) quello che ci vuole è senza dubbio uno sviluppo razionale con regole precise e poche variazioni, oltre che avere una edilizia pubblica agevolata che permetta ai prezzi delle case della nostra città di tornare a livelli umani, ed evitare cose allucinanti come i palazzoni, ed anche i primi due palazzi del centro Lestrella. A proposito ogni volta che vado al centro Lestrella ho sempre più il senso di abbandono e degrado prima legato alla parte interna di per se ora anche a quella esterna dove la nuova costruzione ha letteralmente nascosto le attività che sorgono nei pressi.


anaclerio - Mon 25/06/2007 or 12:36

Caro Roccia,

la tematica dell'edilizia selvaggia che stà devastando i borghi, viene riprese in prima pagina anche nell'ultimo numero di "Buon giorno Faiti", il giornalino fatto dall'associazione www.ifaitivostri.org

E' scaricabile in formato PDF al seguente indirizzo:

http://www.ifaitivostri.org/Buongiorno%20Faiti/bf_30042007.pdf

Ecco il mio commento:

Ho letto l'articolo sull'ultimo numero di "Buon giorno Faiti" riguardante l'urbanistica selvaggia di Borgo Faiti e in generale di Latina che si è sviluppata in questi 5 anni sotto Zaccheo...
Ebbene non posso che concordare pienamente con l'idea di espropriare terreni agricoli, farli diventare edificabili e poi suddividerli in lotti da assegnare all'asta in primis ai cittadini di borgo Faiti (una quota dell'80%) e il resto ai costruttori (il 20%).
Invece la politica urbanistica scellerata che si stà facendo a Latina, stà massacrando il territorio con palazzi a 7 piani nei borghi, e prezzi altissimi ed abusivismo edilizio.
Infatti le aree edificabili sono in mano a 4-5 costruttori banditi, che si stanno arricchendo come porci, e hanno instaurato un regime oligopolistico....
In pratica questi costruttori stanno facendo affari d'oro realizzando volumetrie sproportzionate nei borghi, distruggendo il paesaggio e la vita dei residenti che andranno a vivere in quei palazzi, spesso di pessima fattura!
Chi giustamente non vuole sottostare a questo sistema mafioso, si compra 2 ettari di terreno agricolo e ci realizza un'abitazione, sfruttando la volumetria che la legge permette per le aree agricole.
In questo modo abbiamo distrutto il territorio perchè proliferano abitazioni in modo diffuso in campagna, con una casa ogni 50 m, e oltrettuto gli scarichi non depurati di queste case vanno a inquinare i canali di bonifica, rovinando di conseguenza anche il mare.
E a questa edilizia diffusa non c'è sistema di fognatura che tenga, visto che per essere efficiente e non troppo costoso, la rete fognaria ha bisogno che la città sia concentrata e non sparpagliata sul territorio....
Ma che volete, avete rivotato Zaccheo, ed ora tenetevelo!

ANACLERIO

P.S. A Borgo Faiti pare che a breve butteranno giù l'ex Consorzio Agrario per farci le solite palazzine!! Ma benedetto Iddio, dopo che Nasso ha demolito un casale di bonifica a Borgo Santa Maria, dobbiamo ancora assistere a questo scempio di edifici storici? La vecchia DC alla giunta Zaccheo gli fà una xxxx!


- Tue 26/06/2007 or 14:54
Nooooooo ma che dite che vengono comprati e pagati dei terreni come agricoli e poi si fanno varianti ma davvero dite, guardate che non c'è amministrazione che tenga nel genere si è specializzati a destra e sinistra passando per il centro.

anaclerio - Mon 02/07/2007 or 19:59

Ecco un interessante file PDF del Comune di Latina, in cui si parla della storia della città, del PRG del 72, della zonizzazione, dell'abusivismo edilizio.

Riguardo l'abusivismo edilizio si dice che sono presenti 40 nuclei abusivi di cui 26 concentrati alla Marina di Latina. Che aspettiamo a buttarli giù?

Le domande di condono per i primi 2 condoni sono state 18000 a cui sono seguiti 9500 permessi in sanatoria

http://www.comune.latina.it/agenda21/PDF/capitolo_02.pdf

ANACLERIO


anaclerio - Mon 02/07/2007 or 20:41

Qui è presente l'elenco di tutti i capitoli:

http://www.comune.latina.it/agenda21/PDF/

Interessante è il Capitolo 7, che parla del sistema idrico e di depurazione. Sono presenti i vari depuratori e la zona di territorio servita da essi:

http://www.comune.latina.it/agenda21/PDF/capitolo_07.pdf

ANACLERIO


anaclerio - Fri 27/07/2007 or 15:06

Ecco i sogni di Zaccheo.... Parole, parole parole.... Eccovi un estratto dal sito della provincia, di un articolo molto ma molto più lungo...

http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=14527

Latina (27/07/2007) - Il modello di città che proponiamo, è fondato su una struttura amministrativa moderna ed efficiente, equilibrata e decentrata.
Una città che pur vicina a Roma non ne sia in alcun modo succube.
Un sistema urbanistico organizzato a rete tra il centro e i nuclei dei borghi.
Una città senza congestioni e senza periferie degradate, con una bassa densità territoriale e con una forte dotazione di infrastrutture e di servizi che la relazionano al territorio.
Una realtà urbana capace di recuperare e valorizzare il patrimonio architettonico-urbanistico, storico e quello ambientale-paesaggistico, puntando ad una dimensione ottimale che le permetta il salto di qualità evitando le congestioni delle grandi concentrazioni urbane.
Una struttura urbanistica capace di rispondere alla crisi del modello di sviluppo industriale collocandosi sugli orizzonti del turismo, della cultura e dei servizi tutelando e rilanciando il suo grande territorio agricolo come fattore economico ed estetico-ambientale oltre che come elemento fondante della identità della sua comunità, e soprattutto aggiungendo un nuovo grande capitolo alla sua storia, quello dello sviluppo delle enormi potenzialità della costa e del rapporto della città con il mare, con prospettive di turismo qualificato e modernamente costruito.
E' questo il modello di città a cui guardiamo; questa la strada che intendiamo percorrere: la strada della modernizzazione e del recupero della storia, della crescita controllata, della qualità degli spazi urbani e del forte incremento di servizi e infrastrutture, per rafforzarne la funzione di capoluogo di provincia e prima città del Lazio dopo Roma, con probabili future funzioni direzionali per la stessa Regione.




Il piano vigente dimensionato per circa 200.000 abitanti di fronte agli attuali circa 120.000 rappresenta ancora una capacità insediativa significativa, e le sue previsioni di infrastrutture e servizi sono ancora lontane dall'essere esaurite.
Accanto a queste potenzialità strutturali che indicano come le prospettive urbanistiche debbano essere quelle della riqualificazione, della implementazione dei servizi e della loro ottimale collocazione (es. nuovo ospedale, nuovo carcere) e non quelle dell'espansione, il PRG vigente presenta carenze che richiedono interventi fondamentali in settori strategici: soprattutto il Centro Storico di Littoria e dei borghi, il Territorio Agricolo, il Territorio Costiero.
Per questo abbiamo avviato pianificazioni specifiche come il Piano di Recupero per il Centro Storico e il nuovo Piano per la Zona Agricola al fine di tutelarne e garantirne l'integrità.
Accanto a questo, un nuovo piano per la Marina di Latina finalizzato a ridisegnare tutto il territorio costiero dall'Astura a Rio Martino (comprendendo i borghi Grappa e Sabotino), a recuperare la fascia dunale e la qualità del paesaggio, a realizzare una complessiva ristrutturazione urbanistica con il potenziamento dei servizi e della ricettività, avviare la realizzazione del Porto di Foceverde, il completamento dell'approdo di Rio Martino, la razionalizzazione dei campeggi, la valorizzazione della risorsa termale.
Accanto a questo abbiamo avviato l'aggiornamento e il ridisegno di tutti i quartieri della città e dei borghi finalizzato alla loro riqualificazione e "umanizzazione" con l'obiettivo di recuperare l'identità e la qualità degli spazi urbani ed armonizzare lo sviluppo edilizio con la qualità architettonica e con la dotazione di servizi, oltre a raggiungere la unificazione e la semplificazione normativa che valga come strumento di orientamento certo.
Abbiamo altresì varato un nuovo piano decennale per l'Edilizia Residenziale Pubblica (per più di ottomila abitanti) ed avvieremo il recupero dei nuclei abusivi perimetrati proseguendo gli interventi per il recupero dei siti industriali dismessi sull'esempio dell'azione condotta per l'ex SVAR.
Questa revisione generale della strumentazione urbanistica attuata per azioni simultanee e sulla base dell'impalcatura vigente non esclude, ma anzi prelude alla definizione di una sintesi generale che si potrà precisare in nuovo piano che dovrà rappresentare l'aggiornamento della pianificazione vigente e lo schema strutturale-strategico delle possibili trasformazioni future in linea con gli orientamenti più aggiornati della disciplina urbanistica, secondo criteri di sostenibilità ambientale ed ecologica, di equità e di attuabilità perequativa.
Una nuova organizzazione degli uffici dovrà accompagnare l'insieme delle azioni di ripianificazione che è stato avviato, per dare a tutti gli interventi il massimo di integrazione e rispondenza agli obiettivi programmatici costituendo un vero Ufficio per la pianificazione della Città, anche in rapporto ai contributi scientifici provenienti dalla collaborazione con l'Università.
Il nuovo Piano per Latina dovrà fissare in termini strutturali-strategici i contenuti di questo modello di Città e costituire l'orientamento costante di una pianificazione continua e per obiettivi che accompagnerà lo sviluppo della città secondo una pratica di confronto fra i diversi soggetti locali (istituzioni, associazioni, mondo imprenditoriale) per discutere e costruire insieme proposte per il futuro della città.
Infrastrutture

Il modello di città a cui guardiamo - la città di qualità in grado di evidenziarsi sullo scenario nazionale - ha nel sistema infrastrutturale un cardine fondamentale.
Un sistema infrastrutturale all'altezza del ruolo della città deve favorire la mobilità interna, rendere fluida le connessioni tra le parti della città e del suo vasto territorio.
Infrastrutture come la Mare-Monti che collega il nord del territorio, la stazione ferroviaria di Latina Scalo con il centro direzionale e attraverso i quartieri nuova Latina e Nascosa, alla Marina e, connessa a questa, la tangenziale nord che deve svincolare il traffico veloce in direzione est-ovest ( B.go S.Michele-B.go Piave), la "Cristoforo Colombo" speculare alla "Amerigo Vespucci" che dovrà completare il sistema di ingresso alla città in direzione Roma collegando la stazione delle autolinee quindi la testa del centro direzionale e dunque la futura Mare-Monti con Borgo Piave e perciò con l'innesto della Pontina, alleggerendo l'attuale via Romagnoli e completando la zona urbana che lungo questa si è sviluppata, sono interventi indispensabili e improcrastinabili.
Un sistema di infrastrutture già previsto nel piano vigente e che rappresenta l'aggancio ottimale alla grande viabilità nazionale che deve togliere il nostro territorio dall'isolamento e per la cui realizzazione continueremo a batterci. Il tutto mettendo al primo posto i criteri di sicurezza del trasporto e dei cittadini.

ANACLERIO


anaclerio - Fri 27/07/2007 or 15:18

 A me pare che Zaccheo abbia la testa tra le nuvole.. Continua a parlare di piano da 200 mila abitanti e di espansione edilizia. Non parla degli abbatimenti di immobili abusivi, nè del trasferimento della enorme massa di cubatura presente nelle campagne, nei borghi. Mi spiego: secondo me si potrebbe costruire solo dentro i borghi, a patto però di aver prima comprato e demolito una costruzione in zona agricola. Per incentivare la cosa si potrebbe dare un piccolo premio di cubatura, 15 o 20%.

Non ho sentito parlare di tutela dei casali e dei poderi di bonifica, nè di porre limiti alla frazionabilità degli stessi. Parla di piano della zona agricola, ma i cui contenuti li conosce solo lui e il suo assessore Rosolini.
Non parla di quanto devono essere grandi i lotti minimi in zona agricola...

ANACLERIO


anaclerio - Mon 03/09/2007 or 21:30

Caro Stefano, oggi sono passato anche io su Via Milazzo. Era da circa un paio di mesi che non vi transitavo, ed allora erano ancora alle fondazioni riguardo la costruzione di quella nuova palazzina.. cioè quella che è in questo lotto, disegnato in rosso:

 Ebbene oggi sono già al secondo piano, ma ciò che mi ha colpito è stata l'invasività del palazzo, che pare quasi dentro la strada... Naturalmente che erano matti al Comune se avessero imposto meno cubatura e palazzo arretrato di almeno 5 metri, in modo da far venire una strada più larga, con marciapiede in grado di accogliere anche la piantumazione di alberi... Io non capisco.. mentre la vicina Via S.Carlo da Sezze è stata trasformata quasi in autostrada, con palazzi staccati di 15 m dal sede stradale rispetto a prima, ed ampie vie in costruzione anche nei pressi dell'ex Annunziata, a 200 m di distanza in linea d'aria, la cosidetta ristrutturazione edilizia, cioè la demolizione e ricostruzione, è stata fatta sul filo del vecchio confine... Se qualcuno conosce al qualche tecnico al  comune lo interpelli, e chieda il perchè di queste stranezze.

ANACLERIO


massimo74 - Tue 04/09/2007 or 00:08

Non credo sia né opportuno né utile fare diventare questo post una discussione eccessivamente tecnica, quindi vorrei fare solo qualche semplice riflessione in via generale.

Anaclerio ha da sempre mostrato nel portale una particolare attenzione per l’architettura cittadina e l’arredo urbano. Molto bene. Sono d’accordo.

A mio avviso però si nota assai spesso nei post una certa inosservanza quando non ostilità verso la proprietà privata, la Legislazione vigente -forse eccessivamente tecnica- che regola permessi di costruite ed autorizzazioni varie, ma soprattutto le facoltà e le possibilità di azione della pubblica amministrazione nei confronti del privato.

 

Pochi punti:

 

1) per dimostrare quanto il Legislatore abbia avuto a cuore le legittime aspettative del privato la vecchia AUTORIZZAZIONE edilizia ora è diventata PERMESSO di costruire. Il termine è ben esplicativo del cambiamento che negli ultimi anni si è avuto e che ha portato con se una molteplicità di attenzioni che tralascio con piacere, con lo scopo di abbattere soggettivismi nelle scelte e discriminazioni tra i cittadini richiedenti.

Dirò di più: una buona parte delle amministrazioni comunali, tra cui rientra pienamente quella di Latina (chi è del campo credo lo potrà confermare) fanno molta fatica a recepire l'auspicato rinnovamento.

 

2) come esempio concreto di inapplicabilità delle tesi di Anaclerio, mi è di aiuto riportare testualmente alcune sue frasi:

- Naturalmente che erano matti al Comune se avessero imposto meno cubatura e palazzo arretrato di almeno 5 metri, in modo da…

Certo che sarebbero stati matti da legare al comune, ma al contrario, se avessero IMPOSTO meno cubatura. Sarebbero infatti incorsi in un certo ricorso che gli avrebbe IMPOSTO (questa volta si) di pagare anche i danni causati dall’atto illegittimo. Si da il caso infatti che il comune non può IMPORRE minore cubatura. Questo dipende da criteri oggettivi come l’indice di edificabilità, e per fortuna direi. E puoi stare tranquillo che i costruttori lo sfrutteranno tutto, ma proprio tutto, fino all’ultimo metro cubo. Tutto in maniera legittima direi, naturalmente.  

 

- la cosidetta ristrutturazione edilizia, cioè la demolizione e ricostruzione, è stata fatta sul filo del vecchio confine

Se trattasi come dici tu di demolizione e ricostruzione, (ma questo significa ricostruire l’edificio con la stessa sagoma e volume) ormai riconosciuta unanimemente nella ristrutturazione, è legittimo ricostruire precisamente dove era prima. Tale e quale. Anche se quasi sulla strada. E anche in caso non rispettasse le dovute distanze in base alle Leggi attuali.

 

- Se qualcuno conosce al qualche tecnico al  comune lo interpelli, e chieda il perchè di queste stranezze.

Le "stranezze" non sono quelle che a ragion di logica personale possono sembralo, semmai quelle invece che esulano dalla Normativa di riferimento. Quelle sono le uniche stranezze. E ti assicuro che sono tante lo stesso. La maggioranza delle volte però a sfavore del costruttore o privato cittadino. (Vedi relazione annuale del Presidente Bianchi del TAR di Latina).

 

Invece a me appare di non molta rilevanza la citazione di situazioni che personalmente non vanno a genio, accusando l’amministrazione di non usare dei poteri di cui in realtà non dispone, senza poi verificare se la Legislazione di riferimento lo permetta o meno.

 

Questo almeno è il mio parere.

 

Grazie.

 

Massimo de Simone


anaclerio - Tue 04/09/2007 or 13:07

Caro Massimo,

quando mi riferisco a quelli del Comune, mi riferisco alle scelte fatte a suo tempo nel Piano Particolareggiato di zona. Visto che in quella zona si poteva benissimo stabilire di ricostruire i nuovi fabbricati 5 m più indietro, come hanno fatto su Via S.Carlo da Sezze con il PPE R7. Ora io non sò se il PPE che regola Via Milazzo sia scaduto e non riapprovato, e dunque per le distanze bisogna attenersi solamente alle norme generali del codice civile. Comunque una cosa è certa, i fabbricati che stanno ricostruendo non sono uguali ai vecchi, nè per sagoma, nè per prospetto, nè tantomeno per volume....

Servirebbe, come detto più volte, che Renato e la casa dell'architettura fornissero allo staff di Q4-Q5 tutti i piani particolareggiati e le norme tecniche del PRG, in modo che cliccando sul PPE specifico si avrebbe a disposizione tutte le tavole ed elaborati... Ma pare che Renato e quelli della casa dell'architettura non abbiano interesse a diffondere tali elaborati, e vogliono confinarli sul loro sito...

ANACLERIO

P.S: Riguardo il fatto della proprietà privata, ebbene si lo ammetto... sono comunista sfegatato!


anaclerio - Tue 04/09/2007 or 21:00

http://parvapolis.panservice.it/index.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="100%" bgcolor="#ffffff">

Latina. Riqualificazione ex autolinee. Il Sindaco: «Ragioniamoci»

Intervenendo presso il circolo culturale ‘Aspasia’ sulla riflessione collettiva sollecitata dal progetto elaborato dagli architetti Paolo Costanzo e Alessandra Scena, risultati vincitori del concorso nazionale di idee ‘Premio Ernesto Lusana 2002’, promosso dalla Camera di Commercio e dall’Ordine degli Architetti di Latina e relativo all’ipotesi di riqualificazione urbana sull’area delle ex autolinee, il sindaco, on. Vincenzo Zaccheo, ha ribadito le coordinate della politica urbanistica.
«Saremo particolarmente attenti -ha detto- alla riconsiderazione del nucleo di fondazione nel suo insieme».
Il sindaco ha molto apprezzato il progetto degli architetti Costanzo e Scena. «Si tratta -ha sottolineato- di un’idea stimolante, intorno alla quale ragionare - Rispetto, però, a qualcuno che evoca Portoghesi io sono per il ritorno a Frezzotti. Portoghesi aumenta volumi dove già ce ne sono in abbondanza mentre Frezzotti – ha osservato Zaccheo - privilegia la spazialità, la luce, la qualità morfologica, il verde, il silenzio delle piazze».
Il sindaco è poi ritornato su un concetto già espresso. «Dico no alla barbarie degli anni 60-70. Ho fatto una riflessione critica e autocritica. Devo dire che in principio ero per l’abbattimento del Palazzo Key. Poi ho pensato che non tutto era da buttare e ho espresso l’ipotesi di una sua riqualificazione, tuttora al centro del dibattito delle forze politiche, non solo di maggioranza».
«Progetto di finanza, restyling, istituto della perequazione, concorso di idee: rappresenteranno la svolta in chiave realizzativa dei progetti che l’amministrazione ha in cantiere ed è decisa, come da programma, a portare a termine. Penso –ha sottolineato il sindaco- alla riconsiderazione delle piazze e dei palazzi di fondazione, alla pavimentazione, all’illuminazione, al ruolo originario dell’Albergo Italia, al Palazzo delle Poste, alla stessa Biblioteca Stirling che si coniuga molto bene con il contesto urbano. Il futuro sta dunque nel progetto di finanza. Sì, perché la rigidità del bilancio garantisce sì e no l’ordinaria amministrazione. In prospettiva vedo necessario un confronto serio e costruttivo tra amministratori, operatori economici locali e professionisti. Ci sarà bisogno di attivare nuove sinergie pubblico-privato, mettere in cantiere concorsi di idee (a tal riguardo abbiamo già previsto in bilancio un capitolo di spesa), pensare all’istituto della perequazione. Condivido e apprezzo quello che ha detto l’architetto Costanzo: che in città si vive un clima culturale diverso, che la comunità ha ritrovato la sua memoria collettiva e si proietta con fiducia nel suo futuro. Sogna una città bella con le Poste di Mazzoni appena restaurate, il campanile del Municipio sullo sfondo e la luna in cielo. Chiamatela pure nostalgia, ma io lavoro per questo. Per realizzare una città bella e che orgogliosamente ambisco ad inserire in un contesto europeo per la sua valenza urbanistica».
«Tema stimolante –per l’assessore all’Urbanistica Massimo Rosolini- il pezzo di città preso in considerazione dagli architetti Costanzo e Scena. Ipotesi interessante la soluzione urbanistica data all’area delle ex autolinee. Mi ci ritrovo abbastanza. Suggestivo, poi, il recupero dell’arena del cinema Corso. Cosa fare di Palazzo Pegasol? L’ipotesi di Costanzo lo elimina del tutto. Si tratta di un’operazione imponente, alla quale anche noi stiamo lavorando e che potrebbe essere percorsa. È un’ipotesi densa dal punto di vista volumetrico. Un’operazione strategicamente e morfologicamente condivisibile. Quali strumenti per fare questo?». Rosolini è in perfetta sintonia con il sindaco Zaccheo. «Necessario un progetto di finanza. Il recupero di quel pezzo urbano è messo sul mercato per realizzare l’opera pubblica. Sono, poi, d’accordo con Costanzo quando afferma che in città c’è un clima nuovo, diverso, libero da preconcetti, di ripensare la città». La conclusione dell’assessore all’Urbanistica: «Riconoscere qualità anche all’architettura degli anni 50. Da tutelare e conservare».

Rita Bittarelli



 Parvapolis
ANACLERIO

anaclerio - Tue 04/09/2007 or 21:26

http://www.studio93.it/news/read_news.php"0" cellspacing="2" cellpadding="8" width="407" class="text">

Occorre per la definizione di una serie di iter urbanistici di grande rilevanza per lo sviluppo del territorio – ha detto Zaccheo - e per le risposte attese da larghe fasce di popolazione”.


(foto : Zaccheo)
LATINA - Il Sindaco Zaccheo sollecita la convocazione di un Consiglio Comunale ad hoc sull

Con una nota inviata al Presidente del Consiglio Comunale di Latina, Nicola Calandrini, il Sindaco Zaccheo ha sollecitato la convocazione di un Consiglio Comunale ad hoc per la definizione di una serie di iter urbanistici “di grande rilevanza per lo sviluppo del territorio – ha detto - e per le risposte attese da larghe fasce di popolazione”. In sostanza, si tratta dell’atto conclusivo di svariati piani particolareggiati (Gionchetto e Pantanaccio fra questi) che consentiranno l’acquisizione di aree ad uso pubblico destinate ad elevare notevolmente la qualità della vita in molti quartieri della città, “consentendo – ha fatto sapere il Comune - l’edificazione di scuole, la costruzione di piazze, strade, aree attrezzate a servizi”.

“Atti formali – spiega il sindaco – che sostanzialmente chiudono iter e procedimenti avviati nella precedente consiliatura dando così soluzione definitiva ad aspettative ed impegni assunti". Nella stessa occasione, il sindaco ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno delle proposte di deliberazione relative alla localizzazione degli interventi finanziati nell’area ex Svar oltre che una discussione più generale sulla questione dell’edilizia residenziale pubblica. Va sottolineato a tal proposito che nella prima settimana dello scorso mese di agosto il direttore generale del Comune, nella sua qualità di presidente della Commissione esaminatrice delle offerte per il reperimento delle aree da sottoporre a pianificazione nell’ambito dell’edilizia economica e popolare, ha nuovamente convocato i membri della commissione per la ripresa dei lavori di esame delle offerte al fine di garantire un sollecito esito delle operazioni che porteranno alla successiva valutazione tecnico-politica degli ambiti territoriali da destinare ad edilizia economica e popolare.

ANACLERIO


anaclerio - Thu 06/09/2007 or 20:14

Per prima cosa quel palazzo di quattro piani posto all'angolo tra Via Epitaffio e Via Milazzo è stato cominciato nel 2003 e terminato verso il 2005. E' un palazzo realizzato dal costruttore Michele Nasso al posto di un preesistente fabbricato arancione di 2 piani realizzato presumibilmente negli anni 50. Tale costruzione negli ultimi anni mi sembra ospitasse anche qualche sede di AN.
L'edificio si trovava attaccato al vicino ex Monopolio dello Stato (quello che Zaccheo ha comprato lo scorso e lo vuole adibire a laboratori per l'università), mentre tra il nuovo palazzo Nasso ed l'edificio ex Monopoli, attualmente c'è una strada per entrare nel retro del palazzo a 4 piani stesso.
Secondo me Via Milazzo và riportata com'era prima, cioè solo senso unico da un lato, e le altre macchine dovrebbero parcheggiare nello spazio asfaltato del palazzo presente nell'ultima foto di quelle fatte da Stevejo.
Poi c'è quel pezzo di terra incolta, di forma irregolare, che andrebbe sistemato a parco giochi.
Inoltre ribadisco che l'isolato del Medical Pontino và raso al suolo, per realizzarvi un bel parcheggio sotteraneo e sopra una bella piazza...
Cmq sia eccovi una bella foto satellitare, con evidenziato:

1) In fucsia il perimetro del nuovo palazzo Nasso all'angolo di Via Epitaffio/Milazzo;

2) In verde il perimetro rappresentante il vecchio edificio dei Monopoli di Stato;

3) In verde ripieno l'area incolta da destinare a parco giiochi;

4) In giallo il perimetro di un nuovo palazzo a 4 piani realizzato circa nel 2002/2003, al posto di un vecchio fabbricato ad un piano;

5) In nero l'area asfaltata di questo palazzo, grossa ed in genere sempre libera;

6) In rosso il perimetro dell'isolato del Medical Pontino, che secondo me, và interamente demolito per realizzare un parcheggio interrato, con piazza con giardino e fontana soprastante.

 

ANACLERIO

[b]Allegato: [i][url=/uploads/newbb/5945548250.jpg]Piazzale Carturan nasso.jpg[/url][/i][/b]

anaclerio - Thu 13/09/2007 or 23:41
Ecco la situazione attuale verificatasi a Borgo Santa Maria:
1) In rosso il podere demolito da Nasso ad Aprile
2) In verde un capannone demolito da una ditta che vi stà realizzando una villetta bifamiliare con giardino (molto bella);
3) In rosa le aree dove Nasso stà costruendo 2 file di villette parallele alla strada;
Nella seconda foto c'è una parte dove hanno già costruito altre villette gialle, di cui
alcune perpendicolari alla strada e segnate di rosa sono del solito Nasso;
 
 
ANACLERIO

anaclerio - Fri 14/09/2007 or 22:25

Ecco alcune foto tridimensionali dell'incrocio Via Epitaffio/Milazzo, da cui Latina Oggi ne ha tratto spunto..

1) In fucsia il palazzo Nasso e in giallo l'altro palazzo a 4 piani.

2) In rosso invece la costruzione demolita poche settimane fà e segnalata da Steve, dove stà sorgendo un palazzo di 3 piani...


Stevejo - Sat 15/09/2007 or 12:43

Dunque, ragazzi, ho fatto alcune foto al palazzo in costruzione su via epitaffio (segni rossi nelle foto di anaclerio). Purtroppo non ne ho potute fare di più, in quanto il cantiere era aperto e non mi andava di "infastidire" troppo.

Cmq dalle foto mi pare che le colonne più esterne del palazzo in costruzione arrivino al limite del terreno disponibile. Ciò significa (mi pare) che il marciapiede rimarrà come è ora. Certamente non saranno fatti dei posti auto su lato Via Milazzo, a meno che non decideranno di togliere il marciapiede, ma mi pare (e spero) che non sarà così.

Infine, avendo cancellato x sbaglio le foto del cartellone di come dovrà venire il palazzo, non posso fare un paragone tra come è (il palazzo) nel cartellone e come è nella realtà. Bisognerebbe fotografarlo di nuovo.  Nè si può ancora capire (senza carrtellone) se il palazzo avrà un porticato su via Milazzo, oppure le mure esterne arrviveranno al limitare del marciapiede.

Cercerò di fare altre fotografie.

Saluti,

Stefano

[b]Allegato: [i][url=/uploads/newbb/3569633148.jpg]palazzo-via-Milazzo1cc1.jpg[/url][/i][/b]

[b]Allegato: [i][url=/uploads/newbb/5949388885.jpg]palazzovia-Milazzo2yx6.jpg[/url][/i][/b]

 

Steveyo, ho ridotto le foto perchè erano troppo pesanti e si faticava ad aprirle. Ciao e grazie, Freddy


anaclerio - Sat 15/09/2007 or 17:34

Steve, innanzitutto ti chiedo di rimpicciolire le foto e soprattutto trasformarle dal formato bitmap (bmp) a quello .jpg

Infatti hai messo foto che occupano ognuna 3 MB e per coloro che hanno la connessione a 56 k fanno una fatica bestia ad aprirle. Per cui convertile in jpg e occuperanno pochi KB di spazio, e ripostale sul sito..

Riguardo le foto mi sembra ovvio che il colonnato se verrà fatto verrà fatto sull'altra via perpendicolare a Via Milazzo, oppure se lo fanno su Via Milazzo si interromperà contro la recinzione del palazzo a 3 piani accanto, un pò come succede con il palazzo di Nasso all'angolo con Via Epitaffio...

Certo se poi si demolisce anche quel palazzo a 3 piani e se ne fà un altro in affiancamento e con colonnato anche lui, allora la faccenda cambia..

Cmq sia una cosa è certa, quel palazzo non avrà neanche un metro quadro di verde, quella che vedi sul tabellone è solo un impaginazione accattivante dei grafici..

ANACLERIO


anaclerio - Sun 16/09/2007 or 00:02

Ecco l'evoluzione che ha avuto Via S.Carlo da Sezze negli ultimi 3 anni, dopo la demolizione dei vecchi capannoni industriali e artigianali anni 50-60..

1) In rosso sono presenti i palazzi arancioni realizzati dalla società Airone Immobiliare Srl di Napoli, ed anche l'area dell'ex Annunziata su Via Oslavia, dove la stessa società stà realizzando 2 palazzi identici agli altri e perpendicolari a Via Oslavia stessa;

2) Vista da sud di Piazza Berlinguer con il palazzo arancione della Airone; 

3) In fucsia il palazzo di Nasso realizzato parallelo a Via Giulio Cesare;

4) In verde l'area della Orvel, che spero presto venga buttata giù per realizzare una bella piazza con giardino;

5) Viste da sud dell'incrocio di Viale Carturan con Via S.Carlo da Sezze;


anaclerio - Sun 30/09/2007 or 23:25
Qualcuno sa dire cosa sono le zone rosse e rosa? Renato ci aiuti?

renatosd - Mon 01/10/2007 or 07:22

Se non mi dai la legenda non posso tirare a indovinare ..... ora non ho il piano .... lo esaminai quando facevamo le riunioni di urbanistica ai DS, ma come sai ho lasciato il partito e non mi sono certo portato le carte a casa ....

tu questo stralcio dove l'hai preso? non c'è una legenda?

ricordo che c'erano delle aree di compensazione cubatura alcune con indice più elevato ed altre meno intensive .... forse sono quelle .... ma è passato un anno è mezzo .... ora sto andando a tentoni ...

ricordo che analizzammo solo il Gionchetto e le critiche che ci proponemmo di sollevare erano generali sull'isolamento del quartiere, la mancanza di previsione di sbocchi verso via piattella e l'indifferenza verso la previsione della tangenziale che, pur essendo riportata, veniva negata e non sviluppata come asse indispensabile ... l'ultima cosa che notammo era l'assoluta incertezza e confusione sulle aree del Gionchetto edificate a ridosso del canale che rientrano nella fascia di inedificabilità dell'autorità di bacino per cui non solo non si prevedeva lo spostamento di cubatura in altra area ma si indicava un vaghissimo verde privato che di fatto eliminava qualsiasi possibilità di recupero e di azione lasciando tutto così com'è ... quello che ho visionato all'epoca era un piano per "non fare" ... ma non so se è stato modificato in fase di approvazione per cui ora non posso dare un giudizio obiettivo.

renato


anaclerio - Mon 01/10/2007 or 16:10

Renato, quella immagine era riportata sul Messaggero Online di ieri.

Ecco dove parlavi del verde privato del Gionchetto:

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Inviato il: 10/10/2006 16:01
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Re: Grassucci e la dittatura del Piano Regolatore (PRG)
Citazione:

davide ha scritto:
Secondo Grassucci i piani regolatori sono inutili,

Questa affermazione ci da il senso pieno della povertà culturale e morale di chi pretende di fare informazione, per altro entrando in un dibattito scientifico che vede per fortuna ben altre figure discutere sul tema.
i piani regolatori sono inutili se li fa Il territorio o teleetere questo certamente si ... ma come si fa a dire certe corbellerie ... lo strumento urbanistico generale norma tuttora lo sviluppo dei comuni sull'intero territorio nazionale e per banalizzare (in questa sede penso sia doveroso farlo anche a discapito della completezza) tre sono le vere questioni:
- da un lato renderlo strumento più efficace e più in grado di stare al passo con le trasformazioni ma questo è già molto dibattuto e vi sono ad esempio molte leggi di modifica recenti che accelerano certi processi.
-Poi ci sono i contenuti e pure li la vecchia zonizzazione è ormai superata con nuovi concetti come "gli ambiti" e partendo dall’analisi dei limiti e degli errori storici della vecchia cognizione di PRG si sta cercando di fare considerevoli passi in avanti per ricercare uno strumento più flessibile ed in grado di incidere sul territorio senza cadere più nella rigida griglia di previsioni fatte a tavolino che spesso si sono rivelate superate dai fatti già nell’iter approvativo.
- Ultima considerazione, fermo restando che il PUGC è e resta lo strumento principe, dobbiamo chiederci se si debba continuare a ragionare per pezzi, a stralcio, e con un ottica limitata del problema o se non sia meglio adeguarsi con un nuovo Piano Generale che riporti la sintesi della effettiva condizione urbanistica, sociale ed economica dell'intero territorio che ne sappia indicare un possibile sviluppo.
Spero di essere stato chiaro sebbene capisco sia difficile esserlo.
Per quanto riguarda Gionchetto Pantanaccio dovrei aver già detto qualcosa, ma riassumo:
a suo tempo con il partito assumemmo il piano per verificare se fare osservazioni entro dicembre 2005. Non lo facemmo per problemi organizzativi ma alcune considerazioni critiche emersero. Ora non so però cosa sia successo dopo ovvero se sia cambiato qualcosa per le osservazioni presentate da altri, che per altro non conosco. Quello che evidenziammo era questo:
-le zone sottoposte a vincolo di bacino nel gionchetto ovvero tutte quelle costruzioni sulle rive del canale venivano indicate in area “verde privato” escludendo di fatto la possibilità dei proprietari di avvalersi di compensazione per spostare le cubature in altra area interna o anche esterna al gionchetto cosa invece possibile attraverso l’indicazione di un più appropriato verde pubblico da acquisirsi al patrimonio comunale per perequazione... in pratica chi mai si demolirebbe la casa per farne un giardino invendibile ed essere costretto a trovarsi da solo un'altro terreno e ricostruirsi con i soli propri mezzi un’altra abitazione?
- non si intravedevano le vie di comunicazioni idonee a far uscire il gionchetto dall’isolamento in cui versa ovvero tutte le strade nuove previste verso nord si fermavano a sacco prima di incrociare la via “le congiunte” (quella della motorizzazione) ed anche un plausibile collegamento con torre la Felce – via Piattella non veniva attuato come invece da noi ritenuto opportuno e necessario;
- Sulla zona pantanaccio non ricordo bene cosa dicemmo, c’era in teoria poco da osservare, in pratica era un piano in sanatoria e molto era demandato allo sviluppo del piano integrato “Porta nord” che dovrebbe collegare direttamente il quartiere con il prolungamento di via dei volsci.
Per gli sviluppi odierni forse qualcun altro può illuminarci.
Renato Malinconico


davide - Thu 25/10/2007 or 15:11

Intanto continuano i lavori sulla proprietà Mattioli su Via Milazzo... Sono è stato eseguito uno scavo, e si stanno realizzando le fondazioni, oltre al posizionamento di pannelli prefabbricati in cemento armato.

Il palazzo Nasso verrà nell'area indicata in rosso, mentre la vecchia casa è stata ristrutturata qualche mese fà. Nella zona sinistra invece è stata gettata della breccia, e probabilmente ospiterà un parcheggio. Sono state inoltre posizionate delle palme davanti sul marciapiede di Via Milazzo, palme che però stanno già seccando

Qualcuno conosce questo Mattioli? Come mai per anni quella proprietà è stata in abbandono? Forse c'era di mezzo qualche fallimento o pignoramento?

 


davide - Thu 25/10/2007 or 15:26

Nei giorni scorsi sia il Latina Oggi, sia il Messaggero hanno riportato il Fallimento n. 119/2002, ovvero il fallimento che riguarda il vecchio stabilimento da anni dismesso e che confina con la Procura. Nell'annuncio si parla che la la curatela fallimentare ha fatto richiesta negli anni passati di cambiare la destinazione d'uso da industriale a residenziale, e che l'iter della pratica è fermo..

C'è una nuova speculazione edilizia in vista? I consiglieri comunali che seguono questo portale potrebbero illuminarci.. Inoltre si parla che tutto il lotto è di circa 7000 metri quadrati, sul quale si potrebbero sviluppare 65000 metri cubi a destinazione industriale..

Come si arriva a 7000 metri se mettendo insieme i 3 immobili richiamati all'inizio dell'annuncio (fabbricati e terreno circostante) non si arriva nemmeno alla metà?

Nel caso avvenisse il cambio di destinazione, tutti i 65000 metri cubi industriali sarebbero convertiti in residenziale, o saranno sensibilmente di meno?

Cari consiglieri, dateci risposte su queste cose piuttosto...

http://www.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">

Chiudi chiudi finestra


davide - Fri 26/10/2007 or 12:26

Oggi son passato su Via Ezio.. questo vecchio stabilimento al n.33 è stato affittato, ed ho notato che dentro vi è un associazione "Latina Camper"... 

Ho notato che davanti lo stabilimento dismesso accanto allo stabilimento Luna, che dovrebbe essere l'ex Kurly Kate, c'è un cartello di lavori, con scritto <<Dia del 3 Dicembre 2003, o qualcosa di simile"

La proprietà è la Pontigel Srl... Come mai la Pontigel ha acquisito quello stabilimento? E quali lavori dovevano fare nel 2003, e che pare non siano mai stati fatti?

ARKAN


renatosd - Fri 26/10/2007 or 15:21

No l'ex kurly kate sta oltre il canale, lo so perchè ne ho fatto la stima ... un lavoro indicibile, uno schifo oltre l'indicibile e non mi hanno neppure pagato ....

renato


davide - Wed 07/11/2007 or 20:29


Allegato: Podere_ricostruito_est.jpg

Allegato: Podere_visto_da_sud.jpg

Allegato: Podere_ricostruito.jpg
Diversi mesi fà sulla provinciale Borgo Montello-Appia, nel tratto tra Borgo Carso e Borgo Podgora hanno demolito un podere ONC e lo stanno ricostruendo.

A Marzo stavano completando la struttura in cemento armato, mentre pochi giorni fà passando lungo quella strada ho notato che l'edificio è stato completamente rivestito di mattoncini marroni, molto in voga nel modenese e in Emilia Romagna..

Mentre l'edificio orginario, che viene mostrato nelle foto sottostanti era tutto intonacato.

1) In rosso il podere prima della demolizione

2) Vista del podere da sud

3) Vista da est

ARKAN


davide - Wed 28/11/2007 or 16:18

A Borgo Grappa pare che l'importante sia costruire, sia si tratti del privato sia del pubblico.
E questo alla faccia di possibili reperti archeologici che potrebbero essere trovati nell'area...

Già qualche anno fà una impresa di costruzioni venne fermata, e il Comune predispose una variante per spostare la cubatura altrove.

Ecco cosa succede oggi per l'ampliamento delle Poste di Borgo Grappa:

http://www.ilmessaggero.it/view.php"2">

Mercoledì 28 Novembre 2007 Chiudi






Sul cartello del cantiere campeggia il logo della Provincia di Latina. Si dice: lavori di ampliamento, rifacimento dei marciapiedi e pubblica illuminazione. La zona è quella di Borgo Grappa, e poco più in là, proprio sul retro del piccolo edificio che ospita l’ufficio postale, un’escavatrice è al lavoro. Anni fa, sul terreno adiacente, erano sorte palazzine residenziali nuove di zecca. Ma va a finire che a forza di scavare si scopre qualcosa che era meglio non trovare. La signora Maria Grazia, affacciandosi dal balcone di casa, aveva già visto, mentre si scavava per le fondamenta delle villette, strani muretti che apparivano in superficie e poi venivano via a colpi di benna.
La storia si ripete adesso, per l’ampliamento dell’edificio delle poste, in un’area stretta tra il giardino di Maria Grazia e altri appartamenti. Ma questa volta la signora avverte i carabinieri che si precipitano sul posto e bloccano temporaneamente i lavori in attesa che la Sovrintendenza dei Beni culturali di Roma valuti e si pronunci. E’ presto per fare qualunque tipo di analisi, come fa notare l’archeologa, che per tutta la giornata di ieri ha assistito ai minuziosi lavori di ripulitura. Per ora quel che affiora dal terreno è un lungo muretto in pietra, già in parte distrutto dall’escavatrice, che arriva, presumibilmente, fin sotto gli edifici circostanti. Ma a domanda il responsabile del cantiere edile minimizza: «Non è niente, l’archeologa sta soltanto ripulendo la struttura. E’ già capitato qui un caso analogo, ma si è scoperto che non era nulla». Poi però, quando proviamo a guardare meglio dall’alto, affacciati al balcone della signora, lo stesso responsabile dei lavori si infervora e minaccia denunce.
La.Pe.

ARKAN


davide - Wed 28/11/2007 or 16:57

Ecco il mostro! Dopo esser diventati palazzinari ora sono diventati Grattacielari!

E' uno schifo!! Mussolini si rivolterebbe nella tomba, anzi farebbe impiccare sulla cima di quella torre i politici e i tecnici che hanno dato l'Ok a questo scempio!

Su quell'area all'inizio degli anni 90 si scoprì che il grattacielo lo volevano realizzare imprenditori di Catania vicini alla Mafia, i cosidetti "Cavalieri dell'Apocalisse"!

Ed allora Zaccheo fece fuoco e fiamme contro i democristiani dell'epoca! Oggi invece ne autorizza l'edificazione ad imprenditori locali che sono subentrali nella Direzionale Pontina S.r.l.

E pensare che il direttore de Territorio qualche giorno fà ne tesseva le lodi!


http://parvapolis.panservice.it/index.php"2">

Latina. Torre Pontina, l'orgoglio di una comunità. Possiamo essere la Milano a sud di Roma. Basta riuscire ad andare avanti così...
Vengo da un mondo basso, rasoterra. Queste cose ti rimangono e ti portano la meraviglia per le cose che vanno in su. Ero studente universitario la prima volta che andai in Francia. Una sorta di Gran tour al contrario. La Francia fino a Parigi mi era parsa una Italia ordinata: bassa tanto quanto la terra mia. Non che non fosse bella e di bellezze popolata. In Savoia mi innamorai anche di una ragazza che prendeva il sole sul lago, naturalmente lei non ha mai saputo della cosa. Ma queste erano questioni che capitavano anche dalle mie parti. Vengo da un mondo basso, rasoterra. Queste cose ti rimangono e ti portano la meraviglia per le cose che vanno in su. Ero studente universitario la prima volta che andai in Francia. Una sorta di Gran tour al contrario. La Francia fino a Parigi mi era parsa una Italia ordinata: bassa tanto quanto la terra mia. Non che non fosse bella e di bellezze popolata. In Savoia mi innamorai anche di una ragazza che prendeva il sole sul lago, naturalmente lei non ha mai saputo della cosa. Ma queste erano questioni che capitavano anche dalle mie parti. È stato a Parigi che ho capito il mondo. Entrata da Place de l’Italie, le strade che diventavano grandi e in gola ti prendeva il timore di perderti in una città grande. In una sorta di crescendo verdiano tutto assumeva dimensioni che non ti aspettavi, fino all’incontro con l’infinitamente alto, con la sfida al cielo. Eravamo sotto la Torre Eiffel, 319 metri di acciaio imbullonato, piccoli guardavano da sotto la punta della torre, guardavamo il cielo. Ero sotto l’unico tempio che l’uomo aveva fatto a se stesso, non è fatta la Torre Eiffel per onorare il padrone, o Dio, o un satrapo, o una azienda di successo, è stata costruita solo per indicare l’ardire dell’uomo. Io provinciale mi trovavo sotto il tempio laico alla ragione, alla tecnica, alla sfida per il futuro. Milioni di travi, milioni di bulloni: una macchina perfetta. “Debbo salire” mi sono detto. Dovevo andare su a vedere quanto l’uomo può andare in alto. In cima il cartello indicava i metri, 319. Come quelli di Sezze, bizzarra analogia, ma nell’eccezione mi sono sentito un po’ a casa, anche io ero nato così in cima. Stavo a Parigi e non era più il mio mondo rasoterra, era il mondo del positivismo, degli uomini che più non erano “nei campi e nelle officine”. Ero davanti alla cosa più bella del mondo. Vi ho raccontato questa storia per spiegare il mio amore per le altezze, per le costruzioni ardite, perché sono simboli di sfide nuove, e la differenza tra l’uomo e gli altri animali sta nel pollice opponibile, ma anche nella capacità di immaginare domani e di trasformare il mondo. Quando sono passato davanti al centro commerciale Latina Fiori e ho visto su un cartello l’immagine del grattacielo, mi pare si chiami Torre Pontina, “è alto 134 metri?” “È il più alto d’Italia?”. Come anche a casa mia stiamo facendo qualcosa per domani. Poi sui giornali ho cominciato a leggere di Renzo Piano che a Torino sta realizzando il grattacielo della San Paolo, 130 metri anche lì. Stiamo parlando di edifici più alti del Pirellone di Milano (124 metri), l’edificio simbolo della Milano che diventava europea, della industria italiana che diventava industria del mondo. Del simbolo stesso del boom economico. “Il coraggio di cambiare ha reso le città italiane le più belle del mondo. La paura del futuro rischia ora di ucciderle, di ridurle a musei invivibili e avvelenati dal traffico” È l’attacco del pezzo di Curzio Maltese pubblicato da Repubblica lo scorso 14 novembre e parla del grattacielo di Piano. “Le capitali del pianeta, Londra e New York, Parigi e Barcellona, Berlino, Praga e Sidney si lanciano nella inaugurazione di grandi opere nei centri urbani. In Italia la contemporaneità suscita immediato sospetto e aperta ribellione” È sempre Curzio Maltese che parla. Penso, ma allora Latina sta dentro le nuove sfide di questo paese. Allora ha ripreso ad essere la Milano a sud di Roma. Latina è la città della macchina, nasce solo perché la macchina ha reso possibile la sua esistenza. Al convegno del Rotary sull’acqua che si è tenuto presso la sala Step a Latina venerdì 16 novembre è stato ricordato Leonardo e i suoi piani di bonifica delle paludi pontine: sono esposti al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. C’è tutto in quei piani: la rete dei canali, il canale principale, il Sisto. Insomma Leonardo aveva capito, tutto, ma la bonifica non la poteva fare: mancavano le macchine, mancava la forza per alimentare le pompe, le idrovore. Una città nata per grazia, non di Dio, ma della macchina, non può non osare, non guardare avanti. Un grattacielo di 134 metri è una chiesa laica allo spirito di Latina di cambiare. Immaginare è lo spirito vero dei pionieri, chi poteva fidarsi a venire a costruire il futuro qui se non immaginava come sarebbe stato domani? Guardo la foto della Torre Pontina, mi immagino piccolo davanti a questo ascensore verso il cielo, a Torino per farlo, il grattacielo, ci vuole la San Paolo, qui lo fanno imprenditori locali. Lì si realizza, attraverso la matita di Renzo Piano, il simbolo di una banca. Qui si fa una costruzione funzionale, per farci vivere la gente. Una torre con la gente dentro, la costruzione più democratica in Europa. Piccoli appartamenti, 50 metri quadrati ciascuno, e uffici. Sembra dire quella foto con la scritta, gli appartamenti si vendono, che si può comperare una porzione di cielo. La giustizia sociale è passata per “la libertà dal bisogno”, poi per “la qualità della vita”, ora? Pensiamo alla eguaglianza nei sogni. E i sogni si fanno in cielo. Nei riti il divino è “nell’alto dei cieli”. Curzio Maltese chiede a Renzo Piano (la Repubblica, 14 novembre 2006): “La Torino industriale rifiuta di inchinarsi allo strapotere della finanza, delle banche, materializzato in un simbolo di dominio come un grattacielo?” Piano: “È una critica motivata. Ma anche qui non facciamoci condizionare dai simboli. Le torri sono per loro natura simboli di potere, d’accordo. Ma costruire in verticale ha i suoi vantaggi. Qui il vantaggio è di poter creare un grande parco per i torinesi. Il San Paolo ha molti terreni, io potrei sdraiare la torre in orizzontale e i verdi sarebbero contenti di far sparire un parco”. Sono i temi culturali dentro una grande costruzione, e quella di Latina, la Torre Pontina, non è simbolo del potere finanziario, del San Paolo che sfida la Fiat nella idea stessa di leadership di una comunità. La nostra è una torre fatta da un gruppo imprenditoriale locale, da costruttori. È come la Torre di Parigi che non porta il nome dell’Edf, il monopolista elettrico di Francia, non è la sede della Renault, non quella della Peugeot, ma è il nome di un ingegnere, di quello che l’ha fatta. Così il grattacielo di Latina è il tempio ai muratori.

Lidano Grassucci

Alcune domande: ma il PPE in quella zona non era scaduto? E perchè mai è stata rilasciata la licenza edilizia?

ARKAN

davide - Sun 03/02/2008 or 19:46

Latina Oggi ci informa che in Commissione Urbanistica è stato presentato il Piano di recupero "Ambito D" realitivo all'area di 15 ettari comprendente Viale Italia, Piazzale dei Bonificatori, Via IV Novembre e Via Adua-Neghelli (cosidetto quartiere dei pub vicino il Consorzio di Bonifica)..

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/03_02_2008/pag06latina.pdf

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/03_02_2008/pag07latina.pdf

Il piano prevede:

1) La demolizione dell'ampliamento delle Poste fatto negli anni 60, la ricostruzione dell'originale ampliamento del 34 e della famosa scalinata.

2) La riqualificazione della casa del Vescovo con la realizzazione di un porticato con negozi (edificio giallo) 

3) La realizzazione di un parcheggio sotterraneo su Via Cavour, dove attualmente insiste un parcheggio a raso.

e tutto ciò è condivisibile e di buon senso.

Però il piano prevede anche la demolizione di un palazzo di fondazione a 4 piani (palazzo verde) , posto all'angolo tra Viale Italia, Via IV Novembre e Via Cavour.

Ciò è inaccettabile! Infatti al suo posto si prevede la realizzazione di un nuovo immobile alto 6-7 piani, se non di più!!

Suggerisco ai professionisti di che hanno redatto questo piano, ed anche ai commissari di minoranza presenti nella commissione urbanistica (in primis Giorgio De Marchis) che sarebbe opportuno invece:

1) Procedere alla demolizione dell'altro palazzo che si affaccia su Via IV Novembre ed è attaccato alla Casa del Vescovo (palazzo in rosso) e che è alto 8 piani ed essendo brutto, rappresenta il vero pugno in un occhio della zona;

2) Realizzare al suo posto un palazzo di 4 piano gemello a quello di fondazione che si vorrebbe demolire (palazzo verde), e trasferire la cubatura in eccesso rispetto a quella che si è demolita del palazzo rosso nella zona ancora libera su Viale Italia (zona raffigurata in azzurro), e realizzarvi quì in aderenza al palazzo di fondazione un immobile di 4 piani, totalmente identico e specchiato a quello che vi si trova davanti (palazzo magenta)

Credo che la mia proposta sia di buon senso, e che il costruttore potrebbe ugualmente trarre un buon guadagno da tutta l'operazione.

Suggerisco vivamente ai tecnici e al Sindaco ZACCHEO di avallare questa ipotesi. Altrimenti si sarà persa un occasione storica, ma anzi si sarebbe andati a demolire l'ennesimo immobile storico e di pregio di Latina

ARKAN

 


davide - Sun 03/02/2008 or 23:11

Mi attendo una forte presa di posizione da parte di De Marchis e degli altri commissari di minoranza

ARKAN


MarmaLT - Fri 11/04/2008 or 06:21

Questa città è unica, con un dichiarato pubblicamente 10% di cubature abusive, valutazione molto molto sottostimata, basti pensare ai volumi tecnici diventati appartamenti, con tettoie, poi chiuse su vecchi edifici, vedi quelli che affacciano su Piazza San Marco, via Gramsci, (ops... ma lì c'è anche il cittadino On.le Zaccheo, c'è un Vice Prefetto, ed altri minori) via F. Filzi , ecc. , oppure su nuovi edifici fatti in concomitanza o subito dopo le costruzione, insomma una città ilelgale a livello alto ( inteso sia come ubicazione di piano, sia come livello dei propietari. Poi ci sono le tettoie che dovrebbero coprire i vani scala che portano sul terrazzo o per stendere i panni... nel 2008 vedo ancora tutte queste donne a stendere i panni sui terrazzi...  progettualmente sono indicate di altezza m. 2,40. Divengono di m. 2,80 (cioè abitabili) e le piccole  tettoie diventano grandi, anche più del doppio dell'autorizzato e poco meno che il solaio di copertura dell'edificio.

Bene, questa 'città legale' è dovuta grazie a costruttori che hanno legami granitici con i Poteri Forti di questa città, che li tengono in scacco ( una volta si diceva che li ricattava... oggi  con un eufemismo un pò idiota, ma meno pregnante  si dice 'li tiene in scacco', allora usiamo questo termine attualissimo, per essere 'AVANTI').

Beh! Meraviglia che quella Torre Pontina sia lì? Andatevi a vedere il progetto... Farete bellissime scoperte... C'è la legge sul diritto d'accesso spettante a tutti i cittadini, diversamente fatelo come Associazione... a proposito, indovinate chi sta costruendola? Non i "Mafiosi di Catania", ma imprese locali di quelle che sul territorio meriterebbe maggiore attenzione da parte della Magistratura.. ma quì servono le segnalazione da parte di chi è deputato per legge a fare queste verifiche....

... e chi sarà mai questo organo? Forse uffici che dipendono da chi ha autorizaazto questo edificio?


Stevejo - Sat 12/04/2008 or 10:00

Mario, purtroppo che le cose a Latina andassero in questo modo è vero ed è soprattutto abbastanza noto.

Abusi edilizi legalizzati, appunto, ossia abusi che sono però consentiti attraverso varianti straordinarie di piano regolatore "ad personam": una strada la leviamo, una la spostiamo, si aumenta qualche cubatura quà e là, se ne diminuisce qualcun'altra...e il gioco è fatto!

Chi lo sa per sentito dire, chi lo sa per esperienza diretta (perchè ha ricevuto un danno da questi abusi legalizzati), molti molti cittadini lo sanno, ma purtroppo nessuno o quasi nessuno riesce o vuole ribellarsi. Forse perchè un conto è saperlo un conto è dimostrarlo. E se non lo si può dimostrare, una eventuale denuncia si ripercuoterebbe contro il citatdino che l'ha fatta, sottoforma di reato di calunnia o peggio.

Ed è questa, alla fine, la frustrazione maggiore, perchè ci sono reati di abusi edilizi noti e sotto gli occhi di tutti che però gli organismi preposti al controllo si sono sempre ben guardati dall'approfondire attraverso indagini (almeno fin'ora). 

La domanda che quindi mi viene da farti, leggendo il tuo post, è questa: ma questi dati che tu ha detto (ad esempio il 10% di cubature abusive) sono dati ufficiali (ossia emersi da indagini o denuncie), oppure sono delle stime che però non sono dimostrabili?

Perchè se è vera la prima, ossia che sono dati emersi da indagini ufficiali, allora mi domando perchè nessun magistrato abbia mai fatto qualcosa per perseguire  questi abusi e chi li ha permessi...visto che finalmente le prove ci sarebbero. 

Un salutone,

Stefano 


MarmaLT - Sat 12/04/2008 or 18:39

Il problema non è che non ci sia il mezzo... quel che manca è la volontà di affrontare al questione.  Anni ed anni fa ero distaccato presso il Settore Urbanistica, per volontà dell'allora Sindaco Nino CORONA, poi il sindaco è cambiato. Quando incomincia a mettere mani sulle cooperative del Q4 - Q5..  e credo che ancora siate lì  a cercare di uscire dal problema con il Consorzio Q4 - Q5....

Bene, come cercai di far chiarezza sul problema fui rispedito al Comando.. ora appena toccato il problema delle cubature sopra i solai di copertura degli edifici costruiti e in corso di costruzione... mi ritrovo fuori dalla Polizia Giudiziaria.. cioè nell'organizzazione interna della P.M.

Ora il problema che ci sono, intendo fisicamente, probabilmente quando vedranno che il fatto di avermi legato mani e piedi non sarà servito a nulla, allora accadrà qualcos'altro.... non posso risponderea quanto ti domandi prima dei saluti.

'Più mi legate le mani, più mi liberate la mente'


MarmaLT - Tue 15/04/2008 or 10:43
Caro Arkan, mi sono  riletto la tua proposta di variante su Piano di intervento su viale Italia e dintorni, credo sia  davvero buona, salva l'ex IACP, anche se andrebbe sanato stante l'età, farebbe pulizia di quel aborto che si appoggia alla 'ex Casa dello studente' (ricordate lo scandalo che si accompagnò con il coinvolgimento dell'allora Vescovo, alla sua edificazione? ). Va bene pure il recupero alla edificazione nell'area di parcheggio dell'ex IACP,così da gemellare l'altro edificio sede dei Telefoni di Stato,  ma ritengo poco utile il parcheggio sotterraneo di via Cavour, quando si ha a due passi e meglio posizionato anche per il traffico che provenendo da Roma penetra nella città, una Mega Area, nel vecchio sito dell'ex Ospedale - ora parcheggio San Benedetto - lì si realizzarebbe una bella stuttura a  parcheggio... e si potrebbero contestualemnte getatre le fondamenta della Biblioteca tanto cara a Nino Corona. Questo parcheggio servirebbe alla rinascita del commercio nell centro  della Città... e offrirebbo un grande servizio, almeno nelel ore mattutine agli uffici limitrofi quali l'INPS, la ASL LT3, la Questura, l'ENEL, il Comune.., e, perchè no, anche l'Hotel Europa.

davide - Mon 02/06/2008 or 13:03

Caro MArio,

In effetti l'idea di fare un parcheggio sotterraneo su Via Cavour potrebbe essere strampalata, visto anche che l'area non è molto estesa. Forse sarebbe meglio creare un parcheggio sotterraneo sotto l'area dell'ex Ospedale, ed al contempo creare in superficie una piazza con aree verdi. Una zona verde che in quello spicchio di città manca.

Ma purtroppo al Comune di Latina non ci pensano. Piuttosto che fare parcheggi sotteranei qui e nell'area ex Orsal, costoro vogliono per forza di cose andare a sventrare piazza del Popolo!

ARKAN


davide - Tue 22/07/2008 or 23:49

Ecco un interessante video sulla Torre Pontina:

http://www.youtube.com/watch?v=PZWB3JspDjE

ARKAN


davide - Thu 24/07/2008 or 22:29

Qualche tempo fò accenavo alla realizzazione a Latina Scalo, su Via della Stazione, di fronte il distributore Esso di un edificio rosso, realizzato nel 2006-2007, a seguito della demolizione (nei primi mesi del 2006) di un vecchio rudere di un piano, abbandonato da anni.

Ebbene quell'edificio, che richiama l'architettura razionalista-futurista della stazione (per via dei lucernacoli tondi e del vano scale di forma semicircolare, pare sia la sede della Pecorilli Costruzioni Generali:

http://www.pecorilli.it/

L'edificio è stato realizzato da una ditta di Priverno. Peccato solo che al suo fianco abbia un palazzo di 3 piani (da qualche mese in ristrutturazione ed ampliamento), che ha ampie vetrate, e probabilmente in passato aveva uso commerciale.

Insomma questo palazzo è un vero pugno in un occhio, che mortifica e soffoca l'edificio della Pecorilli.

ARKAN

 


- Fri 25/07/2008 or 16:02
Ma tanto è un falso futurista! Sono capaci tutti a scopiazzare Mazzoni....Ma vuoi vedere che,  visto che lasciano deperire ed oscurare gli originali (vedi complesso della stazione...) a futura memoria resterà il falso della Pecorilli?

davide - Thu 31/07/2008 or 14:29

Q4-Q5: Il Tar Latina respinge ricorso contro palazzo nei pressi del Lestrella

http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Latina/Sezione%201/2007/200700052/Provvedimenti/200800972_01.XML

N. 00972/2008 REG.SEN.

N. 00052/2007 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

sezione staccata di Latina (Sezione Prima)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

Sul ricorso numero di registro generale 52 del 2007, proposto da:
Di Pinto Marco, Agresti Giuliana, Brasolin Sara, Macali Michela, Buon Gusto - S.a.s. di Krivokapic Predrag, Gi.Sa.Co. – S.n.c. di Genova Carmine, tutti rappresentati e difesi dagli Avv.ti Arnaldo Falconi, Attilio Redi, con domicilio eletto presso il secondo in Latina, Via Don Morosini, n..1;

contro

Comune di Latina, rappresentato e difeso dall'Avv. Francesco Paolo Cavalcanti, con domicilio eletto presso Francesco Paolo Avv. Cavalcanti in Latina, presso Ra Com., Via Farini, n. 2;

nei confronti di

La Casa S.r.l, rappresentata e difesa dagli avv. Giuseppe Garofalo, Graziella Pol, con domicilio eletto presso Giuseppe Avv. Garofalo, in Latina, via Papiniano n.3;

per l'annullamento

previa sospensione dell'efficacia,

del permesso di costruire 6.10.2005, n. 145 EP, nonché del successivo permesso di costruire del 4.5.2006 n. 77 EP – entrambi a firma del Dirigente Servizio Edilizia Privata del Comune di Frosinone - rilasciati in favore della società controinteressata.

 

 

 

 

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di Latina;

Visto l'atto di costituzione in giudizio di La Casa Srl;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 06/06/2008 il dott. Antonio Massimo Marra e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue:

 

 

FATTO

Con ricorso notificato il 18.12.2006, tempestivamente depositato, gli istanti hanno impugnato il permesso di costruire 6.5.2005, n. 145 EP ed il successivo permesso di costruire in variante 4.5.2006, n. 77 EP rilasciato alla società “La Casa ” - S.r.l. con cui il Comune di Latina ha assentito un progetto in favore della stessa controinteressata, avente ad oggetto la realizzazione di un fabbricato composto da n. 96 unità immobiliari destinate ad alloggi e n. 12 unità immobiliari destinate ad uffici ricompreso, detto fabbricato, in un’unità immobiliare avente maggior consistenza.

Essi allegando di essere tutti titolari di attività commerciali o professionali presso il Centro commerciale “Lestrella” sito in Latina , Via Paganini quartiere Q.4 “ Nuova Latina”, espongono che dette attività prospettavano su un ampio piazzale, confinante quest’ultimo con la via pubblica in una situazione tale da godere di aria e luce.

A seguito dell’avvio dei lavori, l’intera area prospiciente gli esercizi dei ricorrenti, prima libera, sarebbe stata gradualmente recintata, facendo espandere i relativi lavori sino ad arrestarsi alla distanza di un solo metro dall’ingresso dei negozi degli interessati.

Conseguentemente, tutti i locali dei deducenti sarebbero stati pressoché oscurati sia alla vista della clientela – con gravi ripercussioni sui ricavi - sia dalla luce solare.

Aggiungono i deducenti che del contenuto degli impugnati atti sarebbero venuti a conoscenza soltanto in data 19.10.2006, allorchè il Comune intimato consentiva agli interessati la presa visione dei permessi di costruire oggetto di specifica richiesta.

E’opportuno sin d'ora premettere che il P.R.G. di Latina approvato con D.M. LL.PP. n. 6476 del 13.1.1972 nel procedere alla suddivisione in zone del territorio comunale individua – tra l’altro – la cd zona di espansione Q (nuovi insediamenti), suddivisa in 4 sottozone (o comprensori), secondo la densità comprensoriale.

L’art. 1 delle N.T.A. al P.R.G. prevede, poi, che l’edificazione del comprensorio Q4 è subordinata alla presenza di un piano attuativo particolareggiato o di lottizzazione.

Nel 1976 il Consiglio comunale di Latina approvava i piani particolareggiati per le zone Q4 e Q5; laddove, con successiva delibera n. 54 del 28.7.1977, il Comune intimato approvava i progetti di lottizzazione.

Successivamente il menzionato progetto, relativo al comparto Q4, veniva integrato dalla stipula della pertinente convenzione di lottizzazione, intercorsa tra il Comune di Latina e il Consorzio volontario di Urbanizzazione Q4 - C4.

Tale convenzione fissava in anni sette il termine per l’esecuzione delle viste opere, mentre nei successivi 6 mesi si sarebbe dovuto procedere alla cessione al Comune delle opere stesse, nonché delle aree destinate ad ospitarle (artt. 9 e 10).

Il piano di lottizzazione sarebbe rimasto, peraltro, largamente inattuato, essendosi proceduto soltanto in via parziale alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria.

Concludono gli istanti rilevando che, essendo lo strumento di attuazione del PRG nel comparto Q4 ampiamente scaduto, il Comune non avrebbe dovuto rilasciare i censurati permessi di costruire.

A sostegno del presente ricorso gli interessati svolgono i seguenti motivi: 1) violazione all’art. 12 del d.P.R. 6.6.2001, n. 380 per mancata osservanza dell’art. 1, 3° comma delle N.T.A. al P.R.G. di Latina; violazione degli artt. 17 e 41 quinquies della L. 17.8.1942, n. 1150, avendo il piano particolareggiato perso efficacia per decorrenza del termine entro cui sarebbe dovuto essere eseguito; 2) violazione dell’art. 12 del d.P.R. 6.6.2001, n. 380; eccesso di potere per difetto d’istruttoria e carenza di motivazione, contrastando la disposizione plano volumetrica dell’edificio da concessionare alla stregua dello strumento urbanistico e l’assentita ubicazione del fabbricato; 3) eccesso di potere per contraddittorietà cd estrinseca, per carenza di presupposti, difetto d’istruttoria ed insufficienza della motivazione, posto che entrambi i permessi di costruire in questa sede impugnati sarebbero stati rilasciati dall’intimato Comune in contrasto con precedenti determinazioni che avevano disposto la sospensione del rilascio delle licenze edilizie nel comprensorio Q4.

Nel ricorso si formula, poi, richiesta di risarcimento danni conseguente all’asserita illegittima concessione dei permessi di costruire rilasciati alle società controinteressate.

Il Comune di Latina si è costituito in giudizio, eccependo la tardività del prodotto ricorso con riferimento all’accesso agli atti del Comune in data 26.9.2002 da parte della ricorrente e richiedendone nel merito la reiezione.

Anche le controinteressate si sono costituite in giudizio, argomentatamente richiedendo la reiezione nel merito del ricorso.

All’udienza del 6.6.2008 la causa è stata trattenuta a sentenza.

DIRITTO

Preliminarmente occorre esaminare le eccezioni d’inammissibilità sollevate dai resistenti. Questi sostengono, anzitutto, che il ricorso sarebbe tardivo, avendo potuto i ricorrenti avere piena consapevolezza della effettiva estensione delle opere assentite, già nella fase d’inizio dei lavori.

Detto ordine d’idee non può essere condiviso.

Osserva, al riguardo, il Collegio che, alla stregua di una risalente giurisprudenza del Consiglio di Stato, che la Sezione integralmente condivide: … “ai fini della rilevanza dell'eccezione di tardività dell'impugnazione di una concessione edilizia, non è sufficiente che gli estremi dell'adottato provvedimento siano stati portati nella sfera di conoscibilità dell'eventuale interessato, ma che quest'ultimo abbia avuto piena consapevolezza del suo contenuto prescrittivo; tale consapevolezza non può acquistarsi nella fase di inizio dei lavori, ma al compimento degli stessi, solo al quale può riportarsi l'inizio della decorrenza del termine di impugnazione, atteso che soltanto in quel momento questa forma di conoscenza, equipollente alla comunicazione o alla notificazione della concessione edilizia, diviene in concreto raggiungibile in relazione ad una obiettiva situazione di fatto, connotativa d'una struttura edilizia completa nelle sue linee e rapporti volumetrici” (Sez. V, 24 aprile 1986 , n. 236).

La detta eccezione deve essere perciò disattesa, salvo quanto si vedrà oltre in relazione al terzo motivo, potendosi ritenere acquisita la piena consapevolezza soltanto in epoca successiva ossia - in linea di principio - al completamento dell’edificio, quantomeno nelle sue linee e rapporti volumetrici essenziali.

Ciò premesso, con il presente ricorso gli istanti, nella loro qualità di proprietari di unità commerciali ubicate presso il centro commerciale “Lestrella” in Latina, che si affacciano sull’area oggetto dell’intervento edilizio di cui al piano particolareggiato, approvato dal Consiglio comunale con delibera 22.6.1976, n. 17 ed ai successivi permessi di costruire, denunciano l’illegittimità sotto tre principali e distinti profili di tali permessi edilizi, affermando: a) che l’edificazione dell’area contraddistinta dalle particelle n. 475, 711, 1197, 1980, 1091, 1982, 1983, 1984, 1988, 1989, 1990, 1998, 2163 e 2168 del foglio 167 del N.C.E.U. della superficie complessiva di mq 1.687,00, tutte rientranti peraltro nel comprensorio Q4, sarebbe subordinata alla presenza di un piano attuativo, particolareggiato o di lottizzazione (arg. art. 6 delle N.T.A.); b) che il volume edilizio della costruzione avrebbe dovuto essere contenuto ad una distanza di m. 13 dal prospiciente edificio ospitante i locali degli interessati; laddove, la planimetria ubicativa del corpo di fabbrica interessato colloca lo stesso ad una distanza nettamente inferiore (3 m.); c) che il rilascio degli impugnati permessi evidenzierebbe un atteggiamento contraddittorio dell’ente intimato, posto che il Comune stesso aveva disposto - con delibera 29.12.2003, n. 914 - la sospensione del rilascio delle licenze edilizie nel comprensorio Q4.

A tale conclusione essi pervengono invocando, anzitutto, il lungo periodo di tempo trascorso dall’approvazione consiliare del relativo progetto (29 anni) e dalla stipula della correlata convenzione urbanistica ( 26 anni).

Analogamente, l’edificazione dell’area considerata postulerebbe l’adozione di nuovi strumenti attuativi, poiché il piano di lottizzazione sarebbe rimasto largamente inattuato, essendosi proceduto soltanto in via parziale alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e per nulla a quelle di urbanizzazione secondaria

Con il primo motivo i ricorrenti prospettano il tema centrale della causa, che investe direttamente l’esame dell’allegata “ultrattività” delle disposizioni del piano scaduto, disciplinanti l'edificazione.

Ad avviso dei deducenti sussistendo una sostanziale equivalenza tra l’intervenuta scadenza dello strumento urbanistico secondario (per decorrenza del relativo termine di attuazione) e la mancanza originaria dello stesso, il Comune non avrebbe potuto rilasciare gli impugnati permessi in difetto, appunto, del visto presupposto di cui all’art. 1 delle N.T.A..

In buona sostanza, i ricorrenti deducono che i permessi di costruire impugnati sarebbero illegittimi, in quanto il P.R.G. di Latina avrebbe previsto che, nella zona interessata il rilascio di titoli edilizi fosse subordinato a P.P.E: decaduto, nella fattispecie in esame, per decorso del termine di efficacia, cosicché difetterebbe il presupposto fondamentale per l'assentimento di permessi di costruire.

Detto ordine di idee non può essere condiviso.

Osserva, al riguardo, il Collegio che alla luce di un indirizzo già peraltro seguito da questo Tribunale: … “in presenza di una pressoché integrale attuazione di un comparto edificatorio, ricompreso in un piano particolareggiato non attuato, entro i termini stabiliti, non trovano applicazione i limiti di edificabilità previsti dall'art. 41 quinquies, l. 17 agosto 1942 n. 1150, introdotto dalla L. 6 agosto 1967, n. 765, che si riferisce espressamente al solo caso di carenza originaria del piano attuativo, ma si applica invece l'art. 17, della L. 17 agosto 1942 n. 1150, che, nel prevedere la sola decadenza dei vincoli e degli speciali poteri - che la legge urbanistica attribuisce all'Amministrazione per consentire la realizzazione del programma urbanistico – consente, comunque, la “ultrattività” delle disposizioni del piano scaduto, disciplinanti l'edificazione ed, in particolare, delle prescrizioni di zona e di quelle relative agli allineamenti, stante l'esigenza di evitare che, a fronte di un programma urbanistico in parte già realizzato, i nuovi interventi edilizi non si coordinino con il disegno urbanistico sino ad allora seguito, così alterandolo” (cfr. T.A.R. Lazio Latina, 10 giugno 2006 , n. 367).

Una volta riconosciuta la perdurante efficacia delle disposizioni del P.P.E. del 1978 e negata l'ammissibilità dell'impugnazione di esso, resta da esaminare il motivo con cui i ricorrenti denunciano la illegittimità del permesso di costruire impugnato sostenendone la non conformità alle previsioni di piano.

Il motivo deve essere disatteso per la semplice ragione che nella costruzione di nuovi edifici e nella modificazione di quelli esistenti debbano continuare ad applicarsi le disposizioni del P.P.E, a garanzia che - finché il comune non intervenga con un nuovo piano particolareggiato - non sia alterato lo sviluppo urbanistico-edilizio così come armonicamente programmato dallo strumento scaduto.

Ora è documentalmente provato che il progetto relativo all’edificio in contestazione è perfettamente conforme alle prescrizioni del piano scaduto.

Ciò significa che se il progetto fosse stato realizzato nel termine decennale invocato dai ricorrenti, nessun profilo d’ illegittimità si sarebbe potuto addurre avverso il relativo atto ampliativo.

È chiaro che, come ha avuto modo di precisare questo Tribunale nella surriferita decisione, il punto debole di questa ricostruzione è quello del regime delle aree oggetto di vincoli decaduti; si tratta di un punto debole che ha la sua matrice storica nel fatto che il legislatore del 1942 guardava ai vincoli di inedificabilità e ai vincoli preordinati all'espropriazione come a misure "conformative" della proprietà, la cui indeterminatezza temporale non comportava alcun tipo di problema giuridico costituendo un limite del diritto di proprietà; la giurisprudenza della Corte Costituzionale ha invece - come è noto - scelto una soluzione diversa, che impone - nel presupposto della inerenza dello ius aedificandi al diritto di proprietà dei suoli - che i vincoli in questione siano alternativamente imposti a tempo determinato ovvero indennizzati, con la conseguenza che - una volta stabilito che l'inefficacia del piano particolareggiato determina l'inefficacia del vincolo - si pone l'esigenza di stabilire quale sia il regime urbanistico del suolo. Questo problema - la cui soluzione sul piano concreto non può che essere rimessa alla responsabilità dell'Amministrazione, nel senso che, a fronte del rischio di una compromissione di valori urbanistici, essa potrà utilizzare gli strumenti a sua disposizione (approvazione di una variante, reiterazione del vincolo nelle forme previste dalla legge ...) è tuttavia estraneo al giudizio, per le ragioni già viste.

Deve, dunque, concludersi che le disposizioni del P.P.E., sulla cui base è stato assentito il permesso di costruire e la successiva variante oggetto della presente controversia sono tuttora efficaci in forza del citato articolo 17.

Gli interessati lamentano, inoltre, eccesso di potere per contraddittorietà cd. estrinseca, avendo il Comune rilasciato gli impugnati permessi nonostante fosse stata in precedenza disposta la sospensione del rilascio delle licenze edilizie nel suindicato comprensorio Q4.

Per questo aspetto non può non essere posta in luce la tardività della doglianza da una parte dei ricorrenti poiché, se è vero, che ai fini della rilevanza dell'eccezione di tardività dell'impugnazione di una concessione edilizia, non è sufficiente che gli estremi dell'adottato provvedimento siano stati portati nella sfera di conoscibilità dell'eventuale interessato, ma che quest'ultimo abbia avuto piena consapevolezza del suo contenuto prescrittivo è, altrettanto vero che, nel caso di specie, tale consapevolezza può dirsi del tutto ragionevolmente acquistata nel momento in cui sono stati rilasciati i permessi di costruire in pendenza del periodo di sospensione.

Anche la detta censura deve pertanto essere disattesa.

L’istanza risarcitoria va, del pari, respinta.

In definitiva il ricorso deve essere respinto.

Le spese del giudizio possono restare, tuttavia, integralmente compensate fra le parti, sussistendone giusti motivi

P.Q.M.

il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio – Sezione staccata di Latina – respinge il ricorso in epigrafe.

Spese compensate

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Latina nella camera di consiglio del giorno 06/06/2008 con l'intervento dei Magistrati:

 

Davide Soricelli, Presidente FF

Antonio Massimo Marra, Primo Referendario, Estensore

Roberto Maria Bucchi, Primo Referendario

 

 

 

 

 
 
L'ESTENSOREIL PRESIDENTE
 
 
 
 
 

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 29/07/2008

(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)

IL SEGRETARIO



 


davide - Thu 31/07/2008 or 14:53

E questo è l'altro ricorso respinto contro il palazzo costruito da Rella Costruzioni srl e Bianconi Costruzioni Srl

http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Latina/Sezione%201/2007/200700051/Provvedimenti/200800971_01.XML

ARKAN


- Thu 31/07/2008 or 17:32
Non voglio dire che l'avevo detto, ma purtroppo per chi ha fatto ricorso (che probabilmente all'atto dell'acquisto aveva avuto rassicurazioni, evidentemente false, che mai sarebbe stato costruito un altro edificio), questo  risultato è quello ovvio, visti i p.p.e. che da sempre regolano questo  comparto del Q4, e che tutti i consorziati conoscevano....

davide - Mon 11/08/2008 or 20:03

Intanto a Cisterna, sulle ceneri di un rudere, in pieno centro, è nato un nuovo aborto architettonico. Qualcuno dirà che nel centro di Cisterna non vi è quasi nulla di storico, essendo la maggior parte delle costruzioni state rase al suolo durante la guerra..

Questo è vero, ma ciò non giustifica la collocazione in quel punto di un edificio di simile volumetria ed architettura...

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Lunedì 11 Agosto 2008Chiudi chiudi finestra
di CLAUDIA PAOLETTI

E la casa dei piccioni si trasformò in un enorme edificio scuro, un polpo gigante che si dimena in mezzo a otto strade. Cisterna che cambia è anche questa: in assenza di un piano del colore gli architetti possono dare libero sfogo alla propria creatività e trasformare un rudere del dopoguerra in un edificio curvilineo, con i solai dal perimetro smerlettato e tondeggiante, con una bucatura tonda sul terrazzo - giardino e con un colore marrone scuro, distribuito anche sulle serrande, che sembra respingere la luce. Il linguaggio architettonico è corretto, richiama il razionalismo catalano di Antonio Gaudì, ai cittadini che in Piazza dei Caduti in guerra restano a guardare col naso all’insù non dispiace: è il colore che fa discutere.
Perché marrone testa di moro? «Perché no – rispondono gli architetti Enrico Giammatteo e Massimo Bellardini – lo abbiamo scelto per sottolineare la massa volumetrica che poggerà su vetrate, con soffitti giallo e verde, per spezzare. L’edificio enfatizza il movimento, il caos del traffico, ricostruisce il luogo della città, crea l’identità. In un’altra zona non sarebbe stato realizzato, avremmo letto il contesto e proceduto per caratterizzarla, si riqualifica per punti strategici». In sostanza è un prodotto pensato, lontano dalla logica dei palazzinari, nemici degli architetti. «Tra dieci anni - chiudono gli architetti - quando ci si darà appuntamento al palazzo marrone si saprà dove andare», chiudono gli architetti.
Gli edifici del centro cittadino dopo la ritinteggiatura della facciata, non hanno riservato sorprese una volta scoperti dalla rete protettiva ombreggiante ma le prescrizioni-indicazioni sul colore contenute nel Ppe esecutivo “Il centro della città”, approvato nell’ottobre 2006 sono a maglie larghe. Tra le norme generali c’è scritto che «gli edifici che ricadono in lotti contigui con la stessa tipologia dovranno presentare caratteristiche uniformi». La gamma dei colori favorisce il gusto degli architetti, qualunque sia la scelta.


davide - Sat 13/09/2008 or 16:50

Ieri sono passato su Via dell'Agora. All'incrocio con via Isonzo ho notato che da poco hanno demolito il vecchio rudere ad un piano che faceva da angolo tra le 2 strade..

Qualcuno di voi sapeve che cos'era quel rudere prima di essere abbandonato?? Al suo posto cosa sorgerà? L'ennesima palazzina da 4 piani o qualche villetta?

DAVIDE


renatosd - Mon 15/09/2008 or 10:57

ex Auto-officina "Di Palma" ... di più nin so

renato


Kla - Mon 15/09/2008 or 12:45
Molto ex officina Di Palma, era ferma da almeno 15 anni. Anche io di più don't sutch.

davide - Tue 23/09/2008 or 17:10

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Martedì 23 Settembre 2008Chiudi chiudi finestra
di EBE PIERINI

«Non farò un imbarcadero sul lago di Fogliano ma un complesso portuale integrato a Foceverde». Mette i puntini sulle “i” il sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, che ieri ha illustrato in anteprima, su sollecitazione dell'Ente Parco, il progetto del nuovo porto di Latina in seno al Consiglio direttivo del Parco Nazionale del Circeo, aperto per l'occasione a pubblico e stampa. Presenti il presidente e il direttore dell'Ente Parco, Gaetano Benedetto e Giuliano Tallone, il sindaco facente funzioni di Sabaudia, Maurizio Lucci, il presidente del Consiglio di San Felice Circeo, Giuseppe Schiboni, Francesco Schiano per l'arcipelago delle isole ponziane. «Sto trasgredendo alle regole perché un progetto si presenta prima in Consiglio comunale e poi in altre sedi ma sono sicuro che i consiglieri comprenderanno la necessità di rassicurare i sindaci degli altri comuni della costa - ha esordito Zaccheo - Quando ho assegnato lo studio al professor Noli ho posto come condizione essenziale che il porto non creasse problemi alle coste delle città più a sud come Sabaudia e San Felice Circeo. Dobbiamo fare sistema. Vogliamo essere complementari a Sabaudia - ha aggiunto - Se un imprenditore come Rizzardi è costretto a spostarsi altrove abbiamo il dovere morale di fornire delle risposte e trattenere in provincia le conoscenze e le ricchezze portate dalla cantieristica navale. Meglio la nautica del nucleare». Il professor Noli, affiancato dall'architetto Capolei, ha illustrato il progetto a partire dagli studi metomarino, morfologico, morfodinamico, idrodinamico e dell'agitazione interna portuale. Secondo Noli non vi saranno ripercussioni sulle coste a sud. Tutt'altro: la realizzazione del porto potrebbe migliorare la situazione del fenomeno erosivo che attualmente viene influenzato negativamente dalla diga della centrale nucleare unita alla presenza di un fondale roccioso. Il futuro porto sorgerà in posizione arretrata rispetto alla diga e porterà benefici alla costa. A questo si aggiunga che chi gestirà la struttura dovrà effettuare annualmente un intervento di ripascimento. Preoccupazione sul rischio erosione è stata invece espressa dal geologo Nello Ialongo che ha sottolineato come ogni opera protesa verso il mare sulla costa pontina provochi erosione sottoflutto. Il presidente Benedetto ha apprezzato la trasparenza e la disponibilità al dialogo di Zaccheo. «Il Parco non ha competenza territoriale diretta sull'area in oggetto - ha chiarito - Siamo consapevoli che occorre dare una risposta alle esigenze della nautica da diporto». Ha annunciato comunque che l'Ente nominerà una commissione tecnico-scientifica per analizzare il progetto. Il sindaco facente funzioni di Sabaudia, Maurizio Lucci, si è detto favorevole alla realizzazione del porto di Foceverde purché ci sia un confronto e si tenga conto delle eventuali ripercussioni sul lungomare che è una delle principali fonti di sostentamento della città di Sabaudia. Il tutto nell'ottica di uno sviluppo del turismo in provincia. Favorevole anche il giudizio di Schiboni per San Felice Circeo.

http://carta.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">Martedì 23 Settembre 2008Chiudi chiudi finestra
Passando dal prospetto cartaceo e dalle slide illustrative alla concretezza di numeri e misure è possibile illustrare le dimensioni del progetto del futuro porto di Foce Verde. Sono previsti quattro bacini: 46 punti di attracco per aliscafi e megayatch di lunghezza da 25 a 40 metri, 527 posti barca per natanti di lunghezza inferiore a 18 metri; 249 posti barca per natanti di lunghezza inferiore a 8 metri e un porto tecnico con funzione cantieristica ed espositiva da 378 posti barca. Gli attracchi si estenderanno su 1.430 metri quadri. Lo specchio acqueo del porto di svilupperà su oltre 110.000 metri quadri. Il Marina Village, che sorgerà al posto di un depuratore, occuperà una superficie di oltre 372.000 metri quadri. L'area cantieristica si estenderà su oltre 544.000 metri quadri. Al verde pubblico sarà riservata un'area di 273.000 metri quadri, pari a 55 campi di calcio. Saranno 76.000 i metri quadri di strade pubbliche e 59.000 i parcheggi dei quali 25.000 interrati. Sarà predisposta un'area verde con espansione a parcheggio nei casi di necessità di 10.470 metri quadri. Ogni anno per tamponare il problema erosione sarà effettuato un ripascimento con 15.000 metri cubi di sabbia. Costo totale per la realizzazione del porto: 80 milioni di euro.
E.Pie.

http://carta.ilmessaggero.it/view.php"0" cellspacing="0" cellpadding="0" width="595">Martedì 23 Settembre 2008Chiudi chiudi finestra
Nei prossimi giorni il progetto approderà in Consiglio comunale a Latina dove è praticamente scontata l'approvazione. Poi si passerà in conferenza dei servizi. Non vuole parlare di tempi Vincenzo Zaccheo ma non vuole nemmeno rischiare che quando non sarà più lui sindaco altri decidano di non realizzare più il porto. «Tale realizzazione è destinata a fare da volano alla rivalutazione complessiva della costa pontina, a offrire opportunità di rilancio turistico ed economico, a creare migliaia di posti di lavoro, a contribuire in maniera decisiva allo sviluppo di borgo Grappa e borgo Sabotino, borgo Santa Maria e borgo Bainsizza, Montello e Le Ferriere, senza considerare i vantaggi per l'intero territorio e derivanti dal collegamento più immediato con le isole ponziane» ribadisce il sindaco di Latina. Si calcola che il nuovo porto possa portare alla creazione di 5.000 nuovi posti di lavoro, indotto escluso. Se il progetto integrato con la nautica diverrà realtà Gianfranco Rizzardi è pronto a trasferire a Latina le risorse e le forze che attualmente ha dislocate tra Genova, Ostia e Fiumicino. E proprio a Foceverde dovrebbe sorgere il cantiere nel quale realizzare yacht di grandezza superiore ai 40 metri con relativa creazione di ulteriori nuovi posti di lavoro. Le imbarcazioni fino a 40 metri continuerebbero invece a essere realizzate a Sabaudia sempre che si risolva la questione del passaggio a mare attraverso il canale romano. Proprio nei giorni scorsi i cantieri InRizzardi hanno dovuto rifiutare una commessa per la costruzione di un megayacht da 60 metri. Il progetto del porto di Foceverde prevede tra l'altro la realizzazione di una vasta area espositiva per i prodotti della nautica da adibire anche a salone nautico.
E.Pie


davide - Fri 03/10/2008 or 15:16

E' passato in commissione urbanistica lo scempio urbanistico rappresentato dal cosidetto "Piano di Recupero del Centro Urbano", che comprende in realtà una vera e propria variante...

Innanzitutto il parcheggio del palazzo Pegasol verrà sventrato per costruire 2 edifici, paralleli a Via IV Novembre e Via Carlo Cattaneo... Insomma su un'area pubbica (un parcheggio) si vanno a regalare delle cubature...

Nella zona del palazzo Key e dell'oratorio dei salesiani, si andrà a demolire il muro di cinta esterno (così si vedrà l'abside della cattedrale di S.Marco dice entusiasta il giornalista de La Provincia a pag 3), per sostituirlo con un edificio ad un piano in stile razionalista, che molto probabilmente sarà adibito a negozi....

Insomma anche preti e dintorni avranno la loro cubatura, ed in cambio faranno realizzare un parcheggio sotteranneo sotto il campo di calcio, necessario per poter cambiare la destinazione d'uso del grattacielo Key da commerciale ad uffici...

Bravi, bravi, bravi! Ma non vi vergognate? Ma non si vergogna Zaccheo che aveva promesso ad inizio della sua prima consiliatura la demolizione del palazzo Pegasol, mentre ora oltre ad averlo fatto ristrutturare lo fa affiancare da altri 2 obbrobri architettonici ai suoi lati?

Naturalmente in commissione tutti d'accordi, maggioranza ed opposizione, come nella migliore tradizione consociativa della politica latinense!

La cosa gravissima è che questi stanno andando ad occupare gli ultimi spazi vuoti presenti nel centro di Latina per fare delle speculazioni edilizie, e nessuno protesta! Questi stanno togliendo dei parcheggi, pur se a pagamento, nel centro di Latina e tutti se ne fottono! 

Ecco la zona del Pegasol con disegnato in rosso l'impronta a terra dei nuovi palazzi, il nuovo scempio che vogliono compiere!

DAVIDE


davide - Fri 10/10/2008 or 22:23

Su http://www.skyscrapercity.com/showthread.php"../../uploads/newbb/3671031942.jpg" alt="" width="602" height="409" />

DAVIDE


davide - Fri 10/10/2008 or 22:44

Entrambi i progetti hanno lati positivi e lati negativi, se posso dare dei consigli:

1) Se dovesse essere scelto il 2° rendering suggerirei innanzitutto di realizzare il cortile interno di Ingegneria (ec distretto) come previsto dal rendering 1

2) Il rendering 1 ha aiuole simmetriche, ma abbastanza anonime, e non ha campi da calcio nè l'edifico nei pressi della ex Croce Rossa, in direzione del Tribunale per intenderci

3) Il rendering 2 invece ha di bello soprattuto l'aiuola centrale con al centro la colonna (richiama Piazza S.Marco) che unisce l'edificio della segreteria Studenti con la facoltà di Economia

4) In questo rendering andrebbe realizzata una aiuola a forma di L che contorni il pargheggio, come già si fà per il tratto verso il Tribunale. Servirebbe questa aiuola piantata con alberi a nascondere l'anonimo grigiore del parcheggio..

5) Per entrambi i rendering và eliminato il muro di cinta che assomiglia a quello di un carcere, e che andava bene per una zona militare come era in origine l'area, ma non per una città universitaria..

Magari ci si potrebbe richiamare alla vecchia recinzione della demolita Casa del Condadino, rivestendola in travertino ed mettendo delle statue ad una certa distanza. Naturalmente dovrebbe essere più alta , ma non impattantante a livello visivo

DAVIDE

PS Renato che ne dici di questi consigli da inesperto della materia?


davide - Sat 11/10/2008 or 14:53

X MarmaLT

Riguardo il fatto dei solai che diventano abitabili, ormai sono così sfacciati e sicuri di essere impuniti che addirittura alcune imprese già prensentano il tabellone con l'immagine del palazzo in costruzione con il solaio abitabile!

Palazzi di 4 piani che vengono raffigurati con "quinto piano abusivo"! Non si vergognano proprio più di niente!

BASTIANAZZO


Salvatore - Sun 12/10/2008 or 07:36
davide ha scritto:

(...)

BASTIANAZZO



ABDAAD, ma vuoi decidere come chiamarti?


- Sun 12/10/2008 or 14:15

 

davide ha scritto:

 Palazzi di 4 piani che vengono raffigurati con "quinto piano abusivo"! Non si vergognano proprio più di niente!

Qui non si tratta di vergognarsi o meno...si tratta di fregarsene riccamente  di rispettare la legge, cosa che è diventata la norma in questa città! Altrochè vergognarsene, qui si ostenta senza timore alcuno!!!


davide - Tue 21/10/2008 or 11:20

Continuano le operazioni di demolizioni e ricostruzioni nella zona di Campo Boario-Autolinee. 

Passando su Viale Giulio Cesare, ho notato che è stato demolito un vecchio fabbricato a 2 piani su Via Scipione l'Africano, strada cieca naturale prosecuzione di Via S. Carlo da Sezze..

Il fabbricato deve essere stato demolito diverse settimane fà, visto che hanno già fatto una gettata di cemento e stanno costruendo un nuovo palazzo, che dalle immagini sul cartellone, dovrebbe essere di 2-3 piani...

Ecco in rosso l'edificio demolito


davide - Wed 22/10/2008 or 17:13

Allora, oltre al fabbricato hanno demolito anche l'altro manufatto che somiglia ad un capannone..

Verrà realizzato un edificio a pianta rettangolare di 2 piani, con il lato più lungo parallelo a quello più lungo del lotto trapezoidale..

La ditta dovrebbe essere EFEBI, ma nel cartello non c'è scritto nè il numero di concessione edilizia (o meglio del permesso a costruire) nè informazioni su progettista, direttore dei lavori ecc..

Come stile architettonico ricorsa quello dell'edificio realizzato anni fà su Via Fabio Filzi (dove c'era la Bipop Carire), con colonne di cemento a forma ottagonale e cortina di colore tra il rosso ed il marrone...

DAVIDE


davide - Sun 26/10/2008 or 19:03

Nell'autunno di 2 anni fà, Latina Oggi diceva che in commisione urbanistica (o in consiglio comunale, non ricordo bene), era stata approvata la cosidetta "Variante Papa".

In pratica da quel che capii allora, nel parcheggio di breccia che si trova di fronte il palazzo di vetro costruttore Papa si impegnava a realizzare un parcheggio sotterraneo con sopra un'area verde al fine di ottenere il cambio di destinazione d'uso per aprire il Cinema Oxer.

Ora visto che quelli dell'Oxer bazzicano su questo sito a pubblicizzare i film, sarebbe il caso che lo Staff di Q4-Q5 chiedesse lumi al riguardo, e perchè non sono mai partiti i lavori per realizzare il parcheggio sotterraneo, mentre il cinema è aperto...

DAVIDE


davide - Fri 31/10/2008 or 14:52

Parliamo del contratto di Quartiere Nicolosi-Villaggio Trieste:

http://www.comune.latina.it/CdQIILatina/NVT_contesto.html"http://www.comune.latina.it/CdQIILatina/NVT_interventi.html">http://www.comune.latina.it/CdQIILatina/NVT_interventi.html


davide - Thu 13/11/2008 or 21:00
Il Comune di Latina ha acquistato all'asta (ma non si dice il prezzo) l'area dell'ex Kurly Kate, per farne case popolari. Ora la domanda sorge spontanea.... La faccenda si arenerà come l'ex Svar, o veramente costruiranno queste case popolari? http://www.comune.latina.it/news.php Data:13/11/2008 Acquisita all'asta l'area "Kurly Kate" -------------------------------------------------------------------------------- Oggi il Sindaco On. Zaccheo ha partecipato all’asta fissata nell’ambito del fallimento della Kurly Kate, facendo acquisire al Comune il terreno esteso 17.055 mq. che è parte del Programma Integrato di Intervento denominato "Porta Nord" oggetto di Accordo di Programma il cui iter si è concluso con Deliberazione di C.C. n.55 del 29/07/2008 e relativo alla riqualificazione di una zona ubicata a Nord nella frangia più esterna del centro cittadino e più precisamente ricadente nel Quartiere Pantanaccio (R/11) e aree circostanti. Tale acquisizione costituisce un successo per l’Amministrazione determinando un notevole risparmio per l’ente sia dal punto di vista procedurale sia finanziario; infatti l’acquisizione del medesimo lotto attraverso un’eventuale procedura espropriativa avrebbe comportato un impegno economico molto più oneroso. L’Accordo di Programma per la concessione del finanziamento di € 4.076.394,30 in favore del Comune per la realizzazione di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata e relative opere di urbanizzazione primaria comprese nel Programma integrato di Intervento "PORTA NORD" è stato siglato dal sindaco Zaccheo il 23/04/2008. Grande la soddisfazione espressa dal Sindaco che sottolinea come l’intervento in questione si inserisca nella più globale pianificazione urbanistica di una fascia importante di territorio comunale oggi finalmente regolata anche dai piani particolareggiati di Gionchetto e Pantanaccio. Grazie a tali strumenti, prenderà corpo finalmente l’indispensabile cucitura dell’area nord con il resto della città; zona che sarà integrata appunto anche dagli interventi previsti nei progetti del Contratto di quartiere e dal piano per l’edilizia residenziale pubblica varato dall’Amministrazione Comunale. Il finanziamento regionale di circa 4milioni di euro consentirà la realizzazione di alloggi di edilizia sovvenzionata, opere di urbanizzazione, verde e servizi. Una autentica rivoluzione in tema di servizi e strutture (scuole, piazze, strade, verde pubblico), afferma ancora il sindaco evidenziando come trattasi di interventi che chiudono iter e procedimenti avviati nella precedente consiliatura e destinati a restituire dignità e riqualificare in maniera radicale una grande fascia di territorio a lungo dimenticata, rispondendo alle legittime aspettative delle fasce sociali più deboli e ai bisogni reali dei cittadini. ITER La localizzazione dell’intervento fu decisa con delibera di G.M. n°429 del 23/05/2002 e con successiva delibera di G.M. n°813 del 3/12/2003. Il Programma Integrato di Intervento "Porta Nord", è stato adottato dal Consiglio Comunale con delibera n°77 del 2 luglio 2004. Con Delibera C.C. n°42 del 19 Maggio 2005 il Programma Integrato di Intervento (P.I.) denominato "Porta Nord" è stato approvato definitivamente. Con Delibera G.M. n.575 del 20/09/2005 sono stati approvati i progetti definitivi (redatti dal gruppo di progettazione interno all’Amministrazione Comunale) delle Opere di urbanizzazione primaria (viabilità e parcheggi, fognatura, pubblica illuminazione, Ponte pedonale sul Canale delle Acque Medie) e di uno degli interventi di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata da realizzarsi da parte del Comune. Nelle date 26.06.2002, 31.10.2003, 15.12.2004 , 20.04.2005 e 28.09.2005 si sono tenute presso la Regione Lazio le Conferenze dei Servizi relative al Programma inerenti gli interventi suddetti di Edilizia Residenziale Pubblica Sovvenzionata e relative opere di Urbanizzazione finalizzate alla stipula dell’ACCORDO DI PROGRAMMA per la concessione del finanziamento regionale pari a € 4.076.394,30 sopra citato. L’iter del suddetto Accordo di Programma si è concluso con la Deliberazione del Consiglio Comunale n°55 del 29/07/2008.

MarmaLT - Fri 14/11/2008 or 09:53
Caro Davide, credo che sarebbe da vedere anche le aree ove è vietato costruire ed altre a vicnolo parziale perchè a "rischio esondazione"... il Piano è al Comune, così vedi bene come stanno le cose. 

davide - Fri 14/11/2008 or 21:45
Caro MarmaLT, sicuramente il canale delle acque medie, sia dai vecchi PTP che dal nuovo PTPR (Piano Paesaggistico Regionale), ha una fascia di rispetto di inedificabilità di 150 m dai suoi argini. Da quello che si vede al sito della Regione Lazio, una parte di queste case popolari rientra proprio nella fascia di rispetto. Credo di non sbagliare, ma i vincoli della legge Galasso (300 m dal mare e dai laghi e 150 dai fiumi), possono essere superati se si tratta di realizzare opere pubbliche... Ora nel senso più generale del termine, penso che le case popolari possano essere definite "opere pubbliche".. Nel caso non fosse così, il comune dovrebbe spostare una parte delle costruzioni più verso via del Pantanaccio, ma non dovrebbero esserci problemi, si sacrifica un pò di verde pubblico, e lo si trasferisce nelle aree più verso il canale delle acque medie, dove sono previste le altre 2 palazzine... DAVIDE

davide - Fri 14/11/2008 or 21:52
Allora confrontando l'immagine del sito del Comune di Latina: http://www.comune.latina.it/news.php con quella della tavola B400 del PTPR http://www.regione.lazio.it/web2/contents/ptpr/tavola.php emerge chiaramente che le palazzine sono realizzate proprio al limite della fascia di rispetto dei 150 m (in particolare le 2 palazzine che formano una C, e posizionate dietro la scuola materna di via del Pantanaccio). L'unica palazzina che rientra dentro la fascia di rispetto è la palazzina rettangolare che viene si trova più a ridosso del canale... Se cmq a seguito di 4 conferenze dei servizi, la Regione Lazio ha dato parere favorevole, vuol dire che questi problemi sono già stati affrontati e superati. DAVIDE

davide - Wed 14/01/2009 or 14:25
X RenatoSD

Stavo notando i vincoli posti nel centro di Latina dal nuovo PTPR (Piano Paesistico Regionale):

http://www.comune.latina.it/download.php

davide - Fri 16/01/2009 or 17:23
Visto che il Comune di Latina ha pubblicato su Internet il bando di riqualificazione del garage Ruspi, suggerei ai partecipanti ed allo stesso comune, di prevedere il posizionamento nel parcheggio S.Benedetto di bacheche con foto che illustrino cosa c'era prima (il vecchio ospedale, la chiesa di S.Benedetto e tutto il resto)

DAVIDE

davide - Tue 05/05/2009 or 12:19

IL COMUNE DI LATINA SVENDE I TERRENI AI PALAZZINARI

 Il comune li svende ai palazzinari... Se proprio li volevano cementificare (alcuni hanno destinazione di verde pubblico) ne potevano cedere una parte all'Ater che ha soldi regionali da investire.

E invece no! Bisogna regalarli ai costruttori!

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2009/05/05/1020320-terreni_vendere_comune_milioni.shtml"colonna-articolo">

Marco Battistini Ora ci sono i crisimi dell'ufficialità. Il Comune di Latina ha deciso di vendere terreni pubblici ai privati per un valore complessivo che sfiorerebbe gli 8 milioni di euro. La giunta ha approvato la delibera che da il via all'iter procedurale. Si partirà con l'indizione dei bandi di gara, per poi passare alla vendita all'asta dei beni. Sorprendono due aspetti: 1) la tempestività del provvedimento, che si pensava dovesse essere differito ancora nel tempo; 2) la stima delle cessioni supera abbondantemente le previsioni fatte qualche mese fa (4-5 milioni di euro). L'altra grande sorpresa è rappresentata dal fatto che le somme verranno già inserite nel prossimo bilancio comunale. L'assessore Marco Gatto è stato tra i promotori del progetto di privatizzazione di diverse aree. Nei giorni scorsi era stato definito anche il piano di alienazione dei terreni. Il precursore dell'iniziativa è però stato Michele Nasso. Ieri mattina, il coordinatore comunale uscente di FI, è stato visto girovagare in piazza del popolo con il cellulare sempre fra le mani. I suoi più stretti collaboratori, hanno confermato: «Sprizzava gioia da tutti i pori». Il via libera della giunta alla cessione dei terreni, è arrivato a distanza di sette mesi dalla richiesta iniziale dell'esponente azzurro. «Non c'è tempo da perdere. Presto verranno indetti i bandi pubblici -aveva affermato Michele Nasso verso la fine di Ottobre- ed i terreni più redditizi verranno ceduti ai migliori offerenti. Seguiremo quelle che sono le regole del mercato». Ed in effetti ci sono pochi dubbi sul fatto che il Comune voglia cercare di incassare il massimo ricavato possibile, mantenendo però fede alle regole della buona amministrazione e della trasparenza. Le aree interessate dal provvedimento della giunta sono essenzialmente tre: la Nuova Latina, la zona di via Germania e il circuito di borgo Piave. Nella delibera invece, non ci sarebbe traccia delle farmacie comunali. Le dismissioni forse scatteranno soltanto dal prossimo anno.

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05/05/2009

 


davide - Thu 28/05/2009 or 09:54

E' di ieri la notizia che dopo varie discussioni nel corso dell'ultimo anno e mezzo in commissione urbanistica, il Consiglio comunale ha approvato il piano di recupero del centro storico.

Prevede sostanzialmente la sistemazione della casa del vescovo e del grattacielo Key, un nuovo palazzone nell'area dell'ex Autolinee (occuperà circa un terzo dell'area) e la sistemazione dell'area dietro la Facoltà di Medicina (ex Mattatoio) , che a seguito delle demolizione svolte nel 2000 dei capannoni abusivi era rimasta una distesa di breccia adibita a parcheggio.

La vicinissima e contestata area ex Orsal non viene interessata, anche se parrebbe destinata a parcheggio dal nuovo piano del traffico.

Per quanto riguarda l'ambito del piazzale delle poste, i vari disegni proposti apparsi su La Provincia e Latina Oggi in questo anno e mezzo, prevedono la demolizione  del palazzo Ater di Viale Italia per realizzare un obbrobrio a 7 piani, e la ricostruzione della scalinata delle Poste.

De Marchis disse che in commissione urbanistica si sarebbe opposto alla demolizione del palazzo Ater. Ebbene dai giornali non risulta nessuna presa di posizione in tal senso. Risulta solo un chiarimento chiesto da Fabio Cirilli su alcune volumetrie (così nebulosamente riporta La Provincia qualche mese fà).

Dico io è mai possibile che i giornali non hanno spiegato bene cosa prevede questo piano di recupero e le varie posizione espresse dai vari partiti?

DAVIDE


davide - Wed 05/08/2009 or 13:38

A pag 3 della presente discussione, circa 2 anni fà si parlava di un palazzo di 4 piani costruito all'angolo tra Via Milazzo e Corso Matteotti.

In quella discussione sia io che Stevejo attribuivamo la costruzione a Nasso, a causa delle forme e dei materiali utilizzati tipici di quel costruttore.

Invece spulciando un pò su il tempo.it vengono fuori diversi articoli del 2004, in cui si parla di sequestro di attici di quel palazzo, che in realtà sarebbe stato costruito dalla Testa Immobiliare di Casaluce (Caserta).

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2004/01/09/756344-lavatoio_citofoni_porte_blindate.shtml"colonna-articolo">

Al posto di lavatoi e stenditoi otto appartamenti, con tanto di porta blindata e citofoni all'entrata del condominio. Il palazzo all'incrocio tra corso Matteotti e via Milazzo finisce di nuovo sotto accusa e dalle indagini della Municipale spuntano anche proprietari fantasma.
Ancora in fase di costruzione era stato sequestrato, per un ampliamento non autorizzato delle cubature. Ora, con gli appartamenti venduti ed occupati da numerose famiglie, i vigili urbani sono ora tornati nel palazzo di via Matteotti. Per gli investigatori dell'antiabusivismo nuovi illeciti sarebbero stati commessi sotto quel tetto.
Non è una novità che in molti condomini costruiti di recente a Latina i locali tecnici (lavatoi e stenditoi) sono stati trasformati in graziosi attici: niente beni comuni per chi acquista un appartamento in quei palazzi e grandi guadagni. Il tenente colonnello Mario Bernardis e i suoi uomini, nella fase di approfondimento dell'attività di prepressione dell'abusivismo edilizio, sono così approdati in corso Matteotti. Ingresso bloccato ai locali comuni: quattro porte blindate in quelli della scala A e quattro in quelli della B. Misure di sicurezza per chi vi stende i panni? Sembra proprio di no. Si tratterebbe di otto appartamenti, per cui vi sono tanto di citofoni all'ingresso del palazzo. Gli investigatori ipotizzerebbero il reato di truffa ai danni del Comune. Nella planimetria presentata a Palazzo per l'ultima variante dalla società costruttrice, la «Testa immobiliare» di Casaluce (Caserta), non vi sono infatti di certo attici previsti e vi è tanto di firma di un noto tecnico del capoluogo, in cui viene certificato che non sarebbero stati apportati altri cambiamenti. È stata sentita anche l'amministratrice del condominio, che ha detto di ricevere mensilmente la retta per i due locali tecnici —quelli in cui sarebbero stati ricavati gli otto appartamenti e che già sarebbero abitati da famiglie di Latina, Sora e Caserta— da due donne del casertano. Altra sorpresa: una delle due avrebbe dichiarato di non avere proprio alcuna proprietà a Latina e di non sapere assolutamente nulla di un palazzo in via Matteotti. Gli investigatori stanno raccogliendo altri elementi ed il caso starebbe per approdare in Procura.
Sembra che prima dell'intervento della Municipale nessuno avesse notato nulla. Ipotesi da accertare, chiaramente, ma diversa appare la sorte del chioschetto di via Mazzini, dinanzi al mercato coperto. Due bagni, un piccolo spazio tecnico sul retro. Le richieste di autorizzazione per occupare il suolo del Comune fatte dal gestore —figlio di un noto esponente di Forza Italia— sarebbero rimaste lettera morta. I lavori sono così stati fatti abusivamente. Immediata la denuncia e il sequestro, seguito dalla demolizione. Ora è stato individuato un altro abuso, per cui sarebbe pronta un'altra denuncia in Procura.

09/01/2004

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2004/02/14/730169-affaire_attici_caso_procura.shtml"colonna-articolo">

L'ipotesi attorno a cui da mesi ha lavorato la polizia municipale ha trovato conferma e il caso del discusso palazzo all'incrocio tra corso Matteotti e via Milazzo passa in mano alla Procura. L'amministratore della società proprietaria del condominio e un noto architetto sono stati denunciati. Dubbi inquietanti quelli avanzati dai vigili urbani alla magistratura, anche su un consulente di via Ezio, mentre l'attività d'intelligence sembra ora puntare persino all'indirizzo del Comune.
Prima la scoperta di citofoni all'ingresso dello stabile, cassette delle lettere, poi anche otto porte blindate a chiudere otto appartamenti in quelli che, alle scale A e B del condominio «Il Sole» dovevano essere lavatoi e stenditoi. Hanno lavorato per mesi gli uomini dell'antiabusivismo della Municipale, seguiti direttamente dal tenente colonnello Mario Bernardis, e ora dal comando arriva la conferma: quegli attici sono abusivi. Dove abitano o hanno studi professionali, famiglie e professionisti di Latina, Sora, Caserta, dovevano esserci i locali di uso comune per chi ha acquistato un appartamento nel palazzo dalla società «Testa Immobiliare» di Casaluce, in provincia di Caserta.
La storia della costruzione è tormentata. Il due maggio del 2002 i vigili urbani denunciano alla Procura lavori nello stabile in difformità dalla concessione ottenuta. Abusi. Scatta il sequestro. Viene nominato dal magistrato un consulente, l'architetto Antonio C., 53enne di Latina. Il sei dicembre 2002 viene presentata un'istanza al Comune, il progetto definitivo. Solo lavatoi e stenditoi, nessuna traccia di attici. Il 13 maggio dello scorso anno viene concessa la variante. Il 23 maggio 2003, in seguito agli accertamenti svolti dal consulente della Procura e al parere favorevole della commissione edilizia al progetto in variante, l'immobile viene dissequestrato. Ora la scoperta degli attici abusivi.
La Municipale ha chiesto alla magistratura di analizzare quanto riferito dal consulente e di verificare gli atti di cessione, ovvero vendite e locazioni dell'immobile, l'abitabilità, oltre ad acquisire gli atti su tutta la «storia» del condominio. Se gli attici abusivi sono stati realizzati prima del sequestro del 2002 viene ipotizzata una falsa rappresentazione della realtà negli elaborati presentati dall'architetto Antonio C., se invece sono stati fatti dopo la concessione del maggio 2003 risulterebbero fuori dai termini per la sanatoria. Al momento c'è la denuncia a carico del consulente e dell'amministratore della «Testa», Vincenzo T., 27enne di Teverola. L'attenzione degli investigatori si starebbe però concentrando anche sull'ufficio tecnico del Comune. Visto quanto è accaduto, nessuno ha pensato di fare un controllo prima di rilasciare la concessione, per vedere se quello che era stato realizzato era conforme al progetto? Gli attici possono essere infatti stati realizzati anche nel periodo compreso tra la presentazione dell'elaborato e l'ok dato dal Comune. Nessuno si era accorto di nulla? La magistratura sta indagando.
Cle.Pis.

14/02/2004

http://iltempo.ilsole24ore.com/latina/2004/04/15/692017-attici_abusivi_perito_doveva_esserci_piscina_condominiale.shtml"autore">15/04/2004


davide - Wed 05/08/2009 or 13:44

La questione della zona di Via Milazzo torna prepotentemente di attualità, in quanto è stato appena sospesa una concessione edilizia che prevedeva la demolizione dei 2 palazzi affiancati a quello all'angolo di Via Milazzo/corso Matteotti e la ricostruzione di un nuovo palazzo di 4 piani.

Dalle notizie di Latina Oggi sembrerebe a causa della mancanza di una firma da parte di uno dei proprietari delle costruzioni da demolire.

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/05_08_2009/pag05latina.pdf

DAVIDE

 


davide - Wed 05/08/2009 or 13:49

Tutto era nato da una news di Stevejo chiamata  "La triste realtà di Via Milazzo"

/modules/news/article.php


davide - Sat 08/08/2009 or 15:11

Facciamo una ricognizione di cosa è avvenuto a Via Milazzo nell'ultimo anno e mezzo:

1) Vediamo il palazzo di Nasso, realizzato quasi attaccato alla Caserma dei Vigili del Fuoco, con la zona prima e dopo i lavori di costruzione:

2)Vediamo adesso l'edificio demolito su Via  Milazzo e ricostruito fin sopra il marciapiede, come segnalava Stevejo:




davide - Mon 19/10/2009 or 21:04

Su Latina Oggi di ieri si è parlato del nuovo ospedale di Latina... Dopo tanti anni in cui si parla di realizzarlo a Borgo Piave, per la prima volta viene fuori una cartina in cui sarebbe prevista la costruzione di questo nosocomio. Dagli originali 7 ettari di terreno si sarebbe passati a 24...

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/18_10_2009/pag05latina.pdf 

ma ciò che più sconcerta è l'ubicazione... Su Via della Chiesuola... un budello che confluisce sulla rotonda di Via Piave...

Una zona già piena di ingorghi di per se, e che diventerebbe un enorme coda una volta realizzato l'ospedale con auto di parenti ed autombulanze che si sommano alle odierne auto in direzione Roma..

Ma quello che più sconcerta è l'area... Come per il porto, la prima cosa che si vuole fare è la variante urbanistica...

Infatti consultando il PRG del 72 di Latina emerge che

1) Quell'area (evidenziata in rosso) è destinata per una piccola parte ad espansione residenziale e per la maggior parte area agricola

2) A poche centanaia di metri verso il centro di Latina indovinate cosa prevede il PRG? Proprio un'area destinata a servizi sanitari, della stessa grandezza di quella individuata  dell'altra, evidenziata in bordò e proprio alla spalle dell'istituto Salvemini

Ora checchè se ne dica, questo sarà il nuovo ospedale di Latina, e non il nuovo ospedale dell'area Nord della Provincia... Se vi voleva fare un nuovo ospedale che servisse Aprilia e Cisterna bisognava farlo baricentrico, a Campoverde, magari nei pressi del nuovo centro europeo di ricerca sull' atassia, che a breve sorgerà proprio lì. Allora si che si poteva fare un'ampia zona ospedaliera, con policlinico e centro di ricerche sulle malattie atassiche..

A quel punto sarebbe bastato mantenere la struttura del Goretti per servire la parte sud del Comune di Latina ed i monti Lepini...

Inoltre affacerebbe direttamente sulla prevista Via Cristoro Colombo (strada a 4 corsie speculare a Viale Vespucci) e non su quel budello che è Via della Chiesuola..

Sarebbe facilmente raggiungibile da nord e da Latina Scalo attraverso la mare-monti che termina nelle  vicine autolinee e da sud-est attraverso il tratto urbano della stessa mare-monti..

Insomma un ospedale abbastanza centrale nella città di Latina e vicino a grandi vie di comunicazioni, non un ospedale che in attesa della tangeziale est, scaricherà tutto il traffico sulla rotonda di borgo Piave.. 

Dunque ripeto, perchè per il nuovo ospedale si cerca la via più tortuosa della variante, anzichè espropriare e mettere a disposizione un'area di pari grandezza già prevista nel 72 ad ospitare un ospedale?

 Metto quì a presso la foto apparsa su Latina Oggi, il PRG di Latina del 72 e la situazione attuale di quell'area vista da visual earth

 

 



DAVIDE

 




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